Recensioni per
Sassi lanciati in uno stagno.
di _Agrifoglio_
In effetti i tormenti del Conte di Fersen sono abbastanza condivisibili. nel momento della morte dell'amata lui non c'era. Lei era stata lasciata sola ad affrontare il proprio destino. Sarebbe stato più onorevole e romantico consegnare se stesso e magari precederla sulla ghigliottina. Ma forse era pretendere troppo da un uomo pieno di contraddizioni come Fersen, dedito più a decantare versi che a concedere vere prove d'amore. |
Ciao Agrifoglio, molto bello questo pezzo che fa l'occhiolino a W. Shakespeare ed esprime una sacrosanta verità "Si ama coi fatti e non declamando versi." Concetto, questo, che mi trova assolutamente d'accordo. Credo che Fersen, quello vero, debba aver sofferto molto per la perdita dell'unico amore che lo ha accompagnato per tutta la vita e che ha potuto vivere soltanto in modo effimero, consolandosi qua e là con altre dame dell'epoca. Ma lo si può biasimare? Amare la Regina di Francia era una situazione di sicuro singolare e la morale, nel XVIII secolo, era ben diversa da quella attuale. Un saluto e un augurio di Buona Pasqua! |
Fersen, solo con il suo dolore. |
La figura di Fersen, sia quella storica che quella riveduta e corretta dell'anime, è stata molto bistrattata a mio giudizio. In realtà lui amava profondamente Maria Antonietta e averla perduta in un modo così cruento e ingiusto lo segna per il resto della vita. Secondo me non aveva nulla da rimproverarsi, ma tu hai reso benissimo la sua disperazione. Complimenti. |
Mi sono sempre chiesta, cosa sarebbe accaduto se i sovrani non fossero fuggiti?! |
Che bella lirica, un vero gioiellino. |
Povero Fersen! Perdere l'amore di una vita è uno dei dolori più laceranti che possano esistere! |
Ben tornata Agrifoglio, con questo sasso che parla del Conte di Fersen, facendo affiorare i sentimenti del suo grande amore verso la regina di Francia, lasciata da sola nel momento cruciale, quando coperta di insulti si è avviata al patibolo, senza poter avere il conforto di parole che potessero lenire la sua pena e che sempre avevano riempito il suo cuore. |
Dopo un primo momento di riflessione e la necessaria rilettura, ecco svelata l'identità di "chi rimane": Hans Axel conte di Fersen. L'emblema dell'amor cortese, fatto di poesia e corteggiamento, ma allo strsso tempo incapace di salvare la donna amata o per lo meno di starle accanto. Molto bello l'incipit, a metà tra echi leopardiani e il monologo di Romeo di shakespeariana memoria; il finale è dolente e pregno di amarezza, anche se forse Fersen si addossa più colpe di quelle che effettivamente gli dovrebbero essere imputate. Bella prova, come sempre. Alla prossima Silvia |
Cara Agrifoglio questo è uno dei sassi più belli, per me. |
Ad una prima lettura, forse un pochino affrettata perché sto scrivendo la mia fiction,il protagonista di questo sasso mi sembrava André. Il romanticismo,il ricordo del boschetto,la solitudine e la separazione. Invece no. È Maria Antonietta ad essersene andata,coperta di insulti ,invisa ,odiata da un intero popolo che un tempo aveva riposto in lei e in Luigi Augusto,tutte le sue speranze. Hans Axel von Fersen l'amo' ardentemente e cercò pure di farla fuggire ma non riuscì nell' ntento e alla fine fu costretto ad arrendersi e ritornare in Svezia. Pochi anni dopo anche lui verrà brutalmente assassinato. Questo capitolo per certi versi mi ricorda molto Shakespeare e ormai non ho più parole per complimentarmi con la tua bravura! Al prossimo lancio, ciao! |
Sbaglio o è Fersen che parla qui? |
I pensieri di Oscar dopo la notte del ballo con il Conte Fersen |
Eccomi qui. |
Sono molto felice di ritrovarti! Affronti l'episodio del ballo, e mi è piaciuto conoscere la tua visione di quell'episodio, che io, francamente, non ho mai capito molto. Ha voluto verificare se davvero Fersen avesse dimenticato M.Antonietta dopo la guerra in America, come asseriva lui? Ha voluto tentare di mettersi in luce come donna? Ma soprattutto, cosa voleva per se? Se Fersen avesse avuto un tardivo colpo di fulmine, sarebbe andata con lui gettando la divisa e la sua vita alle ortiche? Ecco, ho apprezzato molto il tuo poetico "dar vita" ai suoi pensieri, la consapevolezza di un gesto un po' folle, forse davvero l'unico nella sua vita. |