Recensioni per
Minuetto
di SherryVernet

Questa storia ha ottenuto 531 recensioni.
Positive : 531
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
25/10/16, ore 22:32

*stilettata al cuore*
Dannata frase finale.

E' bello, questo Camus nostalgico che sogna. Che immagina un tempo idilliaco in cui la città che gli è rimasta nell'anima e l'uomo che possiede il suo cuore sono insieme, fatti della stessa luce. E anche oltre, nella terra che gli ha dato i natali - che è dentro di lui anche se non ha fatto in tempo a viverla.
E' bellissimo e per questo fa ancora più male pensare che questo è solo una mera illusione. ç__ç

Io che a Parigi non ci sono mai stata assorbo e prendo nota.
JudithlovesJane

Recensore Master
25/10/16, ore 21:57

I love Paris and your drabbles are perfect, wonderful, full of grace.. I learned a lot of things, reading them.. Kisses J

Recensore Veterano
24/10/16, ore 23:03

Nord Ovest, quindi bretone? So che suono ignorante come una capra, ma senza una cartina della Francia davanti agli occhi è più difficile che andando a memoria come per l'Italia. ^^'
Sarà mica la stazione dei dipinti di Monet sulle locomotive? E' l'unica cosa che mi venga in mente!

Una grande città, specie se iconica come è Parigi, tende ad imprimersi nell'anima, quando la si vede per la prima volta. A me è successo con Roma, quand'ero abbastanza grande per rendermene conto. E Camus, piccino, che magari veniva pure da un villaggio di quelli persi nella campagna in cui ci si conosce tutti da dieci generazioni, arriva nella Ville Lumière e bum. Sono lampioni che rilucono sotto la pioggia, ponti d'oro, strade ampie ed alberate, palazzi dal tetto d'ardesia. E gli ombrelli come in quel quadro impressionista che tutti hanno visto e nessuno sa il nome dell'autore - Caillebotte, tra parentesi.
Perché per tutti, Parigi è più bella quando piove. 

La frase finale è magia pura. La meraviglia di vedere una città speciale riproposta nell'amore per un'altra persona. *lancia in giro cuoricini*
JudithlovesJane 

Recensore Veterano
24/10/16, ore 22:27

Io ad ogni nuovo capitolo mi stupisco di quanto sia incredibilmente erudito, pieno di riferimenti resi tutti significativi e pregnanti, pur senza sembrarlo, in modo tanto naturale. Il più delle volte, credo di perdermi almeno la metà delle citazioni. Se poi teniamo conto anche conto delle scelte ragionate sulla musica e del fatto che spesso la riprendi anche nella prosa, rimango davvero senza parole.
Ed ora fangirlo: LA MAMMA DI CAMUS!!! Devo sapere di più di questa donna! Devo! Perché butti lì due dettagli che sembrano carichi di senso e devo devo sapere qual è!
Parigi è come un sogno. E amare Milo è come vedere Parigi per la prima volta. A questo giro hai puntato tutto sulla chiusa: tanto sentimento, sempre delicato.
Ti invidio da morire d'aver vissuto a Parigi: io sono da mezza vita in Germania. Salsicce e crauti. Dirai: la birra è buona. Sì, vabbè... vuoi mettere con Parigi?

Recensore Veterano
23/10/16, ore 21:28
Cap. 59:

Beh, suvvia. 
I giovanotti sono stati addestrati fin da piccoli a menar le mani; trovo abbastanza normale che quando le parole non bastano, si passi ai pugni sul naso.
Fra l'altro l'ho sempre trovato un topos abbastanza comune, nei media, quello degli amici che quando discutono finiscono per rotolare nell'erba dandosele di santa ragione finché non gli è passata...
Plausibile, perciò, che oltre agli allenamenti i nostri due baldi giovani colgano l'occasione per tener vivi i muscoli quando la discussione si fa accesa - e certe volte si può dire che piuttosto che dire qualcosa di cui ci si potrebbe pentire, meglio un sano, sincero ed inequivocabile pugno.
Bravi ragazzi, mai andare a letto arrabbiati... 
...o scambiare i pugni con qualcos'altro, va bene uguale. Basta che non lo rompiate, il letto, che Occhietti Rossi è tirchio e mica lo ricompra! u_u

JudithlovesJane

Recensore Master
23/10/16, ore 19:11
Cap. 59:

Le mazzate tra Cavalieri sì, ovvio.
Le mazzate in casa propria ASSOLUTAMENTE NO.
Brava, hai fatto bene a mettere quel disclaimer. Purtroppo in giro c'è tanta di quella gente cogliona che a violenza domestica lo sappiamo bene come stiamo messi -.-
Ma sai che io non aspettavo altro che una drabble del genere?
Perchè sì, anche io sono donna d'azione. Mi piace il romance, cavolo se mi piace, ma devo dire la verità, sono sempre stata più propensa ai film dove almeno succede qualcosa, come dice mia madre che alle commedie rosa.
Camus e Milo che vengono alle mani sono perfetti, davvero: figurati se se ne stanno tutto il giorno a fare pucci pucci, i nostri allievi di Achille furioso ;)
Ogni tanto devono sfogarsi. E hanno una bellissima e aplissima arena a disposizione per farlo, senza contare una mezza dozzina circa di compagni scalpitanti e maneschi quanto loro.
E poi si va tutti a letto, mi pare logico ;)
 

Recensore Veterano
23/10/16, ore 18:30
Cap. 59:

Unendomi alla condanna della violenza domestica, c'è da dire che "pas batu" chiama le botte, c'è poco da fare. Preso il passo, era una scelta quasi obbligata.
E in fondo, questi due, fanno per scherzo, è una scusa per toccarsi, allenandosi: perché tenere alta la guardia, quando si può sentire il calore della mano di Camus esattamente sul cuore? perché star ben saldi sulle gambe, quando Milo invece che farti cadere ti regge passandoti un braccio intorno alla vita? Ottima scusa, prima che il desiderio di vicinanza sia pienamente capito, l'amore confessato. Ottima scusa anche dopo.
Mi piace che questi due litighino: lo fanno tutte le coppie, è sano. Mi piace ancora una volta come racconti la violenza con una discrezione ed una delicatezza assolute: il sangue, le uccisioni, le battaglie sono quasi intimistiche nelle tue drabble; le scazzottate hanno il sapore della tenerezza. Parli di rispetto e a me sembra calzante: sono guerrieri, prima che essere amici, prima che essere amanti; e i guerrieri si mostrano rispetto anche così, immagino.
Ti dirò, rimanendo sul rispetto, mi piace che non si perdano in chiacchiere quando non possono capirsi, che non si parlino addosso, ma risolvano sempre la questione prima di andare a dormire. Con i pugni. Meglio qualche livido che portar rancore. Ecco, le tue mazzate restano inquietantemente sane e non scadono nello stereotipo della passione accecante che fa perdere il senno e fa perdere di vista l'altro, ma rimangono un segno di innamoramento dolce, di tanto rispetto appunto. Cazzotti gentili.
Eheheh, poi i ragazzotti crescono e le scazzottate le portano a letto. Questa declinazione tenerona e un poco ironica del topos dell' angry sex mi ha fatto tanto sorridere.

Recensore Master
22/10/16, ore 21:52

Abbiamo una cosa in comune:
Neanche io sopporto il caldo. Anche la sottoscritta sopra i 22 sta male. Ma male nel senso che comincio ad ansimare, la gente mi chiede se ho l'asma, pensa te.
Se il periodo del lutto fosse stato l'estate, probabilmente starei ridotta ad uno straccio bagnato, di quelli che si usano per lavare per terra.
Ma nein, qua stiamo d'inverno: quello glorioso, quello della Russia, quello che ha preso a calci in culo il Napoleone.
E il nostro povero Milo, naturalmente.
Ho amato l'accenno al giardino di Dite: ora che lui non c'è più rimangono spine e veleno, e magari quello c'era pure prima ma c'era anche Dite, e con Dite tutto è più bello.
Chissà come si devono essere sentiti, i Saint sopravvissuti.
Probabilmente come quelle rose, rigogliose di potenza ma fredde, solitarie, senza qualcuno a cui essere regalate.
Senza un cuore su cui essere poggiate.
Ok, basta, che la depressione è brutta.
Cià.
*piange senza lacrime, non ne ha più*

Recensore Veterano
22/10/16, ore 17:20

Ragazza mia, io te lo devo di', capisco la depressione andante, ma qui fra un po' c'è bisogno di dosi massicce di antidepressivi per tutti! Fai soffrire, deliziosamente, ma comunque è sofferenza.
E affondi subito, senza remore né pietà: "Al Santuario, sbocciavano sempre le rose, anche d'inverno; sempre, ma non quest'anno". Un altro inizio lapidario, centratissimo come una pugnalata in pieno petto. Ti dà una mezza illusione, giusto il tempo di farla andare in pezzi a martellate.
Poi fa tutto la natura invernale, fanno tutto i venti. Bellissima l'alternanza e il contrasto fra il vento da sud e quello da nord, fra il "sempre" e il "quest'anno". Perché quello che metti in scena, nel giardino ormai spoglio di Aphrodite, è l'inverno più freddo del Santuario.
Borea porta un messaggio di guerra, è solo una questione di tempo... ma l'inferno è già arrivato, siamo già intrappolati nella Giudecca. Non c'è espiazione.
Milo è appena menzionato, fra le spine, ma questo è il suo inverno: Febbraio, mese di Camus, è la sua Giudecca.
Alle due rose, protagoniste di questo valzer, una nel cassetto dei ricordi (ricollegandomi alla drabble domestica dove ci mostri le cose di Camus in giro per l'Ottava casa), una lacrimuccia mi è scappata!
Antidepressivi per tutti!

Recensore Veterano
22/10/16, ore 16:34

*ulula come un lupo ferito*
Fa malissimo, questo finale. Ma male, male, male. Perché immaginare il vuoto dove c'era il roseto di Aphrodite è la prova ancora più tangibile di quanto il Santuario sia stato squarciato da dentro. E l'arrivo dell'inverno non aiuta, perché porta freddo, fango e sofferenza. La terra dove stava il roseto, poi, probabilmente impregnata del veleno dei fiori (ipotizziamo per un secondo che tutta la pianta sia velenosa?), non potrà ospitare nuove forme di vita per un bel po'. Un eterno monito.
Ed eterno monito sono le due rose nel cassetto di Milo - immortali, loro, al contrario di chi le ha create.

Non mi sono mai accorta che il freddo avesse un odore - di solito quando fa freddo o ho il naso tappato oppure l'aria punge talmente tanto che fa male respirare, figurati annusare. Conosco la voce della bora, però - da me arrivano gli strascichi di quella di Trieste, quindi tira di gusto, la dannata.
Io preferisco mille volte il caldo al freddo - anche perché nel secondo caso il mio istinto mi imporrebbe di chiudermi in casa avvolta in tremila strati di stoffa e non uscire più finché la media non si attesta sui venticinque gradi, cosa incompatibile con la vita sociale...

JudithlovesJane
 

Recensore Veterano
20/10/16, ore 22:28

Hai un dono nello scrivere gli incipit, te lo dico.
E quello di questa drabble credo che sia la summa perfetta di quello che sono Death Mask, Shura e Aphrodite. E Shura, piccino, quanto mi fa tenerezza! *va ad abbracciare la capretta*

Mi piace che Phro si affezioni a Milo - che diciamocelo, per un amante della bellezza come il nostro Pesci, Milo è un gran bel vedere - perché non si racconta bugie neanche quando uccide, perché non ha paura delle spine, e gli piacciono le rose.
E il rosso migliore è quello che dipingi tu, sulle rose. Quindi, quando Milo ha bisogno del fiore più bello, l'unica è dargli la Bloody Rose. Quella perfetta, perché dà la morte nel modo più efficace - e quale rosso migliore di quello del sangue?

Il libretto illustrativo della Bloody Rose mi ha spaccata in due dal ridere, sappilo!
JudithlovesJane

Recensore Veterano
20/10/16, ore 16:30

Che bel terzo movimento!
Shura e Mask, li avevi già tirati in ballo nello scorso pezzo, en passant. Ed ora compaiono di nuovo, a completare il terzetto di quelli che sanno e tacciono. Tre ragazzini un po' rotti, ognuno a suo modo e ognuno per le sue ragioni, che fanno quello che credono e possono fare. Tutti e tre assassini, tutti e tre senza assoluzione.
"Fra assassini, ci si capisce; raramente ci si perdona." Massima bellissima, dà il tema, dà il La.
E poi c'è Milo, assassino anche lui, ma diverso: ha un peso di meno, non ha un segreto da nascondere, è innocente. Milo non ha bisogno di assoluzioni. E non le cerca. Certo che deve piacere ad Aphrodite: Milo piace a tutti ed Aphrodite, che già protegge un segreto, si trova a proteggere anche quell'innocenza. Ha senso.
La rosa del rosso più bello non può che essere quella bianca. Perché vuoi mettere dare a Camus una rosa rossa del tuo sangue?

Recensore Master
20/10/16, ore 14:21

Ciao!
Questi tre spezzoni Milo/Afrodite mi sono piaciuti assai! In effetti questi due hanno in comune l'essere assurdamente velenosi in tutti i sensi: io ce li vedo, a litigare e sfidarsi, della serie "vediamo chi tra noi due ha la lingua più velenosa" e poi finisce tutto a tarallucci, vino e ROSE, perchè Milo è un bimbo che non puoi fare a meno di fartelo stare simpatico e Dite, fedele al suo nome, è un romantico fino al midollo e quanto gli piace regalare fiori all'altro così che possa donarli al suo francesino? XD
Dai, che bel quadretto.
Peccato che qua stiamo ancora negli anni della dittatura di Saga e non ci sono risate o tarallucci...il vino magari sì, allungato col sangue, che l'è più bono.
Amo il fatto che tu abbia fatto vedere un Dite assurdamente malinconico. Qualcuno che a dispetto della sua crudeltà piange per un destino avverso. Qualcuno che vorrebbe soltanto vivere felice col suo amato e con gli amici.
E poi c'è Milo, un ragazzino fondamentalmente idiota che deve ancora impararne tante di cose..e Dite che cerca di dirglielo, stai attento, stai attento guarda che ancora il dolore non lo conosci...ma quello niente, è un pischello innamorato e non ascolta.
Gesù, non mi dire che dopo questa mi tiri fuori un trittico della scalata alle Dodici Case in cui Milo IMPARA perchè davvero non ce la faccio, mi è bastato il terzo capitolo della Rosa dei Venti TT_TT
Ecco, mi hai fatto piangere.
Torno a scrivere che è meglio và.

Recensore Veterano
19/10/16, ore 20:42

Mi piace proprio questo valzer delle rose! Luce, rosso e veleno. C'è di nuovo un che di fiabesco: nei colori quasi astratti che metti in scena come macchie su una tavolozza, nell'aria luminosa e intrisa di veleno, nel dono della rosa. Milo è davvero una cosa meravigliosa! Preziosissimo bambino: si siede e a modo suo, con tanta delicatezza, alleggerisce il peso che opprime Aphrodite. E allora quella rosa che Aphrodite dà come un compito al piccolo Milo, anche lui abituato al veleno, sembra non solo un ringraziamento, ma anche una promessa e un segno di intesa o di scuse: in fondo, proteggendo il segreto di Saga, Aphrodite già crede di starsi prendendo cura di tutti.
Bello il dettaglio del vento che soffia da sud: centra ancora di più il tema del valzer senza essere invadente.

Recensore Veterano
19/10/16, ore 17:21

Ooooh, mi piace quando si parla di veleni: anni e anni di Poirot, Miss Marple e Signora in Giallo tornano utili! *scrocchia nocchie*

Mitridate insegna: se vuoi renderti immune al veleno, fallo per tutti. Colpo di genio, il suo... peccato che poi ha dovuto ammazzarsi con una spada, ma vabbè. Detto questo, potrebbe anche essere il metodo d'assunzione che dà al veleno effetti diversi? In fondo, Milo lo inietta direttamente nei centri nervosi/in endovena, Aphrodite usa le rose per cui sfrutta la diffusione del profumo e l'inalazione. Si può supporre che il veleno sia simile anche perché in entrambi i casi, oltre una certa 'dose' causa la perdita dei sensi - non esattamente una cosa diffusa. Aggiungici poi che hanno entrambi un Cosmo dorato, entrambi segni d'Acqua... sto buttando lì ipotesi a caso, eh. Ma è il genere di discussione che mi attizza tanto, quindi abbi pietà.

Milo ha visto quella rosa come un faro nel bianco accecante della luce di mezzogiorno (lo capisco, io se non giro con gli occhiali da sole anche col cielo coperto mi acceco) e poi non ha visto un viso troppo perfetto per essere vero, ma un ragazzino poco più grande di lui con gli occhi tristi di chi si porta tanto dolore dentro. E allora che si può fare, se non sederti accanto al tuo compagno triste e offrire un po' di conforto? Anche solo quello della presenza fisica. 
Dono raro, una rosa di Aphrodite. Rarissimo se non è una Bloody Rose confezionata apposta per dissanguarti direttamente dal cuore.

JudithlovesJane