Ciao Antonella... Posso chiamarti così, vero?=)
Era dall'ultimo capitolo di "Quello che conta II" che aspettavo con ansia che ti decidessi a pubblicare qualcosa di nuovo e ora vedo che, sebbene a distanza di mesi, hai finalmente cliccato il pulsante "inserisci nuova storia"!
Ovviamente, appena ho letto il primo capitolo, la storia è finita d'ufficio tra i preferiti, tanto ormai so che mi piace quelo che scrivi e come lo scrivi... Inoltre, permettimi di dire, in risposta a quello che hai scritto sulla tua pagina- autrice, che chi ti conosce, ti legge! Evitarti sarebbe un'eresia... Altro commento alla tua presentazione: non so se sentirmi offesa o lusingata quando scrivi che pensi di poter "piacere a un target femminile tra i 25 e i 40 anni"... Se ho 20 anni e vado pazza per i tuoi romanzi, dici che è un caso clinico da invecchiamento precoce???=)
Ovviamente scherzavo... Sai com'è, troppo sole in vacanza! Adesso facciamo le ragazze serie (e sì, anche tu sei una RAGAZZA, e non venire a dirmi che hai "una certa età", a meno che tu non sia una rispettabile vecchietta di 70 anni=)).
Interessante incipit, anche se ammetto di aver dovuto rileggere l'inizio un paio di volte per capire il più o meno intricato albero genealogico della famiglia Lambiase... Ma non preoccuparti, io ho un'allergia cronica alle parentele in particolare e agli alberi genealogici in generale! Dicevo... Interessante inizio e ambientazione azzeccata: in effetti, mancava (nel tuo curriculum) una storia il tempo e le contraddizioni della quale ci siano così vicini. La crisi economica non ha smesso per un attimo di mietere vittime in tutti i paesi e credo che sia un'ottima scelta, da parte tua, quella di scrivere e raccontare le vite di chi è coinvolto personalmente in un mondo, quello delle piccole imprese a conduzione familiare, che ha subìto i danni più gravi in termini umani ed economici. Una standing ovation la meriti senza alcun dubbio e, prepàrati, perchè questa è solo la prima!
Dopo aver -più o meno- eloquentemente lodato la tua scelta per la "cornice" del tuo nuovo quadro, analizziamo i personaggi che il tuo abile pennello ha tratteggiato. Io comincerei dalla "macro-area", cioè la famiglia Lambiase, con i suoi due rami, quello "artistico"-scansafatiche e quello "terra terra"-laborioso. Abbozzo interessante e sorprendentemente realistico: mi ricorda la classica famigliola con molti figli, dei quali alcuni intraprendono una strada, altri quella opposta, ma entrambi i "rami" ritengono che il loro percorso di vita sia il migliore...
In un contesto del genere, ecco che si inserisce la Anne Elliot della situazione, ossia Laura. A mio parere, sembra una santa già dalle prime battute. E' una di quelle donne che si danno anima e corpo agli altri, dimenticando se stesse. Gli altri intorno a lei la scherniscono e la insultano, anzichè ringraziarla perchè manda avanti la baracca. Marito, suoceri e cognati preferiscono ritenersi superiori in nome delle loro attitudini artistiche (pittura, scrittura, recitazione), piuttosto che ammettere la loro incapacità nelle questioni pratiche. E' meglio snobbare una donna laboriosa (e credo anche stacanovista) accusandola di mancare di gusto, piuttosto che guardarsi allo specchio e rendersi conto di non valere nulla al confronto...
Può darsi che la mia valutazione di Laura non sia esatta, ma in tal caso mi giustificherò dicendo che le mie conclusioni (impropriamente dette) sono maturate da un solo misero capitolo... Eppure, mi piace pensare che questa donna devota (alla famiglia, al marito, al lavoro, al benessere dei suoi cari...) e passionale (a suo modo) possa trovare, con Stefano, una direzione migliore, più sana e fruttuosa alla sua devozione e alla sua passione. E se questo significa rimettere in discussione la propria vita e le proprie certezze, che la battaglia cominci! Conoscendoti, so che ogni parola, ogni riga, ogni "pagina" saranno intrise di intensità e di ardore... Non vedo l'ora di leggere la storia di Stefano e Laura! |