* Nonostante Hope dovesse mettersi in pari con il programma proprio non riuscii a seguire la lezione e ripensò a Zayn, al suo sguardo misterioso , e al suo silenzio che sembrava urlare di ascoltarlo. Hope pensò che nonostante Zayn non parlasse molto avesse molto da raccontare.
*Hope fissò gli occhi di Zayn aprirsi piano e scrutarla , di nuovo. In quei occhi c' era una tempesta di emozioni. Emozioni vive forti che provenivano dal profondo dell' anima; ma erano come imprigionate. Restavano lì, espresse solo attraverso qualche smorfia del volto e piccoli gesti, a volte forse impercettibili. Le parole non bastavano. Quelle emozioni avevano una tale forza che nulla era capace di rispecchiarle realmente. Però Hope ci stava provando. Tentava di capirle quelle emozione e di carpirne ogni significato.

Mia madre si stava allacciando il cappotto, dandosi un occhiata allo specchio nell’ingresso. -ah! Oggi viene l’idraulico per mettere a posto il lavandino in cucina e fare gli allacciamenti o qualcosa del genere per l’altro bagno-
Suonarono al campanello, doveva essere l'idraulico. Andai ad aprire e lo vidi.
Lui.
Con un gesto deciso gli chiusi la porta in faccia. Rimasi a fissare la porta bianca.
Suonò il campanello, di nuovo. 
-cosa ci fai qua?-
Sorrise arrogante, leccandosi le labbra. -sono l'idraulico, baby-

"perchè ti piace così tanto la sequenza di Fibonacci?"
"boh, amo la matematica."

[Dal capitolo I] -Ely, sveglia è ora di andare!-
-Mmh..ancora un.. attimo!- riuscì a borbottare la ragazza da sotto le coperte.
-No, scendi o perdiamo l'aereo- disse la madre con tono irremovibile.
-Quanto vorrei!- sbuffò togliendosi le coperte di dosso
Guardò con infinita tristezza la sua stanza vuota... Nel giro di due ore avrebbe perso tutto ciò che aveva sempre avuto per trasferirsi in un paese in Inghilterra di cui non conosceva nemmeno il nome .. "Perchè devo lasciare Milano e tutti i miei amici per andare in un posto dove secondo me non esiste neanche la tecnologia?" pensò andandosi a preparare.

Non era il momento dopo due anni, mi aveva lasciata a casa, nella solitudine e non era più tornato.Neanche un messaggio uno squillo.Si era persino fidanzato, come se io non ero mai stata nella sua vita come se non esistessi sul mondo, come se quello che ha vissuto con me non fosse mai accaduto, come se Harry non avesse mai avuto una sorella.Ormai era famoso, ormai era cambiato, ormai non era più lui.
Il mio Zayn.

Ellie Gray odiava con tutta sè stessa Harry Styles. Non aveva mai conosciuto una persona tanto egoista, antipatica, egocentrica e sfacciata. Al contrario della migliore amica Julie Morrison cotta follemente di Zayn Malik, l'impenetrabile ragazzo del Bronx.
Desiderio di notorietà da una parte, desiderio di solitudine dall'altra.
Un segreto che nessuno vorrebbe per sè, soldi, errori, pentimenti.

Non so come, ma trovai il mio armadietto, buttai dentro i libri e lo richiusi contemporaneamente ad un ragazzo di fianco a me che mi rivolse la parola.
- hfrowhgforòwe ?- e mo che cazzo aveva detto sto’ qua?
Cercai di fargli capire che non avevo capito.
- come scusa? Puoi ripetere più lentamente.. Non capisco!-
-Oh scusa. Dicevo, sei nuova vero?-
- Ehm.. Si-
- si vede, rheiglòrgbhòp- Oddio! Io sti’ inglesi quando parlavano non li capivo.
[...]
-ti rendi conto di quello che dici?! Adesso è colpa mia? Sta zitta che è meglio!-
-ah, io zitta?! Come osi? Tu, mi stai rubando il ragazzo!-
-Danielle hai fumato? Io non voglio rubarti il tuo ragazzo! Adesso lasciami in pace!-
Mentre ‘discutevamo’ gli studenti si erano radunati intorno a noi…
-senti, italiana dei miei stivali, mi hai rotto il cazzo! Devi stare lontana da lui!-
-come mi hai chiamata brutta oca con la permanente?-
Mi tirò un ceffone. Ora gliel'avrei fatta pagare.
Gli tirai i capelli. -aaaahhh! Mi fai male!- si lamentò
-l’obiettivo era quello, stupida-

Ciao a tutti! Il mio nome è Charlie Styles, vivo con mia nonna, mio zio Tony e mio cugino Luke in Australia.Ho un fratello ma, abbiamo litigato dopo che lui divenne famoso.Il suo nome? Harry Styles.
Fà parte di un gruppo i "ONE DIRECTION" sono tutti come lui, sono odiosi non li conosco ma sò già che li
odio.

- Ti amo – Gli dissi guardandolo negli occhi.
- Ti amo anch’io – Mi disse lui sorridendomi.
- Su ragazzi, dai baciatevi, unitevi a noi, bacio bacio bacio bacio bacio ….. – Iniziarono a dire tutti. Io e Liam iniziammo a ridere.
- Dovremmo accontentarli non credi – Mi disse lui avvicinandosi alle mie labbra. Non risposi, lasciai solo che le nostre bocche s’incontrassero, ed iniziassero a muoversi in sincrono.

"Ehi, aspetta"
"Si può sapere cosa vuoi?" scattai nervosa,
"Il mio nome è Liam e non coso"
[...]
"è molto interessante perchè è come se la tua mente ricordasse una figura, in questo caso il bambino"
[...]
"Liam dobbiamo dirglielo"
"Non posso dirle che quel bambino ero io, Harry!"
[...]
Deglutii faticosamente la saliva mentre osservavo la lametta che minacciava di incidere il mio polso,
Gliel'avevo promesso, gliel'avevo promesso.
"Ho fatto tutto questo per proteggerti.. eri così felice"
[...]
"ti batte forte il cuore" smorzai un sorriso,
"batte solo per te"
"Ti amo, Liam James Payne".

Un'immagine bellissima mi ritrovai davanti,lo sguardo intenso accompagnato dai suoi occhi pieni di dolcezza come il sorriso pieno di gioia,le sue labbra accompagnavano le mie,sentivo sensazioni,emozioni che non avevo mai provato,era il momento di aprire gli occhi,mi stavo innamorando dell'impossibile,ma non riuscivo a fare a meno di lui.

Sapeva che non c'era modo di andare avanti, di poter attraversare quella piccola barra di cui lei non era mai riuscita a capire il significato della sua esistenza. Non riusciva più a capire che fine avesse fatto la vera se stessa, quella ragazza timida che non parlava spesso, ma che se si metteva in testa qualcosa la timidezza spariva in un istante. Invece ora la piccola Scarlett, così la chiamava suo padre, si trovava in posto dove puzza di fumo e alcool erano assicurati.

Volevo scapparmene da quella situazione diventata fin troppo imbarazzante... per me.
Lui sembrava ci godesse a vedermi così a disagio e in quella posizione.
 
Fanculo, ti odio.
Ti odio, fanculo.
James, sei morto.
 
Lui, come se mi avesse letto nel pensiero, mi attirò ancora di più a se e si morse il labbro.
Più mi dimenavo, più lui non mi lasciava respirare.
 
-Liam lasciami!- gli gridavo inutilmente.
-Perché dovrei?- si giustificava -Mica ti mangio- continuava, lanciandomi occhiate maliziose a cui gli altri non fecero caso, nessuno aveva la minima idea di quello che l'anno scorso era successo tra noi due.

Io: tu hai un sogno? Liam: in che senso? Io: qualcosa che vorresti fare da tempo, qualcosa a cui tieni moltissimo? Liam: c’è una cosa che vorrei fare da ieri sera, ci tengo davvero tantissimo. Io: e che cosa sarebbe? si gira su un fianco e mi guarda, mi giro anche io verso di lui e entro nell’infinito di quegli occhi stupendi che non ho mai visto su nessuno, prima.

Mi girai per cercarlo con lo sguardo. Dolore. Da qui provai dolore.
Era disteso a terra e la portiera della macchina lo divideva a metà lasciandolo con un megasquarcio nella pancia.
Iniziai ad urlare, a scalpitare, a muovermi. Gli altri medici vennero in mio soccorso e mi legarono sul lettino; mi spinsero dentro l'ambulanza e partimmo tutti. Il mio dolore mi seguiva.
La sera mi dissero la verità. Il centro del mio universo, il mio mondo se n'era andato. Per sempre.
Due giorni dopo il dolore era diventato il mio migliore amico.
L'unica speranza era lui, Liam.