MOMENTANEAMENTE SOSPESA
«Ehi Miley, perché non vai da tuo padre?» Domandò il ragazzo, avvicinandosi pericolosamente a lei
«Lasciatemi stare, per favore» Sussurrò, allontanandosi il più possibile, mentre il vestito lungo le intralciava il cammino
«Voglio giocare un po’ con te» Con uno scatto, il giovane percorse quei metri che li separavano
Miley era spaventata, lo guardò fisso negli occhi, mentre lui tirava fuori i canini, bianchi e lucidi.
«Vi prego, non toccatemi» Implorò la giovane, coprendosi il viso ambrato con un braccio
«Come sono belli i tuoi capelli, il colore nero mi rispecchia» Sussurrò, accarezzandole i morbidi capelli
«E i tuoi occhi, color del ghiaccio, sono così…E le tue labbra, mi fanno venire voglia di morderti» Concluse, avvicinando la sua bocca al collo della giovane, mordendolo di gusto
Un dolore le perforò il corpo, per diventare poi piacere, il sangue che si scambiava tra i due era tanto, abbastanza da trasformarla.
L'introduzione verrà fuori con la storia, una cosa sola:
Miley, 18 anni, Londra 1800, viene trasformata e vivrà fino ai tempi moderni, dove conoscerà il ragazzo che le cambierà la vita

Giro di scatto la testa verso la doccia.
Una sagoma rosa si intravede fra le tende. Alta, slanciata… con una certa sporg…
‘Harry?!’
Nessuna risposta.
‘Harry?!’
Niente.
‘Porca puttana, Harry!’ urlo.
Finalmente l’acqua si spegne.
Dio, che nervoso.
‘Joey?!’ risponde tranquillo uscendo nudo dalla doccia.
Oh dio l’aggeggio.
L’ospite.
Il cosino.
Il macchinario.
Mi copro immediatamente gli occhi con la mano.
‘Ma sei cretino stronzo coglione pirla?!?!!’ urlo con tutta la voce che riesco ad avere.
‘No, sono eterosessuale’ risponde sorridente.
Ah, bel modo per dimostrarmelo. 

Finalmente ero riuscita a portare in salvo la mia piccolina. Guardavo quell’uomo correre con in braccio la mia unica ragione di vita.
Per me era la fine. Il ramo mi teneva bloccata il corpo al suolo e io non avevo più poteri per liberarmi e scappare.
Dopo che l’uomo fu uscito dal bosco, loro mi raggiunsero.
-Capo! L’ho trovata…-Disse uno dei suoi scagnozzi.
Quello spregevole essere che si faceva chiamare Ice si avvicinò a me con fare divertito.
-Mia cara Amanda, credo proprio che tu sia giunta al capolinea!-Esclamò lui alzandomi con una mano il viso in modo da guardarlo negli occhi.
-Hai preso me, ma non troverai mai lei…-Dissi io voltando la testa, guardando il terreno fangoso per poi svenire. Quella era davvero la fine, ma la cosa più importante era la sua salvezza.
A quelle parole, Ice andò su tutte le furie e un urlo riecheggiò per tutto il bosco, facendo spaventare gli uccelli che volarono.
-Ti troverò mocciosa! A costo di mettere a soqquadro tutto il mondo…- Furono le ultime parole del malvagio che, subito dopo, sparì insieme ai suoi seguaci lasciando la donna priva di vita.

Dal prologo:
«Chiunque tu sia, io sono Louis e se hai bisogno, io sono qui.»
Fu allora che Dry si concedette di scrutare davvero il ragazzo. Avrà avuto una ventina d’anni, castano – ma non ne capiva la tonalità a causa della scarsa luce – e occhi color del cielo.
Dopo un tempo che sembrava infinito, rispose «Adriana.» in un sussurro.
«Cosa?» rispose il ragazzo.
«Adriana.» ripeté Dry, «E’ questo il mio nome. Ma per tutti sono Dry.»
E Dry non era una semplice abbreviazione del suo nome, Dry quando amava prosciugava le persone della loro anima e la sostituiva con un po’ della sua.

- Balla con me. - mi disse.
- Perchè dovrei? - gli chiesi senza rivolgergli lo sguardo.
- Perchè muori dalla voglia di farlo. - disse avvicinandosi al mio orecchio.
Sentii il suo respiro sulla pelle e questo causò un leggero brivido che mi percorse il collo.
- Ah si? E cosa te lo fa pensare? - gli dissi ridendo, ma questa volta guardandolo in faccia.
- So che ti piaccio Jenny. Non puoi negarlo. - mi disse con quel suo solito sorriso irritante da 'so tutto io'.
- La convinzione fotte la gente, Styles. - gli dissi tornando a fissare il vuoto. Lui rise.
- Vero. Ma la mia convinzione ha dei precendenti. - disse continuando ad avere quel sorriso stampato sul suo viso.
- Cosa vuoi dire?
- Non saresti venuta a letto con me se non ti piacevo.
- Questo non vuol dire niente! - dissi cercando di giustificarmi e lui ridacchiò.
- E come spieghi il fatto che ogni volta che mi avvicino a te diventi nervosa?
- Ma che diamine stai dicendo?
Si avvicinò di nuovo al mio orecchio e si mise a sussurrare.
- Guarda le tue mani... - mi disse.
Abbassai lo sguardo sulle mie mani e notai che stavano stringendo forte il bicchiere, così allentai la presa velocemente.