Recensioni per
The Monster.
di alwaysursluke
Ciao bella, sono @londonismyway :). |
Hei ciao ho letto il messaggio e sono arrivata subito. |
Ok, allora eccomi qua. |
Ehi, sono jamiesmypunk di twitter. |
ehiii ho letto il capitolo:)) |
Ciao! |
eccomi ancora quiii:) |
Ehi splendore, sono eightsvoice (ma no?) di twittah, eccomi qua :)) |
Ei sono xstylesmile di Twitter! Allora scrivi benissimo e la storia mi piace,non è affatto scontata. |
Hei ciao bella ! |
Parto subito dicendo che mi dispiace tanto per aver recensito in ritardo, ma come già sai sono successe delle cose non belle e insomma, l'ultima mia preoccupazione era stare su efp.
Ma passiamo al capitolo: Io amo i capitoli lunghi, quindi cara mia, non hai fatto un torto a nessuno. Non ho trovato errori di distrazione o grammaticali, come sempre d'altronde. Amo sempre di più questa storia, davvero. Ma amo soprattutto il tuo modo di scrivere e amo anche come descrivi le emnozioni dei personaggi e le situazioni. «Non ho fame, scusa.» Mormorai quasi avessi perso al voce, e non riuscii a guardarla negli occhi. Però i suoi mi scrutarono per bene. «Sam, da quant’è che non mangi qualcosa di sostanzioso? Anche ieri sera, ho cucinato per te, per noi, e tu non hai toccato cibo e poi te ne sei andata in camera tua a stomaco vuoto.» I suoi occhi fugaci cercavano di catturare i miei e quando li incrociai, potei vedere la lucidità in essi, come se potesse scoppiare a piangere da un momento all’altro. I ricordi della litigata della sera precedente riguardo i miei genitori, erano ancora freschi nella memoria di entrambe. «Ma io sto bene.» Feci segno con le mani indicando il mio corpo. Ma mi resi presto conto che non era la mossa migliore da fare. Strinsi le mani sui fianchi, e riuscivo a sentire le ossa intagliarsi nei palmi delle mani per quanto stavo stringendo, nonostante fossero evidenti anche in una normale posizione. «Io mi preoccupo per te, te ne rendi conto?» Si e te ne sono grata, avrei voluto dire, ma le parole mi morirono in bocca. «E’ inevitabile.» Avevo già distolto lo sguardo da lei e quando capii cosa intendeva dire, intervenni prontamente. «Zia, tu non devi preoccuparti per me adesso. Tu devi pensare a star bene con il bambino durante la gravidanza. Io so prendermi cura di me stessa.» «Non capisci, tu sei come una seconda figlia per me. Non posso mica ignorarti. Mi preoccuperò sempre.» Tese una mano verso di me, e l’accolsi subito. Era calda e morbida, e riuscivo a sentire dei piccoli calli sui palmi soffici dovuti probabilmente al giardinaggio che praticava come hobby. Era una donna straordinaria, mi resi conto in quel momento. «Ricordo che quando eri piccola e avevi un problema, che fosse di cuore, che fosse di scuola, venivi da me. Non andavi da tua madre o da tuo padre, ma venivi da me. E mi si riempiva il cuore al pensiero che mia nipote amasse stare con me e ascoltarmi.» Era davvero sul punto di piangere. «Ogni sabato venivate a casa mia, e tu correvi fra le mie braccia e non volevi più staccarti. E invece di passare il pomeriggio con i tuoi amici, lo passavi a guardarmi zappare la terra e piantare fiori, oppure mi aiutavi in cucina.» Le strinsi forte la mano e quando toccai la mia guancia, mi accorsi di essere stata io a piangere per prima. Un nodo si chiuse nel mio stomaco. Avevo nostalgia di quei giorni, così felici. «Sei sempre stata come una figlia e sempre lo sarai.» Adesso anche il suo viso era solcato da un paio di lacrime calde che rigavano le guance paffute. «E’ che sei cresciuta così in fretta.» Chiuse gli occhi e fece cadere un altro rivolo di lacrime salate sulla pelle candida. «Mi manca sedermi sulle tue ginocchia e addormentarmi fra le tue braccia.» Dissi, accarezzando con il pollice il dorso della sua mano. «Ma ricordo anche come accarezzavi la pancia della mamma quando era incinta di Mackenzie e come la guardavi con gli occhi lucidi e già facevi promesse per lei, come se fosse stata tua figlia.» Il suo viso si alzò verso il mio. «E mia madre che sorrideva così felice perché eravate tutti quanti lì e niente poteva essere rovinato. E adesso vedo la stessa donna in te. Così felice, fiera, e sempre positiva, come se nulla possa rovinare questo momento. E nulla lo rovinerà, tantomeno io. L’unica cosa che ora voglio è che tu ti riposi e tranquillizzi. Io sto bene, davvero.» Adesso ero accanto a lei, le stampai un bacio sulla fronte e allentando la presa dalla sua mano, ritornai al piano di sopra. Questa è una delle mie parti preferite del capitolo. Adoro il rapporto che lei e sua zia hanno, è fantastico davvero. Hai descritto tutto alla perfezione e wow. «Perché mi hai portato qui?» Chiesi senza traccia di rancore nella mia voce. Non rispose subito, continuò a guardare sotto di noi, le persone che applaudivano e la gente che cominciava a venire. Anche quei pochi adulti e bambini che erano nelle circostanze. E tutti sorridevano e si divertivano. «Qualche giorno fa» Prese un sospiro profondo senza distogliere lo sguardo. «Quando eravamo insieme nella palestra, e io ho acceso lo stereo» Esitò prima di continuare. Anzi, per un momento credei che non avrebbe continuato. «Ti brillavano gli occhi. Sembrava che la musica ti entrasse dentro e ti scolpisse mano a mano. Eri... diversa. In pace.» Finì la frase e mi guardò. «E’ bello questo, lo sai?» «Si.» Che la musica fosse importante, era semplice e quasi normale ormai, una moda direi. Ma per me era come aprire una porta e non voler più uscire. Era come correre per le strade, di sera, urlando a squarciagola, senza paura di nulla. Era come la paura in sé. Era come la voglia di attraversare un fiume a piedi nudi per raggiungere il lato opposto. Era come la sigaretta sulle labbra, i baci sul collo, i brividi di guardare giù da un aereo, la voglia di volare, le lacrime agli occhi. Era il desiderio, il coraggio, il sorriso in sé. Era proprio come le montagne russe. «Lo so.» Riuscii a dire. Semplicemente che ne ero consapevole. E avrei voluto gridarlo al mondo. Incontrai anche io lo sguardo di Justin e sorrisi debolmente. Altra parte che io adoro, mi rivedo in quello che Justin le ha detto. Giuro e credo che quello che tu hai scritto è pura verità. Ragazza tu hai un dono, lasciatelo dire, per l'ennesima volta. Ma la mia mente era già da un’altra parte e quando il gruppo in cerchio si schiuse alle mie parole di assenso, ero giù vagante verso un’altra meta. Quando gli capitai davanti, nemmeno mi accorsi di essere arrivata. I capelli scuri erano differenti da quelli delicati di Justin. Gli occhi trasmettevano timore, indecisione, soggezione, tutte qualità che mi attraevano dannatamente. Quando abbassò gli occhi verso la mia figura sotto di lui, le sua mani scivolarono fuori dalle tasche e la bocca si alzò da un lato. «Ciao.» Mormorò lasciando una scia di brividi lungo la mia schiena. «Noi ci conosciamo. O almeno, io conosco te.» Io dico che è meglio Justin, ma sono gusti hahaha. Comunque: mi hai lasciata abbastanza perplessa. Chi è 'sto strano tizio? Aggiorna al più presto, non vedo l'ora di leggere il prossimo capitolo. Alla prossima! Un bacio, Gaia. |
Non devi assolutamente scusarti per il fatto che il capitolo è lungo, anzi più è lungo più a me fa piacere c: |
Il tuo messaggio mi ha fatto piacere, così mi sono concessa una pausa dalla scrittura per leggerti. |
Ciao tesoro, |
Hey! |