Recensioni per
Minuetto
di SherryVernet

Questa storia ha ottenuto 531 recensioni.
Positive : 531
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
29/11/16, ore 14:36

Beh, ma ci sta.
Voglio dire, essere un enfant prodige è sicuramente una pacchia quando sei tu le prodige. Bruci le tappe. Gli altri procedono, tu corri. Loro corrono, tu voli. Ci sta, eccome se ci sta. Solo che un enfant prodige soffre la penalità di un punto di vista non obiettivo. È così abituato ad essere superiore agli altri, che non pensa proprio di poter prendere, un giorno o l'altro, La Mazzata. Quella che ha la maiuscola anche sull'articolo. Non è possibile, ed è comprensibile, ché se sei abituato a pensare di stare in cima al mondo, nemmeno ipotizzi che, prima o poi, arriverà qualcuno a scalciarti di sotto, e senza nemmeno troppi complimenti. Fantascienza pura. A questo punto, è più accettabile ipotizzare lo sbarco dei marziani sul piazzale antistante la Prima Casa.
Sì, i maestri pestano duro, ma i maestri non valgono, sono fuori quota, fuori concorso. I maestri sono quei limiti che la vita mette lì, di fronte a noi, perché noi li si superi per contratto. E Milo, che è cocciuto più di un greco cocciuto, si getta anima e corpo a scazzottarsi con qualcuno che è cocciuto e greco quanto lui. E ci sta. Oh, se ci sta.
Sargas può e deve essere battuto, ché anche la storia di Davide e Golia ci insegna questo (che i raccomandati di ferro se la cavano anche con cinque scrausissimi sassolini di fiume).
Ribadisco, ci sta. Così come ci starà, più avanti, lo stupore di ipotizzare che forse - ma dico forse - il Sacerdote è nel torto marcio che più marcio non si può - quello che fa schifo persino ai vermi, per capirci - e il panico quando toccherà a Camus, essere il maestro da superare. Ché, non raccontiamoci palle, io ho sempre considerato questi due come due veri amici, e i veri amici proiettano - o sono soliti farlo - le esperienze dell'altro sulla propria pelle, che sia per esempio o per empatia.

Recensore Veterano
28/11/16, ore 22:19

Milo, bambino, in uno scontro ad armi impari, contro il maestro. E il maestro non trattiene i colpi, neanche Milo, come tutti i bambini messi all'angolo. Ma non ha possibilità, e continua a mangiare la polvere. Quella dovrebbe essere la sua lezione, ma Milo è cocciuto, e continua a rialzarsi e a prenderle. Quanto mi piace il sorriso impertinente, magari un po' insanguinato, di questo guerriero in miniatura, impolverato e bagnato di schiuma marina: ci si intravede già il sorriso che tutti abbiamo amato sulle labbra dell'uomo. E a Sargas, che per quel che sappiamo è uno ostinato a sua volta e che se ne va in giro con uno squarcio nel fianco, la testardaggine di Milo piace. Tutto sommato, mica ogni lezione va imparata a puntino: un buon allievo mostra anche carattere e inventiva. Ci saranno battaglie anche battaglie perse in partenza, ma qualche volta si vincono comunque a forza di capocciate e cocciutaggine, come ci insegna il modello di eroismo in Saint Seiya.

Recensore Veterano
28/11/16, ore 21:08

"Mazzate su minore" è il sottotitolo di Saint Seiya, non raccontiamoci fandonie.

E sì, Milo è ciucco come un mulo, se gli dici che una cosa non la può fare lui ci prova lo stesso, perché "non posso? Lo credi tu!"; anche quando il suo maestro lo piglia e lo spedisce a tirar su paguri coi denti tra gli scogli, perché qualcuno di più bravo, di più forte, di più grosso c'è sempre. E devi imparare a riconoscerlo, finché sei piccolino di tuo - perché se lo impari quando quello grande di solito sei tu è una mazzata troppo pesante.
Sargas insegna, ma gioisce nel vedere il suo pupillo insistere. Perché a furia di insistere, anche i giganti cadono - persino se sono dei soldi di cacio ad affrontarli. Ed è una lezione pure quella, in fondo (Seiya docet).
Il Duro Lavoro fa bene anche agli enfant prodige, suvvia. Sennò vengono su viziati, e non va mica bene.

JudithlovesJane

Recensore Junior
28/11/16, ore 00:05
Cap. 90:

Non tutti sanno che una delle cose che amo di Saint Seiya è la sua internazionalità, quindi ogni volta che mi capita di leggere qualcosa che si sofferma anche solo per un attimo su un dettaglio culturale o linguistico... è la fine! Che posso farci, ognuno ha le sue fissazioni eheh
Questo per dire che il francese che contempla i greci che si divertono a fare i greci ci piace e anche molto :)
Ancora una volta tutti quanti mi fanno quasi tenerezza. È un momento di spensieratezza quello che ricorda Camus, probabilmente un momento raro, eppure è un ricordo che brucia. Tutto ciò che è bello si trasforma in nostalgia quando ti viene portato via. È un sentimento abbastanza comune, tutti la sperimentiamo, ma non è sempre facile da rendere. In queste poche righe però c'è tutto, il ricordo e il sapore del ricordo, il sapore del giorno, la felicità e la malinconia, il tempo, ciò che resta e ciò che non è più... tutto.

P.S. Se stanotte finirò a sognarmi Milo che balla il Sirtaki sarai ritenuta responsabile, sappilo!

Recensore Master
27/11/16, ore 22:26
Cap. 90:

Sei arrivata al novanta e giustamente mi tiri fuori il pezzo da novanta.
Il Sirtaki.
I grecissimi di Grecia.
E un francese che li ricorda, da spettatore affascinato, e ora malinconico e sì, inquieto, a passare per la Casa di Gemini, vuota.
Non so cosa mi piace di più di questo novantesimo minuto: Milo tra quei due colossi di 'Ros e Saga, o Aiolia che suona.
Le mani piccine <3 *tantoammore*
Ricordare un passato roseo, in quel presente segnato dalla dittatura, fa davvero male.
E' vuoto, e nel vuoto rieccheggia il suono della musica, ormai perduta.

p.s. se Shaka fa il capriccioso minaccia di tagliargli tutti quei bei capelli che si trova nel sonno. Poi vediamo U_U

Recensore Veterano
27/11/16, ore 21:50
Cap. 90:

Ed io che credevo che il sirtaki fosse la quintessenza della grecità! Però mi piace che sia un ballo antico eppure nuovo, un po' artefatto con pezzi di risulta. Anche qui segui il ritmo della musica, con quell'inizio spezzato, singhiozzato quasi, che si fa pian piano più veloce. Oltre che per i contenuti e per i pezzi bellissimi che mi stai facendo ascoltare, adoro questa raccolta per lo stile con cui la scrivi. Davvero: complimenti.
E che belli che sono questi greci che lo imparano, ridendo. Aiolia piccolo piccolo che suona il boutouki è di una tenerezza disarmante. Ma il boutouki ha anche un suono triste, lamentoso, che echeggia ancora nella testa di Camus, che osserva e memorizza, così come ha imparato a fare. Ed è ancora lì Gemini, vuota, col suo fascino inquietante, rimasta così per un po' troppi anni. Bel pezzo, bella miscela di immagini e sentimenti: una fotografia del passato che riecheggia nel presente, nella luce della memoria.

Recensore Master
27/11/16, ore 21:12
Cap. 90:

Discese e salite tra una casa e l'altra, gli anni passati, smorzati i passi e la luce diventa intima, a punti e gocce, come quella dei pittori Impressionisti e poi il ballo, i passi nuovi ma vecchi in un consesso improvvisato .. e gli sguardi sulla schiena.. pezzo dolce, leggiadro .. Non mi tacciare di monotonia o arteriosclerosi, ma di nuovo mi inchino e brindo a Te e al Tuo DM. Onore e lode.. JQ

Recensore Veterano
27/11/16, ore 21:11
Cap. 90:

Il SIRTAKIIIIIII! *___* <3

Con tutte le pubblicità di yoghurt alla greca che lo spammano, ormai mi ci sono affezionata a 'sto ballo di gruppo un po' malinconico, che a guardarlo pare facile ma ci scommetto quel che vuoi che non lo è per niente... e poi io Zorba lo associo al gatto della storia di Sepulveda sulla gabbianella, e quindi niente, gli si vuol bene. <3 <3
E Milo ancora alto un metro e una mela in mezzo a quelle due stanghe che erano Saga e Aiolos (il Kuru ci rifila un Los quattordicenne alto un metro e ottantasette, voglio dire...) che impara i passi... con Aiolia piccino che suona! QUANTO AMORE! *___*
Ma anche un tocco un po' pesante di nostalgia, con quell'Armatura dei Gemelli vuota lasciata sulla soglia, come un fantasma a monito per chi passa - e Camus non può fare a meno di ricordare, quei momenti di spensieratezza scomparsi per sempre, di cui rimane solo il vuoto della Nona Casa e una Cloth senza padrone.

JudithlovesJane

Recensore Veterano
26/11/16, ore 22:07

Questo lieto fine un poco scricchiolante, un po' sciancato, è una conclusione calzante per questo valzer delle ossa. "Si torna a casa nelle proprie ossa". E le ossa hanno i loro ricordi, le loro lesioni, i piccoli difetti che abbiamo accumulato negli anni, che raccontano la nostra storia. Nei loro corpi non più perfetti (fa strano dirlo per questi figaccioni!), i nostri eroi si riconoscono, si ritrovano. E le ossa saranno anche vecchie e malmenate, ma loro sono ancora giovani, sotto le Cloth, e si riprendono un po' di giovinezza al tramonto. Camus con nei e lentiggini che si incricca sul più bello e Milo che lo rimette a posto tutto contento fanno tanta tenerezza, come due vecchietti ancora innamorati dopo una vita intera. In fondo, è quello che sono anche questi due, che c'avranno anche vent'anni, ma vent'anni sono tanto lunghi quando ti fai maciullare un giorno sì e l'altro pure. E da una vita intera, e anche più, si vogliono bene lo stesso.

Recensore Veterano
26/11/16, ore 21:37

E' già tanto se li han resuscitati, ti pare che potessero anche rimetterli a nuovo osso per osso, nevvero?
Pare che a loro non dispiaccia, in ogni caso, d'essere tornati col loro vecchio corpo, anche se stanco e acciaccato prima del tempo. Gli è più consono, più familiare, ritrovare nell'altro e in se stessi le vecchie cicatrici, i vecchi doloretti; è più rassicurante, in un certo senso. Un appiglio a cui aggrapparsi per riprendere a vivere...
E così i due amanti si riscoprono - con lo slancio romantico che si interrompe un secondo quando a Camus s'incricca un'anca, e allora bisogna tornare a fare i piccoli infermieri, cosa di cui Milo, sotto sotto, è felice. 

Ottimo modo per concludere questo valzer, dopo tutto il dolore che ci hai affibbiato almeno qui possiamo tirare un sospiro di sollievo! ^-^
*patpatta e allunga un po' di the e biscottini da parte del vivernone interiore*
JudithlovesJane

Recensore Master
26/11/16, ore 21:12

Ehvabbé.
Troppo comodo così.
Prima mi strappi il cuore e poi me ne ridai un pezzetto con la resurrection?
Della serie " tò, beccati sti spicci!"
Ah ma io mi vendico, sai? Vedrai, vedrai *sorrisosadicoh*
Anyway, questa la ritengo una chiusura perfetta per questo valzer, e non parlo solo di linea temporale.
I due amanti che si ritrovano, e insieme a loro rinascono anche le ossa rotte e rimesse a posto, le cicatrici e la pelle sciupata dalle intemperie e dalle battaglie. Anche io ho come headcanon questo fatto che tutti, non solo i Goldies, tornano con corpi rovinati, a perpetua memoria di ciò che è stato.
Ma l'abbiamo già detto: ogni dolore passa se a prendersene cura è l'essere amato.
Benissimo, ora dopo tutto questo angst pretendo una nuova Disco, o roba simile.
Posso avere la Camilo che commenta, dall'alto della loro esperienza, nuove coppiette che limonano?
No perchè dai, alla fine in discoteca per fare quello ci si va?
Ah e voglio vedere Shaka che balla.
Lo avevi promesso u_u

Recensore Master
26/11/16, ore 17:50

Io...io...io...
IO.NON.CE.LA.FACCIO.
*piange istericamente*
Avevi detto che avresti rimediato all'angst della scorsa volta! Crudele e ingannatrice pure! Aaaah marrana!
Lasciando perdere la mia proverbiale capacità di mettermi a piangere per ogni minima cosa triste... la shot mi è piaciuta tantissimo.
Case che diventano tombe, uomini vivi che diventano cadaveri...questo Milo in mezzo alla neve, indifferente a tutto e tutti a parte il suo dolore.
Nella calma prima della guerra c'è posto solo per il lutto.
Come una coperta nera.
O bianca, vedete un pò voi.
Ribadisco, non ce la faccio.
Vado a mangiare biscotti per riprendermi.

Recensore Master
26/11/16, ore 01:07

Io non so se sono malinconnica io, se è il titolo della raccolta a mettermi addosso uno spleen che non ti dico, se sono le mie, di vecchie ossa, a ricordare cose e facce. Se poi ci metti che l'accordéon, anche quando ci prova, ad essere allegra, ha quella nota di ruggine che ti catapulta indietro nel tempo, ecco fatta la frittata.
E Milo è un po' come me. Ci prova, ad andare avanti, ma poi le ossa dolgono, il cuore protesta e l'accordéon suona da sola. E tu non puoi far altro che accontentarla. Volentieri, forse, ché la voce della fisarmonica ti porta quei ricordi che sono prima dolorosi, e ti sembra di affogare in quel mare; ma poi, piano piano, l'onda passa e la marea riporta a galla piccoli sassolini colorati, conchiglie, rametti e stelle marine. E pazienza se si versano due lacrime. Fanno bene al cuore, quelle lacrime. Aiutano a non morire avvelenati dal dispiacere, dal rimpianto, dalla nostalgia.
Ecco, cos'è!
La nostalgia.
Adesso l'ho trovata.

Recensore Master
25/11/16, ore 21:52

Parafrasando O'Hara, bevo una coca con te e intanto ascolto i Tuoi valzer.. le stagioni si alternano, impreviste, come il dolore alle ossa, come di una frattura mai saldata.. E una assenza, quella di Camus.. Uno strazio, il valzer dell'addio..

Recensore Veterano
25/11/16, ore 21:51

*si riporta il vivernone interiore al lato per non cadere in depressione*
Ho sofferto per Camus, MA QUESTO E' PEGGIO.

Persino il tempo è stato infame per Milo. La pioggia e la neve - fra l'altro, sono così comuni le nevicate in quel di Atene? Se fosse così, mi sentirei defraudata dal mondo - che lui associa a chi ha appena perduto. E allora le ossa quasi non fanno più male per l'umidità, perché il cuore ha una ferita troppo profonda, troppo bruciante. E' troppo anche per chi è abituato a distruggersi e rifarsi ogni tre per due.
Le ombre dello Scorpione non riescono a proteggerlo dal dolore; e allora tanto vale andarsela a prendere tutta, la pioggia e la neve. Restando immobile, steso sopra alla tomba di Camus, indifferente a tutto e a tutti - perché non gli importa più di molto altro.
E la pioggia si mescola alle lacrime.
E se Milo piange, IO STO MALE. ECCO.

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JudithlovesJane