Recensioni per
Minuetto
di SherryVernet

Questa storia ha ottenuto 531 recensioni.
Positive : 531
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
20/09/16, ore 11:10

Che ti piaccia Shaka è evidente (anche nella tua altra storia, che recensirò presto... so che anche per te è un periodo impegnato, quindi spero che tu possa accettare le mie scuse per il ritardo!). Che tu ci abbia riflettuto molto, su questo personaggio, lo è anche di più. Mi piace moltissimo il tuo Shaka, mi piace la delicatezza con cui racconti la sua crudeltà, come in una fiaba. Bellissimo e azzeccatissimo il riferimento a Perrault. Perché Shaka sarà anche un Buddha, ma la morale che insegna stasera fa particolarmente male, rigira il pugnale nella piaga: Shaka sarà anche un Buddha, ma stasera ha quattro conti da regolare. E, per quanto sia maturato, per quanto si sia umanizzato, Shaka rimane innocentemente crudele. O forse ancora di più proprio per questo.

Recensore Veterano
20/09/16, ore 11:03

Quella scena è uno dei momenti più alti del Sanctuary: una delle rare occasioni in cui anche Kurumada prende un respiro dall'avanzare la trama e le battaglie di corsa e si concentra su un momento tutto di analisi dei personaggi. Le hai reso onore, raccontando i fatti da dentro, facendoli venire fuori dai sentimenti: il riconoscersi di questi due uomini come abbandonati e traditi, il desiderio di redenzione, la società umana ed il desiderio di avere compagni, di esserne parte, la malinconia perché non ce ne sarà il tempo. E quel peccato, alla fine, si attacca al cuore e stringe forte, e fa deliziosamente male.

Recensore Veterano
19/09/16, ore 22:42

E con una galoppata si giunge alla fine. Una frenetica corsa, uno stillicidio che dura un battito di ciglia. Come il finale dell'Ouverture del "Guglielmo Tell" di Rossini, una frenesia che pare infinita e prima che tu te ne accorga è terminata... Il cuore di Saga batte più forte, salta il ritmo nella furia di battere tutti i colpi di una vita che sta per terminare - perché per lui non esiste redenzione, e anche se Athena gliel'accordasse lui non l'accetterebbe, troppo oberato dai sensi di colpa. Ogni salto è una perdita: suo fratello, Aiolos, Death Mask, Shura, Camus, Aphrodite e infine se stesso. Ma l'ultimo battito è per la Dea, che non ha saputo proteggere, come invece hanno fatto quei bambini dalle gambe agili e un cuore sconfinato (e una testaccia dura che metà basta, aggiungo io). Poniamo fine alla sua sofferenza, così. E siamo pronte per un nuovo ballo. JudithlovesJane

Recensore Veterano
19/09/16, ore 22:27

Bellissima chiusura per la suite di Saga: una chiusura al galoppo. Mi ero chiesta come avresti adattato un pezzo così tanto più gioioso degli altri, e mi hai stupita andando sul ritmo, prendendoti il titolo e puntando dritto al cuore: al cuore di Saga al galoppo. Quel galoppo è in sintonia e contrasto col trotto dei santi di bronzo e con quello ancora diverso di Saori. E il galoppo del cuore di Saga perde un battito per tutti i suoi bimbi sperduti... che bella immagine. In cento parole, non potevo certo sperare una lista, ma lo senti Saga passarli in rassegna, i caduti, di dubbiosi, i traditi, e la disperazione di Milo. E poi c'è un battito perso anche per se stesso, per la sua parte mutilata, l'Altro che è anche Saga. E allora il confine dei due sembra farsi un po' più confuso. Cos'è quel galoppo del cuore di Saga? L'adrenalina della battaglia? l'eccitazione della quasi vittoria per L'Altro? Dolore? Un po' tutto insieme? E' un uomo a metà e che si sente tale quello che scende a mezza scala a incontrare la dea, ad offrirle il suo cuore sempre al galoppo strappandoselo dal petto. Mi piace la scelta di seguire la morte di Saga nel manga: meno plateale, ma tanto più intima e cruenta, a tono con come ce lo hai raccontato.

Recensore Veterano
18/09/16, ore 23:06

Milo e Camus, così giovani, che fanno i capricci con Saga per andare in missione insieme sono adorabili. Perché sono ancora poco più che bambini, probabilmente non hanno idea dei sentimenti che stanno maturando, ma sono due ragazzini che non vogliono stare lontani. Ok, forse è Milo quello che sta facendo i capricci dei due, ma Camus lo asseconda. E Saga viene preso per sfinimento. Sarebbe una scenetta quasi domestica, quasi tenera, se non ci fossero di mezzo missioni, probabilmente morti e armature; se non ci fosse l'altra parte di Saga che ride di quella loro ingenua tenerezza, della folle speranza di Saga che a qualcuno di loro possa andar meglio di come sia andata a lui.

Recensore Veterano
18/09/16, ore 18:17

Più efficienti. Sì, come no. *ridacchia*

Saga sarebbe per il risparmio, Milo è per il 'in due ci si spartisce il compito'. E m'immagino Camus che, mentre avviene l'opera di sfiancamento (tipica tecnica dei bambini, fra l'altro), si limita ad annuire nei momenti cruciali e a spiccicare sì e no due parole, perché il suo bel Scorpione ha una parlantina che fa tutto da sola...
Dolce il fatto che Saga sorrida come un padre orgoglioso - e speri che siano felici. Tristissimo, che la parte Occhietti Rossi se la rida alle spalle di tutti e tre, che fosse per lui Milo e Camus in battaglia ci potrebbero anche crepare, e l'amore è un gioco da perditempo.

*passa tazza di the contro l'angoscia*
JudithlovesJane

Recensore Veterano
18/09/16, ore 09:36

Come previsto, che Saga balli è una pessima cosa. Pessima!
Però cos'altro avrebbe potuto fare? Se sei in ballo, devi ballare. Saga è bravo a raccontarsi scuse, a trovare giustificazioni in nome della necessità. C'era un trono vacante: e un vuoto di potere al Santuario, alla vigilia di una guerra sacra, è inammissibile. C'era un cadavere; se ne sarebbero aggiunti altri. Saga non aveva alternative, almeno nella sua mente. E allora indossa un'altra maschera, perché crede di dovere, perché è bravo a nascondersi dietro le sue maschere e le sue scuse. Me lo immagino, il giovane Saga che finge anche a se stesso di essere ciò che non è, di essere inumanamente puro, devoto, fedele, quasi divino, e che rinnega un pezzetto di se stesso. La prima maschera. Quel pezzetto ritorna. E allora la maschera di Shion è lì non solo per necessità, ma anche per nascondersi al mondo e per nascondere quel pezzetto a se stesso. Per chiamarlo (o chiamarsi, chi lo sa) L'Altro. Perché una maschera ti svincola dalle tue azioni. Ma ci vorrebbe una maschera anche per nascondere le conseguenze di quelle azioni: una maschera per tutti quelli che hai trascinato nel tuo ballo vorticoso, una maschera per quel fantasma che ti strappa la tua di maschera, ogni volta.

Bello il riferimento alle maschere delle sacerdotesse!

Recensore Veterano
17/09/16, ore 23:03

Le mazurke sono bellissime e io le adoro con tutto il cuore, però se questi sono i risultati è davvero un bene se Saga si limita a struggersi sugli adagi della musica da camera e lascia la pista ad altri. *idiozia time finito*

La maschera è un elemento ricorrente nella serie, e nel caso di Saga è quasi una definizione del suo essere. Due volti ha il suo elmo (affettuosamente noto come 'vaso da fiori' tra i fan); due volti il suo segno. Doppio è il suo spirito, come Kanon può testimoniare, il gemello che l'ha sempre conosciuto più di quanto lui stesso si conoscesse (e anche qui il doppiaggio storico ci rifila un 'angelo sul viso, demone nel cuore' che non so se trovare un colpo di genio o una pacchianata); la maschera del Grande Sacerdote è solo la più superficiale di un intero strato che il nostro travagliato eroe si porta appresso da molto tempo - almeno da quando la gente lo invocava come pari ad un dio, alla faccia del fomentare l'hybris.
E forse vorrebbe mettere una maschera a tutti gli altri proprio per sentirsi meno in colpa di tutte quelle che porta lui: ad Aphrodite una maschera, per non vedere nei suoi occhi di cielo il peso di cui l'ha caricato - il peso di un segreto.
A Milo una maschera, per non vederlo superare la tristezza per la sua mancanza - lui che di Milo era stato padre putativo - indugiando nel suo sincero amore per Camus.
E per Aiolos, una maschera. Una maschera funeraria, come quella di Agamennone, per farlo riposare in pace - che sì, ci sono ottime probabilità che l'avessero sepolto non dico con tutti i crismi, ma almeno per non far putrefare il corpo, ma quel benedetto ragazzo non è diventato un fantasma solo perché è troppo buono per infestare i templi... e non ne ha bisogno.

Troppe maschere, per un uomo solo. Non mi stupisce che abbia le rotelle fuori posto.

JudithlovesJane

Recensore Veterano
17/09/16, ore 09:51

Infatti: meglio, molto molto meglio, se Saga non balla... Per la mazurka e il galop - che sono balli in cui si dà dentro - mi preparo psicologicamente a un eccidio...

Molto adatto il notturno per Saga che va a confessarsi con la notte inclemente (così come è inclemente Saga stesso, soprattutto verso se stesso) e con la luna, bugiarda quanto lui. E la luna lo pugnala al cuore (mi immagino che lo faccia alle spalle), così come Saga vuole essere pugnalato, ma a sorpresa. Sotto tutta la malinconia notturna emerge una fine analisi piscologica del personaggio, della sua duplicità.
Così come sono duplici le fantasie lunari in questo capitolo: la fantasia di morte, di punizione, di sofferenza, di Saga; e la fantasia più sensuale, d'amore, di Milo e Camus, deliziosi, ribelli, senza pudore.
Forse anche la loro innocenza pugnala un po' al cuore Saga, come la luna.

Recensore Veterano
16/09/16, ore 22:34

Ma tu guarda, che piccoli sacrileghi. Tutta la faticaccia di arrivare fin lassù per una pomiciata spinta... E fanno pure gli sfacciati! *ridacchia bonaria*

Saga continua a struggersi, chiedendo perdono per i propri peccati sotto il cielo notturno, peccati che tanto compirà di nuovo il giorno dopo, quando si sveglierà di nuovo coi capelli grigi e gli 'occhietti rossi' (il doppiaggio storico aveva toccato una vetta altissima con quella battutina). Ma intanto, si chiede scusa per quel che si può.
E' decisamente meglio se Saga non balla (a parte il fatto che secondo me il vero ballerino tra i due è Kanon, ma son dettagli e speculazioni che esulano dal contesto), anche se il notturno gli si adatta straordinariamente bene. Sembra scritto per lui e per quella falce d'argento più sottile di un filo che lo guarda e lo pugnala, perché the moon's a harsh mistress.

Vogliamo anche parlare del fatto che, in ogni caso, un cadavere avrebbe iniziato a puzzare? Shion è superiore e tutto, ma da morto è pur sempre soggetto alla decomposizione. Non riesco ad immaginare che Saga abbia potuto lasciarlo là, esposto alle intemperie. L'avrà sicuramente sepolto in un luogo appartato al primo istante di tranquillità. Quindi apprezzo pienamente l'idea che non ci fosse una salma in cima all'Altura...

JudithlovesJane
 

Recensore Veterano
16/09/16, ore 20:12

Saga! Sono andata ad ascoltarmi il valzer: terribilmente appropriato! C'è qualcosa di cupo ed angoscioso in questo valzer. Sono cupi i pensieri di Saga: guarda due bambini crescere, volendosi bene, amandosi senza rendersene conto, e rivede lo spettro del proprio passato, le proprie responsabilità, le proprie tragedie.
L'amore di Camus e Milo è mortalmente serio perché è vero, assoluto; ma fra due ragazzini destinati alla guerra promette dolore ed una buona dose di tragedia. E infatti sappiamo come andrà a finire.
Ma l'amore di Saga adolescente è stato mortale. E non credo solo che si stia parlando di amore romantico, perché hai tirato in ballo anche Kanon, con il loro amore fraterno morboso. Ma comunque mortalmente serio e con conseguenze catastrofiche. Un'apocalisse annunciata.

Recensore Veterano
16/09/16, ore 00:43

L'amore degli adolescenti è un melodramma degno di Puccini. Se poi ci si aggiunge, a questi adolescenti con l'ormone galoppante e la giusta dose di instabilità emotiva la capacità di far fondere galassie e radere al suolo montagne 'perché sì', si ha la ricetta perfetta per il disastro.

Fortuna che Milo è un raggio di sole e più di tanti danni non fa - è troppo impegnato a struggersi dietro a Camus per far casino. E Camus stesso, che ricambia a piccoli passi, è meno rischioso ancora. Buon per Saga, che sennò avrebbe avuto una lunga serie di gatte da pelare in più di cui occuparsi. Come se le voci nella testa, gestire un Santuario sotto falso nome e non farsi scoprire non fossero già abbastanza impegnative da gestire, come questioni.

E naturalmente, nominare Saga implica ficcarci in mezzo i suoi tormenti principali: il fratello e il compagno. Sotto ai cui nomi ha vergato una condanna a morte - magari non diretta, perché Aiolos, materialmente, l'ha accoppato Shura e Kanon non è morto e se anche fosse morto sarebbe stata la marea ad ucciderlo - ma sempre una condanna a morte. Ed è una cosa di cui non riuscirà mai a perdonarsi. Ed era adolescente anche lui quando ha compiuto quei gesti (anche se basandosi sull'anime non si direbbe...). Chissà quanto di se stesso rivede nella passione istintiva e travolgente di Milo e Camus.

JudithlovesJane

P.s.: sono andata ad ascoltarmi il valzer citato e mi sono resa conto che andava annoverato nella (lunghissima) lista di musiche di cui conosco la melodia ma non il titolo, men che meno l'autore. A volte mi vergogno di me stessa.

Recensore Veterano
15/09/16, ore 17:06

"Le notti della notte"... formulazione bellissima: lo vedi quasi Camus che legge al lume di una lampada ad olio, circondato dal buio opprimente. Il passare del tempo è lunghissimo, è opprimente anche lui: lo rendi meravigliosamente bene in 100 parole, ripetendo "giorno" e "notte" e "crepuscolo".
L'addestramento di Camus fa da contraltare puntuale a quello di Milo, così come i loro maestri sembrano l'uno il negativo dell'altro, in una specie di dialogo a distanza: Sargas sempre ferito (giusto?) che accetta l'ineluttabile (siamo quello che siamo) e l'anonimo maestro di Camus, che beve amareggiato agli errori degli uomini, fossilizzato in un eterno crepuscolo.
E viene fuori anche l'esitazione del piccolo Camus, nel leggere di uomini che si dipanano come gomitoli e di dèi senza cuore che dovrà servire. Come il mondo di Milo è leggero, marino e solare, c'è gente che balla, che beve in compagnia, così il mondo di Camus è isolato, pesante, opprimente, ed il suo maestro beve forse per dimenticare.

Recensore Veterano
14/09/16, ore 23:06

L'eterno crepuscolo del Circolo Polare Artico. Dev'essere una gran batosta per l'umore, svegliarsi la mattina e andare a letto che è sempre buio e si gela sempre uguale.
E la prima immagine che mi è comparsa davanti è stata quella del piccolo Camus alle prese con un bel tomo di Tolstoj. Perché quando notavo la possanza del romanzo russo medio, mia madre soleva giustificarli dicendo 'eh, ma sai, in Russia hanno gli inverni molto lunghi, dovranno pur tenersi occupati'...
Ed è incredibile il contrappunto tra Sargas e il maestro dell'Aquario (di cui mi sfugge il nome) nel modo in cui insegnano l'umanità ai loro allievi. Mentre Milo viene incoraggiato ad immergersi nel mondo, a respirare le contraddizioni e le fragilità dell'uomo per comprenderle appieno, Camus è indotto a leggerne per distaccarsene. Come per lo studente comune sarebbe affrontare un teorema di geometria, che ti ci spacchi sopra la testa e allo stesso tempo lo odi perché ti chiedi "ma quando mai mi servirà saperlo?", il giovane Aquario impara nomi e reazioni della mente umana senza sperimentarli in prima persona, dietro il filtro di un libro e il bias del maestro dalla pesante vena misantropa. Riconosce, ma non capisce.
E adesso sappiamo da chi ha imparato l'arte di assimilare la vodka.

JudithlovesJane

Recensore Veterano
14/09/16, ore 11:08

Non sono mai stata a Milos, ma dovrò presto rimediare!
Mi piacciono i nomi di questi luoghi: la spiaggia dei pirati, Zephyria che rievoca il vento. E il tuo piccolo di giorno Milo è come il vento, come il sole; poi diventa un diamante di notte ad Adamas, il diamante. Tutta l'isola parla a Milo, lo accoglie, lo fa crescere. E Milo è acuto, saggio, maturo, nella notte, tanto quanto è un piccolo pirata di giorno. Rispecchia un po' la bilanciata doppiezza di Milo, il suo splendore e le sue ombre sono già lì nell'infanzia. E mi piace tanto Sargas il maestro, che continua il discorso di una tua drabble precedente, sul conoscere sé stessi.

P.S. Ho sempre pensato a Kanon come il "pirata" in Saint Seiya, ma mi piace che lo sia un po' anche Milo, perché a suo modo (pur così diverso da Kanon) anche Milo è un po' pirata, un pirata onorevole.