Recensioni per
Minuetto
di SherryVernet

Questa storia ha ottenuto 531 recensioni.
Positive : 531
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
12/12/16, ore 11:35

Giustamente si chiude sul pezzo in cui si sente il desiderio insieme, l'uno nell'altro, l'uno per l'altro. E a me torna in mente un'altra scena al bagno che hai scritto altrove, per contrapposizione: lì era quasi un rituale, non c'era niente di sensuale nel lavarsi né nella nudità. Qui no, qui nel fare le solite cose all'improvviso irrompe una consapevolezza nuova del corpo e di quello che il corpo vuole.
Questi ragazzini sono tanto amici e restano tali. Non si prova imbarazzo con gli amici, ma il terrore è innegabile. Che terrore è? Del desiderio proprio? Di quello dell'altro? Bellissimo questo tuo piccolo studio del riconoscimento del desiderio, che è presentato come naturale e terrificante.
No, non ha senso negare. Nell'esitazione del chiedersi consiglio, nella ripetizione del come sempre, c'è qualcosa di rassicurante: capiamo anche noi che le cose non devono cambiare, che anche con questa cosa nuova si rimarrà amici come sempre. Tenendosi per mano fa un po' meno paura.

Recensore Veterano
11/12/16, ore 22:51

Ehhh, la doccia... luogo di perversione giovanile come pochi altri!

E niente, la guerra va infilata da qualche parte, non c'è verso. Sono probabilmente coperti di sangue, fango e chissà cos'altro, e che vuoi fare se non lavarti? E coi capelli lunghi che si ritrovano, riuscire a lavarsi la schiena è una faticaccia, soprattutto là in mezzo dove non riesci ad arrivare né da sotto né da sopra, quindi ti fai aiutare, che sarà mai...?
Eh, col cavolo che sarà mai!

M'immagino il terrore nei loro occhi quando si sono accorti della situazione, e il pensiero 'ZeusOlimpiofachenonseneaccorga!' che comincia a frullare nei loro cervellini... 
...almeno finché non riconoscono quel terrore negli occhi dell'altro. E si sa, mal comune mezzo gaudio.
A quel punto non c'è più bisogno di aver paura, perché il loro migliore amico è nella stessa situazione, e qualunque cosa sia, la si affronta insieme.
Che poi la affronteranno a letto è un altro discorso...

JudithlovesJane
 

Recensore Master
11/12/16, ore 22:08

Salute e onore a Te e DM nel completare la cronistoria del desiderio che da monocorde diventa duale, due anime in un solo corpo .. Citando Alessandro Magno e Efestione, ecco i nostri due che diventano una sola carne e spirito .. Le mani tese e unite, le falangi congiunte, un intimo contatto, carnale come il resto .. A biennot Jane

Recensore Master
11/12/16, ore 17:02

E la pioggia cade .. Sui due ragazzi e CAM è percorso dalla prima stilla di desiderio per la prima volta.. Bello e potente nella sua innocente sensualità. Baci J@_@

Recensore Master
11/12/16, ore 17:00

Le mani come farfalle.. Un movimento ballerino sulle note di una prima volta e i rossi capelli di Camus ..che sussurra ai venti e ai flutti.. Un Borgogna ci sta bene salute jq a Te e DM porge i suoi omaggi..

Recensore Master
11/12/16, ore 14:45

Camus che percepisce il desiderio per la prima volta come un fastidio, un qualcosa che tira ma non si spezza, che si tende fino allo spasimo, e lui sta lì a dire eh che cavolo, rompiti, smollati, muoviti per Atena, ma quella NIENTE.
Sta lì, lo attacca come una calamita a Milo, fino ad un minuto prima amico e punto fermo, e ora invece essere meravoglioso, da scoprire, e che fa paura.
E' la cosa più canon che abbia mai letto in questa raccolta, sappilo XD
E niente, io non dovrei stare qua a sciogliermi con i bimbini frementi di giovinezza che si fugge tutta via, che c'ho da studiare.
Ma tu mi tiri fuori queste perle!
Bye!

Recensore Veterano
10/12/16, ore 22:10

Il contrappunto fra questi due è delizioso. Ancor più se i due non stanno uccidendo parallelamente. Milo ha scoperto il desiderio come uno stordimento, un fuoco. Per Camus è una tensione, un fastidio. La sensazione di qualcosa che si tira dentro ed è sul punto di rompersi. Un'inquietudine. E lo vedo Camus teso e nervoso, che tenta di capire che cosa stia succedendo, che cosa ci sia di diverso in questa sera di pioggia, come tante, normalissima. Poi un Milo, normalissimo, come al solito, come sempre ogni tanto lo guarda, sorride e allora Camus capisce
"con tutta la smania che prende il violino per l'archetto".
La tensione resta, ma trova la sua direzione, ciò a cui tende. Ed è una chiusura bellissima.

Recensore Veterano
10/12/16, ore 21:30

Ma cara, tu sei mille volte più simpatica di Trenitalia!

Mi ha fatta sogghignare il fatto che per Camus sia stato più un lieve fastidio, un'improvvisa tensione nervosa; come quando durante una giornata (o lezione) particolarmente noiosa o frustrante ti parte il tic alla gamba perché l'unica cosa che vuoi è alzarti e andartene... o, ancora peggio, quando ti viene il prurito sulla pianta del piede e NON PUOI GRATTARTI perché hai le scarpe addosso!
Eppure Milo, meravigliosa creatura (cit.), non ha fatto niente di diverso dal solito, a parte essere Bello Bello in Modo Assurdo anche quando legge in silenzio e ogni tanto alza gli occhi per sorridergli... <3

Possiamo sperare che la normalità dei fanciulli rimanga ancora per un po'?
JudithlovesJane

Recensore Master
10/12/16, ore 11:21

Io delle tue prime volte c'ho paura.
Seriamente.
Finora sono state solo un mare di sangue, angst e violazione di diritti minorili e umani in generale quindi BOH.
Io aspetto e prego che non mi tiri fuori un'altra drabble che mi farà perdere la fiducia nell'intero globo terraqueo.
Detto questo, MILINOOO MIOOOOO <3 Niente, i saint bambini sono da "protect at all cost" e non posso fare a meno di farmi salire la voglia di spupazzarli da mane a sera.
Oh, com'è carino! La prima volta che sente il desiderio, che è una cosa da adulti, e gli fa paura.
Milo si rende conto di star crescendo ed è confuso: sente solo il ronzio delle api e nella sua testa si forma un vero e proprio alveare di pensieri.
Che fare? Che dire? Saltare addosso a Camus o no? Questo è il dilemma XD
Mi aspetta una settimana infernale tra esami e laboratori quindi fammi un favore: non mi scrivere cose tristi TT_TT
Bye!

p.s. io comunque propongo altri giri di drabble con la Camilo vista da altri punti di vista. Da quello di una certa capra vicina di casa del primo, magari? ;) io la butto lì, eh...

p.s. del p.s ho sognato Shaka che balla. Maledetta Bollywood! 

Recensore Veterano
09/12/16, ore 22:32

Ho letto il titolo ed iniziavo a prepararmi ai fiumi di sangue che solitamente accompagnano questi tuoi darsi la mano. E invece sono stata piacevolmente sorpresa: stavolta niente uccisioni in battaglia, niente omicidi a sangue freddo. Ma il desiderio. E la prima volta che il desiderio arriva può essere altrettanto spiazzante. Terrificante. Milo non capisce, non lo sa che cos'è quella tensione che lo coglie. C'è un che di guerresco nella descrizione di questo fuoco che ghermisce Milo. E lo stordimento.
È una scenetta così delicata e così quotidiana, che descrive un sentimento nuovo, fisico violento, ma lo fa con una dolcezza che scorre. Come il mormorio del fiume.

Recensore Veterano
09/12/16, ore 22:24

Occhebello, finalmente i nostri fanciullini che vivono una prima volta normale!

Camus è lì che parla, tranquillo, magari sta pure borbottando mentre guarda il fiume, e Milo, all'improvviso... bum.
Gli pare di aver fame, ma gli bolle il sangue. Ha le gambe che gli tremano per la tensione, manco dovesse alzarsi per correre, però non capisce che traguardo ha tanta ansia - fame, voglia - di raggiungere.
E le parole del suo amico diventano un ronzio indistinto, perché la sua attenzione è rivolta altrove - al suo profilo? A come la luce si appoggia sui capelli rossi di Cam? Chi lo sa... 
La prima volta non si scorda mai, foss'anche solo per la confusione che ti lascia addosso.

JudithlovesJane

Recensore Master
09/12/16, ore 14:14

Cala la notte e persino i tribunali devono chiudere.
Che poi ci si porti il lavoro a casa, è già un'altra storia.
La sentenza emessa, e se no, l'udienza è rinviata, ma ci si penserà domattina.
Radamante torna mesto in appartamenti più caldi, ma non meno scuri, non meno fumosi, degli Inferi. In una Londra caotica e indifferente, va a cercare tranquillità al Parco dell'Eterno Fanciullo.
Non la trova: è il sorriso beffardo del più indisciplinato dei figli che lo accoglie, come a ricordargli, a ribadirgli, che in serbo per lui c'è un destino inaspettato, un vero e proprio pasticcio.
Un sorriso che lo scuoterà nel profondo, e non gli lascerà tregua.
Non si può rifigiare neppure in ricordi o rimpianti dei tempi antichi: gli occhi dell'amata che fu non possono riscaldarlo.
Una notte che è un'enigma, una pratica archiviata che non chiude i conti in tavola.
Ma la guerra arriva, arriva presto, e allora anche il Giudice finirà per vedere annientati tutti i suoi dubbi...e le sue speranze.

* 101...la Carica, la Caricaaaa! I cucccioooliiiii!* X'''D

Recensore Master
09/12/16, ore 09:55

Il diritto penale non condanna il foro interiore che non si sia estrinsecato in azioni o atti preparatori.. Il diritto canonico sì... Rada a quale giurisdizione appartiene? Battute a parte capitolo molto bello... Le cause te le porti a casa non stacchi.mai davvero... E non tutti hanno Peter Pan a fare un saluto.. PS ho appreso che ne avremo ancora per molto... Bello sono lieta di controfirmare e apporre il placet su tale dichiarazione volitiva J

Recensore Master
09/12/16, ore 00:13

con gli occhi scuri dei nostri rimpianti, di quello che ci affonda la coscienza, e che nessuno potrà giudicare.

Talvolta si prende la strada più lunga, sì, ché la testa ha da snebbiarsi e lasciarsi alle spalle la giornataccia che c'è capitata tra capo e collo in ufficio, all'università, con gli amici. Decompressione, la chiamano; io allungavo parecchio, quando uscivo dall'ufficio e mi fa piacere vedere che anche Rhadamanthys, alla fine della fiera, è umano come la sottoscritta. Sì, qui non è più un Giudice infernale. Non solo, almeno. Ha lasciato la toga appesa al chiodo dietro la porta del suo ufficio (o qualcosa di meno prosaico e più epico. Sentiti libera di usare la tua immaginazione come meglio credi e lasciala galoppare.) e vuole solo togliersi di dosso l'olezzo dei morti e il suono dei loro lamenti, cose che assomigliano in maniera inquietante al trillo del telefono e all'odore di medicinale che aleggiava in studio.
Va beh. Si diceva?
Sì, Rhadamanthys.
Rhadamanthys che torna a casa e s'interroga - s'ingarella, come diciamo nell'Urbe - sul caso del giorno. I Santi di Athena. E me lo vedo, a cercare di acchiappare un bandolo che occhieggia da una matassa ingarbugliata.
Poi.
I rimpianti, le nostre colpe, quelle che nessuno potrà mai giudicare.
Perché, come diceva Giovenale,
« Pone seram, cohibe, sed quis custodiet ipsos custodes? Cauta est et ab illis incipit uxor. »
Eh. Chi giudica un Giudice?
Che suona un po' come "Chi controlla il controllore"?
La risposta qual è? Nessuno, dovrebbe essere, perché è ridicolo che un controllore, un garante di qualche tipo, abbia egli stesso bisogno del garante. E invece, sì, ché tutto sommato siamo fallaci, pur non essendo più né vivi né morti, e qualcuno che ti sta dicendo che hai fatto una solenne stronzata serve sempre. Oh, se serve.
Ma è anche vero che chi giudica con severità il prossimo, spesso è incline a spaccare il capello in quattro, quando si tratta di giudicare se stesso.


P.S.: ora, io ho grossi problemi con la matematica e non ho paura ad ammetterlo. Per me, tutto ciò che si discosta dall'uso pratico che se ne fa dei numeri è assimilabile al Male Puro, con buona pace di ogni speculazione filosofica e del tuo Aphrodite.
Sicché, avevi detto che ci sarebbero stati cento balli, giusto?
Adesso leggo che invece no, ce ne saranno altri. E questo, oltre che a farmi contenta, mi porta a chiederti non tanto quanti saranno - ché è sempre una domanda sgarbata, il voler porre un limite all'estro di chi scrive - ma se, per caso, tu abbia cambiato idea e non abbia deciso di procedere ad oltranza. Il che, non guasterebbe e ci toglierebbe il tic-tac tic-tac del conto alla rovescia, che, per carità, aggiunge un sottile retrogusto amaro al tutto e ti fa godere al meglio la raccolta, ma, dopo un po', mi monta dentro un ansia che nemmeno Capitan Uncino col coccodrillo!

(No, ma tranquilla. Mettile due virgole due...)

Recensore Veterano
08/12/16, ore 22:45

Dopo una lunga giornata al lavoro, molti di noi hanno bisogno di prendersi un detour, per far prendere aria alla testa e cercare di non portarci il lavoro sino in casa. Ancor più se uno ha l'ufficio all'inferno. Specialmente dopo una notte come questa. Evvabbè che Rhada non è né vivo né morto, ma la sera a casa deve tornarci anche lui. Però stasera i pensieri non si disperdono per strada, perché il suo sesto senso ha ragione: sarà anche un caso archiviato, ma c'è un conto in sospeso, un meccanismo in moto. Cinque ragazzini e qualcuno un po' più cresciuto verranno a riscuotere. Presto. Intanto Peter Pan lo prende quasi in giro, con il sorriso che sarà il sorriso di Kanon. Ma questo Rhadamantis ancora non lo sa.