Ancora una narrazione dal carattere fiabesco, questa volta sulla circolarità della gentilezza. Vorrei renderla più ritmata, usando rime e/o assonanze, ma al momento devo continuare il contest e preferisco concentrarmi per concludere la sfida (con me stessa) del writober. In ogni caso, buona lettura.

Una corda a volte è solo un insieme di fili. Ma sono questi a formare la corda.
(Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter)

Sorride, Finnick, senza gioia. Le dita fanno su e giù, il nodo diventa morbido e cede, così ricomincia, ancora, e sorride perché deve sorridere.

Una giovane in trappola tra le braccia di un sadico.
Questa storia partecipa alla Red Challenge indetta dal gruppo facebook Il Giardino di Efp.

"Questo quarto anno si sta rivelando più noioso del previsto, decisamente meno “nuovo” del primo e del terzo, più difficile del secondo. In più, in questa classe di cerebrolesi, mi sono scelto come compagna di banco un fantasma assenteista. Non pretendo niente dai miei diciassette anni: non sento il bisogno di amici, non voglio andare alle feste, non credo di aver bisogno di una fidanzata e non mi servono vestiti costosi, va bene così. Voglio solo finire la scuola e andare a lavorare, le relazioni umane non sono mai state la mia priorità."
Questo non è nient'altro che Adam, che cerca soltanto un equilibrio adolescenziale nei suoi due ultimi anni delle superiori. Daniele non è lì per aiutarlo.

Non che si facesse scoraggiare troppo, il seborghino, anzi, non c’era verso che togliesse loro gli occhi di dosso –Di dosso a loro e alle gambe snelle che arricciolavano ad ogni passo l’orlo delle gonne- fino a quando un gran sbattere di porte non annunciava l’arrivo dei marinai.
[Bacan d'a corda marsa d'aegua e de sä che a ne liga e a ne porta 'nte 'na creuza de mä.]

Piccoli pensieri di un aspirante suicida.

E' colpa mia.
Sono io che l'ho ucciso.
Sono mesi che convivo col rimorso...
Glen, la persona a cui tenevo più della mia stessa vita.
Il mio migliore amico, morto a causa mia...

*Tratto dalla storia* L’argentea ricambiò il sorriso, mentre gli ansimi si facevano più pesanti.
Il biondo si avvicinò all’orecchio di lei sussurrando sensualmente –Preparati a gridare-
Cominciò a spingere, sempre più velocemente, in quella calda e stretta entrata, con voce roca e sempre più sensuale.
-Me..meliodas sama

mia prima incursione in questo fandom.. con una coppia che a mio parere a mote possbilità. Trama? E' una semplice PWP

“Più che il detto e il fatto, sono il non detto e il non fatto ad attrarre maggiormente le menti umane”. Incrociò le braccia.
“Più che domandarsi perché qualcuno o qualcuna abbia fatto qualcosa, perché non ci domandiamo perché non abbia fatto qualcos’altro? Qualcos’altro di non detto o di non fatto che, col senno di poi, è più importante di quello detto oppure fatto”.
“E come fai a stabilire che è più importante?”.
“Amore e Psiche è l’esempio ideale”. Indicò la statua con un cenno della testa. “I movimenti partono dai corpi nudi e dalle braccia, eppure lo sguardo non riesce a focalizzarsi lì…”.
“… Ma viene guidato verso le labbra” soffiò lei, come se avesse avuto la più sconvolgente delle rivelazioni, capendo in realtà dove l’amico volesse andare a parare.
Fece spallucce. “Ci sono domande che non troveremo sui libri né alle quali troveremo…”. Si interruppe, nascondendo più a sé stesso che alla ragazza il fatto che il suo cuore aveva perso un battito quando lei aveva poggiato la testa sulla sua spalla. “… Risposta”.

Fai una deviazione appena leggi il messaggio, rinunciando a prendere il pullman. Sali in centro di corsa, diretta al negozio di strumenti.
Una muta di corde, perfavore... grazie.
Esci a passo svelto prendi le scale mobili, svolti a sinistra e imbocchi la strada per casa sua.
Sei naturalmente gentile, ti piace far felici le persone, ma se si tratta del tuo migliore amico, ogni suo desiderio, anche inespresso, è un ordine.
Scena di evoluzione di un rapporto di amicizia.
E' la mia prima OS romantica meramente tale. Per una volta, non c'è alcun significato nascosto o interpretazione da dare.

Mi piace passeggiare tra i salici con le mani al ventre e le misure in testa.

«È uno strumento detto a corde percosse»
Maka sussulta e lo attira a sé. Mugugna qualcosa, ma niente che abbia veramente un senso.
«Significa che i pioli, attraverso la tastiera, battono le corde. È un po’ come se le maltrattassero»
[Soul/Maka - pwp senza nessuna pretesa]

Accanto ai tuoi sogni, la mia schiena dolorante poggia sulla tua innocenza, il tuo basso elettrico sfrega le corde ruvide sul mio viso.
Il profumo delle tue dita permea la fibra dura, metallica.
Non serve un plettro per suonare.