"È passato così tanto tempo da quella notte... Quella terribile notte in cui cambiò tutto." Rukia ricorda Kaien-dono.

«E se invece vi dicessi che non sono affatto morta, ma che sono viva e vegeta, in qualche modo, riuscireste a perdonarmi? Riuscireste a capire perché io abbia fatto tutto questo, o mi rinnegherete come figlia, amica e fidanzata? In questi anni sono cambiata parecchio».
(Tratto dal prologo)
Seguito di Perfect Creature - all'interno della serie "Ice Heart".

[SPOILER MASS EFFECT 3] [Finale: Distruzione]
Una porta rossa. L’HMWP è stretta tra le sue dita, pronta a far fuoco. Ha paura. Ricorda cosa si prova a morire e la sola idea la terrorizza. "Non pensare, fallo e basta!", ma le sue dita restano ferme sul grilletto, senza premerlo.
Si trova nell’occhio del ciclone. Il tempo sta finendo. Sente la mente svuotarsi. Deve farlo. È l’unico modo per dare un senso a tutto quello che ha fatto, tutte le vite che non ha potuto salvare. Guarda in alto. Un sorriso le incurva le labbra. Morirà tra le stelle. Quanti possono dire lo stesso?

[Dopo l'ultima puntata della seconda stagione] Stiles si sentiva inutile, sapeva di dover dimenticare la cotta per Lydia. Rifletteva sul fatto che era l'unico a non avere nulla di speciale e si sentiva immensamente solo. [Sterek]

E se un nuovo uragano stesse per abbattersi su Bristol portando scompiglio non solo in casa Mclaire ma anche tra i nostri cari amici della seconda generazione?
Piccola fantasia uscita dalla mente perversa di una ragazza marziana

Ero fottutamente in ritardo per le prove con il gruppo. La cosa peggiore era che quella sera avevamo un concerto importantissimo a Los Angeles...la cosa ANCORA più peggiore era che Dallon era incazzato con tutti...

Il biondo non riusciva a staccarle gli occhi di dosso, qualcosa in lei lo attirava come una calamita, la prima cosa era la voce: bassa e delicata, poi la timidezza che la faceva sembrare ancora una bambina nonostante avesse quasi diciotto anni; i movimenti delicati e mai superflui e soprattutto gli occhi, l’avevano colpito, erano di un viola intenso con delle striature cobalto, ingenui e affettuosi, caldi nonostante fossero di colore freddo. “Abiti in Irlanda?” domandò il ragazzo stralunato “Sì” “Ti manca l’Irlanda?” “Perché dovrebbe mancarmi? E’ un posto come un altro, non c’è niente e nessuno che mi può fare dire che quella è casa mia o che mi manca…” Una Rose/Scorpius...^_^

TRATTO DALLA STORIA:
Irene Adler è tornata a Londra da poco più di due giorni e già l’aria è cambiata, nel modesto appartamento del 221B di Baker Street.
John non sa cosa pensare, né come comportarsi. Pertanto tenta ti sviare i pensieri, non agisce, non parla.
Tutto continua così, placidamente, per una settimana. Sa perfettamente di doversi aspettare l’arrivo di una tempesta (casualmente, quella tempesta indossa abiti eleganti e un rossetto color sangue). La calma non dura mai molto, pensa il giovane dottore. Nel profondo, però, vorrebbe che quell'uragano non giungesse mai, che non li toccasse mai e che non si abbattesse con la sua furia su di loro.

Come pedine nelle mani di un abile giocatore di scacchi, Edward e Bella si ritrovano costretti a confrontarsi con il destino che Aro ha in mente per loro.
Inizialmente nemici, il susseguirsi degli eventi li vedrà sempre più uniti nella lotta tesa a scongiurare il finale drammatico che si profila all'orizzonte qualora non riuscissero a vincere la partita iniziata loro malgrado con i Volturi.
Dal testo
- Fermati, Aro.
In quelle due semplici parole, e nell'espressione di trionfo che era comparsa nello sguardo dell'uomo dagli occhi rossi, era contenuto il suo destino.
- Rivendico il diritto di appartenenza che il sangue di Isabella mi concede su di lei.
Se dentro di lei c'era il caos, sembrava invece che tutta la furia espressa sinora da quel ragazzo, si fosse trasformata in gelida determinazione.
- Questo, Aro, mi dà anche il diritto di decidere dove, e soprattutto quando, la trasformerò in una di noi.
Completamente incapace di dare un senso a quello che stavano dicendo di lei, capiva solo che la sua vita stava passando dalle mani di quell'uomo crudele, in quelle del ragazzo che la osservava con un'espressione indecifrabile.

FF nata stanotte ... il tema stavolta sarà diversissimo dai miei precendti ...
dal capitolo 1 :
io ero tornata tranquillamente pensando di poter entrare come ogni santo giorno nel mio appartamento , salutare quel rompi scatole del mio vicino e continuare la mia solita vita ... invece no ...

Dal primo capitolo:
"Io: Louis William Tomlinson da quando hai la ragazza??
Lou: beh...ecco...io...si...insomma...volevo dirtelo ma...
Io: sisi, certo come no...El posso chiamarti così?
El: certo
Io: io sono London...la sorella di questo cretino
tutti: TU CHI?? LA SORELLA DI LOU??"
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Mi farebbe molto piacere se qualcuno la leggesse...è la mia prima FF spero che vi piaccia

"Sei proprio scoppiato Aki, ma mi ascolti quando parlo? Comunque... abbiamo due nuovi compagni di classe - è Yutaka a parlare - non so i nomi, al consiglio d'istituto non li hanno menzionati. So per certo però che le loro famiglie sono ricchissime e loro invece non molto simpatici. A stento nella scuola precedente in cui sono stati, rivolgevano la parola a qualcuno. Uno di loro ha raggiunto l'ultimo anno grazie ad un esame speciale e costosissimo".
[Aoiha/Reituki/Kaix...]

‹‹ Non mi noterà mai ›› disse ‹‹ è troppo popolare per una come me ››

"E allora basta, Jared: se davvero dobbiamo bruciare all'inferno... e sia!"

"Non sopporto perdere, ma è molto meglio che non giocare mai."
Questa frase ormai sembra diventata il motto di Jewel Hintan, per uno strano scherzo del destino. Jewel ha 15 anni e abita nello Stato di Tuen, dove ogni ragazzo o ragazza a quest'età deve affrontare un'Accademia. Quest'Accademia in realtà non è altro che un labirinto di porte, in cui la protagonista deve compiere delle scelte di vitale importanza. Jewel troverà il coraggio che non ha mai creduto di possedere, e combatterà contro avversità, contro paure o ...contro se stessa.
Dei semplici ragazzi si trovano ad essere dei guerrieri.
Ad essere gli artefici del proprio destino, e non solo pedine di un gioco già organizzato.