Carissima, ciao!
Questa storia è sempre un balsamo per la mente, qualcosa che mi metto a leggere lì, la sera, e so già che mi darà del tempo ben speso, dei minuti immersa nelle bellissime atmosfere che riesci a creare e che sai sempre rendere con la tua inconfondibile grazia.
E niente, questo capitolo l'ho amato ed è sicuramente il mio preferito fin'ora. È il mio preferito perché ci sono tante cose qui, a livello emotivo, sia per Sigyn che per Loki.
Il capitolo si apre dove lo avevamo lasciato l'altra volta, con Loki e Sigyn sconvolti da quanto accaduto durante la cerimonia, turbati da quello che è successo, da quel loro stretto contatto, che sottintende un'attrazione che è sempre più difficile dissimulare e da cui Loki si era difeso spingendo via Sigyn. Mi è piaciuto il loro arguto scambio di battute, quel loro confrontarsi sempre alla pari, quel loro tenersi testa, mettersi alla prova e studiarsi. Due menti brillanti che imparano a conoscersi e ad apprezzarsi. E ho amato anche l'atmosfera che hai impresso a tutta la scena, dove torna quella passionalità che fin'ora ha serpeggiato sottopelle, nei pensieri più reconditi, lontana e inviolabile. Ed ecco che qui invece emerge con prepotenza, in Loki che sfiora le labbra di Sigyn, le accarezza, in un farla sua che non è del tutto farla sua, rimanendo in bilico su quel confine che è meglio non superare. Che non bisogna superare. È lì che la desidera, ma non può averla e lo sa. Perché lei è maledetta, maledetta e inviolabile e non può essere sua. E lo stesso tremito che prende Loki s'impossessa anche di Sigyn, che pure lo vuole, lo desidera, tanto che l'unico momento davvero chiaro che le è rimasto in testa del rituale è quando ha toccato il petto di Loki. Una passionalità che si fa prepotente, forte e che sembra stupire entrambi, Sigyn più di Loki.
Si vogliono, ma non possono aversi, ed ecco che torna il freddo invito che Loki rivolge a Sigyn, di stargli lontano. Di nuovo, l'Ase prende le distanze, si allontana, perché superare il confine è semplice, fin troppo, è un attimo, un battito di ciglia, una scelta sbagliata. E lui sa di non poter cadere in un simile errore.
Eppure, in un certo qual modo, Loki considera Sigyn come preziosa e da proteggere, tanto che s'ingegna in tutti i modi per trovare una falla nel terribile destino che l'attende, per trovare qualcosa da rompere per poterla liberare. Fa tutto ciò che è in suo potere, anche se non gli è dovuto, anche se non gli sarebbe richiesto, eppure lo fa, perché lui quel confine che non vuole attraversare lo ha già superato. Lo hanno già superato entrambi, anche se negano e fingono che non sia così. Perché sanno quanto terribile sia l'implicazione della strada che hanno deciso d'intraprendere, sanno cosa significa, anche se per Sigyn si tratta ancora di tradire il suo ruolo di ancella, mentre per Loki, che sa la verità, che conosce, è qualcosa di ancora più tremendo.
La scena di hurt/comfort l'ho davvero amata, e non solo perché mi piacciono queste cose, ma soprattutto per una serie di dettagli che emergono dalla situazione che arricchiscono, man a mano e in punta di piedi, il rapporto tra Loki e Sigyn, ne suggeriscono l'evoluzione. Innanzitutto, c'è da notare la statuina che Loki ha intagliato per Baldr e che presumibilmente il bambino ha regalato a Sigyn: è in bella vista sulla toletta. Lì, dove Sigyn può vederla ogni volta che si pettina, ogni volta che vi si siede. Le ricorda Loki ed è evidente che l'Ase non sia un pensiero sgradevole, perché altrimenti quel dono sarebbe stato riposto dentro un cassetto, dove lei non poteva vederlo, e non dove l'occhio può cadere con facilità.Secondo, Loki che avvicina una poltrona al letto di Sigyn - ma non troppo, a segnare quella distanza che deve mantenere, a rimarcarla a se stesso - e rimane accanto a lei tutta la notte. Certo, è lui la persona più esperta nelle cure di cui il palazzo dispone fino all'alba, eppure non è solo per quello che lo ha fatto. Lo ha fatto per lo stesso motivo per cui sta tentando con tanto zelo di salvare la ragazza dal suo destino. Prendersi cura di qualcuno è il più silenzioso eppure evidente gesto d'amore che si possa compiere verso qualcuno. Altra cosa che ho amato di questo momento è quella passionalità che riemerge, quel desiderio che torna a galla nella mente di Loki mentre cura Sigyn e non può fare a meno di posare gli occhi sul suo collo, sulle sue curve, immaginarla tra le sue braccia, tra le sue mani. Un pensiero che lo rende nervoso, e che pure non gli fa perdere la lucidità. Lui vuole Sigyn, la desidera anche perché e anche se non può averla, eppure non perde quell'arguzia, quella fermezza che lo contraddistinguono.
La parte finale è molto importante, perché i due si confrontano finalmente su cosa Sigyn ha visto durante il rituale, su quell'assaggio di ciò che significa essere una scintilla e sulla terribilità di ciò che aspetta entrambi, in quel futuro che lei ha visto e di cui è spaventata. Loki le dice parte della verità, rivelandole la sua condizione di scintilla, qualcosa a cui Sigyn non vuole credere, perché le scintille sono estinte, così lei crede. Hai concluso il capitolo in maniera davvero crudelissima e io ora sono davvero troppo, troppo curiosa di scoprire come questo loro confronto su parte della verità andrà avanti e fino a dove si spingeranno a dire e confessare.
Carissima, un altro capitolo magistrale, che è stato davvero un piacere per gli occhi. Leggerti è sempre un piacere immenso. Grazie per star regalandoci questa perla.
Un abbraccio, a presto ♥ |