Carissima, eccomi tornata su questa meraviglia di storia, che ormai sai quanto io ami profondamente, infatti questo capitolo l'ho letteralmente divorato, a riprova di quanto adori te, le tue storie e questa soprattutto.
Ma bando alle ciance e venendo a noi. Mi ha fatto piacere tornare nel passato, a dare uno sguardo a quei Loki e Sigyn che ancora si studiano e devono conoscersi, che ancora devono invischiarsi in quel rapporto che sarà la rovina di entrambi, ma. Qui c'è un grandissimo ma, perché la loro rovina è già cominciata, anche se loro non lo sanno: è cominciata nell'esatto istante in cui Loki ha posato gli occhi su quelli impertinenti di Sigyn e ha deciso di esigerla come pegno. Lì è iniziato tutto, proprio il quel gioco di guardi che ora prosegue, arricchito dalle battute, da quelle frasi astute che si scambiano, per sondare il terreno e che il piccolo Balder, nella sua innocenza di bambino, trova noiose e non comprende.
Ci ho visto, in quel bracciale che Loki ha voluto riparare personalmente, un inconscio desiderio di quest'ultimo di avere Sigyn vicina in qualche modo, di avere qualcosa di suo tra le mani, non potendo avere lei stessa. Riparare qualcosa di suo, renderlo di nuovo integro, è forse un suo modo per dire che di Sigyn si vuole occupare lui, che lei è sua, anche se ancora non lo sa coscientemente e non vuole ammetterlo.
interessantissimo, infatti, è stato il concetto su cui s'insiste per tutto il capitolo, ovvero l'esigenza per Loki di stare lontano da Sigyn. Seguire gli ordini di Odino, lui dice, gli è sempre pesato, ma in questo caso è necessario. E non è necessario per via della strada che ha scelto Sigyn e per il suo destino: è anche per quello, ma non solo. Qui ci ho visto qualcosa di più squisitamente personale, qualcosa che appartiene più alla sfera intima di Loki. Lui ha sempre guardato con sbeffeggiante distacco all'amore, per lui è qualcosa di superficiale e lontano, qualcosa di carnale ed effimero, che dura per un breve periodo, per lo spazio di qualche notte, e poi si frantuma, perché tutti dell'altra persona gli viene a noia. In Sigyn, invece, ha avvertito una diversità, qualcosa d'altro che lo spinge a starle lontano: sa che, se si permette di conoscerla di più, di entrare in intimità con lei, rimarrà invischiato in qualcosa di profondo e grande e destinato a durare. Diverrà prigioniero di quel sentimento che fino a quel momento ha creduto tanto effimero, accorgendosi invece che può non essere così. Sa che Sigyn è diversa, e per questo la teme e la rifugge. Non sono neppure i suoi pensieri, durante il blót, perché ha paura di trovarla noiosa, e doverla allontanare per questo, perché non è interessante come credeva, oppure di trovarla estremamente interessante, e quindi di non poter fare a meno di avvicinarsi.
Loki cammina su un filo di lana, diviso a metà tra due forze opposte, tra due istinti che premono in direzioni diverse. E sappiamo già quale dei due avrà la meglio, e questo è bellissimo e struggente al contempo.
E questo desiderio vibrante e nascosto emerge prepotentemente quando, durante le visioni degli spiriti, Sigyn si abbandona tra le braccia di Loki, lo scopre, ne percorre i profili, lo studia intimamente. E Loki sente, a quei tocchi, sensazioni che non vorrebbe, sensazioni che sa cosa significhino. L'attrazione tra i due è evidente ed è bello che sia emersa quando le maschere di entrambi sono cadute, quando ogni muro svanisce. E c'è anche tanta malinconia, perché Sigyn rivela ciò che sarà, rivela il terribile destino che attende entrambi, ed è spaventoso e crudele. Mi viene da chiedermi se Sigyn tentennasse nel partecipare al blót perché in qualche modo percepiva che sarebbe successo qualcosa di simile a ciò che è accaduto (dopotutto, come scopre Loki, la scintilla ha una sua consapevolezza delle cose, che la porta a una sorta di comprensione, oppure se ciò che ha detto a Loki fosse la verità. O entrambe.
Altra cosa che ho immensamente apprezzato di questo capitolo è come tu abbia mostrato le diversità culturali di Asgard di e Vanheim, intrecciandole alla perfezione con la storia, e introducendo un altro fatto interessante: Sigyn è spaventata da Asgard tanto quanto ne è attratta e si sta pian piano uniformando al modo di vivere di questo luogo che, tutto sommato, non disprezza, anzi. Allo stesso modo, ho adorato la descrizione precisa e vividissima del blót: l'impressione è davvero quella di essere lì, ad assistere a questo rituale propiziatorio che richiama le ombre e gli spiriti dei defunti, tingendo la storia di quella nota dark che amo sempre tantissimo.
Insomma, carissima, come sempre hai fatto un lavoro spettacolare e hai creato un capitolo che è un piacere per gli occhi e per la mente (anche se Loki mi si è indispettito e per ripicca si tiene pure il bracciale, tanto per gradire). Io la AMO questa storia, ecco!
Buona quarantena e un abbraccio grande. A presto ♥ |