Recensioni per
Minuetto
di SherryVernet

Questa storia ha ottenuto 531 recensioni.
Positive : 531
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
01/10/16, ore 23:57

*mugola violentemente*
Povero Camus. Povero, piccolo Camus!

Effettivamente il suo stile di combattimento dovrebbe essere tra i più 'puliti' nel gruppo - lui non sfracella la gente facendo esplodere gli atomi, né li dissangua a suon di punture; lui congela, rinchiude in bare di ghiaccio. E l'ipotermia, l'immobilità dello Zero Assoluto, sono un modo rapido ed indolore di morire, no?
No. Certo che no, sennò che gusto ci sarebbe?
L'acqua delle cellule, gelando, si espande e le spacca da dentro; il congelamento non è abbastanza rapido, l'avversario lotta. Tante cose possono andare storte, se hai sette anni ed è la prima volta che i tuoi colpi vanno a distruggere una vita, invece che un muro di ghiaccio da qualche parte in Siberia.
E ha paura, Camus, di quel sangue che gli macchia le mani, che nemmeno i suoi fiocchi di neve riescono a lavare via.
E allora vai da chi il sangue lo conosce, è abituato ad averci a che fare da sempre - vai dal tuo migliore amico. Vai da Milo, che ha ucciso prima di te e conosce ciò che stai passando.
Milo, da vero amico, lo consola. In modo dolcissimo, fra l'altro. <3

Oddio, lo smalto! Sarà che son stata battezzata dall'anime, per me Camus con lo smalto è... difficile da accettare! X°D
JudithlovesJane

Recensore Veterano
01/10/16, ore 16:29

Se non fosse che l'ideale è alto e si ha a che fare con poteri soprannaturali, qualcuno avrebbe potuto contemplare di denunciare il Santuario per sfruttamento dei bambini soldato... o direttamente Kurumada, visto che è venuto in mente a lui di ficcare dei bambini ad un'età in cui si crede ancora a Babbo Natale in un'armatura di oro massiccio e a capo di un 'esercito'. Quell'uomo ha dei seri problemi nello stabilire delle cronologie plausibili...

Chi non ama i Gold da bambini? Chi non ama MILO da bambino? Coi ricciolini e il sorriso senza un dente e l'argento vivo nelle vene (l'ho sempre immaginato come vagamente iperattivo)? <3 <3
Uccidere non è una cosa facile - anzi, forse è una delle cose più difficili che un essere umano possa fare. Figurati a sei anni, con tutta l'incoscienza di chi ha vissuto troppo poco. Chissà, forse Milo non aveva ancora idea di cosa potesse fare il suo attacco su un uomo (posso immaginare che Sargas l'abbia fatto allenare su degli animali?)... e guardare negli occhi chi muore in preda ad atroci sofferenze non dev'essere stato facile.
Ha ucciso anche una parte di sè, insieme alla sua prima vittima. Ha ucciso un pezzo della sua anima, per voler citare Harry Potter - con la differenza che Milo di un Horcrux non se ne fa una mazza, e lo amiamo molto per questo.

Non sentirti una brutta persona, suvvia, non lo sei! :3
JudithlovesJane

Recensore Veterano
30/09/16, ore 22:27

Carissima, continua a non avere vergogna. Per favore. Perché i tuoi bambini insozzati di sangue sono sempre di una potenza inaudita, toccano qualche corda profonda. Come questa drabble.
La prima volta. Uccidere per la prima volta. È facile. E questo fa orrore a Milo, perché Milo è saggio più dei suoi anni, Milo è stato educato bene. Milo riconosce se stesso negli occhi della sua vittima (mi fa pensare a una scena in "La guerra di Troia non si farà"). Prova orrore. E allora, bambino che è diventato uomo, ma che ha pur sempre sei anni, va dal suo amico, magari per dimenticare questa nuova amarezza, questo nuovo veleno. Torna a testa alta, ma ha bisogno di essere accolto prima che di andare a fare rapporto, come un adulto: un attimo di tenerezza da bimbi, prima di tornare al dovere. Camus lo capisce, lo aspetta, lo prende per mano. E quel prendere il suo amico per mano è un gesto di una semplicità meravigliosa, di una bellezza infinita, come sanno esserlo i bambini. E allora il titolo prende un significato più profondo, più complesso. Come quel darsi la mano.

Recensore Veterano
30/09/16, ore 22:15
Cap. 1:

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
"Minuetto" è una raccolta di pregio e di qualità estreme, non soltanto come fanfic, ma anche come produzione letteraria tout court. Ogni capitolo e l'antologia nel suo insieme sono di una bellezza che tocca nel profondo.
La struttura della raccolta è intrigante e originale: ispirata dal tema eponimo del minuetto, l'autrice alterna drabble che seguono nel titolo e nel tema che li anima i passi canonici di questa danza, portando il lettore per mano, come insegnandogli il ballo; ad altre drabble che riprendono famosi movimenti musicali, celeberrimi pezzi da ballo di coppia, anche articolati in gruppi di più ampio respiro.
Questa scelta strutturale dà alla raccolta una grande coerenza compositiva e di sviluppo, cui si aggiunge lo stile di scrittura estremamente elegante e raffinato in ogni drabble. È uno stile prezioso senza mai scadere nello stucchevole, ogni parola è scelta con cura, ogni capitolo è una meraviglia stilistica, quasi poetica - che tocca talvolta il virtuosismo, al punto che il lettore può ascoltare nell'andare della prosa la musica che ispira ognuno di questi piccoli componimenti.
Inoltre, i personaggi, rimanendo fedeli all'originale, sono presentati con cura, con profondità di analisi ed incredibile delicatezza: il lettore assiste alla loro crescita, alla loro maturazione, condivide il loro punto di vista, è messo a parte dei loro sentimenti, della loro intimità, il tutto con un tocco delicato, sublimato. Si ha la sensazione di sbirciare nella vita, nel cuore, di questi giovani uomini, senza essere guardoni. E, nonostante la storia sia incentrata su Camus e Milo, in coppia e singolarmente presi, si mantiene un respiro corale: altri personaggi entrano in scena, hanno il proprio spazio e il proprio punto ti vista, il che dà alla raccolta un respiro corale, realistico e maturo, perché l'amore non si dà nell'isolamento.
Nel complesso, si passa da una drabble all'altra attraverso una miriade di sentimenti e condizioni dell'anima dipinti vividamente: si va dalla malinconia, alla tenerezza, alla passione, l'amicizia, l'amore, la malinconia, in punta di piedi, come da un giro di danza all'altro. Non mancano poi sezioni ironiche e comiche, costruite con eleganza e raffinata ironia (cito ad esempio "Bourrée anglaise").
Continuo a rileggere questa raccolta scoprendovi nuovi pregi e temo di non essere riuscita ad elencarli tutti qui; devo ancora trovarvi un difetto!
Dunque, la segnalo con grande convinzione.

Recensore Veterano
29/09/16, ore 23:14

Eccolo qua, l'infame pugno allo stomaco.
Il pulcino e la principessa sono tornati, ma questa non è una fiaba a lieto fine. La principessa è venuta a prendersi il trono che le è stato rubato e il Cigno del gelo l'accompagna. Un cigno che per poter volare definitivamente deve attraversare delle prove - prove che lo renderanno un uomo, ma che uccideranno il maestro.
E tocca a Milo, il sopravvissuto, raccogliere i cocci. Cocci che tagliano, e feriscono, ma nulla fa più male del cuore che brucia. Nulla fa più male di scoprire di essere stato dalla parte sbagliata della barricata e questo ti ha costato la persona che amavi. E non resta che ingoiare, resistere, e piegare il ginocchio, perché la principessina è la tua regina e il Cigno è un tuo compagno, che per Camus era un figlio.

*passa champagne per festeggiare la riuscita dell'impresa*
JudithlovesJane

Recensore Veterano
29/09/16, ore 21:33

Rieccoti! Felice di saperti ancora fra noi! :)
Che bella l'immagine della rugiada su una ragnatela: dà allo stesso tempo un senso di precarietà e di prigionia. Questo incantesimo è angoscioso, soffocante, l'attesa dell'invasore. Che alla fine arriva. E finisce male.
Camus, maestro e padre, insegna la lezione dimostrando come lui stesso non è riuscito ad impararla, come quell'allievo/figlio proprio non può ammazzarlo. È un'interpretazione struggente dello scontro all'undicesima casa, che mi convince. E Milo, Milo che credeva di averlo già iniziato Hyoga, non può che nutrire un pizzico di rancore... Rimane fedele, rimane ligio, rimane devoto alla dea che ha giurato di servire, ma è un poco avvelenato in fondo al cuore. Ed è umano. Per lui l'incantesimo non finisce. Povero Milo!

Recensore Veterano
26/09/16, ore 17:20

Poveri cuccioli.

La prima impressione è stata questa, dopo aver letto. Camus soffre, come un padre che si vede sfuggire di mano la vita e le persone che ama - i suoi allievi/figli. Uno l'ha perduto tra i ghiacci, senza nemmeno avere un cadavere su cui piangere (per inciso, la mia esistenza si illumina ogni volta che qualcuno scrive un 'tutti-tornano-in-vita' in cui Isaak torna da Hyoga e Camus, mi sembrava opportuno dirlo) e ora Hyoga, il pulcino che non ritorna dal primo volo, che ha "tradito", sicuramente sobillato dalla bimbetta vestita da torta (cit. Milo in modalità pettegola), e si chiederà 'ma che ho fatto di sbagliato a questo mondo?'

E Milo è il partner che sta a guardare, che fa quel che può per alleviare la sofferenza di chi ama, vorrebbe far di più ma di più non può materialmente fare, guarda le stelle che chiamano la guerra, come i tamburi dei Nativi. E allora fa quel che può, veglia e protegge, promette e stringe. "Lo salveremo", ripete in continuazione. 
Quando invece sarà Hyoga a portar loro la salvezza, anche se verrà con il prezzo del sangue e della morte.

Forza e coraggio, cara! 
JudithlovesJane

Recensore Veterano
25/09/16, ore 21:54

Sì! Un nuovo capitoletto! Non sai quanto ne avessi bisogno, dopo quarantotto ore di fila in laboratorio... Nel weekend. Questo perché era la settimana internazionale dei postdoc... Non ho più l'età per dormire in sacco a pelo; quindi stasera io, al contrario di Milo, vado a nanna presto, altro che vegliare. Anche se se c'avessi Camus qua.... Ma sto divagando! Prima di inviarti minacciosamente a lavorare, ti devo dire quanto mi stia piacendo questa danza e quanta inquietudine mi stia mettendo! Mi ha stretto il cuore quel riferimento a Isaac, che Camus non ha potuto neanche seppellire, come se sperasse di poterli almeno seppellire, i suoi allievi, se non fossero sopravvissuti... Ed ora Hyoga ha tradito, se Hyoga morisse gli sarebbe riservata l'infamia del traditore. Camus vuole ancora che viva e si preoccupa. E' tanto paterno, tanto umano, questo Camus. E Milo è così leale, così fedele: in un qualche modo faranno, del resto non gli importa.
Ed ora va' a lavorare! Ché prima finisci, prima puoi tornare a produrre a tempo pieno ed io posso leggerti!

Recensore Veterano
24/09/16, ore 14:29

*gioisce per la nuova dose di Schiaccianoci*
Effettivamente la danza della fata confetto ha un certo che - sarà il modo in sordina con cui inizia, e poi la melodia argentina che comincia come un carillon aperto senza preavviso e richiuso in modo altrettanto improvviso... in un certo si adegua bene alla situazione che dipingi.

La melodia principale, argentina, il carillon giocoso, è la voce di Milo, rassicurante. La bimbetta con il vestitino da torta nuziale e troppo sfoggio di gioielli per la sua età non è una minaccia, è solo una bambolina capricciosa a cui nessuno ha mai detto di no, e che sta soddisfando un vezzo personale - veder combattere dei ragazzi per un premio che lei ha messo in palio, forse fantoccio di se stessa... come le principesse medievali che sceglievano lo sposo tra i nobili cavalieri giunti per giostrare di fronte al re.
Gli archi pizzicati di sottofondo, dal suono basso, cupo, come dei passi in un corridoio buio, sono le preoccupazioni di Camus: una Gold Cloth perduta che riappare dal nulla e promessa al vincitore come un sacco di gettoni d'oro; ragazzini cresciuti ed addestrati con fatica dal Santuario che si muovono in massa per partecipare a quella giostra moderna che per loro dovrebbe essere fonte di imbarazzo e ludibrio - usare le Armature per combattere per un premio e per il divertimento di una folla, manco fossero gladiatori o schiavi!
E Hyoga che non torna. La spia che non si fa sentire, il risolutore che non risolve.

Col senno di poi sappiamo che l'istinto dell'Aquario aveva ragione.

*porge uno cherry d'incoraggiamento*
JudithlovesJane

Recensore Veterano
23/09/16, ore 22:59

Ohoh! Un nuovo capitolo a sorpresa! La danza della fata confetto mette inquietudine anche a me: quel tintinnare di campanellini mi dà un brivido lungo la schiena e quasi quasi mi fa stare dalla parte del re topo.
Azzeccatissima la scelta di Saori, bambinetta, nei panni della fata confetto, fosse anche solo per come si veste! XD
E che bello Milo che prova ad addurre argomenti ragionevoli... E lo sono, sono argomenti ragionevolissimi, il problema è che questa volta ha torto, perché tutta questa storia è assolutamente un gran casotto completamente irragionevole.
E Camus, padre-maestro, si preoccupa, vede che la situazione è seria, molto più seria di quello che si possa pensare a prima vista: quella bambina ha un'armatura d'oro (e loro non sanno bene come), quella bambina ha attratto una schiera di cavalieri freschi freschi di nomina. Probabilmente anche Milo se ne rende conto, ma tenta di far calmare Camus, che è preoccupato perché Hyoga (pulcino!) non torna, ed è già sul piede di guerra. C'è tensione e attesa nell'aria...

Ma la tensione e l'attesa vanno bene nella finzione: tu, signorina, calma e sangue freddo!

Recensore Veterano
22/09/16, ore 17:22

Sì! Avevo ragione su chi fosse il maestro di Camus! Vabbè, era facile, mi risponderai tu... Ma io sono contenta lo stesso!
E' bello che entrambi rifuggano la quiete, che vadano ad allenarsi nel furore della tormenta per la consolazione di sentire il movimento attorno. Probabilmente, una volta diventato a sua volta maestro, Camus non potrà farlo con Hyoga, perché Camus è un bambino dorato, con un talento innato che non può essere comparato con lo sforzo che dovrà matterci Hyoga per raggiungere il maestro. E superarlo. Ma lì è la morale dello shonen: con la testaccia dura puoi fare tutto e superare ogni limite. No, Camus è delicato, è perfetto nella sua esecuzione così come è perfetto nella sua esitazione: ed ho l'impressione che non sia tanto perché non possa arrivare allo zero assoluto, ma per una sorta di horror vacui. Bellissima la tua trattazione dello zero assoluto come assoluta quiete, assoluto annullamento. Dà il senso du quanto sia potenzialmente tremendo il potere dei cavalieri di ghiaccio e riprende i temi che hai introdotto nelle altre drabbles su questi due. Mi piacciono questo allievo e il suo maestro, così come mi piacciono Milo e Sargas. Lo scambio di battute finali riassume un po' tutto quello che Camus è: non è pronto a sacrificare nient'altro che se stesso, non sarà pronto a sacrificare Hyoga. Ma nel suo tentativo di salvare Hyoga, di farlo maturare, alla fine sacrificherà anche il cuore di Milo con la propria vita, senza saperlo. Ha ragione Bàn, che ne ha viste tante e probabilmente le ha vissute sulla propria pelle: non è mai abbastanza.

Recensore Master
22/09/16, ore 12:40

Raccolta splendida e curata .. Milo e Camus e i loro maestri e tanto altro.. La passione e il cuore altrove. Ogni drabble è un incanto, si passa dal malinconico alla tenerezza in punta di piedi.. Complimenti e alla prossima Jane

Recensore Veterano
21/09/16, ore 22:13

E ora anche il nome del maestro di Camus appare!

Eh, ma allora anche il nostro pel di carota ballava nel ghiaccio, e io che prendevo sempre per i fondelli il povero Hyoga... 
L'allievo, si può dire, pecca di prudenza, come sempre i neofiti in una qualsivoglia disciplina - non ritenendosi esperti, si cerca sempre di non sgarrare troppo, di non lanciarsi in un'inventiva che potrebbe risultare fatale.
Il maestro, invece, domina il proprio potere quasi senza pensarci (e da quel poco che ho colto ne La Rosa dei Venti il signor Bàn ne ha avuto di tempo per perfezionarsi) e vuole portare l'allievo a fare altrettanto, perché quando si combatte per Athena non si può star lì a controllare di non sgarrare, perché rallentare lo slancio della battaglia potrebbe essere più letale che perdere il controllo.
Sacrificare se stessi non basta, Bàn lo sa. Camus spera di non doverlo mai imparare.

Consolati pensando che Rhadamanthys in cuor suo approva del metodo di ricatto dei tuoi amici. E Camus, da francese, conosce la forza dell'ira dei francesi... tutto questo per dire che non hai motivo di scusarti, fa' ciò che devi e sta' tranquilla! Noi intanto ci prendiamo una pausa dalla pista, si va al rinfresco e si riposano i piedi! :)

JudithlovesJane

Recensore Veterano
21/09/16, ore 08:52

Mi piace molto come nell'educazione di Milo traspaia sempre un senso classico di misura, di moderazione, anche quando il bimbetto tutto felice fa i bagnetti nel sangue. E sono un'immagine così classica il maestro e l'allievo che passeggiano per le campagne, come filosofi antichi. Milo che saltella dimostrando teoremi è di una tenerezza assurda. C'è complicità fra questi due: Sargas, più che un padre sostitutivo, mi sembra una sorta di fratello maggiore per il piccolo Milo. E' pedagogo, certo, ma c'è una comunanza di sentire, un'affinità nello sguardo, una comprensione profonda che va in entrambe le direzioni. E allora si siedono al sole sulle rocce bianche e pensano tutt'e due alla neve.

Recensore Veterano
20/09/16, ore 22:12

E io accolgo volentierissimo la nuova lettera d'amore a Milos. <3

Milo che recita i retori mi fa venire in mente quando s'aveva da tradurre Lisia, Isocrate e Demostene - Isocrate mi sta ancora sullo stomaco, lo arerei - e me lo immagino, bimbo malizioso, a ridere della difesa del marito cornificato che uccise l'amante della moglie! XD
Dolce l'immagine del maestro e dell'allievo che si scambiano la conoscenza passeggiando, come usavano i filosofi d'un tempo, quasi due novelli Aristotele e Alessandro. E a me risale in mente Il Vecchio e il Bambino di Guccini, con l'anziano in uno scenario apocalittico che racconta di tempi migliori, e il bambino che chiede "raccontane altre"...
Ce lo vedo Milo, a chiedere altre storie, altre saggezze, seduto su quelle rocce bianche come la neve, sopra ad un mare che ha il colore dei suoi occhi. E Sargas che lo accontenta, sia mai che il fiume di parole aiuti a rallentare quello del sangue dalla ferita.
*si distende sui sassi a far lo scorpioncino con gli altri due*

JudithlovesJane