Raccolta di flashfic dalle tematiche più varie.

L’unica nota stonata in tutto questo è…
“Vuoi vedere le sue stanze?”
Ecco, appunto, l’americano!
E poi c’è ancora chi dice che sono pregiudizi… no maledizione, non lo sono! Gli americani sono sguaiati e privi di classe, non si sanno comportare e soprattutto, come ha ben dimostrato il qui presente… come ha detto di chiamarsi?! Robbie?... ah, no, Robert! Si chiama Robert! Non ti lasciano un secondo in pace.

Sì, sì, lo so, ho già rotto abbastanza. No, non so perchè sto pubblicando un'altra long, ormai dovrei saperlo che le gestisco male. Ma booh mi piaceva :-) L'idea che uno dei nostri eroi venisse da un altro pianeta, intendo...
"Mi sento come risucchiare verso l’alto, urlo, tento di scappare, ma mi accorgo di star scalciando nel vuoto. Mi sento soffocare, il cuore martella nel petto, sempre di più, sempre più veloce, finché non mi sembra che stia per scoppiare e non mi sento pronto, quasi sollevato, nell’accettare questa fine.
E all’improvviso, tutto finisce. Il cuore rallenta il battito, l’ossigeno mi invade i polmoni, gli occhi si spalancano davanti a una realtà sconosciuta e incompresa.
Mi ritrovo all’interno di una struttura di forma ellittica, piena di luci colorate e di strani esseri verdi e alati che mi osservano con aria soddisfatta e che si stringono la mano complimentandosi vicendevolmente."

Jude e Robert sono cugini, si conoscono praticamente da una vita. Ma per Jude si avvicina il momento di prendere una decisione: rinunciare a Rob, di cui è segretamente innamorato, e lasciargli vivere la sua vita con la futura moglie, o dichiararsi rischiando di perdere la persona a cui tiene di più al mondo?

« Se dovessi fare un viaggio…dove ti piacerebbe andare? » Non riesco neanche ad avere il tempo di interpretare ciò che ha detto,che un raggio di luce fortissimo mi colpisce in pieno petto [...] « Credo che lei abbia capito che non sono il signor Holmes che s’aspettava» « Indubbiamente » Resto piantato nella mia sedia,a fissarlo,cercando qualcosa che lo rendesse diverso fisicamente dall’uomo che conosco. Niente. Nada. Nichts! | EDIT: Dal 7° capitolo cambio radicale di stile e impostazione di pagina.

Questa è la mia primissima Fanfiction, vi prego di essere clementi.
Era da più di un mese che non si recava a casa del suo ex coinquilino, da quando una sera era uscito per andare a trovarlo ed era rimasto sorpreso dal vedere un giovane ragazzo uscire in tutta fretta dal 221B di Baker street. La gelosia lo aveva preso allo stomaco come una morsa e non lo aveva più lasciato da allora. Quella sera non aveva avuto il coraggio di bussare alla porta del suo amico per chiedere spiegazioni. Era passato un mese da quella sera e aveva deciso che non poteva andare avanti così, che doveva avere una spiegazione. Così, dopo cena, avvisò Mary che quella sera sarebbe uscito e che probabilmente avrebbe fatto tardi, di non aspettarlo alzata.

Le conseguenze dei propri errori si devono pagare, ma non tutte sembrano portare a qualcosa di male.
[SOSPESA, purtroppo ç.ç]

-Mi dia un caso, Watson. Un caso che non si è mai visto, così straordinario che la gente, leggendo il suo racconto, non crederà nemmeno a una parola. E così fu: il caso più strano e sensazionale della mia vita.

Lo prendo in braccio, e lui stringe le mani attorno al mio collo.
“Obbet tiste”, mormora.
“Sì, piccolo, Robert è triste”, rispondo sorridendo piano.
Jude mi appoggia una mano sulla guancia, poi me la mostra.
“Obbet piange.”
Gli guardo la manina bagnata, rivolgendo poi gli occhi al suo viso preoccupato e tentando un sorriso rassicurante.
Lo appoggio a terra, gli accarezzo la morbida chioma bionda, e lo prendo per mano.
“Vieni, vediamo un po’ di tele insieme”, gli dico. Lui mi segue senza ribattere, e si siede tranquillo accanto a me sul divano, con la televisione accesa sui baby looney toones.
Poco dopo, mi si sdraia letteralmente addosso, sotto l’incavo della mia spalla, e chiude gli occhi, inspirando forte, con un’espressione di amore e serenità sul suo bellissimo volto.
Lo guardo stupito, prima di abbassare il viso e lasciargli un leggero bacio sulla testa.
E rimaniamo lì, insieme, un adulto e un bambino, ciascuno fonte di gioia e pace per l’altro.
(cap.3-peace and love)
Robert, diciassettenne, trova lavoro come babysitter del piccolo Jude, figlio di un suo prof...
E se i due fossero costretti a lasciarsi improvvisamente?
Potrebbero rincontrarsi, più avanti...
Il rating potrebbe cambiare.

Quando arrivarono nei pressi di un piccolo parchetto, Jude tirò fuori dalle tasche il cellulare e controllò l’ora. Le 11.45.
« Senti Rob io de- »
« Bene! Qui sarà perfetto! » lo interruppe.
Il biondo guardò male l’altro che gli sorrise di rimando per poi avviarsi all’interno del parco.
Jude lo seguì con fare nervoso, sì, si stava incazzando. Quella mattina Robert era più strano del solito e, se inizialmente credeva che tutto fosse dovuto alla rottura con la sua ragazza, ora cominciava a pensare che fosse solo una banale scusa per dare di matto, per dare sfogo ad un qualche cumulo di frustrazione che gli si era venuto a creare dentro.
{ Il rating potrebbe subire variazioni. }

Continua a camminare.
E sa che lo stanno seguendo.
Lo sente dalle loro risate, dal rumore dei loro passi. Lo vede da queste fioche ombre che si allungano sull’asfalto.
Volta a destra, poi improvvisamente si ferma; ha imboccato un vicolo cieco.
Sente le loro voci farsi sempre più vicine. Ancora e ancora.
Si volta, poi è tutto troppo veloce.
Il rumore di un coltello a scatto che viene estratto.
Il sorriso.
Le urla.

Io mi limitai ad ammirarlo.
Il suo sorriso rincuorato, lo sguardo basso, gli occhi lucidi, e non potei fare a meno di pensare che lui fosse diverso, raro, se non unico, in una concezione del tutto estranea alla mia mente.
Arrivai a pensare persino alla sua bellezza. Così evidente, eppure così celata ai miei occhi.
In quel momento fui sicuro di non aver mai nemmeno scorto qualcosa di così splendido, armonioso.
Cercai nel suo sorriso un qualche segno distintivo, nel suo sguardo una qualche particolare luce, ancora certo di poter decifrare l'enigma e comprendere cosa c'era in Watson di così...straordinario.

Michelangelo è un ragazzino di 11 anni che scopre di avere un talento particolare: percepisce le presenze. I casi che seguirà gli saranno un utile allenamento per affrontare un caso più grande che gli si presenterà 3 anni dopo: quale segreto si cela in un parco nel quale si manifestano diverse anime, sconosciute fra loro, ma unite da un misterioso filo in comune?

Fu svegliato da una bambina, capelli castano scuro, occhi neri, di circa sei anni, che lo scuoteva con delicatezza.
ATTENZIONE: Spoiler su AGOS!

Ebbene, alla fine ho ceduto! La coppia Holmes / Watson mi ha affascinata a tal punto da scrivere su di loro una fanfiction. Inizialmente doveva essere una oneshot, ma ho deciso di dividerla in due..ehm, più capitoli... ecco a voi una piccola parte:
"Un nuovo inquilino. In casa sua – bhè, in realtà non era sua ma erano dettagli – un nuovo inquilino. Stentava a crederci. Ogni tanto aveva problemi per pagare l’affitto ma riusciva a ottenere qualche proroga o qualche prestito da suo fratello. Un nuovo inquilino. Una nuova persona pronta a ficcare il naso e ad immischiarsi negli affari altrui. Già era ingombrante la nonnina, ci mancava solo una persona curiosa e irritante "