"La morte non è un sogno, ed io di morte l'accarezzai."

Deku iniziò a studiare il piccolo gruppo di piante davanti a sé come se si fosse trattato della cosa più interessante del pianeta -cosa che, per inciso, non era affatto- e lui si accese una sigaretta per il solo gusto di dargli fastidio: come supposto, ci riuscì in pieno.
- Non sapevo che avessi iniziato a fumare. -
- Buongiorno, Midoriya. -
- Ehr… lo sai, vero, che fa male ai polmoni? -
- Anche sprecare fiato fa male ai polmoni, eppure tu lo fai quotidianamente. -
(Per citare una frase del famoso Dickens: se Katsuki avesse potuto fare a modo suo, ogni idiota che se ne andava a giro con quello stupido "buon Natale" in bocca meritava di esser bollito nella propria pentola e sotterrato con uno stecco di agrifoglio piantato in gola.)

Sasuke si scostò brusco dallo schermo del pc, rivolgendo a Sakura uno sguardo scioccato.
- Sei stato tu a ridurti all'ultimo per comprare il suo regalo di natale e a chiedere disperatamente il mio aiuto, quindi ora taci e scorri le foto -
- Spero che quel bastoncino di zucchero ti faccia venire le carie -
- Ti voglio bene anche io -
Chiamatelo clan, chiamatela rete sociale, chiamatela tribù, chiamatela famiglia. Comunque la chiamiate, chiunque siate, ne avete bisogno.
*
Raccolta di drabble natalizie sulla famiglia allargata Uchiha-Uzumaki.
Questa raccolta partecipa alla sfida delle Drabble dell’Avvento, indetta dal gruppo Facebook SASUNARU FanFiction Italia.

Se Sakura non avesse scelto Naruto alla fine?
Scritta con il prompt del 10°p0rnfest: Naruto, Ino Yamanaka/Sakura Haruno, "Credevo che amassi Sasuke". "Sì, ma mi piaci di più tu".

[Ereri][Soulmate;Reincanation!Au][Painter!Levi][Student!Eren]
Doveva essere da qualche parte perché lui li sognava quegli occhi.
Quel colore era l'unico che riusciva a distinguere senza averne mai visto nessuno.
Era un grigio diverso, attorno a lui era tutto grigio, ma il grigio di quegli occhi aveva una particolare sfumatura, viva.
Nei suoi sogni li distingueva sempre, lo guardavano, sorvegliavano. Non ricordava mai molto al mattino però ogni volta in sogno aveva la sensazione che avessero sempre vegliato su di lui. Con quegli occhi era stato capace di prendersi cura di lui senza bisogno di parole.
*
La particolarità del suo stile era che era sempre presente solo e soltanto un colore, gli avevano detto che quel colore che riusciva a dipingere si chiamava verde.
Lo tormentava nei sogni quel verde, ormai si era abituato a chiamarlo col suo nome, un sorriso stanco gli sfuggì dalle labbra.
Quel colore lo vedeva ogni notte, quel verde che una volta lo aveva spinto a lottare per poterlo vedere di nuovo sul viso di nemmeno ricordava chi.

Levi vuole restare a casa, ma Isabel e Farlan vogliono uscire. Riusciranno a convincerlo?
-
« "Ti ho già detto di no. Non ho intenzione di passare una delle mie serate libere in un locale pieno di mocciosi in preda agli ormoni che si strusciano tra di loro come delle scimmie." ripete per l'ennesima volta Levi, mentre fa zapping sul televisore.
"Ma fratellone..." si lamenta Isabel, cercando di convincere l'amico ad unirsi a lei ed il proprio ragazzo.
"Vieni Izzy, non possiamo costringerlo a stare con noi." interviene Farlan allontanandosi e portando la ragazza con sé, sapendo di aver toccato un tasto dolente per l'amico. »

Sono passati giorni, sono passati mesi, mentre il tempo fluisce via e si consolidano le distanze, si amplificano le consapevolezze, nell'eco di paure vibranti, di rimorsi ed espiazioni, di solitudini e gelide apatie. E mentre i ticchettii dell'anima corrono, Naruto e Sasuke tentano di ricostruire le proprie vite, di inseguire i propri sogni, dopo essersi annichiliti, dopo essersi svuotati e combattuti, con carezze irruenti e parole dolcemente taglienti mascherate da altisonante sincerità. Si sono ritrovati, si sono lasciati, ognuno nella propria via, ognuno con il proprio peso, ognuno con un vuoto dettato non solo da un braccio reciso. Sasuke viaggia. Naruto resta nella sua Konoha, acclamato e desiderato adesso come nuovo Hokage. Eppure, quel vuoto aumenta e nella distanza qualcosa Vibra sempre più potente. E così basta un semplice Battito d'Ali, per scatenare un Uragano...anche dall'altra parte del Mondo. Anche se si è lontani...ma mai veramente. Anche se si è vicini, ed a volte è persino troppo doloroso ammetterlo. Cosa accade a due anime da sempre connesse e sole, nella tempesta? Danzano, immersi nell'Effetto Farfalla. Inevitabilmente.

Un bell'inferno, il luogo adatto ad una madre incapace, aveva pensato con odio Midoriya mentre il corpo della donna era già preda del fuoco, la carne consumata, arsa dal calore, il volto deformato in una maschera grottesca di pelle sciolta. L'aveva sentita chiamare "Izuku" e in risposta le aveva sorriso, confermando quel sospetto che avvertiva nella sua voce. "- Sì, mamma. E' colpa mia -" l'aveva salutata così, dandogli le spalle, mentre l'arto carbonizzato della donna si solleva in un inutile tentativo di raggiungere il figlio. Lo stava forse pregando di fermarsi? Di soccorrerla? Che ipocrita!Perché avrebbe dovuto salvarla? D'altronde era stata lei la prima a dirgli che non sarebbe mai potuto diventare un eroe. Lei aveva calpesto le sue speranze, lo aveva deluso e ferito, non meritava pietà.
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[Attenzione: VillanDeku!/OOC]

A quanto pare il vero nome del Diavolo è Patrick e, a parere di Pete, era un tipo davvero tranquillo

Anche le menti più imperturbabili possono perdere fermezza davanti ai sentimenti.

Il sesso per Sasuke non era altro che movimento meccanico, poi qualcosa dentro di lui era scattato e non aveva fatto altro che pensare a Naruto. La sua pelle doveva essere bollente, mentre faceva l'amore.
"Un orientamento sessuale in cui una persona sente attrazione fisica verso gli
altri solo quando c’è un legame emotivo molto forte."

Sasuke e Naruto non dovrebbero nemmeno potersi parlare... eppure s'incontrano e, nonostante il disprezzo, Sasuke scoprirà che senza di lui non può salvare il Giappone dal colpo di Stato che qualcuno sta organizzando alle spalle della Polizia. Gli serve che quel criminale di Naruto collabori... Sasuke non lo può accettare, ma quando incontra Naruto di nascosto qualcosa dentro di lui va per il verso giusto... Non sa più di chi fidarsi e deve agire in fretta! E se li scoprono sono fregati.
Naruto sopravvive di piccoli crimini, ma ha anche un lavoro molto particolare e se Sasuke lo scoprisse? Quello che fa per lui è troppo pericoloso, però Uchiha paga bene e poi... non può abbandonare lo scoiattolino al suo destino...
[Note: SasuNaruSasu, accenni di Itachi/Shisui. Distopia.]

A Katsuki venne in mente una frase sentita in televisione quando era piccolo e cercava risposte da chiunque dicesse di averle. “Tutti abbiamo un’Anima Gemella”, aveva detto l’esperto al talk show a cui stava partecipando, “ma solo chi ha la predisposizione può sentirne la Voce”.
Katsuki Bakugou sapeva esattamente a chi apparteneva la sua Voce.
[Soulmate!AU][KatsuDeku][Lievissimi spoiler del manga post vol.11]

“Tua madre ti guarderebbe in quella maniera stupidamente contenta e orgogliosa anche se dichiarassi di voler fare il terrorista.”
Izuku rise, e Katsuki pensò che pure quella risata limpida ma più matura gli era mancata un po’.
“Ti vestiresti davvero di bianco, Kacchan?”
“Forse per il tuo funerale.”
E Midoriya si nascose nell’acqua fino al collo, distante da lui “Ehr… sarebbe di pessimo gusto.”
“Sarebbe impossibile, visto che quel giorno sarò in carcere con l’accusa di omicidio preterintenzionale.”
“Hai pensato proprio a tutto.”
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Alla fine gliel’aveva detto: “Va bene, Midoriya, farò tutto ciò che vuoi.”
E già se ne stava pentendo.

Storia ambientata a metà tra il primo ed il secondo film, quando Pocahontas viene a conoscenza della presunta morte di John Smith.
Ispirata dalla canzone da qui ho tratto il titolo, parla di perdite, dolore, solitudine ed anche speranza.