Recensioni per
Minuetto
di SherryVernet
Pian piano ci vai dando un ritratto a tutto tondo del lutto di Milo, per tasselli incantevoli anche singolarmente presi. A questo punto bisognerebbe mettere in conto delle ripetizioni (capitolo 139!) e invece tu mostri sempre un altro angolo complementare o accendi una luce nuova. |
come campi a maggese è una stupenda metafora di come ci sis enta, quando si vive un lutto. Sei a riposo. Dopo il dolore, dopo il pianto, dopo la tristezza, ti metti a riposo in un ottundimento benedetto in cui poterti dedicare a te stesso, al tuo dolore, al tuo essere tu, senza il caro estinto. Poi, però, la vita chiama, e ti strappa via l'illusione, come fanno i fratelli dispettosi quando staccano le teste delle bambole delle sorelline. E tu ti ritrovi a guardare in faccia la realtà: no, non è andato da nessuna altra parte; no, non è uscito dalla tua vita ma sta bene, in un certo senso; no, lui è soltanto morto. Ed è allora che inizi a sentire le voci, inizi a cercarlo, inizia a sembrarti strano che lui non sia lì dove si suppone che sia. |
Lo senti, il mio cuore che fa crick? |
Arriva la mazzata... A questo punto dovrei aspettarmela, ma mi coglie sempre di sorpresa, colpisce nel vivo ed io piango. |
Io a pensare alla relazione che intercorre tra Milo e Hyoga per tramite di Camus piango e basta. |
Eh però così non vale eh! |
"Talvolta, a Milo mancava il buon senso; a Shaka, spesso, mancava la pazienza." |
NUUOOOOOOOOOO!!! SHAKA, COS'HAI FATTO AL MIO MILOU?! /(°CCC°)\ |
Se io fossi una persona con un minimo di sale in zucca, adesso starei probabilmente disquisendo con me stessa a proposito di questa DELIZIOSA drabble, lodando la tua capacità di unire Eros e Dioniso in un simposio degno dei grandi filosofi. |
"L'ultima carezza della lingua fu un vezzo da poeta: una postilla, un epigramma sconcio, a cogliere il plauso dell'amore fino in fondo." |
Occhebello, un valzer di Straussiana fabbrica che non avevo mai sentito! Dovrò tirar fuori la crinolina! <3 |
Alcolista? |
La luce del sole splende per tutti, ma non allo stesso modo. |
La Gare Saint-Lazare! Maccerto! Certo che sì, con tutto quel fumo che usciva dalle ciminiere dei treni e che Monet dipinse avendo ottenuto che le caldaie delle locomotive andassero a pieno regime all'interno della stazione! |
Ci sono momenti in cui devi fare una sosta. Una di quelle lunghe, di quelle che stai dentro, col motore acceso ché se passa il vigile puoi sempre ingranare la prima, fare un paio di giri del palazzo e tornartene in sosta, col motore acceso, il finestrino abbassato, la sigaretta accesa (fuori dall'abitacolo, ché sennò puzza) e magari lo stereo in sottofondo (e la batteria ringrazia). |