Recensioni per
Sick Rhymes
di Blablia87

Questa storia ha ottenuto 228 recensioni.
Positive : 228
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
21/03/17, ore 23:42

Alright, eccomi finalmente a recensire questa fantastica storia (sono la tipa di Facebook, ciao!).
Inizierei dicendo che il primo aggettivo che ho associato al tutto, mentre leggevo, è stato geniale. Ora non mi ricordo esattamente a che punto l'ho detto, forse leggendo il primo incontro tra John e Sherlock, ma so che è stata la prima idea definita che ho elaborato.
Premessa conclusa, continuerei parlando di come un universo del genere mi metta l'ansia addosso, e di come l'ambientazione sarebbe potuta essere stravolta da un AU simile. Invece, il fatto che sia ambientato nella Londra ''di sempre'', nella Baker Street di sempre, rende il tutto molto più verosimile. Di solito mi immagino le ambientazioni degli AU in stile Divergent, cose così, ma devo dire che dopo l'iniziale assestamento l'effetto è stato fantastico. 
In più trovo che tu sia stata in grado di descrivere scene, personaggi e dialoghi in maniera praticamente perfetta, rispetto alla serie tv. Mi sono ritrovata spessissimo a commentare con una mia amica dicendo "E' esattamente quello che direbbe Sherlock", oppure "Ho immaginato John fare quella faccia lì", e così via. Talmente tanto brava che quando hai iniziato a descrivere Victor ho dato per scontato che fosse Moriarty, perché era naturale visualizzare lui che compiva determinate azioni, o pronunciava determinate parole. Ma a questo torno dopo.
Essendo che ho letteralmente divorato tutta la fanfiction in meno di 24 ore, per me ora è un po' complicato ricordare tutto ciò che volevo dirti mentre leggevo, soprattutto perché non ho preso appunti e non sono Sherlock Holmes. Ma farò il possibile per ricordarmi tutto, promesso.
Ho adorato il modo in cui hai riportato certe scene iconiche, adattandole perfettamente al contesto, come appunto il primo incontro del detective e del medico, e di conseguenza come Lestrade ha preso il ruolo fondamentale che aveva Mike nella stessa scena. Oppure, l'incontro tra Mycroft e John, opportunamente riadattato, che risulta comunque plausibilissimo.
Allo stesso modo mi è piaciuto come hai inserito le citazioni all'interno dei dialoghi, anche se ce n'era una che mi suonava vagamente forzata. Me la sono ricordata ora, è quella degli eroi che Sherlock dice a John mentre si confida su Victor (io l'ho mentalmente catalogata come ''scena del camino''): forse quello che mi ha convinto meno era la frase con cui l'hai introdotta, ma in realtà non ricordo con precisione. 
Penso che i dialoghi risultino particolarmente adatti perché, come hai detto, hai visto la serie in lingua originale, e quindi la ''materia prima'' era di prima qualità: molto spesso ho pronunciato le rispettive frasi in inglese, citazioni o frasi comuni, e suonavano perfette (tipo il saluto di Jim, quel ''Ciao!'' dall'intonazione particolarissima e distintiva, lo adoro). Anche per questo motivo, a mio avviso, i personaggi risultano IC nonostante il difficile adattamento, insieme alla precisa decrizione dei loro movimenti.
Mi si sta appannando il cervello, inizio a dimenticare cosa devo scrivere, mi sbrigo.
Parlando dei personaggi, una cosa che mi ha colpito inizialmente è come Sherlock, di solito imperscrutabile, risulta molto più comprensibile a livello emotivo grazie alla sua scia, mentre per assurdo John è sprovvisto di questo ulteriore elemento espressivo (non che ne abbia bisogno, essendo che la storia è principalmente raccontata attraverso i suoi occhi, almeno all'inizio). Leggendo questa fanfiction mi sono accorta di come gli atteggiamenti del detective nei confronti del medico siano effettivamente riguardevoli rispetto al trattamento che riserva agli altri personaggi, nella stessa serie. E anche quando inizia ad allertarsi sempre di più, preoccupato per l'incolumità di John, risulta davvero plausibile. La sua capacità di autocontrollo, la sua riservatezza, anche l'aggressività e la prepotenza sono perfettamente equilibrati e li hai saputi sfruttare benissimo. Ho adorato come hai deciso di descrivero John attraverso i suoi occhi: intelligente, forte, maestoso. Chissà se glielo dirà mai, penso che John si commoverebbe.
Per quanto riguarda la caratterizzazione del medico, mi sembra adeguatissima. Ho apprezzato infinitamente la scelta di enfatizzare la sua forza di volontà, una delle qualità per cui secondo me John Watson è un esempio, rendendo però la sua natura fortemente emotiva, e il conseguente contrasto tra emotività e controllo. Personalmente l'ho sentita una lotta sofferta tra il ''cosa sono'' e il ''chi voglio essere'', probabilmente perché le situazioni non consentivano un vero e proprio incontro delle due parti. Quel che vorrei per questo John Watson è che trovi l'equilibrio, convinta che rigettare completamente la propria natura faccia soffrire indicibilmente, e allo stesso tempo sostenendo fermamente la sua lotta per l'autodeterminazione, da ragazza queer che si affaccia al concetto di conflitto esistenziale in prima persona.
Un'altra cosa che mi ha colpita e turbata molto è la presenza degli Snubber per gli Omega, ma non per gli Alpha. Mi spiego (premettendo che non è detto che io abbia capito completamente lo scopo di questa ''medicina''): esiste qualcosa che permette agli Omega di proteggersi, nascondendosi all'olfatto degli altri, perché è pericoloso essere un Omega in Calore, in quanto si è infinitamente vulnerabili. Si parla spesso di morsi, il che non mi è ancora chiaro come concetto, ma da quel che ho capito è il modo in cui un Alpha ''si appropria'' (termine barbarico, ma tutto questo AU mi ispira barbarie dqa quel punto di vista) di un Omega. Quello che mi ha colpito è che non esiste niente che possa aiutare gli Alpha a controllare questa loro violenza istintiva, quindi l'unico modo che un Omega ha di proteggersi, seppur solo per un determinato lasso di tempo che non durerà per sempre, è che prendano gli Snubber. Questo concetto di doppi standard mi ha fatto pensare al modo che la società ha di rapportarsi con lo stupro: non si fa prevenzione per evitare che le persone diventino stupratori, ma ci si limita ad insegnare alle potenziali vittime come essere prodenti e cercare di proteggersi. Spero di essermi spiegata decentemente, inizio a ragionare male.
Avviandomi alla conclusione, ci tenevo a dire che ho apprezzato un sacco l'aver citato Agatha Christie, una delle mie scrittrici preferite, e il fatto che effettivamente non avevo capito il nesso tra il caso di Sherlock e Dieci Piccoli Indiani sinché non l'hai spiegato, ma aveva molto senso e sono rimasta senza fiato. Ancora, un piccolo grande dettaglio: in un universo del genere, per ovvie ragioni, non esiste nessuna discriminazione basata sulla sessualità di qualcuno, il che mi ha in qualche modo scaldato il cuore. 
Detto ciò, posso dire di aver concluso, anche se avrò tralasciato un buon 40% di ciò che avrei voluto effettivamente comunicare. Spero di non averti tediato, semplicemente ho amato infinitamente questa fanfiction e ho sentito di dover condividere le mie opinioni, nonché ringraziarti per questa perla.
Ultima cosa, prima che vada: Victor. Per me è stato evidente che quello fosse Jim, per questo quando ho letto il nome sono rimasta confusa, per poi pensare che effettivamente fossero la stessa persona e averne la conferma poco più avanti. Piuttosto, mi chiedevo dove avessi incontrato il personaggio di Victor Trevor, magari nei romanzi (la butto lì, dal momento che non li ho letti e non mi sembra che il nome compaia nella serie prima della quarta stagione, e questa storia è completa da ben prima che andassero in onda gli ultimi episodi)? E' una futile curiosità, ma non riesco a smettere di chiedermelo.
A questo punto ti saluto, ma penso che a breve recupererò qualche altra tua storia, da brava stalker quale sono.
Bye!

Recensore Master
18/01/17, ore 22:15

Così arrivo alla fine di questa storia che avevo bypassato perché l’Omega!verse non mi attirava… Avrei dovuto, comunque, considerare che il tuo nome di Autrice è una garanzia ma, a volte, i pregiudizi ci impediscono una scelta più agile. Ricordo di aver letto, in passato, storie relative a quell’universo dense di una sessualità , sordida, pesante che stravolgeva i caratteri dei personaggi, Sh e John, rappresentati in balìa di ormoni ed istinti irrefrenabili. In “Sick Rhymes” non c’è tutto questo: si coglie sì lo scenario sociale come qualcosa di cupo e costrittivo, ma anche i cambiamenti fisici e psicologici che, per esempio, vengono scatenati dall’estro, vengono rappresentati in maniera misurata, sempre ancorati all’umanità meravigliosa di John. Questo capitolo si chiude lasciando il sapore di una tenerezza infinita, di un amore che protegge e dona la pace. Le rappresentazioni dei personaggi sono perfettamente IC, dai più semplici come Martha Hudson ai più complessi e variegati come Sh e Moriarty. Il tessuto che costituisce la trama su cui si svolgono le vicende si percepisce come solido, grazie anche ai riferimenti culturali che gli donano credibilità. E per finire, unico è il tuo modo di scrivere, teso e veloce quando si tratta di inseguire John alla ricerca di Sh ma che si fa dolce ed ammiccante per rappresentare, per esempio, il tenero impaccio che quest’ultimo prova nel manifestare ciò che prova veramente per il coinquilino. Per concludere, una grande storia la tua, da conservare e rileggere.

Recensore Master
18/01/17, ore 22:14

Bellissimo questo Sh che torna a Londra, pronto ad assorbirne l’anima variegata e multicolore, reso forte da una decisione che lo farà superare la tentazione di assoggettarsi nuovamente alla maligna influenza di Victor. Ormai si dichiara Legato al proprio lavoro e la sua fermezza allontana Victor sconfitto ma, evidentemente, non incline a lasciarlo andare. È a John che affidi l’ingrato compito di rivelarci la vera identità di Victor ed ho trovato veramente IC il personaggio in questione, grazie al tuo mostrarci la natura quasi ferina del criminale, fatta di movenze agili ed atteggiamenti teatrali (“… allargando le braccia come a simulare …Moriarty si portò, sempre a quattro zampe…”). Inoltre non tralasci il lavorìo incessante della sua mente che, non dimentichiamolo, ha eguali solo in Sh. Il pezzo che lo ritrae, mentre tormenta John ed attende Sh, è di spessore, davvero, non c’è un momento in cui Jim non sia veramente come lo abbiamo visto ed immaginato in altre possibili situazioni come questa, per esempio. Il capitolo si snoda veloce ed avvincente, sai come tenere attiva l’attenzione di chi ti legge. E la riprova che questa è una storia molto valida è il mio essere arrivata fin qui, nonostante si tratti di Omega!verse, soddisfatta sia come amante dei gialli sia come incallita johnlocker e sherlockian (sembrano due sindromi….lo sono?! ☺).

Recensore Master
17/01/17, ore 16:31

“…graffiandosi i palmi delle mani nel tentativo di mantenersi in piedi…”: inizio forte del capitolo con cui ci dai l’esatta misura dell’amore che John prova per Sh e che lo porta, in modo pienamente cosciente verso l’…incoscienza pura, verso l’essere esca, facilmente preda di istinti violenti. Ma la spinta a cercare Sh per salvarlo da eventuali pericoli fa parte ormai del suo essere, anche al di là di sofferenze fisiche. Ci rendi palpabile l’angoscia che pesa su John, solo in quel territorio a lui ostile, in quanto preda che sta rivelando sempre più inequivocabilmente il suo stato (“…Il suo odore…era ormai divenuto palese…”). E già si delinea l’ombra inquietante del Nemico.

Recensore Master
15/01/17, ore 23:39

Il passato di Sh che si riaffaccia alla mente porta con sé sensazioni ed emozioni contrastanti: Victor non è certo innamorato di lui ma ne è attratto per dominarlo, possederlo in un delirio distruttivo. Da parte sua il giovane Holmes è vinto dal bisogno di vincere la sua solitudine, il suo vuoto interiore e si lascia andare in un abbraccio maligno che mi ha dato i brividi. Questo torna alla mente di Sh, combattuto da ciò che John ha provocato in lui. Per le ferite impresse nella sua sensibilità, violata ed offesa da Trevor, gli è impossibile amare e sentirsi amato da qualcuno senza mettere in conto la sofferenza e l’umiliazione. Questo è il suo dramma attuale, il non saper capire che ciò che lo lega a Watson è un’energia nuova e rigeneratrice. È un capitolo che ti deve essere costato impegno ed estrema attenzione anche nel riannodare i fili della narrazione lasciati in sospeso ed intervallati dai flashback che aggiungono altri particolari alla relazione tra Sh e Victor, che ci appare in tutto il suo fagocitante orrore (“…Le piaghe sul palmo della mano…”). Ed è proprio questo passato scenario di prevaricazione e malvagità che ha chiuso il cuore di Sh, rendendolo incapace di riconoscere altre possibilità di ricevere e di donarsi. Invece John ha capito che non è il proestro, non sono gli ormoni, non è questione di Alpha od Omega. É
Solo questione di …Sh. La chiusura drammatica del capitolo mi ha spinto a….leggere subito il prossimo.

Recensore Master
15/01/17, ore 17:01
Cap. 24:

Comincio da quel “…Resta…” che rimbalza anche in questo capitolo ed è Sh che lo restituisce a John. Un momento emozionante e molto significativo, di quello che intercorre tra i due. Inoltre, mi ha colpito particolarmente la descrizione di tutti i preparativi all’esplosione dell’estro che il consulting fa al suo coinquilino, in una concatenazione lucida e razionale di tutto ciò che avrebbe potuto essere necessario a John per superare in piena autonomia il periodo critico. Divertenti e completamente IC i “ruggiti” che Watson ode, al di là della porta del bagno, indirizzati da Sh ad una preziosa signora Hudson. E che dire di quella goffa tuta grigia con cui Holmes cerca di attutire la sua scia…Tutto è nel segno di un profondo affetto, sinonimo di rispetto, lealtà, cura, condivisione. In una parola, amore. Scrivo ciò perché desidero mettere in risalto le caratteristiche rare della tua scrittura e cioè l’eclettica capacità di passare, dal sorriso alla lacrima di commozione o di tristezza, con termini sempre adeguati, mai invasivi o troppo carichi di orpelli sentimentaloidi. Indimenticabile l’ultima immagine di loro due, che riescono a sentirsi liberi e vicini anche separati da una porta chiusa (“… fino ad addormentarsi abbracciati…”).

Recensore Master
13/01/17, ore 22:54

Hai reso in maniera avvincente la “visita” al Mind Palace di Sh, in cui ci sono anche stanze dove sono archiviati gli indizi e tutto ciò che serve per risolvere i casi. Ed ora c’è anche John che segue Sh e lo affianca nei ragionamenti. Improvvisamente, dalle stanze del passato, esce una figura sinistra, ammiccante che porta lo scompiglio. Victor si fa sempre più invasivo nella mente di Sh e fa scatena la sua rabbia e la sua preoccupazione nei confronti di John, probabile bersaglio della sua malvagità. Il “risveglio” è traumatico anche per il medico che si trova di fronte uno Sh completamente fuori controllo e ne ha paura. Molto emozionante la scena in cui egli, pur essendo destinato dalla sua Determinazione all’asservimento di fronte ad un Alpha, supera il terribile momento e vede davanti a sé solo Sh che ha perso il controllo. Null’altro. E questo gli consente di fronteggiare la furia cieca di Holmes e di riportarlo alla calma. Quel “…Resta…” è una carezza per l’anima (e non solo di Sh…). Ciò che segue è un susseguirsi di immagini ed emozioni contrastanti su cui giganteggia la figura di Greg, roccia e porto sicuro.

Recensore Master
12/01/17, ore 23:57

Il capitolo inizia con un Moriarty teatrale, padrone della scena e vero e proprio genio crudele. Ma le due “perle”, qui, sono Greg e, ancora una volta, Sh. O meglio, è intrigante la descrizione che fai dell’evidente gelosia del consulting al pensiero che Lestrade possa avere una qualche confidenza “pericolosa” nei confronti del “suo” Omega. Ovviamente egli non vede le cose da questo punto di vista, legato alla sua Determinazione dominante su quella di Watson, ma l’istinto di protezione, nei confronti di John, prevarica la tensione continua a rispettarlo (“…“Sali.” Sibilò…”). L’altro punto di forza di questo capitolo è come hai fatto agire Greg, splendidamente umano e generoso, senza alcuna remora ad esprimere i moti del suo animo buono (“…si trovò avvolto dalle braccia di Lestrade…”). La storia è veramente avvincente.

Recensore Master
12/01/17, ore 23:35
Cap. 21:

Quando l’azione si svolge al 221b, mi sento più tranquilla, più rilassata perché so che lì, se ci sono tutti e due, difficilmente succederà qualcosa di spiacevole. Al massimo potrebbe esserci un litigio, un’incomprensione, anche una rottura tra loro, ma il mondo difficilmente potrà entrarvi. Suggestiva ed azzeccata l’immagine di Sh che ritrai nella sua eleganza innata, in quell’atmosfera raccolta che, per lui, ha un elemento irrinunciabile: John, il fulcro, ormai, dei suoi pensieri e delle sue azioni. Non servono troppe parole ad Holmes per raccontare, a chi ha davanti, chi sia Trevor e cos’abbia rappresentato per lui: John capisce, intuisce, perché le loro anime sono intrecciate e la comunicazione scorre anche attraverso l’accendersi di uno sguardo o il piegare “un lato delle labbra in un sorriso obliquo”. Ho apprezzato, poi, il tuo modulare sapiente la scia e ciò che passa per il cuore e la mente: ne fai un armonico esprimersi senza parole. A casa, siamo a casa.

Recensore Master
12/01/17, ore 18:06

Un capitolo, questo, dominato dai dialoghi: Sh e Molly, Sh e Lestrade, Sh e John e ciò dona alla narrazione un ritmo serrato, vivace, adeguato all’incalzare degli avvenimenti. Intanto, inserisci nuovamente l’elemento “giallo” ma ti confesso che, in quanto ad angst, in modo più che sufficiente mi ha travolto quello legato allo stato d’animo di John. Un po’ di ristoro lo si trova nella calma razionale di Holmes che sta impiegando tutte le sue risorse mentali per cercare di risolvere l’enigma che ha sconvolto la vita di Watson. “…Sono un reietto, John…”: una frase fondamentale per comprender al meglio il significato del sentimento, non scia ormonale, che rende inseparabili Sh e John. Ogni tanto devo dirtelo, la tua scrittura ha una grande magia: interpreti per noi il mondo e le sue sfumature più nascoste, quelle che solo un cuore grande può cogliere.

Recensore Master
12/01/17, ore 18:05

Ancora una volta il 221b diventa il rifugio, la salvezza, il mondo fatto in modo da adeguarsi meravigliosamente a ciò di cui Sh e John bisogno. A “casa”, la vera casa per lui, il medico trova un momento di liberazione dal problema che gli è stato fatto precipitare addosso dallo sconosciuto. L’acqua, il bagno, la voce e la premura sincera di Sh lo avvolgono e lo liberano dall’urgenza del dramma in cui si sente precipitare. Dramma, perché lui non accetterebbe mai la sua condizione di Omega sottomesso e, soprattutto, non trovando i confini tra ciò che prova per Sh e la sua caratteristica ormonale e dubitando, ovviamente, che il consulting si possa trattenere da quella che è la funzione primaria della sua Determinazione. Purtroppo, in quel rifugio, se non ho previsto male, entra il male del mondo, la sua cattiveria, rappresentata da Trevor che, molto probabilmente, ha intenti appunto malvagi. Capitolo sconvolgente.

Recensore Master
12/01/17, ore 18:01
Cap. 18:

“…Non era questione di reazione ormonale…”: John scivola nelle malinconica consapevolezza che deve gettarsi alle spalle la vita con Sh. Ma c’è qualcosa d’inusuale: affiora la consapevolezza che gli ormoni c’entrano ben poco con la triste presa di coscienza che quell’uomo dalla “vita incredibile” gli manca, ogni minuto che passa. “…Una mappa della città…”: uno dei momenti che mi è piaciuto di più in questo capitolo, con uno Sh che più IC di così non è possibile rappresentare… E vengono alla mente le scene convulse di inseguimenti in ASIP ed in altre occasioni, in cui gli spostamenti del consulting e del suo blogger segnano un percorso nella mappa di Londra. Potrebbe essere, questo, un dato puramente tecnico, ma ritengo importante sottolinearlo perché fa parte della capacità di descrivere adeguandosi al linguaggio richiesto dalla storia stessa. La scena che segue, di John in balìa del suo aggressore ed in preda alle conseguenze dell’iniezione per lui micidiale, è di una precisione brutale ed ammirevole per la scansione nitida che fai dei vari, tragici momenti in cui John sente che gli sta succedendo qualcosa di terribile. Il capitolo si chiude con un Mycroft che fa da sfondo alla scena drammatica, svelando a Sh tutta l’intensità del suo affetto.

Recensore Master
12/01/17, ore 17:59
Cap. 17:

Capitolo breve ma denso di emozioni, questo. Il fulcro è l’incontro tra Sh e John, momento malinconico e carico di cose non rivelate perché, forse, non comprese, non previste. La decisione di separarsi cade tra loro come un sipario pesante sull’inespresso, sulla potenziale felicità. Ma il mondo che li circonda non potrebbe permettere un Legame così difforme da quelli sanciti dalle regole per le Determinazioni. Sh non potrebbe permettersi di esercitare la sua superiorità di Alpha su John, in quanto è perfettamente consapevole che il medico perderebbe la sua splendida dignità ed il suo orgoglio così contagiosi per chi, come Holmes, ha un passato frustrante e punitivo dal punto di vista sentimentale. John non accetterebbe di vivere una condivisione di vita in cui sentirsi schiavo e considerato solo per la sua funzione riproduttiva. La verità, per loro, è ancora nascosta dall’incapacità di credere in un “essere in due” in cui ci sia il vero amore. Ma, di colpo, la tristezza derivante da tutte queste considerazioni viene come cancellata da qualcosa di più agghiacciante e terribile: John è in serio pericolo, il killer lo considera la sua preda. E quello che è più paralizzante per Sh è che lo sconosciuto sembra affondare le sue radici nelle vite degli Holmes e di Watson (ne conosce i numeri telefonici, sa che il Beta, in realtà, è un Omega). Chiudi questo capitolo con la paura. Pura.

Recensore Master
09/01/17, ore 23:02
Cap. 16:

Ritroviamo John e le sue angosce, i dubbi relativi a quello che la sua Determinazione è destino gli riservi. La necessità di avere dei chiarimenti o delle smentite su ciò che egli teme, lo induce, in maniera ovviamente mascherata, a scegliere come confidente il buon Mike. In effetti il personaggio, poco “usato” nella serie BBC, si presta al ruolo di amico leale (o almeno spero per il futuro) e privo di curiosità morbose. Comunque Watson si è celato anche a lui per difendere la sua autonomia di vita. Si specchia, John, e penso si accorga che la serenità che la convivenza con Sh gli ha trasmesso sia in pericolo, come la sua libertà. Contemporaneamente, quest’ultimo è entrato in un’iperattività che, inconsciamente, lo guida alla ricerca del suo coinquilino con inquietudine e preoccupazione, senza rendersi ancora conto che gli ormoni, probabilmente, stanno correndo parallelamente verso di lui assieme a qualcos’altro che non è pura chimica ormonale, ma molto di più. E spunta anche la gelosia, addirittura nei confronti di Mike…Sta diventando una splendida storia d’amore.

Recensore Master
09/01/17, ore 22:22
Cap. 15:

Rappresenti in modo avvincente la tensione tra i due fratelli Holmes attraverso un dialogo costruito con grande abilità, facendoci partecipi di quello che, più che un discorso tra consanguinei, è uno scontro tra intelligenze superiori: fai “rimbalzare” l’arrogante comportamento di Sh, con cui egli maschera ciò che pensa veramente, sull’intangibile autocontrollo di Mycroft, dietro al quale, comunque, si celano l’affetto per il fratello e la preoccupazione per la sua condotta fuori dagli schemi previsti per la sua Determinazione. Mi è piaciuto quando Sh comunica con decisione a Mycroft che non ha alcuna intenzione di “Legarsi” a John. In effetti, il tuo è uno scendere decisamente in profondità nei meccanismi complicati del cuore e dell’animo dei personaggi, complicati in questa tua “long” dalle caratteristiche dell’Omega!verse