"La osservavo da lontano, lei, il capo delle cheerleader della scuola, era appoggiata al cancelletto in ferro, che circondava tutta la scuola, insieme alle sue amiche, rideva e scherzava, ed io non potevo fare a meno di guardarla. Era poco distante da me, ma no, non poteva notarmi, eppure era dall’inizio del liceo che praticavo questo ‘rituale’; osservarla da lontano, vederla vivere la sua vita e non poterne fare parte, sarò anche un masochista, ma credetemi non c’è niente di più bello del suo sorriso."
Dedicata alla mia compagna di avventure, Martina.