Recensioni per
Minuetto
di SherryVernet
Wow, che cambio di scena! La continuità qui è tutta per contrasto. La polka di prima era un giorno di posta, un giorno a parlare, in compagnia, in famiglia. Ma ci sono tanti giorni ad intervallare quelli di posta, quelli con le scuse per partire. C'è l'angoscia dell'assenza in quei giorni, i ricordi di baci che sono come fantasmi, e poi il sangue, gli assassini. Questo tango moderno è scelto bene, dà un senso di prigionia. Allora i pensieri vagano e Milo pensa a Saga, che forse se ne è andato, forse è in missione da anni, chi lo sa. Ma il tango è anche sensuale e Camus arriva, alla sera, richiamando Milo all'ordine, al dovere. Camus si impone e scaccia via quei pensieri cupi e il senso di prigionia con un altro laccio intorno al cuore e sensuale. |
*si raggomitola in un grumo di coperte e tanto amore* |
Confermo e ribadisco i miei elogi.. Riassumere Milo e Camus con la sua nidiata.. Splendida. Jane |
Non c'è niente da fare: mi piace il tuo Milo, come lo racconti, Milo bravo un po' in tutto, ma a uccidere e a raccontar storie in particolare, e che a fine serata si accoccola contro le gambe di Camus per starlo a sentire. Mi piace come racconti un po' tutto, a dir la verità: con un niente, metti in scena dinamiche complesse, relazioni sottili fra questi personaggi. E non vale solo per Milo e Camus, ma anche tutti gli ospiti che compaiono nei vari capitoli. In questo caso, Isaac e Hyoga. |
Questa raccolta è talmente ambiziosa che mi fa quasi paura. Complimenti per la dedizione! |
Ma quanto sono teneri tutti?! Nel modo migliore, non sdolcinato. Hyoga che risucchia affetto dove può, come una spugna, cercando di non farlo notare. E Isaac che gonfia le piume! Avrà ragione Milo? |
Dohko aspettava: una nuova guerra e la posta; la posta arrivava più spesso. |
La Trisch-Trasch Polka... LA TRISCH-TRASCH POLKA! *_____* |
Milo è dolcissimo, sia che stermini eserciti da bambino, sia che faccia compagnia a un vecchietto inchiodato davanti ad una cascata, che capendo conceda un po' di tempo all'anziano Libra. Parla, Milo, parla, e Dohko ha bisogno di ascoltare. |
MY ALCOLIZZATI PREFERITI ARE BACK! *_____* *lancia tappi di sughero in giro* |
Un attimo, donna, ora devi spiegarmi una cosa: questi due hanno continuato ad incontrarsi per bere, al punto che il vivernone ci ha fatto il callo (sul fegato) e che Milo e Kanon hanno raggiunto uno stato di pacifica rassegnazione? Non che Milo abbia di che lamentarsi... Che carino che è Camus alticcio che torna a casa appoggiandosi a lui: un languido ubriacone! Ed io avrei voluto esserci, a tutte quelle altre bevute... |
Ahahah, fantastico questo! |
Oh cari. <3 |
A questo punto non so davvero cosa dirti, perché c'è tanta devastazione, tanto orrore, un senso di "fanno la guerra e la chiamano pace" in questo capitolo, ed il lettore dovrebbe, vorrebbe, rimanere con quel senso di fango e di sangue. Con quel senso di vergogna quasi, perché Milo e Camus, ad uccidere, c'hanno preso la mano: Milo sembra aver fermato la pietà, non al punto da prenderci anche gusto, ma quasi; Camus ancora si congela dentro, ma forse è l'unico modo. È la prima volta che entrambi vedono l'altro, l'amico, uccidere qualcuno, forse al punto più basso che si possa raggiungere. Non metti l'enfasi sulla battaglia, sul difendere, ma sull'uccidere, quindi è giusto che sia così. Però, invece di lasciarci con la devastazione, ci dai tanta dolcezza: Camus, abituatosi al sangue, pulisce il naso di Milo, in un gesto dolcissimo di accettazione; Milo gli è grato, si aggrappa alla sua mano (o lascia che sia Camus ad aggrapparsi?), e il suo sorriso lo riscalda laddove Camus si è congelato da solo. Ed io ripenso alla prima drabble di Camus col maestro che gli dice di proteggere il calore, di non congelare... |
E il contrappunto di Camus non delude. |