Carissima shilyss,
"Alla scintilla si erano spenti gli occhi" trovo che sia una frase bellissima e che esprima in pieno lo spirito di questo capitolo, ma anche il centro stesso di questa storia, il motore che la spinge, il perché di tutte le cose. Oltre al fatto che di per sé è una frase che mi ha colpita per la sua forza espressiva e anche per come suona bene, è anche tutto il carico di significati che porta con sé che me l'ha fatto adorare tanto.
Passando a fare una recensione con un minimo di ordine e criterio. Qui vediamo la seconda parte dell'incontro tra Loki e Sigyn o, per meglio dire, il loro vero incontro, quello libero da sguardi e orecchie indiscreti, quello dove Loki ha potuto dire ciò che davvero pensava e dove lui e Sigyn non sono separati da nulla.
E subito Loki e Sigyn ricercano quella vicinanza che più o meno inconsciamente è mancata a entrambi, quei dettagli e quelle piccolezze che fanno di quel rapporto il loro rapporto. Si riconoscono toccandosi, ricordano le sensazioni e i profumi. I loro tocchi sanno di nostalgia, di qualcosa mai perduto davvero, e sanno anche di rabbia per ciò che è stato e non potrà essere, soprattutto da parte di Loki. Potrebbero baciarsi, a un certo punto, potrebbero avvicinare le loro labbra e riassaporare quella passione che brucia sotto la pelle di entrambi, ma non lo fanno, perché ora la situazione è diversa, lo è la strada che Sigyn ha scelto e loro non sono più. Non si baciano per fierezza, ma anche per rispetto a questa scelta, forse.
Eppure il loro amore mai sopito, mai estinto, mai morto è forte in quel loro confrontarsi, emerge tra le righe dei loro gesti, tra le pieghe dell'abbraccio feroce di Loki e dei ricordi nostalgici di Sigyn. Ora, a separarli ci sono bugie, cose taciute, cose non dette, e Loki si rende conto con amarezza che Sigyn sa, Sigurdr sa e persino Odino sa. Sanno tutti, tranne lui, lui che era quello più in diritto di conoscere la verità, perché a suo tempo ha salvato Sigyn e perché l'ha fatta sua, perché hanno combattuto insieme contro le imposizioni, e un po' anche contro il buonsenso. lui aveva il diritto di sapere, ma Sigyn ha preferito tacere e scegliersi quella vita. Per questo Loki non la salva: di nuovo, per fierezza e anche perché pensa che lei si sia scelta il suo destino, quella sua misera condizione, anche se solamente in parte.
Nonostante Sigyn rimanga in silenzio, si morda le labbra per non parlare, dice la verità ma a metà, Loki inizia a comprendere, i pezzi del puzzle iniziano ad andare al loro posto e ad acquistare un senso, ma questo non rende la sua amarezza meno grande e non lo addolcisce. Lo rende anzi ancora più irrequieto. Ed è così che se ne va, infuriato con se stesso per non aver capito e con tutti gli altri per non avergli permesso di farlo.
Ho adorato anche il flashback inserito a fine capitolo, dove troviamo una Sigyn ridente per i racconti di Baldr, mentre loki la osserva da lontano e usa l'innocenza del suo giovane fratello per carpire quante più informazioni possibili su Sigyn e sui suoi gusti, perché lei s'avvicina a Baldr in un modo che con Loki teme di fare. Ed è forse proprio grazie a Baldr e alle sue storie divertenti sull'ingannatore che questo e Sigyn possono finalmente avere una conversazione più disinvolta, improntata alle battute argute e spiritose e, al contempo, a sondare il terreno, le rispettive menti, mettersi alla prova in una sorta di gioco. Mi piace questa cosa per cui Baldr è l'anello di congiunzione che dà il via a un rapporto tra Loki e Sigyn, che permette loro di conoscersi, inizialmente indirettamente (Sigyn attraverso le storie di Baldr e Loki attraverso ciò che lui gli dice di lei) e poi direttamente. E questo flashback ha un sapore amaro, perché il presente è crudelissimo con questi due innamorati.
Carissima, come sempre un capitolo fantastico, che s'incastra alla perfezione in una storia che io amo immensamente e che leggo sempre con grande, grandissimo piacere!
Un abbraccio, a presto ♥ |