Buonasera, MusaTalia!
Sei tu che sei stata veloce negli aggiornamenti, o io troppo lenta con le recensioni? Mh, probabilmente la seconda. Ma siccome scrivi benissimo [god bless you] e sui nostri amati RoyAi [god super bless you], e sei tanto cara e simpatica - oddio, mi sembra di parlare come una vecchia matrona - non posso saltare direttamente all’ultimo theme pubblicato, che in settimana passerò a recensire, senza lasciare un commentino, no?
Okay, rewind. Nonostante sia parecchio indietro per quanto riguarda la serie animata - sigh - Tumblr fornisce spoiler decisamente eloquenti e YouTube non è da meno. Quindi sì, se è questo che stai pensando: mi sono spoilerata praticamente mezzo Sacrifici e mezzo Giorno della Promessa. Non ne ho potuto fare a meno! Anche se, me ne rendo conto, non è molto sensato… Ma la coerenza non è decisamente una delle mie migliori qualità. ^^’
Il brano inizia dal principio - o, almeno, il principio di chi che Roy Mustang diventerà una volta adulto, partendo direttamente dai suoi sogni infantili ed innocenti di bambino. La consapevolezza che il Colonnello realizza riguardo a questi vecchi desideri è malinconica, (non) velata da una punta di amarezza. All’ingenuità dei bambini non può essere attribuita nessuna colpa perché, come dice Mustang stesso, questi sono ancora incapaci di distinguere la differenza tra bene e male. Tuttavia, Roy era perfettamente consapevole di ciò che avrebbe dovuto fare una volta giunto ad Ishbar, eppure ha comunque provato quell’eccitazione che si percepisce all’aprirsi di un nuovo capitolo della sua vita, all’arrivo di una svolta: solo che Mustang aveva sbagliato i suoi calcoli.
Il rimorso non è mai sopito nel Colonnello, sentimento che non riguarda solamente ciò di cui fu responsabile in guerra: rivelandole i suoi sogni ed i suoi ideali, Roy ha involontariamente trascinato Riza con sé in quel caldo inferno che è stata Ishbar. Inevitabilmente quell’episodio si ricollega al Giorno della Promessa, durante il quale Mustang rischia di perdere la giovane Hawkeye non una, bensì due volte. E la terza, quella più lieve ma anche più subdola, che in altro non consiste se non nell’impossibilità di vedere, dal quel momento in avanti, la donna che ama.
Quella Verità che viene chiamata dio è in realtà un’entità ingiusta e crudele, mentre Riza è tutto l’opposto: è la Verità di Roy, è quella persona che - insieme a Madame Christmas e a Maes - conosce il Colonnello meglio di tutti. E lo ama nonostante tutto.
Eh sì, il fluff dei capitoli precedenti è stato sostituito da quell’angst velato di malinconia che s’insinua nei meandri più profondi della psiche e che, spesso, non li lascia più. Ma i demoni di Roy, e di conseguenza quelli di Riza, non sono bestie facili da trattare. L’unica cosa da fare è conviverci, sempre.
E niente, questi theme prendono il mio povero cuoricino di fangirl e lo fanno a pezzettini. Decisamente, a Mustang ed Hawkeye le cose facili non piacciono per niente.
Ora scappo; ho un mucchio di cose da fare e sono già le dieci e dieci! Caspita, la notte può davvero essere breve quando uno vuole… Non vedo l’ora di passare a recensire il prossimo theme!
A presto,
Ayako |