Recensioni per
Minuetto
di SherryVernet

Questa storia ha ottenuto 531 recensioni.
Positive : 531
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
26/08/20, ore 19:32

Cara Sherry,
Non solo adoro i cioccolatini rappresentati dalle tue storie, ma anche le note. Quanto è affascinante pensare a Rhadamanthys gentleman, che vede l’antica nobiltà di spada perire sotto i colpi dei parvenu? Quanto è inglese stabilirsi in un cottage – e, a questo proposito, mi viene in mente che qualche settimana fa ho visto il film di Ragione e Sentimento, quello con Alan Rickman, e con la dolce metà ci stupivamo di quanto fosse figo ‘sto cottage nella brughiera con due piani e ventordici stanze, noi che ci aspettavamo una capanna. Ma torniamo a noi. L’immagine romantica di questa mattina (che non è proprio mattina, è quasi brunch) passata a scaldarsi/quasi coccolarsi anticipa un’altra scena deliziosa. Camus che rifiuta le salsicce, Milo che si pone come ambasciatore e una bottiglia di cherry che pure secondo me ci sta, perché abbiamo solamente un fegato e una vita a disposizione e tanto vale usare entrambe. Ora, il bello di questa drabble è come tu abbia saputo con pochi, accorti tocchi, lasciare una miriade di riferimenti, sempre per quella profondità che si trova in tutte le tue opere. Ho adorato e colto immediatamente il riferimento a Peter Pan, l’eterno fanciullo dal sorriso beffardo che torna, come in uno specchio, sul volto di Kanon.

Anche l’uso della veste da camera contrapposta alle mutande è un’immagine deliziosa: segna le differenze caratteriali e di origine dei personaggi e mi fa pensare al teatro, dove ogni maschera ha un suo particolare abbigliamento che lo contraddistingue. Radamanthys (che nome agghiacciante, però, non riesco mai a scriverlo decentemente) è caratterizzato e “inglesizzato” fino alla punta dei capelli. Ho amato, poi, che questo scorcio quotidiano segni la rappacificazione tra i quattro e mostri come i duellanti siano diventati amici, superando la loro sfida – e questo dei cavalieri che si sfidano, riconoscono il valore del proprio avversario e si alleano è una delle cose che preferisco nelle storie, perché viene proprio esaltato l’onore del guerriero nobile e quel senso di rispetto e deferenza che si prova quando ci si trova al cospetto di un pari. E, detto questo, non posso che correre a scartare un altro cioccolatino <3
Shilyss

Recensore Master
26/08/20, ore 19:19

Cara Sherry,
Non so come farò a lasciarti una recensione ponderata bella almeno un centesimo di quelle che lasci tu, ma ci proverò perché in cento parole e un goccio (dato che si parla di vino) riesci sempre a condensare caratterizzazione, trama e persino una sottilissima vena d’ironia. Camus è francese, ovviamente. Addestrato in Russia, tra le nevi siberiane o giù di lui. Il suo avversario è, probabilmente, in coma etilico, sebbene sia caduto con onore e quindi gli si rivolge nell’idioma carico di r mosce che ben conosciamo, ma quello che dice è una chicca, perché riapre la vecchissima e mai sopita davvero rivalità tra inglesi e francesi che, com’è noto, risale all’incirca al ridente tempo della guerra dei cent’anni.

L’atavica battaglia tra isolani e continentali rivive, ma non è solo questo. Il vincitore, probabilmente molto brillo, critica i gusti di Kanon suscitando ilarità in pochissime righe, senza per questo far sembrare Camus o gli attoniti Kanon e Milo meno cavalieri di quanto non siano. L’idea della sfida a chi regge meglio l’alcool potrebbe sembrare un gesto goliardico e, almeno in parte, lo è, ma appartiene anche alla tradizione cavalleresca. È un vero e proprio duello quello cui abbiamo assistito e l’idea che la storia nella storia – per citarmi, alla Le mille e una notte – continui effettivamente non posso che illuminarmi d’immenso. La battuta è pungente come la stoccata di una spada, Rhadamanthys caduto è presente nell’assenza, gli spettatori che fanno da pubblico non rispondono e la loro risposta, forse sospesa, fa venire voglia di proseguire la lettura di quella che è una scatola di cioccolatini da scartare e gustare con cura.

Ma torniamo alle gocce: dico sempre che nella brevità c’è l’insidia, perché la drabble, come la poesia, vogliono che ogni parola abbia un senso maggiore, un significato profondo e quasi lapidario. Ecco allora che l’inglese vituperato si batte fino all’ultima goccia, ma non di sangue, come vorrebbe una tradizione che affonda le sue origini nei miti tanto amati e nell’epica, bensì… di vino. Il duello viene dissacrato, ma si compie seguendo gli stessi percorsi di quello canonico, sì, ma lasciandoci un sorriso divertito sulle labbra.
Un abbraccio forte, ma non finisce certo qui,
Shilyss

Recensore Master
14/08/20, ore 09:26

Ma che bel... gruppetto! XD Da dove saltano fuori tutti questi personaggi che, a ben vedere, non hanno nulla da spartire... o quasi? XD
Mu e le sostanze psicoattive, che offre da bere agli altri (ma... ma MU!!! Non ti facevo così... così "cattivo ragazzo" XD)
I Giudici, o Spettri... sì, insomma, loro, che completano il circolo con la loro presenza! Rhada in effetti non si dispensa da bersi un goccino sul posto di lavoro, come hai detto tu stessa, ma Camus non è certo da meno (il binomio Camus/vodka regge sempre, non c'è nulla da fare, sarà uno stereotipo ma non si può non dire di no, assolutamente!)
Camus ha tirato fuori la vodka... secondo me non c'è posto più per nessuno, sono spacciati! XD

Recensore Master
14/08/20, ore 09:18

Avevo capito bene, dunque: è Milo ad aprire le danze ma Camus a condurle, e questa vena attiva dell'Acquario mi aggrada assai, visto che, in genere, in tutte le altre fic che ho letto, nei disegni e in quant'altro, è sempre lui il... ehm, ricevente, l'uke, insomma, così dicono, cioè... ci siamo capiti, no?! XD
Dicevo... mi piace molto questa vena così attiva di Camus, caratteristica che, molto spesso, non risalta nei racconti di questo tipo, ma che senza dubbio l'Acquario ha. Camus ha l'universo da mostrare, dentro di sé, molto spesso questo universo si palesa solo con Milo, qui lo trovo molto scattante accattivante e... mordace!
L'atmosfera poi è veramente da sogni, la tratteggi con vivide pennellate, sul "bel Danubio blu", facendomi immergere lì con loro.

Recensore Master
14/08/20, ore 09:11

Una cosa più allusiva che descrittiva?? Beh, fidati che l'hai resa egregiamente, romantica e delicata senza scivolare, come troppe volte succede, nel volgare. Me li sono proprio immaginati questi loro movimenti, sembra di vederla dal vivo questa danza dei movimenti dei fianchi di Camus, questo suo rispondere con l'accelerazione del ritmo cardiaco, come nacchere, hai detto... e rende benissimo l'idea!
Questi due, per me, fanno faville in qualsiasi tenuta viene loro concessa, anche questa, e, e tu li hai resi deliziosi sopra ogni dire, davvero da immaginarseli e farne un quadro! ;)

Recensore Master
13/08/20, ore 19:08

Cara Sherry,
Può una drabble fatta di insulti (non tutti coevi) in più lingue, in cui manca il rutto finale, essere fine ed elegante, divertente da sbellicarsi, intelligente e più alcolica degli elefanti rosa che vede l’inciuccato Dumbo nella nota scena Disney? È possibile ricostruire la storia delle relazioni politiche internazionali europee tra X e XIX secolo tramite una storia ragionata degli insulti e delle bestemmie? È da farci una tesi di laurea, perché la storia degli insulti tra le due nazioni divise dallo stretto della Manica è la storia di tutti noi. Io sono ammirata, come Kanon e Milo, nel vedere come Camus, il francese di ghiaccio, trionfa nei confronti del britannico avversario, che perde, è vero, ma con dignità. C’è collasso e collasso e collassare in maniera cavalleresca, quando il coma etilico è più di una battuta e c’è stata anche la gara d’insulti di mezzo è una di quelle cose che suscita ammirazione.

Ma la gara d’insulti è qualcosa di legato in maniera sublime alle tenzoni, agli affronti e ai tornei. Reduce dalla lettura di numerose saghe, in questo squisito capitolo ho ritrovato l’eco di certi racconti antichi in cui il guerriero è anche poeta e deve dimostrare non solamente di essere un valente guerriero, ma anche un ottimo creatore di rime e versi. Tale abilità è condizione necessaria anche per contrastare creature soprannaturali e maligne, che pare sfidino preti e maghi medievali (spesso le due figure si confondono in certe zone del mondo) a verseggiare con loro. E chi dice che in mezzo a questi versi non vi siano sberleffi e insulti? Nessuno e tu, con questo capitolo, ti rifai alla tradizione orale di molti, molti luoghi. E io, leggendo, mi appago. Un caro abbraccio e a prestissimo,
Shilyss

Recensore Master
13/08/20, ore 18:57

Cara Sherry,
Giungo qui al termine di una giornata lavorativa rasserenata solo ed esclusivamente dal condizionatore, presenza benefica quanto solo le sostanze che Mu mette nel tè possono essere. Amo i dettagli nelle storie – linguistici e non – e devo dire che la tua scrittura ne è sempre pregna in un modo che mi illumina. Non è solo il perdere la testa appresso all’alcool, quello che c’è in questa divertentissima drabble dove ogni elemento è piazzato in maniera coerente e intelligente, ma il cameratismo unito alla tenzone cavalleresca che, per esempio, si esalta quando Camus tira fuori la vodka. Lui, il cavaliere dell’Aquario abituato alle fredde isbe russe, tira fuori l’artiglieria nei confronti di Rhadhamantys, segno evidente che lo scontro è solamente all’inizio. Milo e Kanon risultano estranei spettatori, come noi che leggiamo, della vicenda e delle abitudini da avvinazzati e non solo degli altri cavalieri, ma il loro stupore è parimenti sorpreso e ammaliato.

È quella cosa che ti impedisce di smettere di guardare una scena e di riconoscerne, onestamente, la grandezza, dato che quest’ultima è in molte cose, anche nel modo in cui Mu e Aiacos perdono il contatto con la realtà come nemmeno i peggiori santoni nelle tende. Prima di correre a leggere il prossimo episodio, merita a mio parere una menzione speciale anche la cura che metti sempre nel delineare i personaggi, che in questa drabble è più visibile perché oltre a Milo e Camus, qui separati nella scena, compaiono brevemente anche gli altri cavalieri. Penso all’inquietante Shaka, a Minos che si becca pure l’onore di avere l’unica battuta della narrazione e anche dell’inglese – ho amato che tu lo abbia chiamato così.
Corro al prossimo capitolo e intanto ti rinnovo i miei complimenti <3
Shilyss

Recensore Master

L'importante è il pensiero. Perché si pecca in opere, sì, ma anche in pensieri. Soprattutto col pensiero. Che è quello che poi passa dalle idee ai fatti. E il fatto che tu abbia aggiornato questa raccolta mentre fuori il mondo sta andando arrosto -letteralmente- è piacevole come un sorso di caffè freddo. O la lama di un rasoio, per restare in tema.
E sì, la precisione del macellaio che si lorda le vesti, ma non le mani, calza a pennello alla Capretta. Quella lacrima di sangue è una sorta di urna, messa sullo zigomo invece che al centro della fronte. È molto barocca l'idea del marchio sulla pelle, in dialogo con quello che reca sull'anima. Ed è bello che sia Milo lo spettatore privilegiato, uno che se ne sta zitto zitto, ma pensa.

Recensore Master
09/08/20, ore 17:24
Cap. 6:

Pensa che io, nell'immaginarmi la stessa partition, ho sempre accostato Milo ad Aiolos, e Camus a Saga. 
Benché non certo immune al dolore, tendo a considerare Scorpio come una persona solare, poco incline alla malinconia e alla gravità di cui è impregnata la figura di Gemini – e, a mio parere, anche quella di Aquarius –; di contro, trovo che Sagitter incarni il modello di Santo che più si confà al carattere di Milo. 
Tuttavia, la tua interpretazione sottointende un qualcosa di più profondo, che sa di sofferenza nascosta; nonostante l'apparenza, anche lo Scorpione ha le sue cicatrici. Il fatto che egli le nasconda per la maggior parte del tempo non significa che non ci siano. 
Assolutamente niente da dire, infine, su "Shaka - forse - perché in lui sentiva la sua stessa grandezza": solo Saga avrebbe potuto suscitare l'ammirazione della – spocchiosissima – Vergine. 
 

Recensore Master
09/08/20, ore 16:56
Cap. 5:

No, va beh. Ho sempre pensato che, per la sua coreografia, Hyoga avesse preso spunto dalle guerriere Sailor, ma la tua versione è decisamente più divertente. 
A questo punto, mi piacerebbe sapere quali argomentazioni abbia usato Milo per convincere l'aspirante Cigno della necessarietà del "balletto", nonché vedere la faccia di quest'ultimo una volta appreso di essersi reso inutilmente ridicolo per anni XD 
Certo, però, che anche Camus è un omertoso! Che la battaglia campale all'Undicesimo Tempio non sia scaturita dal desiderio di rivalsa dell'allievo gabbato? 

Recensore Master
05/08/20, ore 13:41

Cara Sherry,
questa squisita drabble conclude una storia nella storia (e io amo da impazzire queste strutture che ricordano “Le mille e una notte”. E si chiude mordendo virtualmente la coda alla prima di questa serie, passando però per la seconda appena recensita, ma andiamo con ordine. All’inizio è Camus a ballare con la fraulein suscitando le gelosie di Milo, più sanguigno dell’algido acquario, ma poi qualcosa cambia e anche Milo balla. Solo al mattino, dopo una notte passata insieme, Camus a mente fredda e lucida pretende per sé un ballo – una vera danza che anticipa un altro metaforico, passionale, amplesso? – con cui ribadire il senso del possesso verso il compagno/alleato/amante/partner.

Col sole alto lo scopo della serata – lo spionaggio – è risolto e i due cavalieri possono tornare a vestire i propri panni, col ricordo di questa serata e della seguente nottata ad accompagnarli. Queste tre drabble, lette insieme o a distanza di pochissimo l’una dall’altra come ho fatto io, regalano tutta la gamma di emozioni che dovrebbe provare una coppia innamorata di pari, dove il rapporto bilanciato instaurato consente un punzecchiamento reciproco (il modo in cui viene dimostrata la sottile gelosia, il ribadimento di una relazione che può essere esternata per ragioni lavorative unicamente in momenti notturni) e hanno un piacevolissimo ritmo nel ritmo che sono frutto di un’attenzione estrema non solo alla scelta dei termini, ma anche alla loro posizione all’interno della drabble, che di per sé è un genere difficile. Troppe volte i componimenti brevi non lasciano niente: nel tuo caso, invece, grondano significati come quelle cose piccole ma con un peso notevole, che stupisce. Per esempio quel “ma non con me” che a mio parere Camus non pronuncia (per troppo orgoglio) ma che Milo intuisce, è un non detto stupendo, un’accusa velatissima che subito viene analizzata e resa innocua con un ballo che, di nuovo, cementifica. Grazie per questa bellissima lettura,
Shilyss

Recensore Master
05/08/20, ore 13:15

Cara Sherry,

è l’allusione e il mistero che rendono le cose intriganti, a mio modo di vedere le cose. Milo e Camus, nelle squisite vesti che ci proponi (dammene di più, te lo dico, in questa versione che li vede come spie sotto copertura, sono magnifici proprio perché devono inevitabilmente celarsi sotto l’identità sotto copertura, sotto le loro armature fulgide e solamente la notte possono tornare a desiderarsi e a essere loro. E questo lo trovo passionale e romantico. Il tema del ballo ritorna con una linearità e un’intelligenza che mi fanno sempre emettere sospiri soddisfatti. Nell’attesa che Camus si liberi, infatti, Milo danza con una partner, ma guardando il proprio amante. Balla però valzer molto impostati, musica classica, laddove nella sicurezza e nella tranquillità del talamo i cavalieri sceglieranno un più spregiudicato flamenco, una danza passionale che veniva ballata in tutt’altra occasione, con movimenti del tutto differenti e che ricordano, questi sì, la passione di un amplesso. Molto bello per descrivere l’intimità della coppia è anche il silenzio che in questo caso non è assenza di comunicazione, bensì il loro esatto contrario.

Quel silenzio, semplicemente, non ha bisogno di parole perché entrambi condividono e conoscono se stessi e il partner e i reciproci desideri, che si uniscono in un tutt’uno. E adesso, cara Sherry, corro al prossimo capitolo per scoprire dove li porterà questa danza di corpi e d’anime e, come sempre, ti ringrazio per la bellissima lettura.
Shilyss

Recensore Master
30/07/20, ore 15:03

Carissima Sherry!

Io adoro le spy story e qualche decennio fa m’imbarcai anche nella lettura di John LeCarré e delle sue storie dal sapore di guerra fredda. Mi piace molto vedere Milo e Camus in missione e Milo essere geloso e sanguigno quanto l’altro è freddo e algido – Camus porta con sé la Siberia anche quando da essa è lontano. L’ambiente freddo però permane nel termine fraulein, di chiara matrice tedesca, e in questo valzer in cui Camus abilmente conduce la sua dama con il sorriso di un attore. E qui l’interpretazione è duplice: il sorriso è falso perché non c’è un reale interesse, dato che si tratta di una missione segreta, e perché, al contrario di Bond, Camus non è affascinato dalla sua dama, bensì dal vendicativo compagno che sogna di stringersi a lui.

E la cosa particolare sai qual è, cara Sherry? Che mentre ti scrivo canticchio un valzer perché questa tua drabble ha un intrinseco ritmo ed è visivamente potente. La scena è completa e racconta quanto deve, lasciando la giusta curiosità al lettore che desidererebbe spiare ancora i due agenti segreti del Santuario, ma soddisfacendo al tempo stesso le necessità di trama. Cogliamo l’attimo di una qualunque missione, ma quest’unica missione è in grado di rappresentare le altre e anche di mettere un po’ di pepe al rapporto tra i due cavalieri. E comunque, oh, ma falla una spy story <3 <3 ci morirei dietro! Un abbraccio,
Shilyss

Recensore Master
28/07/20, ore 14:12

Buonsalve!
So che recensisco tardissimo ma sono appena tornata dall'estero e mi sento scombussolata.
Hai proprio ragione: il tempo è sempre quello eppure è diverso per tutti. Se c'è una cosa che quest'ultimo periodo ci ha insegnato è che noi esseri umani col tempo non sappiamo proprio come rapportarci: o siamo sempre in ritardo oppure arriviamo all'orario sbagliato. E allora non ti rimane che aspettare i tempi migliori di quelli di adesso, come il Camus giovinetto, chiuso in un tempo che non gli è amico.
Per il momento, poi si vedrà.
Io personalmente sono in preda alla solita pigrizia estiva, e il tempo mi scorre davanti indifferente.
Vedremo.
Sono contenta di aver visto un tuo aggiornamento! Bacioni!

Recensore Master
21/07/20, ore 19:26
Cap. 6:

Cara Sherry!
Che bella. L’ho appena letta e sono rimasta scottata da questa drabble. Qui Milo e Camus sono tornati bambini e il fulcro è la scelta di Milo che segue Saga e quella risposta tremenda che concede a Camus, che, pur essendo giovanissimo, conosce Milo più della propria anima – che meraviglia questo concetto, dove l’amore è conoscenza e conseguente accettazione di ciò che di bene e di male c’è in noi! Ma torniamo al dolore. Milo è sempre stato presentato come un bambino di sole, sorridente, caldo come è calda la Grecia. Qui, però, improvvisamente questo ragazzino dal sorriso caloroso e l’atteggiamento inclusivo che offrì a Camus appena arrivato al Santuario una mela rivela un’oscurità che è un po’ comune a tutti noi esseri umani: ha sofferto, e rivede in Saga qualcuno che, avendo a sua volta sofferto nella vita, può comprenderlo.

Ed è terribile che un bambino o poco più possa avere una cosa precisa idea di cosa sia la sofferenza. La lapidaria frase finale completa una visione di Milo più matura e adulta. Il fatto di non tornare più sull’argomento nemmeno con Camus significa che non deve aggiungere altro, che tutto ciò che doveva dire è stato detto e che la decisione è irrevocabile, proprio perché presa con cognizione di causa. Tali riflessioni mi fanno pensare a quanto questa ricchezza di contenuti si adatti bene a un fandom con echi epici come, appunto, è Saint Seiya. Soprattutto, però, è adatto a una scrittura pregna come la tua, che alla linearità e pulizia dello stile bellissimo da leggere offre una densità di contenuti straordinaria. Bravissima e a presto <3 <3
Shilyss