Enea vive malissimo l'abbandono di Angelo che scappa dalla provincia per studiare Medicina. Enea cade in un vortice di desolazione che aveva già conosciuto, solo la presenza di Celeste e dell'arte sembra poter dare un po' di calore alla sua vita... eppure c'è qualcuno che l'ha osservato e che vuole a tutti i costi entrare nella sua vita. Michele non sarà la sarà la soluzione a tutti i problemi di Enea, ma forse sarà in grado d'insegnargli a darsi un po' più di valore.
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Enea era l'archetipo di decadenza e bellezza: era il cigno morente, il fiore appassito. Quel ragazzino aveva il fascino di una reggia abbandonata, dai meravigliosi stucchi rovinati, dalle mille stanze silenziose ancora bellissime ma casa solo di ricordi e fantasmi.
Quei fantasmi li aveva visti in fondo ai suoi occhi e nei suoi disegni che non erano belli, contrariamente a ciò che aveva detto quel giorno al fiume: erano struggenti. [...]
Michele aveva già visto quella tristezza, in altri occhi, altri volti e voleva risalire alla radice, comprendere, conoscere i fantasmi che albergavano nelle stanze dell'anima di Enea, dare loro redenzione, riportare a nuovo splendore gli stucchi.