"Per essere il torpore
Delle vostre mani […]"

La chiesa gremita, le lacrime di mio padre, i petali di rosa sulle mie scarpe bianche, il tacchettio sulla navata, il battito assordante del mio cuore. O forse era il suo? I suoi occhi che mi cercavano, come persi nella nebbia e impauriti, fino all’istante prima che incrociassero i miei.
Il tocco delle sue mani tremanti per l’emozione, la profondità della sua voce nel pronunciare quelle parole solenni, la delicatezza con cui mi scoprì il volto e mi guardò come se avesse visto il suo angelo per la prima volta. Il dolce sapore delle sue labbra. Il calore della sua fronte sulla mia….
…il suono delle campane, il riso, i baci e le lacrime. La sua mano stretta nella mia.
Per sempre. Lo voglio. Per sempre.

Dal testo:
"Tua madre ti sorride, un gesto caldo e rassicurante, una sorta di regalo in atteso. Sulle labbra le danzano le parole della vecchia storia che ti sta raccontando."

[...]
-Si sente bene?-
-Sì-
La giovane piegò il capo, continuando a studiarlo con attenzione.
-Una ragazzina come te non dovrebbe andare in giro da sola sotto la pioggia. Né avvicinare gli sconosciuti nel bel mezzo del nulla-
-Gli sconosciuti come lei non dovrebbero stare da soli sotto la pioggia in riva ad un lago quasi nel bel mezzo del nulla-
Merlino sorrise a mezza bocca.
[...]

Un uomo che non sa da dove arriva, ma che calca le terre del mondo che ritiene suo, da ormai mille anni... E' la mia prima fanfic fantasy, spero di aver scritto bene questo primo capitolo, vi raccomando, commentate pure, i suggerimenti e pareri personali sono ben accetti ^^

Che discorsi inutili, sospirò tra se il comandante Antonino Carbo, la vita era semplicemente un gioco tra i tanti con cui gli dei decidevano di trastullarsi, divertendosi a far soffrire gli uomini, ingannandoli, distruggendoli attraverso il dolore o la vecchiaia.
Mentre il cavallo lo conduceva placido tra sassi e cadaveri, si accorse di desiderare ardentemente di non invecchiare mai “meglio morire subito, adesso…” e sconsideratamente chiuse gli occhi quasi sperando che qualcuno gli staccasse la testa dal corpo con una daga: finalmente la fine.
Non si andava nel regno di Ade dopo la morte, non c’era nessuna vita dopo la vita ma solo il buio e l’oblio.
Una risata gli fece tirare le redini scoordinando il cavallo che nitrì.
La daga la sfoderò lui, il corpo già pronto alla difesa.
“Chi ride, chi sei?”
Il sole si trovava già sulla linea dell’orizzonte, un sole freddo tipico della terra dei Bagaudi gli sciocchi ribelli appena sconfitti.
“Assurdo” pensò tra se, la metà era morta in battaglia e lui ci stava camminando sopra mentre le donne e i bambini erano già diventati schiavi.
“Chi sei?” La sua voce tuonò in mezzo alla campagna gelida, mossa da bave di vento.
“

“La nostra storia ha inizio diversi secoli fa,diciamo dieci”
“Facevi prima a dire mille anni”
“Silenzio."

“Anime gemelle, che ad ogni vita si ritrovano, non importa come o dove, esse si ritrovano sempre”.
Non so perché mi piace questa frase! Forse perché ce lo ripetevamo sempre, affinché divenisse una promessa solenne.
Sogni, pensieri, forse ricordi che non mi appartengono, forse li sto solo rubando alla mia fervida immaginazione, forse il colore delle fragole non è il colore delle tue labbra. Forse la pioggia non sono le nostre lacrime, quelle con cui ci salutavamo per un addio o quando ci ritrovavamo dopo un periodo di lontananza. Forse il mio cuore in questo momento, guardando le stelle e sentendo il profumo di erba bagnata, batte per altri motivi… spero piaccia :)

Teddy si è appena dichiarato a Victorie e lei ricambia.
E adesso? manca solo un bacio.

Sono sempre stato così protettivo nei confronti di Michelangelo... e poi...

James ha una domanda: da dove viene la magia? Una scatola di latta potrebbe contenere la risposta.
Scritta per l' Everybody, Everywhere and Everything Battelship Contest.

"Il tuo sorriso
mi ha strappato
un altro pezzo di realtà.
Mi hai chiesto
dove andassi:
sono qua.
M’illumino d’immenso.
E oltre me
il silenzio.
La tua ultima domanda,
persa in lontananza.
Scivoli
discreto
fra i miei spigoli.
Sta’ attento a non ferirti.
Tanto già sai
che verrò io
ad aprirti"

Il pistolero abbandonò il sakè sul suo fianco destro che venne ben presto afferrato dalla mano della persona che, quella sera, probabilmente gli avrebbe fatto compagnia.
L'uomo in questione era un giovane asiatico dai lunghi capelli neri, i vestiti bianco ed arancioni che indossava erano sporchi di sangue ed il fodero della sua spada sul fianco era vuoto, l'espressione sul suo viso era vuota, gli occhi rossi chiaramente sintomo di un pianto che non era stato trattenuto e che, probabilmente, minacciava ancora di farsi sentire.
Hanzo Shimada prese posto al fianco di Jesse incrociando le gambe ed aprendo subito la bevanda offerta per bere qualche sorso.
Bere per dimenticare, ecco cosa stava facendo.
Bere per poter cancellare dalla sua mente ciò che aveva fatto.
Quel sangue non si sarebbe mai lavato dalle sue mani
Il sangue di suo fratello.

Quando il vento trasporta dolori
e nel tuo cuore ci sono mille fori
Mille cori, mille maschere con strani fiori

Una raccolta di drabble sulle mille cose stupide fatte da Niccolò Fares che hanno finito però per avere un risvolto inaspettato.
Per celebrare insieme i due anni dal primo scambio di battute tra Niccolò e Martino.
[Dal testo:] Niccolò nella sua vita ha fatto mille cose stupide. Ad esempio, accettare l’invito dell’amica bionda di Sana – Silvia si chiama? – a far parte della radio della scuola. Non tanto per il nome buffissimo – “Radio Osvaldo” –, la torta di carote che ti strozza o le 525 lettere del codice di autodisciplina di Silvia. Piuttosto, per il tempo che la radio gli porterà via dallo studio rendendogli difficile evitare di essere bocciato – di nuovo.
Della radio non gli importa granché [...] Però alla radio c’è anche quel ragazzo rosso che ha visto davanti ai cancelli lunedì mattina. Forse non tutto è da buttare, dopotutto.
[Questa storia partecipa alla challenge “I like that quote, said the month” indetta da Mari Lace sul forum di EFP.]