Recensioni per
Luci e Ombre
di Stellareika

Questa storia ha ottenuto 434 recensioni.
Positive : 433
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Recensore Master
23/10/17, ore 15:50
Cap. 4:

I'm here!
Più vado avanti e più la storia prende una piega interessante. La narrazione è avvincente, nulla è lasciato al caso e la cura nei dettagli è assolutamente degna di nota. Il modo in cui i capitoli vengono "tagliati" con maestria, stuzzicando la curiosità del lettore, inolte, non può che essere un altro punto a favore, così come lo stile, che è sì descrittivo, ma mai troppo pesante, risultando quindi di facile comprensione. Questo capitolo l'ho letteralmente divorato!
La prima parte, relativa alla scalata dello Star Hill mi suona familiare. Dunque è questa la scena alla quale avevi accennato in una recensione alla mia long! Sai già che qui mi trovi perfettamente d'accordo circa il comportamento assunto dalla protagonista in un simile frangente. Shaina, così come Kanon in TMC, sa bene di star commettendo un'azione rischiosa e che per questo non deve essere scoperta per nessun motivo al mondo, da qui la decisione di scalare l'Altura delle Stelle contando unicamente sulle sue forze, per così dire, "umane", senza ricorrere all'aiuto del cosmo, che renderebbe sì più facile l'impresa (pur con le limitazioni imposte dalla forza esterna esercitata dal cosmo di Atena), ma potrebbe portare Shaina al fallimento, oltre che a una punizione esemplare. Del resto, allo Star Hill non possono accedere nemmeno i Gold Saints, figuriamoci una semplice Silver come Shaina, alla quale - tra l'altro - sembra che Saori voglia nascondere qualcosa di molto scottante. Aggiungo, inoltre, di essere più che sicura che il dettaglio della civetta non sia staso messo a caso, chissà se giocherà un qualche ruolo anche nei capitoli successivi... 
Ebbene, parliamo di Saori. 
Ho gradito particolarmente anche il paragrafo a lei dedicato, che pur nella sua brevità rende perfettamente il cosiddetto "dramma" del personaggio, un dettaglio - ovviamente, sia mai che Kurumada si sbatta ad approfondire qualcosa di potenzialmente interessante! - nel manga viene a malapena accennato. L'essere dea eleva Saori al di sopra dei comuni mortali, eppure le fa al tempo stesso invidiare gli esseri umani, perché loro possono trovare conforto nella preghiera e nei piaceri, carnali e non, mentre lei si ritrova in un certo senso limitata. Ciò nonostante, nel corso di questo momento di solitudine, lei dice no, decide di sperimentare per la prima volta i piaceri della carne, di cedere a quelle fantasie puramente umane che i sentimenti che prova per Seiya fanno nascere dentro di lei, fantasie che Saori, normalmente, è costretta a reprimere. Del resto, parliamo sempre della reincarnazione di una dea che viene onorata proprio per il suo essere la Parthenos, è naturale che simili gesti siano inconcepibili per lei, ma non questa volta, non per questa gelida notte. Si può dire che la masturbazione rappresenti la scissione fra il suo lato umano e quello divino. E nemmeno la civetta che, giunta lì sicuramente per avvisarla dell'infrazione commessa da Shaina, può fare nulla per fermare questa divisione. Ora, Saori è padrona di sé stessa. 
Insomma, un altro bel capitolo che aggiunge parecchia carne al fuoco. 
Ancora complimenti e a presto!

Recensore Master
23/10/17, ore 01:42
Cap. 3:

Ok, è tardissimo, ma non riesco proprio a fermarmi! Ti faccio i miei complimenti per essere riuscita a coinvolgermi a tal punto!
Com'era lecito aspettarsi dagli avvenimenti dello scorso capitolo, Shaina non demorde, anzi, testarda com'è, continua a giudicare sbagliati i divieti di Saori e a pensare a un modo per eluderli e atturare il suo, all'apparenza, folle piano di salvataggio di Seiya. Questo, sebbene io continui a non concordare più di tanto con le sue opinioni, mi ha fatto piacere, in un certo senso. L'amore spesso rende egoisti, porta a non pensare alle conseguenze delle proprie azioni, finendo per mettere in pericolo il soggetto in questione.
E poi deo gratias, sembra che qui l'amore di Shaina per Seiya sia decisamente più profondo e genuino rispetto a quello - quasi insensato, a parer mio, dato che nasce dal nulla e così, a caso - propinatoci da Kurumada, complice anche l'innalzamento delle età da te operato. Per quanto la Seiya/Shaina non mi piaccia (ho sempre pensato che Shaina meritasse di meglio del ronzino), ammetto che non vedo proprio l'ora di poter leggere degli approfondimenti relativi alla loro relazione e, magari, arrivare anche ad apprezzarla per una volta. E direi che stiamo partendo già bene, dato che Shaina qui si impegna davvero per la persona amata e non sembra minimamente intenzionata a ricoprire il ruolo di donzelletta in pericolo che spesso le viene affibbiato in molte fanfiction sulla coppia. Insomma, tanto di cappello per essere stata in grado di farmi interessare, e anche parecchio, a un pairing che ho sempre detestato!
Sono stata contenta di rivedere Marin. Spesso anche lei ricopre il triste ruolo di personaggio ultra secondario e lasciato ai margini (specie nella serie animata, dove sembra ci abbiano preso parecchio gusto a maltrattarla, facendola menare perfino da un Cassios 2.0! Allucinante!), per cui vederla assumere un po' più di spessore psicologico non può che farmi piacere. Ottima anche l'idea di alzare ulteriormente la sua età anziché renderla coetanea di Shaina, anche perché diciamocelo, è abbastanza assurdo che questa - secondo la continuity del manga - abbia iniziato a fare da maestra a Seiya A DIECI ANNI. Cioè dai, è inconcepibile! Quando diamine è diventata Saint? A due anni e mezzo? Se solo Kurumada la piantasse di fare le cose a caso! Comunque, tornando a noi (chiedo perdono, mi sono lasciata prendere!), la Marin che ci viene presentata qui è l'ombra della vecchia sé stessa. Ha perso il suo amato, il suo allievo... non si aspetta più nulla dalla vita, pur sentendo la necessità, dopo un periodo luttuoso, di tornare al Santuario, che alla fine è tutto ciò che le rimane, la sua casa. Fa davvero tristezza vedere come i Saint, qualunque cosa accada, siano sempre costretti a rimanere ancorati alla Valle Sacra, perché non hanno nulla da perdere, è l'unico luogo nel quale possono vivere e là fuori difficilmente troveranno qualcuno.
Eppure, nonostante sia assai provata e abbia ben poco da giocarsi, anche Marin nutre una qualche speranza nella "resurrezione", per così dire, di Seiya, motivo che la porta a rivelare alla compagna d'armi, sebbene non approvi completamente il suo piano, dell'esistenza di un amuleto sacro in grado di proteggere i mortali dalle forze negative dell'oltretomba, il che mi ricorda parecchio la spada che Hakurei ha dato a Yato e Yuzuriha per entrare nello Yomotsu Hirasaka. E sospetto che questo fantomatico amuleto sia lo stesso che viene menzionato nel prologo, è una mia impressione. 
Insomma, tutto questo per dirti che ho molto apprezzato la prima parte del capitolo, e spero di rivedere ancora Marin in azione, anche se già qui ha ricoperto un ruolo importante, dato che la sua saggezza ha, in un certo senso, aiutato Shaina nell'elaborazione della sua missione. 

Quanto alla seconda parte del capitolo, scritta interamente in prima persona e rivolta a un misterioso interlocutore che continuo a chiedermi se sia il lettore o un personaggio ancora ignoto, veniamo finalmente a scoprire qualcosa sul passato di Shaina. Come storia di per sé è abbastanza comune, ma hai saputo sfruttare questo "cliché" in maniera sapiente e senza sconfinare nel banale, come spesso accade in molte altre storie. Tra l'altro, Shaina è italiana, e sappiamo già che in Italia storie di violenza domestica come questa ancora oggi sono una realtà molto diffusa, con le vittime sempre pronte ad assumersi colpe che non hanno e a giustificare i loro partner con le solite scuse come "è colpa mia", "sta vivendo un periodo difficile", "lui cambierà". Tra l'altro, la protagonista delle vicende è pure originaria del Sud Italia (se non erro è nata in Campania), il che può solo esacerbare il contesto di violenza e arretratezza in cui le donne erano (e sono ancora) costrette a vivere negli anni 50/60, che è il periodo in cui presumo sia ambientato il passato di Shaina (anche se comunque la differenza con il Nord Italia è abbastanza sottile). 
Già dal momento in cui è stato nominato il patrigno mi aspettavo un epilogo del genere, ovvero lui che uccide la compagna - anche se qui la morte di lei è stata accidentale, ma se non fosse caduta temo che lui l'avrebbe comunque uccisa, c'erano tutte le carte in regola per arrivare al femminicidio - e Shaina che, pervasa dalla rabbia, risveglia il cosmo in lei sopito e uccide l'assassino di sua madre. La scena dell'omicidio è cruda, ma molto ben fatta, e sappiamo già che sarà quello il punto di svolta nella vita di Shaina. 
Infine, ho trovato interessante anche l'idea di far coincidere il risveglio del cosmo con l'arrivo della pubertà, l'ho visto come una sorta di metafora che indica la "trasformazione" che avviene in coloro che sono predestinati al ruolo di Saint. Se la pubertà segna il passaggio dall'età infantile a quella adolescenziale e poi adulta, il risveglio del cosmo è il passaggio al sovrannaturale. 

Bene, io concludo qui questa recensione. 
Probabilmente ho delirato, complice anche l'ora, ma sappi che sono davvero felice di aver cominciato questa storia, più vado avanti e più stimola il mio interesse! Ti rinnovo ancora i miei complimenti! Un abbraccio!

Recensore Master
22/10/17, ore 23:28
Cap. 2:

E si prosegue con il mio percorso di lettura di questa fic!
Non ho resistito alla tentazione di imbucarmi subito nella lettura del primo, perciò eccomi di nuovo qui!
Innanzitutto, ti faccio i complimenti per le descrizioni e la contestualizzazione: anche se le parti descrittive non sono tantissime e risultano molto scorrevoli, sono più che ottime e danno perfettamente l'idea dell'ambiente in cui si svolgono i fatti narrati. Insomma, rendono in maniera ottimale un contesto post guerra, con un Santuario che, seppur con parecchie difficoltà, tenta di risorgere dalle sue macerie. Le protagoniste assolute di questa vicenda, però, sono due: Saori e Shaina, che qui - come tu stessa dici nelle note finali - si affrontano in una sorta di braccio di ferro circa il destino di Seiya. Come ti ho già detto nella scorsa recensione, non apprezzo molto quest'ultimo come personaggio, e penso che non si meriti per nulla che tutti si sbattano così tanto per lui, ma - anche se sono molto di parte - trovo molto interessante l'idea di Shaina per riportarlo in vita. Shaina poi è IC, spudoratamente IC. È proprio da lei questo modo di ragionare e di agire così impulsivo, a primo acchito sembra che pensi alle conseguenze del suo gesto, ma in realtà non se ne rende pienamente conto, non capisce che per lei - che non è nemmeno una Gold Saint - una missione simile sarebbe un vero e proprio suicidio. E per quanto forte non può accollarsi una responsabilità tanto grande, si tratta sempre e comunque di andare da sola in territorio nemico. In ogni caso, la trovo comunque un'idea decisamente più intelligente di quella avuta da Saori nel Next Dimension, sul quale è meglio che non mi dilunghi e che per me non è mai esistito. 
Quanto a Saori, anche lei non rientra esattamente fra le mie preferenze, anzi, la detesto profondamente, anche più di Seiya, ma non posso assolutamente negare di trovarmi d'accordo con lei in questo frangente. Ti ringrazio tantissimo per averle dato un cervello tutto sommato funzionante!
So che le sue parole, agli occhi di Shaina, che ribolle di rabbia, possono sembrare quelle di una persona che accetta passivamente il suo destino senza mai agire, ma in fin dei conti hanno un senso. Per quanto la perdita di Seiya sia stata dolorosa anche per lei, Saori sa benissimo che sarebbe un gesto scellerato mandare Shaina così, al macello. Ha già commesso questo errore, mandando a morire quasi tutti i suoi Saint, e non è intenzionata a ripeterlo di nuovo, anche perché la Saint dell'Ofiuco è forse una dei più valenti fra i cavalieri sopravvissuti. E poi, anche secondo la mitologia, nemmeno gli dei possono opporsi al Fato, e questo giustifica in qualche modo il suo comportamento in questo capitolo, anche se pure io sono sicurissima che lei stia nascondendo qualcosa, visto che non è rimasta del tutto sorda alla richiesta di Shaina, pur non volendolo dare a vedere. La sua scelta però è decisamente più plausibile di quella che fa in quella porcheria del Next Dimension, in cui per il suo prezioso Seiya decide di tornare indietro nel tempo causando più danni che altro! 
Tornando a Shaina, anche se non mi trovo d'accordo con il suo pensiero, devo dire di aver apprezzato la sua opinione sulle reclute, specie nel momento in cui si rende conto che quelle poverette non sono null'altro che carne da macello, pronte per essere immolate e poi gettate nel Cocito, dato che - come ben sappiamo - i Saint sono così sfortunati da non avere diritto alla pace nemmeno dopo la morte, in quanto si sono opposti a una divinità... lottando per un'altra divinità. 
Infine, il capitolo si chiude con un paragrafo in prima persona, in cui Shaina si rivolge al lettore (anche se io ho avuto la sensazione che lei si stesse rivolgendo anche a Seiya, non so perché) e si accinge a raccontare la sua storia, il percorso intrapreso per raggiungere il ruolo di Saint e la sua evoluzione come persona e come donna. Sono davvero ansiosa di scoprire come verrà gestita la prima persona nei capitoli successivi, dato che l'uso, specie se in combinazione con la terza persona, non è per nulla facile!
Detto ciò, io ti saluto ancora e sappi che mi hai davvero coinvolta con questa storia, sono assai motivata a proseguirne la lettura!
(Recensione modificata il 23/10/2017 - 01:44 am)

Recensore Master

Ebbene sì, eccomi qui. 
Dato che mi hai consigliato questa storia ed ero in cerca di qualcosa da leggere durante il mio (troppo) tempo libero, ho detto "Perché no?", fiondandomi appena possibile nella lettura di questo avvincente prologo. Sei riuscita nell'intento, mi hai saputa coinvolgere fin da subito! Ma andiamo per gradi. 
Come, giustamente, fa notare anche il titolo di questo prologo, si comincia con un avvenimento ambientato in un "passato remoto", ovvero nel 1300 avanti Cristo. Inizialmente mi sono chiesta chi fosse questa "Guaritrice", ma poi, facendo 2+2, dato l'epiteto con cui viene chiamata e il numero 13 presente nell'amuleto che Atena le sottrae prima di condannarla alla punizione eterna, sono giunta alla conclusione che si tratta sicuramente di una figura connessa alla creatura mitologica dell'Ofiuco, che è risaputo possedere capacità curative. Tra l'altro, visto che Shaina compare fra i personaggi principali della storia, credo proprio che questo mio sospetto sia più che fondato. 
Detto ciò, mi è piaciuto il modo in cui hai gestito la scena. I motivi per cui la Guaritrice sta per essere giustiziata sono ancora avvolti nel mistero, ma si comincia già a intuire il perché della sua punizione, ovvero l'essersi macchiata della sola colpa di amare, che sappiamo già essere un "piacere" precluso ai Saint. 
E qui già si vede quanto la tanto misericordiosa Atena sia in realtà profondamente ipocrita e crudele, cosa che alla fine è palese pure nella mitologia classica. Non solo scarica tutta la responsabilità del "reato" alla Guaritrice (perché si sa, specie in un luogo maschilista come il Santuario, qualunque cosa accada è sempre colpa della donna, sia mai che avvenga il contrario!), ma decide di far pagare per questo anche tutte le altre donne presenti e future che avranno la sfortuna di entrare nell'ambiente del Santuario, imponendo loro l'utilizzo della maschera, che sappiamo già essere un grosso fardello. Insomma, una sorta di peccato originale, se così possiamo dire. Singolare (e anche piuttosto triste) poi come una divinità femminile, che dovrebbe provare per questo un po' più d'empatia verso le donne, si dimostri ancor più spietata nei loro confronti rispetto agli dei maschi (perché Thetis e Violate non mi risulta che portino la maschera). E la Guaritrice, poveretta, non può fare altro che attendere in silenzio la sua condanna, che purtroppo sappiamo già che non terminerà qui, altre donne dopo di lei ne faranno le spese. 
Insomma, per concludere l'analisi di questa prima parte del prologo, in poche righe riesci già a instillare parecchia curiosità nel lettore, che freme dal desiderio di conoscere i retroscena di questa vicenda. Ho trovato molto carina anche la scelta di ambientare questa scena nella città di Mohenjo-Daro, la cui distruzione rimane tuttora un mistero, mi piacciono questi piccoli dettagli che semini nelle tue storie! E sì, mi piace anche la scelta di non circoscrivere il tutto all'interno del territorio greco, del resto già nella serie classica e in Lost Canvas abbiamo modo di spostarci al di fuori della Grecia, dato che il castello di Ade nella prima si trovava in Germania e nella seconda gran parte delle vicende si svolgevano in Italia. 

La seconda parte, è invece ambientata subito dopo la battaglia finale contro Ade, battaglia in cui sappiamo già che Seiya ci lascia praticamente le penne. Il nostro protagonista qui si ritrova catapultato nel giardino dell'Eden, completamente fuori dal tempo, immerso in uno scenario di pace che, tuttavia, temo verrà turbata molto presto. Premetto già che a me Seiya come personaggio non è mai piaciuto e raramente leggo storie con lui come protagonista, ma sono comunque curiosa di scoprire come lo renderai! Sapendo che le tue storie trattano molto spesso di tematiche decisamente più mature rispetto agli standard della serie kurumadiana, sono sicura che nei capitoli successivi vedrò saltar fuori qualcosa di molto interessante anche sul Saint di Pegasus. 

Detto ciò, non posso che farti i complimenti per questo prologo, hai saputo attirare la mia attenzione con parecchia maestria, e infatti già non vedo l'ora di leggere il prossimo capitolo! Io ti mando un grosso saluto e ci si sente presto! Un bacio! 

PS: ovviamente, mi trovi d'accordo anche sulla questione delle età e sulla continuity che hai deciso di seguire, ovvero quella del Lost Canvas. Il Next Dimension deve morire!

Recensore Junior
24/09/17, ore 17:41

Mia carissima Stellareika,
dopo due anni di ostinato silenzio, ecco che torno qui, a leggere e recensire questo tuo piccolo capolavoro. Perdonami se questa recensione sarà breve e approssimativa, ma il fatto è che ho poche cose da dire. Non c'è una sola cosa che non mi sia piaciuta, non c'è un solo personaggio che non mi abbia fatta sentire lì dentro la sua testa, non c'è una singola scena che non mi abbia tenuta con gli occhi attaccati allo schermo. Ti faccio le mie più vive e sincere (sincerissime!) congratulazioni; hai creato qualcosa di unico, originalissimo, e adesso sono ancora più certa del fatto che tu sia una delle migliori scrittrici di questo fandom. E io non esagero mai con i complimenti.
Ti ringrazio per aver incentrato la storia prevalentemente sui personaggi femminili, sai quanto io adori le guerriere!
E' stato un enorme piacere tornare e vedere conclusa questa long fic, sono molto contenta che tu l'abbia portata a termine, e spero di riuscire a leggere prestissimo un'altra delle tue opere.
Grazie. Grazie. Grazie.
Baci, Sara.

Recensore Junior
07/08/17, ore 12:33
Cap. 8:

Certo che mi ero accorta dell'espediente giorno-notte. E vuoi che non abbia notato che, se Shaina si muove solo di notte, come i ladri, Seiya invece si trova in un mondo di luce? Fedele al titolo della raccolta, ci narri di grandi contrasti. Come quelli, nelle intenzioni e nei fatti, di questo capitolo. Shaina e Death Mask continuano il percorso all'inferno, mentre Jabu e Morrigan chiedono a Saori/Atena il permesso - accordato - di inseguire Shaina e riportarla sulla retta via. L'arrivo di Marin ha qualcosa di molto sospetto. La mia interpretazione è che Marin, dopo aver aiutato Shaina, abbia deciso di unirsi a Jabu e Morrigan per controllarli ed evitare che mandino a monte la missione della Serpentona. Il che sarebbe plausibile, visto che Shaina intende riportare in vita il suo pupillo Seiya. Ma... all'inferno c'è anche Aiolia, giusto? Insomma, riesci ad accendere il mio interesse anche per la vicenda del trio di inseguitori, che altrimenti avrei seguito con meno trasporto rispetto alla linea narrativa principale.
Colei su cui non riesco proprio a farmi un'opinione è Saori. Passi il discorso dell'amuleto e della necessità di recuperarlo, ma siamo davvero sicuri che una Dea non si fosse accorta dell'irruzione di Shaina sul sancta sanctorum dello star hill? No, dai. A che gioco sta giocando? Non starà mica cercando di far fare a Shaina il lavoro sporco, esponendola a dei rischi enormi solo per avere indietro il suo ronzino alato??? Aiuto. Non mi resta che continuare a leggere! A presto, quindi!
Nakata

Recensore Junior
07/08/17, ore 12:23
Cap. 7:

Un altro capitolo interessante, e non solo per la narrazione, sempre ineccepibile. La storia prosegue, e Shaina si trova alle prese con le difficoltà di un mondo alieno in cui non dovrebbe essere. Trovo il comportamento di Death Mask molto sospettoso. Forse mi sbaglio, ma ho la sensazione che dietro al suo ostentato menefreghismo ci sia in realtà un tentativo, come dire?, quasi didattico nei confronti di Shaina. La sua scelta di non intervenire durante l'attacco del puzzolentissimo demone, ad esempio, mi ha ricordato il passo indietro di Marin quando Seiya, appena conquistata l'armatura di Pegasus, venne inseguito e attaccato da Shaina e da un drappello di soldati che non intendevano lasciarlo partire per il Giappone. In quel caso, Marin fece il suo ultimo gesto da mentore. L'atteggiamento di Death Mask mi sembra simile. Della serie: devi misurarti con le difficoltà di questo luogo. Io sono qui, ma non ti aiuto, perché devi imparare a sbrogliartela da sola. La mia domanda, quindi, è: perché si comporta così? Sempre che abbia ragione, per carità. Perché la spiegazione potrebbe essere molto più semplice: Death Mask potrebbe semplicemente mostrare il suo lato indolente e bastardo. C'è una punta di sadismo nel suo non intervenire in aiuto di Shaina. Insomma, entrambe le ipotesi sono valide, e sta proprio nell'ambiguità dell'atteggiamento di Death Mask la cifra della tua bravura come narratrice. Induci il lettore a formulare ipotesi che, poi, vengono puntualmente sovvertite da qualche colpo di scena. Per questo non mi sbilancio sul flashback di Shaina (sarà lei? sembrerebbe di sì, ma lo è? mmmm), che trovo triste e molto veritiero. Il Santuario è un luogo orribile e contraddittorio. E' incredibile come ai piedi del marmo splendente della statua di Atena si consumino i più terribili soprusi. La violenza del Santuario è visibile già nell'anime, e proprio dalla spietatezza sorgono le imprese dei nobili Santi in nome di una pace che conoscono solo in teoria.
Ma veniamo al pezzo forte del capitolo, quello "filosofico". Plaudo alla tua scelta di affidare alle parole sarcastiche di Death Mask delle sentenze lapidarie sulla condizione umana e del Santuario che approvo e sottoscrivo. Qui, Death Mask mi ricorda un po' la figura del buffone di corte, l'unico e il solo a potersi prendere gioco del re mascherando le sue invettive da buffonate, appunto, ma lanciando giudizi impietosi. Lo stesso fa Death Mask, che pare essere il solo immune alla retorica del Santuario e l'unico a conservare uno sguardo disincantato sulle reali condizioni dei servitori di Atena. Insomma, non solo sei un'autrice bravissima, ma sei anche matura e capace di impreziosire la trama con riflessioni profonde e molto acute. Le mie congratulazioni!
Nakata

Recensore Junior
07/08/17, ore 12:03
Cap. 6:

E così ci sarà spazio anche per Jabu e un turbolento OC in questa storia. La cosa si fa interessante. Jabu è uno dei personaggi più bistrattati della saga. Sembra quasi che Kurumada lo crei per il solo fine di fare da contraltare a Segasus Seiya durante la Guerra Galattica, una sorta di alter ego con cui far misurare il suo beniamino per poi gettarlo nell'oblio a funzione terminata. Avendo sempre trovato questa scelta ingiusta e irrispettosa nei confronti di uno che è pur sempre un Saint, anche se solo di bronzo, plaudo alla tua scelta di recuperarlo. Ora che Seiya non è più in circolazione, Jabu sembra sentirsi libero di vivere la sua vita senza essere più schiacciato dalla figura ingombrante dell'altro equino celeste. Quindi si concede perfino un'amante, e che amante! Morrigan già mi piace. Focosa, testarda, incontenibile. Nella furia delle sue azioni c'è tutto il pepe della sua giovane età, ma anche la mancata esperienza diretta (per sua fortuna) di una guerra sacra devastante che invece ha segnato tutti gli altri veterani, incluso Jabu che di quella guerra (anzi, da quelle guerre) è rimasto sempre ai margini.
E così, Shaina è stata quasi scoperta. Si apre un nuovo scenario, e una nuova dimensione narrativa che mi incolla ancor di più alla storia. Brava!

Recensore Master
19/06/17, ore 21:29

E così sono arrrivata alla fine dell'ultimo capitolo.
Una sola parola!
GRAZIE!
Grazie per avere scritto una storia così bella.
Alla fine ho capito chi è la voce narrante in corsivo; non era la Guaritrice, non era Shaina, ma era Luce.
E la maestra di cui parlava altri non era che Morrigan.
E ora la vita continua, in un ciclo continuo ed infinito dove ora sarà amore tra Akira e Luce.
Mi sono segnata il tuo nome, e stai certa che verrò a trovarti in altre tue storie, perchè sei davvero bravissima.
Dunque a presto!
Narclinghe

Recensore Master

Questo capitolo mi ha commossa!
Vedere Seiya che uccide la sua Shaina, sa che DEVE farlo, e Shaina è consapevole che DEVE morire.
E' stato davvero straziante.
E alla fine Seiya prende quella decisione che nessuno, o forse no, si sarebbe aspettato.
Una vita per una vita, un'anima per un'anima.
E' la legge di Hades.
Davvero stupendo.
Ci sentiamo presto per il finale.
Narclinghe

Recensore Master

Anche questo è un bellissimo capitolo.
La descrizione dello stato d’animo di Seiya e delle sue “non” emozioni è davvero un piccolo capolavoro.
Bello il colpo di scena del voltafaccia di Lilith; anche se mi sorge un dubbio:
non sarà una messa in scena per confondere Geist?
Ma la cosa che di più ho adorato in assoluto sono state le parole che Seika ha detto a Saori.
E’ stata sincera fino all’ultimo e ha detto quello che alla fine pensano tutti.
Bravissima!
A presto!
Narclinghe

Recensore Master

Questo interludio mi è piaciuto davvero tantissimo.
Finalmente tutte le carte del passato vengono messe in tavola ed il puzzle è ricomposto.
La cosa che mi è piaciuta di più è l'approfondimento psicologico che hai dedicato ai vari personaggi.
Dalla Dea Athena alla Guaritrice e per finire col Sagittario.
Ognuno di loro ha insè sia la luce che l'oscurità, con l'eterna lotta tra bene e male, tra la certezza ed i dubbi, tra il perdono e la vendetta.
Hai saputo renderli persone vere!
Non idoli senza difetti da mettere su un piedistallo, ma esseri con pregi e difetti.
La parte che mi è piaciuta di meno, ma è stata una mia illusione, è stata scoprire che il Cavaliere del Sagittario è Seiya.
Non so perchè ma ho sperato fino all'ultimo che fosse Aiolos o Sisifo.
Io il bronzino proprio non ce lo vedo con la bellissima armatura del Sagittario.
Ma il problma è mio.
Complimentoni per il capitolo e andiamo avanti verso il finale.
A presto!
Narclinghe
 

Recensore Master
22/04/17, ore 14:29
Cap. 24:

Mi fa fatto davvero molto piacere rivedere il mio Milo in azione, e sono stata contenta di leggere che la sua padronanza dei veleni ha permesso di salvare Marin.
Mi sa che non lo vedrò più vero?
Lo stesso per Mu.
Mi spiace, ma sono comunque contenta della loro apparizione.
Ora tutto è nelle mani di Shaina e dell'amuleto.
Sempre bello leggere i flashback.
Scopro sempre qualcosa di più sul passato di Shaina e sulla sua complessa ed affascinante personalità.
Ormai siamo agli sgoccioli vero?
A presto!
Narclinghe

Scusa per l'assenza,
essendo però quasi alla fine, mi sono presa un piccolo periodo per proseguire col disegno (ho fatto quattro o cinque bozze, non appena ho qualcosa di più definito te lo mando), ora comunque sono qui, e col cavolo che ti lascio prima di aver finito tutto!!!
Oh, si ... ti starò attaccata come i fuochi fatui al culo di Deathy ... quindi non ti libererai di me facilmente! Muahahah!!! Ok, scusa!
Eccoci quindi qui, a rivelare gli ultimi colpi di scena di questa storia.
Ebbene si ... Athena era schiava della sua natura umana anche verso la Guaritrice. Sebbene questo suo aspetto me la renda incredibilmente antipatica, posso comunque comprenderla, anzi ... mi piace molto di più dell'immagine algida e intoccabile che Saori mostra all'interno della serie, dove sostanzalmente più che una fanciulla e una mortale è un guerriera e una dea. Certo, mostra alcune caratteristiche del genere umano, ma non così sviluppate e spiccate come in questa storia, cosa che amo immensamente. Hai caratterizzato veramente molto bene la dea, e per quanto mi stia sulle scatole, la dualità del suo carattere non può non rimanere impressa nell'animo.
Anche la Guaritrice è descritta bene, in particolare il suo conflitto interiore e l'umiliazione deritavata dalla sua natura oscura. E' ferita non solo dalla verità sul suo passato, dalla morte del figlio e del compagno, ma anche dal biasimo della dea che, comunque, ha sempre servito fedelmente, fino all'ultimo ... il fatto che ogni suo gesto trasudi disprezzo la ferisce profondamente.
Poi c'è ovviamente anche il Sagittario ... ottimamente descritto anch'esso. Mi piace la sua reazione alla verità sulla sua dea, e sopratutto il fatto che si trovi, sebbene a malavoglia, a dover accettare le parole di Geist, ammettendo che forse non aveva tutti i torti riguardo la natura degli dei. Lui si trova quindi a dover fare una dura scelta, e il fatto che vengano entrambi degradati di livello (lui a bronzino e lei ad argentina), rende la cosa persino più interessante.
Quindi che dire, grandissmo capitolo!
Proseguo subito.
Teoth

Recensore Master
09/04/17, ore 14:52
Cap. 23:

Il volto misterioso del Sagittario mi intriga sempre di più.
Sta a vedere che si tratta di Aiolos alla faccia di Seiya.
Mi ha fatto molto piacere l’entrata in scena del Capricorno, (complimenti per come lo hai descritto; ho provato un brivido! Bravissima!)
Aspetto con pazienza anche Milo e sono curiosa di leggere come lo descriverai.
E che dire di Aolia?
Bellissima la descrizione del modo in cui ha sconfitto Aletto.
Però è vero! Contro i veleni non può fare nulla e spero che qualcuno li aiuti.
A presto.
Narclinghe