UIII ~
Eccomi qui per L'ABC delle Recensioni. **
Continuo molto volentieri la lettura di questa storia che, come ben sai, mi piace veramente tantissimo.
Che poi, più che lettura è una rilettura, sono le mie recensioni che mancano… mamma mia, quanto sono indietro e non mi riferisco solo alle recensioni per questa storia, ma anche per tutte le altre, RIP.
Però lo sai che, poco per volta, recensirò tutto, ma proprio TUTTO quello che voglio recensire di tuo – che scritta così suona più come una minaccia ma shh, dettagli.
Ma bando alle ciance, ciancio alle bande, Erwin spumeggiante [???], diamo il via al big sclero ~
Armin osservava il suo padroncino senza dire una parola. Giorno dopo giorno, rimaneva sempre più colpito dalla sensibilità d'animo di quel giovane. In genere i nobili non erano così. Ma sicuramente Eren era un'eccezione, così come lo era lady Jaeger, che gli aveva offerto un lavoro e un tetto sopra la testa. ---> qui ritorniamo al discorso che abbiamo affrontato nei capitoli precedenti e mi piace il modo in cui lo enfatizzi poco per volta. Perché è vero, Eren appare diverso rispetto agli altri nobili, tutti uguali tra loro, così come sua madre, Carla, che ha accolto Armin a braccia aperte e senza pensare a nulla se non a salvarlo dalla strada. È una cosa bellissima e se più nobili fossero stati come loro, a quei tempi, forse il mondo sarebbe stato un posto un po' migliore. Chissà.
Su Mikasa, invece, non avrebbe saputo dirlo. La ragazza era molto silenziosa e riservata e non aveva ancora capito se avesse accettato o meno la sua presenza in quella casa, un po' come il capofamiglia, che lo guardava costantemente come se fosse stato un insetto da schiacciare. ---> qui di Mikasa sappiamo ancora poco e non è ancora venuta alla luce una certa cosa – okay, posso dirlo? Mi sento un po' importante perché sto leggendo i capitoli in anteprima e sono quasi alla fine della long e quindi BRIII, so praticamente quasi tutto e per me è un onore, anche se spesso nelle mie recensioni ho paura di fare Spoiler, lol – DICEVO, e quindi è naturale che la sua riservatezza non sia proprio chiara da definire, soprattutto agli occhi di Armin. Per quanto riguarda Grisha, invece, ci ha visto giusto praticamente dall'inizio – che cosa triste.
Talvolta il suo padrone diceva delle cose tanto profonde e poetiche da non sapere come rispondere. Gli sembrava di parlare con un bambino intrappolato nel corpo di un giovane uomo. Ciò lo metteva a disagio, ma solo per poco. Perché subito dopo si rendeva conto di quanto Eren fosse effettivamente diverso da ogni persona che avesse mai conosciuto, e non solo per la sua bontà d'animo. ---> questo pezzo mi è piaciuto tantissimo, perché ancora una volta viene messa in luce la bellezza dell'animo di Eren. Mi è piaciuto molto il modo in cui Armin lo ha definito, ovvero come un bambino intrappolato nel corpo di un giovane uomo, perché alla fine è proprio così, è un bambino sognatore e lo resterà in eterno.
"Talvolta le rose immature sono quelle che più hanno fascino, non trovi?", fece con l'aria di chi la sapeva lunga. ---> FURBO LUI, che usa le parole degli altri, di una CERTA persona presa TOTALMENTE A CASO.
"Cielo, Eren. Adesso mi rubi anche le frasi? Non sta bene". ---> eh, Eren, non si fa, sei proprio un birbone, lasciatelo dire. Che poi, mi immagino la scena ed è una cosa comica ed epica allo stesso tempo, ADORO.
Il servitore sollevò lo sguardo oltre il muro. Aggrappato a quest'ultimo, dal lato opposto, c’era un uomo con un'espressione che quasi gli fece paura. Sembrava essere tornato direttamente dalla terra dei morti, probabilmente a causa delle occhiaie profonde e gli occhi freddi come ghiaccio, per non parlare poi dell'eccessivo pallore. ---> MA--- AHAHAH, POVERO LEVI! Lasciatelo dire, lo hai descritto divinamente e mi piace, mi piace tantissimo. Povero Armin, mi ha fatto tenerezza questa sua paura nei suoi confronti. E poi, siamo proprio ai poli opposti: mentre Eren ha avuto occasione di vedere Levi per la prima volta sotto la pioggia e gli era parso una figura talmente eterea da essere irraggiungibile, per Armin è stato l'esatto opposto e per poco non gli veniva un infarto. Povera stella, lol.
Eren rabbrividì e arrossì a quella "visita" inaspettata. ---> eh, ti sei comportato da birbone e adesso ne paghi le conseguenze. c:
"L-Levi!", balbettò. "I-io non ho rubato niente, se mi avessi dato il tempo, ti avrei senza dubbio citato!" ---> how to salvarsi all'ultimo level: Eren Jaeger.
Se avesse potuto esultare a gran voce, Eren lo avrebbe fatto. Il solo pensiero che Levi volesse godere della sua compagnia lo lusingava oltremodo. ---> ma aw, che tesoro prezioso che è!
Armin si rese conto che, vista così, quei due potevano sembrare due amanti che bramavano di vedersi. Ma cosa andava pensando? Era ovvio che così non fosse. ---> ehh, Armin, Armin… tu sei troppo puro e casto per pensare a certe cose. Che comunque sono vere, ma tu sei comunque troppo puro e casto a prescindere da tutto.
"Ahm... ecco", azzardò il biondo. "Ma se adesso te ne vai.. io cosa dirò a tua sorella e al resto della servitù? Insomma, non si preoccuperanno?"
"E tu dì loro che non ne sai niente, digli che probabilmente sono scappato e che non sei riuscito a fermarmi".
"Scappato? Per caso lo hai già fatto in passato?"
"Sì, quando avevo dodici anni", disse, poggiandogli poi le mani sulle spalle. ---> ma tutto questo è troppo CANON. Seriamente, questi sono proprio Eren e Armin, senza ombra di dubbio. Cioè, li riconosceresti tra mille e a migliaia di chilometri di distanza. Eren combina guai e fin qui direi che siamo tutti d'accordo. E poi c'è Armin, che non lo ha mai abbandonato, anzi, gli è sempre stato accanto e lo ha sempre sostenuto. Qui addirittura copre le sue marachelle perché in fin dei conti anche Armin è un birbone, lol. E mi piace che tra i due ci sia già tutta questa complicità pur non conoscendosi da tanto. MA POI, Eren che se ne salta su con estrema nonchalance dicendo che già a dodici anni era scappato di casa è il TOP dei TOP.
L'idea di coprirlo non lo entusiasmava particolarmente, avrebbe finito con il cacciarsi nei guai. Ma, allo stesso tempo, il suo compito era quello di obbedire al suo padroncino. Tremò debolmente, per poi sorridere rassicurante.
"Farò quello che mi hai richiesto". ---> ma sì, dai, che vuoi che sia? In fin dei conti Armin si ritroverà soltanto a dover nascondere la verità a Mikasa che di certo non se ne sta buona al suo primo “non lo so”. Roba da poco, che vuoi che sia l'apprensione di Mikasa? Io e il sarcasmo ultimamente andiamo proprio a braccetto, sì.
Sgattaiolare fuori casa non era mai stato un grosso problema per Eren. Soprattutto se c'era in mezzo un motivo tanto importante come Levi, per il quale, oramai ne era certo, aveva perso la testa. ---> Eren da questo punto di vista mi sembra molto un misto tra “YOLO” e “fuck te police” – che per “police” in questo caso si intende nientepopodimeno che suo padre.
"Immagino che d'ora in avanti entrerai sempre così".
"C-cosa? Perché? C'è un altro modo per entrare?"
"Cosa credi? Che per uscire di qui mi spuntino le ali?", sospirò. "Su, seguirmi!". ---> MA--- AHAHAH, questo pezzo è stato bellissimo! Eren ormai è talmente abituato ad entrare in casa di Levi scavalcando il muro che non ricordava più dell'esistenza dei cancelli. Adoro.
"Immagino che la tua famiglia non sappia di me", disse in tono neutro. Eren gli riservò un'occhiata sorpresa.
"In effetti no. Il problema non è tanto mia madre, quanto mio padre. Lui non vede di buon occhio la gente... beh, insomma..."
"Diversa. È questa la parola che stavi cercando". ---> Grisha non merita nemmeno di essere definito un “birbone”, anzi, è proprio senza scrupoli. Okay avere le proprie convinzioni e tutto, ma ciò non significa doverle imporre ai propri figli. E lo so, lo so bene che questo discorso è vano perché la società di un tempo era molto diversa rispetto alla nostra, anche se questo discorso resta comunque molto attuale. E quindi niente, Grisha è un cattivone, che non ha nulla a che vedere con birbone.
"Ho smesso di badare al giudizio della gente tanti anni fa. Io sono uno scrittore, in tutti i modi vado contro le regole sociali e morali. Non mi meraviglia che il fatto che tu frequenti me... sia un segreto". ---> quello che Levi dice è vero, è fin troppo vero. Spesso e volentieri molti scrittori sono stati ritenuti “scomodi” a causa delle tematiche – e delle verità – che andavano ad affrontare nei loro libri. E chissà perché proprio questi scrittori non solo erano alcuni tra i più bravi, ma hanno anche avuto un sacco di problemi con le case editrici. Triste realtà, purtroppo.
"Eren, ma cosa stai facendo?".
Il ragazzo aveva gli occhi fissi sull'insegna "cinéma".
"Incredibile..." ---> ma quanto è dolce Eren che resta letteralmente imbambolato di fronte all'insegna del cinema? Seriamente, è troppo adorabile.
Levi schioccò la lingua. Adesso capiva il motivo per cui Eren si guardava attorno con costante meraviglia: effettivamente c'erano tante cose che non conosceva!
Lo afferrò saldamente per un braccio.
"Questo è inammissibile. Ci andiamo adesso". ---> BRAVO Levi, fai conoscere al tuo amore le meraviglie del mondo, come è giusto che sia. Non so se questa è una cosa che hai inserito tu ai fini della trama o se invece è proprio vero che i nobili di quel tempo non frequentavano tanto il cinema. Perché se così fosse è davvero molto triste, come cosa.
La prima volta al cinema di Eren fu un'esperienza quasi mistica. ---> il misticismo è cosa buona e giusta.
La prima volta al cinema di Eren fu un'esperienza quasi mistica. Nella sala non c'era quasi nessuno, eccetto qualche persona seduta a debita distanza da loro. Quel pomeriggio proiettavano "Le voyage dans la Lune", un film di fantascienza. Per Levi non era una novità, era già andato al cinema diverse volte, ma vedere lo stupore di Eren di fronte quelle immagini che si muovevano quasi come per magia, lo faceva sentire bene. Un bene che in verità non seppe spiegarsi. Se il mondo era pieno di ingiustizie e cose brutte, quel ragazzo era in grado di trovare del bene in qualsiasi cosa o persona lo circondasse. E questo gli piaceva molto. Le sue labbra si dipinsero di un sorriso, senza che l'altro potesse accorgersene, poiché troppo impegnato ad osservare, sullo schermo, il fotogramma della luna. ---> okay, allora, parliamone. Seriamente, PARLIAMONE, perché questo pezzo è stato bellissimo, uno tra i miei preferiti dell'intero capitolo. Perché hai creato un'immagine meravigliosa in cui sia Eren che Levi si meravigliano per qualcosa, due cose diverse ma strettamente collegate tra loro. Eren si meraviglia perché è la prima volta che va al cinema e tutto gli sembra magico, idilliaco, un mondo ancora tutto da esplorare; al contempo, Levi si meraviglia proprio perché Eren stesso si meraviglia per tutte quelle cose, cose che a lui ormai non sortiscono più lo stesso effetto di una volta perché ormai ci è abituato. Possiamo dire che, in compagnia di Eren, Levi sente come se stesse vivendo una seconda vita dove ogni prima volta, ogni primo contatto e ogni prima esperienza è tutta meravigliosa. Io adoro letteralmente tutto ciò.
Che raggio di sole era lui. Genuino e puro, squarciava le tenebre senza neanche rendersene conto. C'erano poche cose al mondo in grado di colpire Levi. E, suo malgrado, dovette ammettere che Eren rientrava tra quelle "poche cose". Forse era per i suoi modi di fare, per il suo modo di essere, per il modo in cui lo guardava, con adorazione.
Un ragazzino, nulla più. Un nobile, oltretutto. Erwin aveva ragione, avrebbe fatto bene a darsi un controllo e a non farsi trascinare in qualcosa di pericoloso. Non tanto per se stesso, ma per quel giovane a cui non voleva di certo rovinare la vita. ---> anche questo pezzo rientra assolutamente tra quelli che più ho amato di questo capitolo. È sempre bellissimo poter vedere Eren attraverso gli occhi e i pensieri di Levi – e viceversa –, ogni volta mi innamoro di nuovo. Perché sono pensieri così belli e così profondi che sembra che tutto debba spezzarsi da un momento all'altro. Questa è una delle poche storie che riesce a rendermi particolarmente emotiva, devo dire.
"Ah, piantala", fece l'amico alzando gli occhi al cielo. "Non è certo la prima volta che ti dicono una cosa del genere".
"Questo non mi aiuta". ---> e boh, dopo i pensieri profondi di prima arriva Erwin ad alleggerire a modo proprio la situazione. Mi dispiace un sacco per quello che gli è capitato al museo, ma non posso negare che i suoi botta e risposta con Levi mi fanno sganasciare ogni volta. Poi beh, io adoro Erwin e Levi in qualsiasi contesto uno li mette, perché per me sono BROTP indiscussa, aw ~
"Io invece dico di no, anzi, dico che accetto volentieri l'invito", affermò quasi con tono di sfida. Levi alzò gli occhi al cielo. Sì, decisamente quel ragazzo era oltremodo testardo. ---> Eren qui mi è parso molto del tipo: “Levi, forse non hai ancora capito che io sono un nobile in stile 'YOLO' e 'Fuck the police', w le cose da povery” – sì, con la 'y' – e boh, mi ha fatto sorridere.
La crabe blue era assolutamente il luogo più assurdo e fantastico che Eren avesse mai visto. Abituato ai ricevimenti eleganti e feste sfarzose, l'idea di ritrovarsi in una brasserie dove litri di birra scorrevano come fiumi era a dir poco entusiasmante, probabilmente un'esperienza mistica. ---> è praticamente il mio mondo, voglio vivere lì, OMG. Poi beh, se a servirmi la birra è Sasha, credo proprio che mi stanzierei lì e non mi schioderei mai – scusa, Conny, sappi che io ho un debole per la tua dolce metà * coff coff *
"Su, smettila di dire così. Io invece suono il violino!", gongolò Conny. "Io e Marco suoniamo sempre insieme, quindi i suoi fallimenti sono i miei. Puoi ben immaginare che meraviglia".
"Ehi, non sei per niente simpatico!", sbottò strappando una risata all'amico. ---> adoro troppo, cioè, Conny non si fa proprio problemi a scaricare i suoi fallimenti sul povero Marco, AHAHAH
Levi, come sempre in realtà, si limitava ad ascoltare e osservare. Ad osservare Eren, mentre sorseggiava distrattamente la birra. Ed Erwin lo osservava a sua volta, certo di aver avuto un'intuizione esatta. Il suo migliore amico non mostrava mai interesse per nulla, eccetto per la scrittura o altre forme d'arte. Eppure, osservava quel ragazzo con una bramosia e un interesse quasi palpabili. Poteva anche esser razionale quanto voleva, ma in quel caso la razionalità c'entrava poco. Si trattava di qualcosa di molto più illogico. ---> niente, ormai ho capito che questo capitolo è pieno zeppo di pezzi che adoro letteralmente. Ancora una volta mi sono innamorata delle parole che hai usato per descrivere, in questo caso, quelli che sono i pensieri di Erwin riguardo il sentimento che sta nascendo – ma che in realtà è già nato – tra Eren e Levi. Erwin è un po' restio alla cosa ma non perché sia contro ad un sentimento del genere, semplicemente si preoccupa per la sorte che toccherebbe a Levi se tutto ciò venisse a galla. Al contempo, si preoccupa anche per Eren, e la sua apparente freddezza nei suoi confronti è solo un tentativo di proteggerlo. Mi piace davvero molto il personaggio di Erwin in questa storia, lo stai rendendo proprio bene.
Eren fece per afferrare il boccale di birra che gli era stato servito davanti, ma immediatamente Levi gliela tolse.
"Ma... ehi! Cosa fai?"
"Sei troppo giovane per bere".
"Da che pulpito, tu bevi e fumi anche come una ciminiera".
"La nicotina stimola l'attività celebrale. E reggo bene l'alcol, probabilmente tu saresti fuori gioco dopo due sorsi". ---> beh, mi sembra ovvio che dopo pensieri tanto profondi ci sia un momento comico ad alleggerire il tutto. Cioè, io ormai sono dipendente di questi siparietti, mi fanno troppo sorridere e adoro tutto ciò.
Circa due ore dopo, l'atmosfera era un po' cambiata. Eren non aveva toccato un goccio d'alcol, mentre Conny era decisamente andato giù pesante. Anche Erwin e Marco avevano esagerato, ma a differenza del loro amico, divenuto all'improvviso iperattivo, se ne stavano accasciati sulle sedie con fare annoiato. Levi era invece una via di mezzo. Non era ubriaco, ma l'alcol lo aveva leggermente inibito, rendendolo più propenso al dialogo. ---> praticamente hai descritto quelli che sono i miei “mercoledì universitari”, quando esco la sera coi miei amici e andiamo a bere. Più o meno dai, io tendo o ad annoiarmi mentre fisso un punto indefinito di non so che cosa e a filosofare sul senso della vita oppure, se mi prende bene, a parlare. Parlare tanto. E lì saltano fuori le peggio cose, perché tutto ciò che penso lo dico, lol ~
"... Io sono d'accordo con il detto "per artisti non c'è gloria”. Certo che non c'è gloria. Perché non apportiamo niente di utile o nuovo a questa società che sta già cadendo a pezzi. Ma io vi dico, preferisco morire oggi stesso piuttosto che vivere altri cinquant'anni senza la mia arte". ---> voglio più Levi ubriachi nel mondo. Seriamente, li pretendo. Perché ha detto una cosa fin troppo vera e che condivido in pieno. Levi ubriaco is the new voce della verità.
"Io sarò anche un nobile, ma non la penso come gli altri. Io vi ammiro tutti, siete così intelligenti e capaci. E non avete paura di andare controcorrente, anche se questo significa pagarne delle conseguenze non indifferenti. Oh, anche io vorrei essere come voi. Prendere il coraggio a due mani e dimenticarmi di tutto. Credevo di farlo già, ma ora mi rendo conto che i miei non sono altro che i capricci di un ragazzo ribelle. Il vostro è vero sacrificio, una vita dedita alla vostra passione. Meritate la gloria, tutti voi". ---> sì, diciamo che Eren non ha tutti i torti, perché alla fine è vero, un po' di ribellione c'è stata da parte sua – ad esempio quando confida ad Armin di essere scappato di casa all'età di dodici anni –, ma tutto sommato è ancora lì, “protetto” da quelle quattro mura costosissime, con vestiti molto eleganti e agevolato dal suo status sociale. Non sto criticando Eren, sia chiaro. Semplicemente si sta rendendo conto che andare contro le regole prevede anche altro e che quello che ha fatto lui ancora non è abbastanza. Ma comunque qualcosa ha fatto. Stare con Levi e gli altri gli sta aprendo ancora di più gli occhi.
Erwin alzò il capo debolmente.
"Mi piace come questo ragazzo si esprime, ha del carattere", boccheggiò. ---> BELLA ERWIN, COSÌ TI VOGLIO, SEMPRE SUL PEZZO.
"Esatto, esatto, la gloria. È per questo che noi creiamo arte. Per la ricchezza? Sì, magari anche per quello. Non oso immaginare che un giorno il nome di Levi Ackerman possa essere dimenticato. Il mio desiderio è che i posteri si ricordino di me attraverso i miei scritti. Voglio imprimere me stesso su pagine bianche come nuvole", Levi aveva alzato lo sguardo, quasi come se stesse recitando una preghiera al cielo. "Forse vivo da miserabile, ma non me ne andrò allo stesso modo". ---> adoro troppo questo pensiero e Levi lo ha espresso in maniera divina. In fin dei conti, alcune volte l'essere dimenticato dal mondo fa più paura della morte stessa. Perché finché ci sarà qualcuno che parlerà di te, nel bene o nel male, continuerai a vivere. Se invece nessuno dopo la tua morte si ricorderà di te, è un po' come non aver mai vissuto.
Levi aveva la libertà. Di pensiero, opinione, ciò gli causava dei problemi, ma avrebbe fatto di tutto per poter vivere come lui. Mentre invece si ritrovava a vivere in una splendida gabbia dorata. Confortevole, ma pur sempre una gabbia.
Quell'uomo era l'incarnazione di ciò che avrebbe voluto essere. E di ciò che avrebbe voluto far suo. ---> esatto, e qui torniamo al discorso che è stato affrontato sia prima che in altri frangenti: Eren ha tutto dalla vita, ma quel tutto per lui è niente perché tutto è tranne ciò che vorrebbe avere; Levi non ha niente dalla vita, ma quel niente per lui è tutto perché è tutto ciò che desiderava. E quando si incontrano, Eren capisce che Levi gli può dare ciò che gli manca mentre Levi capisce che anche se ha tutto, con Eren sente di avere veramente tutto e definitivamente. E niente, adoro tantissimo questa contrapposizione, è una tematica che mi piace sempre molto affrontare nelle storie o in generale.
"Pensavo che reggessi bene l'alcol".
Durante il tragitto verso casa, Levi ebbe più di una volta bisogno di fermarsi a causa dei capogiri. Ovviamente Eren non aveva perso tempo per rinfacciarglielo.
"Non è colpa dell'alcol, mi sono solo esaltato troppo".
"Perché eri un pochino brillo".
"Mi fai la predica, ragazzino?"
"Beh, tu la fai a me. Ho ricambiato il favore". ---> e ancora una volta, dopo pensieri importanti, profondi e che hanno anche del filosofico, si finisce sempre per imbattersi in una scena comica e simpatica. Mi piace un sacco il modo in cui riesci a gestire e dosare il tutto, è una grande dote quella che hai, perché riesci sempre ad equilibrare bene i capitoli. E niente, Eren che rinfaccia qualcosa a Levi ha troppo del mistico, è una cosa che va segnata ovunque, sui calendari, le agende e sulla tomba di Eren, perché se Levi non fosse stato brillo forse lo avrebbe strozzato, ma shh, questi sono dettagli, lol. Poi Levi mi ha fatta morire quando ha detto: “Non è colpa dell'alcol, mi sono solo esaltato troppo” perché sta affermando ciò da brillo, in vino veritas e pensare a Levi esaltato a causa dell'alcol è una cosa meravigliosa. Ma boh, io mi perdo alcune volte – sempre – in certe cose che non capisco nemmeno io.
"Ahm… grazie per la rosa. E per la frase che hai scritto. Come mai hai scelto proprio quella citazione?"
"Perché ogni frase che mi colpisce è degna di essere annotata".
Eren gonfiò le guance. Non era esattamente il tipo di risposta che si aspettava. ---> Levi, sei proprio un birbone, lasciatelo dire.
"Forse ho capito perché ti manca l'ispirazione. Non ti sei mai innamorato, quindi non puoi di conseguenza scrivere d'amore. Dovresti prima sapere che cosa si prova". ---> esattamente. Certe cose sono difficili da scrivere e da esprimere se prima non sono state vissute. Un po' come quando ambientiamo le nostre storie in città straniere che non abbiamo mai visitato oppure quando scriviamo di ricette che non abbiamo mai sperimentato e non sappiamo nemmeno che gusto ha il piatto descritto. Ci si può solo avvicinare alla realtà, ma mai descriverla e comprenderla fino in fondo se prima non si hanno provato determinate emozioni.
Non sembrava esistere nient'altro in quel momento, se non proprio loro. Era stordito a causa della bevuta di poco prima, stordito dal suo dolce profumo di innocenza, stordito dalle emozioni stesse che stava provando. Eren era la sua fonte migliore di ispirazione. Con il pollice gli accarezzò le labbra. Il giovane rimase immobile, completamente impossibilitato dal compiere anche un minimo movimento. ---> OKAY, AIUTO, STA PER SUCCEDERE, MI PREPARO AL BIG SCLERO CHE ORMAI CONOSCI BENE, MA CHE ESPRIME IN PIENO CIÒ CHE PROVO OGNI VOLTA CHE SUCCEDE QUALCOSA DI BELLO.
Fu proprio Levi ad azzerare le distanze, fu lui a poggiare le labbra sulle sue. Eren poté sentirlo, il calore che si diffondeva in tutto il corpo. Poté sentirle, le sue braccia forti che gli si stringevano intorno alla schiena. Poté sentirla, la sua lingua cercare la propria con impazienza, alla fine trovarla, dando inizio ad una lenta e segreta danza.
Si sentì morire. E se davvero era questo ciò che si provava, Eren voleva morire altre mille volte. Gli occhi lucidi finirono con il chiudersi e lui finì con il cercare di ricambiare, in modo piuttosto impacciato, il suo primo bacio, donatogli da un altro uomo, un artista, a sua volta un'ispirazione. ---> OKAY, IT'S HAPPENED. EVERYBODY STAY CALM, EVERYBODY STAY FUCKIN' CALM. CHE POI, e come sempre, l'unica che dovrebbe stare CALM sono io, ma questi sono dettagli dettagliosissimi [?]
Questo primo bacio è stato stupendo e dire che l'ho amato è estremamente riduttivo.
Chiunque, vedendoli, li avrebbe mandati a morire all'istante.
Ma mai ci fu niente di più naturale e puro come quel gesto dettato da qualcosa di vero e sincero. ---> ADORO. Seriamente, adoro tantissimo come hai concluso questo capitolo, mi ha letteralmente scaldato il cuore.
Insomma, che altro dire?
Ho amato questo capitolo, amo questa storia e non vedo l'ora di passare a recensire anche gli altri, perché questa storia merita tutte le lodi del mondo. **
Complimenti e alla prossima,
Jill ~ |