Carissimo!
Appena ho finito di pranzare mi sono letteralmente catapultata a leggere il tuo capitolo!
E, come ogni volta, mi ha rapita e me lo sono divorata!
Direi che in questo capitolo Giovanni appare un po' più in difficoltà. L'uomo si sente perso, come se il grande e temuto brigante di un tempo se ne fosse andato lasciando in lui un grande vuoto e un orgoglio molto, molto ferito. Medita addirittura di togliersi la vita!
Teresa, invece, complice forse anche il suo sogno ristoratore, ha di nuovo recuperato il suo vigore e la sua immancabile forza di volontà.
Certo, attraversare la città potrebbe rivelarsi pericoloso. Tuttavia non solo Mauro mi sembra un personaggio affidabile ma, proprio come ha detto la contessina, suo padre non avrebbe mai e poi mai indirizzato la figlia da qualcuno che potesse costituire un pericolo. Credo anche io che il conte avesse già intuito cosa sarebbe accaduto, ed è stato un gesto paterno e coraggioso quello di lasciare alla figlia, come ultima memoria di sé, un aiuto concreto per i tempi bui che sarebbero giunti.
Mi è piaciuta molto la scena del viaggio sul carro perché, con qualche accorgimento, l'hai resa davvero realistica. Ad esempio, quando Teresa si strofina il naso contro il dorso della mano. Amo la tua storia perché inserisci questi semplici espedienti che permettono di immedesimarti con facilità nella vicenda. Ti assicuro che dal modo in cui parlavi del fieno e della polvere, mi veniva quasi da starnutire!
Ho apprezzato anche la descrizione di Ferrara, una città al limite del più totale degrado. Ed è interessante che, attraverso i ricordi di Teresa, tu abbia compiuto questo confronto tra la Ferrara del passato, ricca corte rinascimentale dei potenti Este, e la Ferrara del presente, una città di confine dello Stato Pontificio e praticamente abbandonata a se stessa.
E poi ho ritenuto semplicemente geniale il fatto che i due protagonisti entrino nell'antico quartiere ebraico! Ammetto di essere un po' di parte perché, come avrai capito da alcuni miei racconti, ho molto a cuore la storia degli ebrei. Ma tralasciando quest'aspetto, trovo comunque una scelta ben ponderata quella di collocare via Sabbioni proprio nel ghetto di Ferrara.
Bello, bello, bello! Sono arrivata alla fine del capitolo con una voglia pazzesca di scoprire quali sorprese riserverai a Teresa e a Zvan.
Chissà se Isacco potrà aiutare i due poveri fuggitivi... dovrò aspettare lunedì prossimo per scoprirlo.
Nel frattempo ci tengo a ripeterti quanto la tua storia sia assolutamente perfetta e molto avvincente.
Buonissimo pomeriggio e alla prossima! |