silente veva proprio ragione non tutto era perduto e niente come appare, il piccolo è vivo e sev è sempre stato dalla parte dei buoni.
Non ci poteva credere, Severus stava porgendo ad Hermione il suo prezioso fardello, che si mosse impercettibilmente miagolando infastidito. - Hyperion - sussurrò lei con voce rotta, poi scattò lanciandosi contro l'uomo battendo con il pugno contro il suo petto, erano colpi deboli, quasi isterici, mentre con l'altro braccio stringeva il suo piccolo che aveva strappato dalle mani del suo ex professore lui le dice che ha dovuto farlo per proteggerlo evitare che lui lo immolasse comunque, ed era l'unico modo. Non sai quante volte avrei voluto dirtelo(ma era anche l'unico modo per essere certi che si riavvicinassero e che lei trovasse nel dolore la forza per compiere quel gesto che andava conto il suo animo e la sua educazione , l'ultima goccia di dolore e sofferenza che faceva traboccare il vaso non solo suo ma anche degli altri mangiamorte che se non sarebbero stati cosi pronti a combattere e rischiare , per poter superare lo stupido pregiudizio che aveva permesso ad un pazzo di detenere il potere assoluto)
Poi gli diede le spalle e strinse Hyperion che continuava a frignare spaventato, coprendolo di baci cercò di rassicurarlo.Come una femmina di drago proteggeva la sua prole, ora non le interessavano le scuse. L’unica cosa che vedeva era suo figlio, vivo, piangente tra le sue braccia. Per ora solo quello contava davvero per lei.- Portami a casa Malfoy - disse imperiosa Draco sembrava in trance, si mosse come un automa, la bocca asciutta mista all'emozione non gli permetteva di mettere insieme parole coerenti. Ma un pensiero lo attraversò : casa, che strana parola, dal suono dolce ma anche amaro, essa equivaleva a famiglia e si chiese se loro potevano mai diventarlo.(domanda leggimima visto i loro trascorsi ma chissa)
Severus rimase cupo e silenzioso a fissare nel vuoto. Aveva fatto quello che doveva fare. Il suo premio era quel bimbo vivo e vitale, che aveva strappato alla morte.
Che gli altri pensassero quello che volevano, lo avrebbe rifatto altre mille volte se fosse stato necessario.
sembra destino che bella non riesca a separarsi dal suo padrone appena saputo la disgrazia inizia a dare di matto pronta a vendicarlo Lui SI FIDAVA DI TE… HAI TRADITO!!! E’ COLPA TUA SE E' MORTO!! TU SEI L’ARTEFICE… TU HAI SEMPRE TRAMATO ALLE SUE SPALLE, LO AVEVO AVVISATO CHE NON DOVEVA FIDARSI DI TE!! MA TI HA VOLUTO DARE UN ALTRA CHANCE E TU LO HAI RIPAGATO COSI'Lo hai ucciso, … TRADITORE!! NON MERITAVI IL SUO PERDONO, COME NON MERITI IL MIO!-(come se sev volesse il suo perdono o quello del matto che ha ucciso la donna che amava)
Gli incantesimi si rincorsero, mentre la gente ancora presente si tirava indietro per non essere coinvolta. Narcissa più volte tentò di fare ragionare la sorella senza successo. Farneticante le si era rivoltata contro, ormai era una scheggia impazzita.Scagliava a ruota libera incantesimi contro il suo stesso sangue. Fu Severus con freddezza a mettere fine allo scontro.solo cissy pianse la donna ma non la pazza pericolosa e subdola, quella mente instabile, ottenebrata da promesse di un folle come lei, un suo pari, ma la sua mente ritornò all'immagine di una bambina bruna, che rideva giocando con lei, la sua sorellina che la vita le aveva portato via, per la seconda volta.
Intanto al piano terra gli incantesimi fioccavano come neve, finchè Nott non decise di mettere fine a quello scontro. Non aveva più senso combattere tra loro, doveva solo farglielo capire.- Arrendetevi, non vale la pena morire, Voldemort è morto! – Urlò.SIATE FURBI, ABBASSATE LE BACCHETTE! - Una voce alle loro spalle tuonò - Liberate le donne, e vi risparmiamo la vita! -(decisamente sono impazienti di correre dalle mogli)Theo come Adrian stringeva tra le braccia sua moglie e le sussurrò tra i capelli
- Come stai? - Il tono era preoccupato, - Ti hanno fatto del male? - Lei scosse il capo.
Ginny in un angolo guardava la scena, e quando Blaise le si avvicinò, dicendole in modo burbero alla sua maniera (se continua sarà dura conquistarla)
- Tutto bene rossa? - Lei annuì abbassando lo sguardo, poi chiese preoccupata
- Hermione? -
- Sta bene, non preoccuparti. Vieni, andiamo. Questo non è posto per te. -Ginny commossa disse
– Demonio di un Severus. Chi lo avrebbe mai immaginato?- Le chiacchiere e le risate si inseguirono nei minuti seguenti, tutti erano come preda ad euforia, i loro bambini erano salvi e il mostro era morto.Quando Severus Piton entrò nella stanza, Ginny lo raggiunse decisa, poi senza preavviso lo abbracciò, lasciandolo interdetto. Vedere l’uomo senza parole, persino quasi imbarazzato, non aveva prezzo e molti dei presenti dovettero nascondere il sorriso. Tirandosi indietro con gli occhi lucidi la donna disse – Hermione ci metterà un bel po’ a perdonarla, ma per me lei è stato grande! –Luna iniziò a battere le mani, seguita poi a ruota da tutte le altre ragazze, mentre Severus per la prima volta nella sua vita preso in contropiede, per quanto inalberando la sua solita espressione gelida, arrossì lievemente a disagio per il riconoscimento.
(decisamente era ora che la bontà e la dolcezza di sev potessero essere ammirate alla luce del sole)
Nei giorni a seguire la comunità magica cadde nel caos, senza la guida del Lord i mangiamorte sembravano cani sciolti.Per quanto strano fosse tornare ad essere liberi, a decidere di se stessi, fu come uno shock.Ne sembravano incapaci. Hermione si era isolata, lasciando fuori anche Draco. Non vedeva che Hyperion, non pensava che ad Hyperion, tutto il resto per lei era come se non esistesse.Sembrava voler recuperare le settimane che si era persa.Non aveva ancora perdonato al suo ex professore, nonostante Narcissa le avesse spiegato il motivo del suo gesto, invitandola a comprendere e perdonare. Dopo tutto senza di lui il bambino non sarebbe sopravvissuto.Non si staccava mai dal piccolo, e con l'aiuto di Narcissa prese anche ad allattarlo, passava ore nella nursery seduta sulla sedia a dondolo.Si staccava da lui giusto per consumare i pastiSpesso in silenzio e di nascosto suo marito la spiava, riempiendosi gli occhi, ma soffrendo in silenzio Neanche lui, che pure era il padre, Hermione faceva avvicinare ad Hyperion. Lei si era chiusa in un mutismo "punitivo", riteneva tutti responsabili ed in primis Draco.Non voleva che lo sfiorasse, quasi avesse timore che lo " sporcasse ", quasi temesse qualcosa, e lui celato sembrava nutrirsi di quelle scene, avido, appena poteva rimaneva per ore in contemplazione. Anche lui avrebbe voluto prendere parte a tutto quello, ma lei non glielo permetteva.(ora dra desidera solo la normalità di una vita famigliare in cui tacere le emozioni non è più necessario a cui però non è abituato, ma a cui non vuole rinunciare ,ma non sa come farsi perdonare ed iniziare con lei un cammino nuovo)
Tra loro si era alzato nuovamente un muro, e lui non osava oltrepassare il confine per paura di spezzare quella linea flebile, a fatica conteneva il suo carattere che spesso ruggiva. Non riusciva a scalfirlo per quanto ci provasse. La notte si coricavano vicino, ma senza né rivolgersi la parola, né sfiorarsi in alcun modo. lui di tempo gliene stava dando, ma ora era al limite. Si sentiva frustrato, insoddisfatto, offeso, indignato, in un mix emozionale che ribolliva minacciando di esplodere. Era stanco di essere ignorato, stanco di non poterla sfiorare, stanco del suo comportamento.E
(è un tormento averla li vicino e non potere non osare avvicinarsi neppure per sfiorarla neanche per sbaglio )
E per quanto assorbito da riunioni al ministero, dove stava prendendo in mano le redini come leader, anelava sempre di più un confronto con lei, i cui silenzi erano lame che affondavano nelle carni, ricordandogli continuamente chi fosse e chi era stato. on lo tollerava, era sua moglie e gli doveva rispetto, la sua pazienza era al limite e dalle occhiate torve che le lanciava pronto ad esplodere, il vecchio Draco era latente.(chi meglio del principe, del marito della coraggiosa eroina grifona , poteva guidarli aveva cercato di far capire a quegli ottusi, che senza stravolgere, potevano costruire un mondo migliore, modificando alcune leggi ormai obsolete. se vogliono fondare qualcosa di costruttivo devono rivedere tutto e buttare nuova fondamenta. Oppure non avranno imparato niente. devono fare in modo che un signore Oscuro non possa più venire al mondo! )saprà farsi valere al ministero ma sembra che in casa la mogliettina non lo veda neppure e la cosa lo manda in bestia( Draco sbottò stizzito- Ora hai oltrepassato i limiti! Credo che mi hai punito a sufficienza, esigo il tuo rispetto, basta con questo ostracismo. Sono pur sempre tuo marito! -
Lei si girò alzando un sopracciglio.
- E cosa vuoi da me? Il tono era pungente.
Tutto l'astio covato in quei mesi era venuto a galla, esplodendo come una bomba a scoppio ritardato. Le sue schegge gli si conficcarono direttamente nelle carni, trapassandolo come aghi appuntiti.
Lo riteneva responsabile per tutto il dolore che le era stato causato. Non aveva dimenticato, né perdonato. Tutti i nodi stavano venendo al pettine e lui ne era consapevole, inspirò l'aria che gli entrò nei polmoni causandogli dolore.
Dimmi, cosa devo fare? Ho sbagliato è vero, ma non puoi chiudermi fuori! VUOI LA LIBERTA'? - Urlò ormai fuori controllo, mentre il suo cuore sembrava uscirgli dal petto - Quella è la porta vattene pure, ma lascia qui il bambino. SEI LIBERA! Non so che farmene di una donna come te! -(liberta una cosa che da serpe egoista e da marito innamorato che non lo sa o non vuole accettarlo ne provarlo neppure ha pensato come opzione ed ora che l'ha pronunciata teme che lei voglia andarsene e lasciarlo)
- Ora non sai che fartene, e certo, dopo che ti sei pulito i piedi bene bene, mi metti alla porta, proprio come l'ultima delle prostitute. Mi dai il benservito. No, mi spiace, ti rimarrò accanto ed ogni giorno quando ti sveglierai, leggerai nei miei occhi tutte le tue azioni. – Lo rimbeccò astiosa.(decisamente la riccia non ha preso in considerazione l'opzione di chiedere l'annullamento del legame ,ma forse non solo per ricordargli sempre gli sbagli ma anche perché lo ama )
- Non riesci proprio a dimenticare. – Constatò amaramente.
- Tu ci riusciresti? – Lo provocò.
Ci sto provando - mormorò scuotendo il capo e passandosi le dita fra i capelli
IL cuore stretto in una morsa, Narcissa sperava che i due finalmente si mettessero a nudo, venendo a patti con se stessi.
Po mettendosi davanti a lei, freddo chiese
- Dimmi, cosa vuoi da me? -
- Niente. – Rispose evitando il suo sguardo.Sono io che ti chiedo, cosa pretendi da me? – Contrattaccò lei.
- Sto cercando di venirti incontro, ma tu ignori ogni mio segnale. Mi tieni lontano e non solo da te, ma anche da mio figlio – Disse aprendo le braccia. Non capiva cosa si aspettasse da lui. Cosa poteva fare di più?
- Ah, se venirmi incontro vuol dire avere addosso profumo di altre donne, beh grazie, risparmiati pure la fatica. Se avesse potuto lo avrebbe schiantato. Era così che voleva riparare? Umiliandola ancora una volta? – Rispose sarcastica.(decisamente il suo pasato di don giovanni no aiuta )Lui la fissò a bocca aperta, che fosse gelosa? E poi di quali donne blaterava? Una lampadina gli si accese in testa all’improvviso, comprendendo a cosa si riferisse.- Ero ad una cena del ministero e le donne del club si aggiravano tra i presenti. Io non ho fatto nulla. – Si difese, ancora incredulo che lei potesse risentirsi per una eventuale altra donna.
Non si era mai discolpato con nessuno , ma ora ne sentiva la necessità.
- Sono una serva ricordi? Non ti devi giustificare con me. – Ribatté acida.
Lui scattò ed afferrandola disse - Sei mia moglie, e smettila di provocami! -(per la prima volta lo ammette davanti a lei , gli riconce il ruolo di consorte e moglie)
Lei lo fissava muta, non aveva abbassato lo sguardo. - Ti sto chiedendo di provarci, non in nome dell'amore a cui non credo, ma per nostro figlio, per dargli una parvenza di famiglia. - Il tono gli uscì doloroso.-
Tu che chiedi a me una possibilità.. Non ci posso credere. Fermate il mondo che voglio scendere! Mi prendi in giro? – Il sarcasmo di lei era come sale su una ferita.
- Perchè dovrei, su quella scogliera ho giurato a me stesso che ci avrei provato, tu non puoi capire cosa ho sentito dentro.. – Si difese lui.ma lei gli rinfaccia tutto il male che le ha fatto . L’aveva ferita profondamente e nemmeno riusciva a percepire quanto. Come poteva passarci su un colpo di spugna?
- Vuoi che strisci? E' questo quello che vuoi? Che ti implori? – Sibilò a denti stretti. Lo avrebbe fatto se necessario, se quello fosse bastato a darle soddisfazione. Merlino sapeva se ne aveva diritto, anche se lui non vedeva come questo avrebbe potuto cancellare il passato, se lei non si decideva a dimenticare e passare oltre.(luipensa sempe da uomo , purosangue e serpeverde e si dimentica che lei è una grifona fin nel midollo e che non agisce pensando solo al suo interesse o tornaconto ma usando il cuore )
No, voleva la pace, voleva ritrovare se stessa, non voleva vendetta. Questa la risposta che sgorgò dal cuore.
E sussurrò con timore- Vorrei tornare ad essere una strega, possedere nuovamente una bacchetta, sentirmi viva. – Finalmente il groviglio che aveva dentro trovò modo di esternarsi.
Era questo che voleva, per essere una moglie a tutti gli effetti?
Sembrò pensarci e poi disse in un filo di fiato, come se stesse capitolando facendo a pugni con se stesso,
- E sia, avrai la tua bacchetta, ma ti avverto, la prima volta che provi a schiantarmi, avrai pane per i tuoi denti. E sappi che hai giurato di essere mia moglie, quindi non provare a fregarmi,potrebbe essere l'ultima cosa che faresti nella tua vita. -(in fondo era cio che voleva anche lui averla solo per se )
Lei sorrise timorosa, aveva vinto.
Tutto era stato rimesso in gioco, avrebbero camminato affiancati un piede davanti all'altro, crescendo loro figlio nel rispetto ed insegnandogli che esso è una delle basi fondamentali per posare i mattoni della vita.
Lei non avrebbe dimenticato, di questo Draco ne era certo, ma sperò che l'uomo che aveva scoperto di essere su quella scogliera potesse essere da lei considerato diversamente. Quell’uomo esisteva e glielo avrebbe dimostrato, certo alla sua maniera, ma non si sarebbe arreso.
Lei fissava il parco dandogli le spalle, rifletteva sulle parole appena pronunciate, sapeva che non sarebbe stato facile vivere accanto a lui. Ma non voleva negare al figlio di avere un padre, il cammino era lungo e irto e poi comunque quella, che le piacesse o no, era la sua casa ormai.
Un sospiro, poi lo sentì avvicinarsi, istintivamente si irrigidì, ma lui con una delicatezza che non si riconobbe e lo stranì, non era da lui, l'avvolse da dietro, mettendo il naso nei suoi capelli, cercando di assaporare il loro futuro.
Nessuno dei due parlò, non avevano bisogno di parole, ma solo di fatti, ed Hyperion sarebbe stato testimone di quel giuramento silenzioso.
ora si che il mondo magico può ricominciare
e portare |