Recensioni per
Sassi lanciati in uno stagno.
di _Agrifoglio_
Appropriato più che mai, nell'anniversario dell'esecuzione di questa infelice regina, vittima di un sistema corrotto e ormai (fortunatamente) alla fine. |
Bellissima la tua sintetica ma efficace ricorrenza a quella che è stata l'ultima ora della Regina: hai raccolto in poche rime tutti i suoi pensieri prima di salutare Rosalie, col dono di questa semplice rosa, e avviarsi al patibolo. |
Cara Agrifoglio, il potere delle drabbles è la capacità di saper condensare con poche sapienti ed essenziali parole concetti profondi come in questo tuo lavoro dove, a quella rosa di stoffa, vendono affidati i pensieri della regina di Francia che vede scorrere davanti agli occhi tutta la sua vita, dal suo arrivo in gioventù dall’Austria, agli splendori della corte e agli errori commessi, agli amori vissuti e alla presa di coscienza finale nel constatare dove l’ha condotta il suo comportamento, e unica che spicca è quella rosa di stoffa a dimostrazione di una delle poche cose vere della sua esistenza, una amicizia sincera verso una persona, Oscar, che avrebbe solo e sempre voluto che lei diventasse una buona sovrana per il suo popolo e che ora la aspetta alla fine del suo cammino come un faro che le rischiara il percorso che suo malgrado deve compiere. Bello e sentito questo tuo componimento. Complimenti e un caro saluto. |
Veramente sublime e commovente questa lirica! |
Una poesia in prosa, un lirismo, una profondità eccezionali. Hai colto i sentimenti più reconditi e veri di Maria Antonietta giunta alla fine della propria vita. Mille sfaccettature ha avuto la Regina, tanti pessimi consiglieri un unico faro di riferimento. Brava veramente, oserei dire che ti sei superata. |
Davvero originale, questo senso di colpa descritto con una tale sensibilità che non avevo neppure capito si trattasse di Alain. Inizialmente credevo fosse il Generale, ma leggendo meglio intuivo che solo Alain poteva essere allo stesso tempo un uomo "rude e alla buona", insensibile perché "aveva ascoltato, ma non aveva capito…" |
È un pugno allo stomaco questo tuo brano: per l'accorato dolore di Alain, roso dai rimpianti e dal rimorso per le sue assenze, per il contrasto tra quella bambina con il fiocco rosa che stringeva fra le braccia e la giovane donna inerte e senza vita, distesa sul letto (immagine che accentua il distacco legato alla morte), con i segni violacei del collo a ricordare implacabilmente la causa della sua fine. Dopo un inzio lento, in forma di quasi di preghiera, il finale è un rutilante flusso di pensieri (non per niente la punteggiatura è quasi assente), che evoca immagini in rapida successione, quasi dei flash in stile cinematografico. Devo dire che, se era un esperimento, mi è piaciuto molto. Alla prossima Silvia |
Ciao Agrifoglio, In effetti chi ha recensito per prima ha ragione, è difficile intuire a colpo d' occhio chi sia il secondo personaggio di questa tua raccolta. Non lo hai citato nelle note personaggi perché vuoi farci delle "sorprese " , in corso d' opera e non sappiamo mai chi sarà il prossimo destinatario del pensiero amoroso. Alain qui denota immediatezza, nostalgia , sentimenti genuini. Sotto la scorza ruvida e severa del soldato ribelle e scanzonato si nasconde un uomo dall' animo sensibile che " ha pene atroci da soffocare ", tuttavia con gran coraggio e forza d' animo non si piega alla disperazione e va avanti. Quanto gli costi mascherare così le sue pene lo sa lui solo. Grazie, bellissimo lavoro. Buona notte |
Hai reso così bene i sensi di colpa e il desiderio di perdono di Alain, del momento in cui ricorda la sorella, l'alternanza di visione: viva, vitale, bella dolce, con le fragole tra le labbra e poi esanime tra le sue braccia . La richiesta di perdono è struggente, è un uomo rude che non ha capito i suoi problemi e ha perduto la persona a lui più cara. |
Ciao Agrifoglio, come al solito poche parole per uno scritto potente che ci fa vedere in tutto il suo dolore un Alain che non riesce a non sentirsi in colpa per la morte della sorella. L'ha osservata crescere, l'ha tenuta sulle ginocchia, l'ha sentita parlare senza però ascoltarla davvero non comprendendo in tal modo il suo male di vivere che l'ha portata a cingere il suo collo delicato con un cappio, lui sempre in mille altre faccende affaccendato, disponibile per tutti ma non per comprendere lei, non si è accorto di nulla e della tragedia che ne è conseguita non potrà mai perdonarsi. Ti aspetto con il prossimo pensiero, Un caro saluto. |
Bello! Ho riconosciuto subito il nostro Alain, così forte all'apparenza ma pieno di sensi di colpa nel profondo del cuore per aver ascoltato ma in fondo mai capito la sua triste e disperata sorellina. |
Il nastro ed il livido intorno la collo mi fanno alla sfortuna Diane. |
Non ho ben capito di quale personaggio si parli, ma è comunque commovente. |
Spero che con il ritorno alle vicende della Leonessa, tu non abbandoni questa raccolta! Trovo che nelle frasi incisive e pulite tipiche di questo genere, infatti, ( che, seppur in maniera diversa ricorda un po' un'altra tua raccolta del passato, ben più corposa e famosa), tu dia il meglio di te. Tra l'altro, rispetto ai personaggi di ''Scorre la Senna, scorre lenta'', qui usi il presente, che conferisce maggior pathos alle parole del personaggio ritratto. |
Carica di rimpianti e rabbia la tua Jeanne Valois. Scritto molto bene,ne evidenzi l'anima in bilico tra la cattiveria e la tenerezza. Mi sembra di aver capito che è una raccolta, curioso di conoscere il prossimo protagonista. Brava. |