Finalmente arrivo! |
Ciao epices. Mi è piaciuto leggere di Fersen nel suo rapporto con André. Quello che mi ha più colpita in questo capitolo è stato il duellare con la spada attraverso le tue parole. È considerato l'episodio 20 nel detto e nel non detto e hai ben scritto al riguardo. Emblematico il finale riguardo il fatto dell'indossare quei pantaloni. Sono curiosa di leggere gli sviluppi nell'interazione di Oscar e André. Un caro saluto. |
Il Conte di Fersen vuole proporre André per una decorazione militare, ma lui sembra poco entusiasta anche se evita di dirlo in modo troppo tranchant, per non deludere l'amico. Di sicuro, però, non vuole partire per la Svezia. Rimarrà prevalentemente in Francia, perché, in America, c'è chi si prende cura degli affari che ha intrapreso. |
Questa storia mi sta prendendo molto, ci sono ancora tante cose da scoprire ma fino adesso è stato un susseguirsi di emozioni e tanta tenerezza. Eh già ho provato tanta pena per Oscar che in quegli anni da sola si sente come abbia sofferto. André mi fa stringere il cuore con la sua premura e il suo amore smisurato. Spero che presto verrà premiato per la sua costanza. E poi il conte Fersen che mette un po di pepe tra i due è fantastico. Aspetto con ansia il prossimo capitolo. |
Forza Andrè, coraggio, ce la puoi fare a capire perchè Oscar indossa i tuoi pantaloni, escludi l’indigenza e forse farai l’ipotesi giusta. Bel capitolo, sono curiosa circa la decorazione di guerra che verrà data ad Andrè, magari il Conte ha fatto le cose in grande e gli pioverà addosso pure un titolo. Andrè, oltreoceano, ha avuto una vita intensa e ce lo hai detto ma non credo che Oscar sia stata solo a struggersi di ricordi e a dirigere la guardia reale, la sua malinconia... qualcos’altro è successo, forse legato a quella lapide e su questo staremo a vedere. La storia va avanti a gonfie vele, accurata, plausibile, una storia che rimane. Buon lavoro e a presto. |
Buonasera Epices che capitolo meraviglioso, e che storia meravigliosa. |
Cara Epices, |
Mia carissima Epices, |
A poco a poco tutto il loro trascorso comincia a venire fuori, solo che la tua Oscar è forse più coraggiosa e non teme di addentrarsi in discorsi sull'amore così delicati e personali. Il loro dialogo è così meravigliosamente realistico, che ti sembra di stare ad osservarli, a gustarti i loro silenzi, le loro espressioni e le mezze frasi, meditate con cura. André non è intenzionato a lasciarla, lo dice espressamente a Fersen, ma la sua vita sembra ormai destinata ad essere vissuta nelle Americhe e questo mi preoccupa. Stai costruendo un racconto indimenticabile. |
Epices cara, ogni nuovo capitolo è una autentica full immersion nelle sensazioni di questi tuoi Oscar e André, che stai continuando a pennellare per farci cogliere ogni più piccola sfumatura del loro sentire e del loro sentirsi reciproco. Ogni immagine che la tua fantasia definisce è per portarci a provare le medesime emozioni e a cercare di farci capire cosa tentino, con ostinazione, di nascondere nel profondo di se stessi. Sembra di assistere ad una corsa ad ostacoli, tanti piccoli trabocchetti che vengono svelati con delicatezza e lasciano entrambi, e noi lettori, a porci ulteriori domande, oltre già a quelle che invadono la mente. La vita a palazzo Jarjayes ha preso dei ritmi che un po’ riportano all’antico modus operandi, ma con una necessità in più: quella di riappropriarsi del tempo perduto, sperando che il tempo stesso non si fosse portato via anche i ricordi, a cui tutti e due, ed ognuno secondo il proprio carattere e seguendo le proprie modalità, sta cercando di riafferrare. Fersen compare ma fa solo da sottofondo a quello a cui si stanno preparando inconsapevolmente sia Oscar e André. Forse lui osserva il balletto che entrambi hanno messo in scena, perché la partita è importante e non si può sbagliare, poiché lo sbaglio equivarrebbe ad una ferita, e loro sono estremamente guardinghi nell’affrontarsi, nel tentare di condividere le giornate. Nel colloquio che Fersen ha con André, egli viene a sapere che il suo amico non lo avrebbe seguito in Svezia perché “doveva” rimanere accanto a lei, indipendentemente da come si sarebbe potuto evolvere il loro rapporto. Adesso è dirimente per lui capire fino a dove forse può spingersi senza intaccare e turbare il cuore della donna che ama e alla quale si è votato anima e corpo. Il suo cuore è sempre stato suo, glielo aveva consegnato tanto tempo prima e da allora non lo aveva più rivoluto indietro. C’è un filo sottile che li unisce, e lui è ben attento a non spezzarlo, in quanto è molto delicato, quindi l’unica cosa che può permettersi è di attendere il momento giusto quando anche per lei lo sarà diventato. Parlare con lei è affrontare un terreno minato, per cui prova a riportare al passato e a quanto di piacevole c’era nel loro rapporto. E cosa meglio che una bella sfida a duello, come quelle di cui si erano resi protagonisti in passato, avendo, in quelle occasioni, la possibilità di effettuare argute riflessioni e comprendere il mondo dietro cui ognuno di loro si nascondeva. Ecco che torniamo alla scena del duello dopo la partenza di Fersen, con quella frase che era tornata a martellarle la mente pronunciata da André con un certo dolore nella voce: “Avrebbe dovuto soffocare l'amore. C'è gente che ama una persona tutta la vita senza che questa lo venga mai a sapere”. Da questa affermazione in poi avrebbe voluto sapere cosa si agitava nella mente del suo amico, il quale non sapeva se avesse una vita sentimentale al di fuori del palazzo e a sua insaputa. Ma quelle parole erano l’espressione evidente di un tormento al quale aveva cercato di dare una risposta indagando, ma trovando poco terreno in lui che non avrebbe mai potuto aprirsi a lei. Interessante tutta la rievocazione del loro vivere alla reggia e di come lei manifestasse il suo disappunto quando era André oggetto di pettegolezzi, quasi volesse difenderlo perché lui non era come veniva descritto, lui era un’anima buona, eletta, molto al di sopra persino dei tanti nobili che frequentavano la reggia. Si addolorava nel sentirne parlare in un certo modo, ma mai ha pensato che quel qualcosa che sentiva nei suoi confronti potesse essere diverso dal sentimento di affetto che li legava. Tante piccole briciole che si stavano installando prepotentemente nel suo animo e alle quali ancora non riusciva a dare una giusta collocazione. Il duello, che di primo mattino, stanno per mettere in scena, dona ad Oscar una boccata di respiro, come già era avvenuto la sera prima con quella chiacchierata nei pressi della fontana, quando erano riusciti a sentirsi nuovamente vicini. Aveva altri programmi, come si evidenziava dalla sua mise, ma non le ci è voluto molto per acconsentire a quel sorriso che cominciava a spiazzarla sempre più e a insinuarsi nel suo cuore. Ed eccola quindi pronta per cercare di far tornare tutto come una volta. E come una volta avrebbe voluto terminare il duello con una vittoria, come era capitato tante volte, ma questa volta un pareggio era quello che portava l’equilibrio fra loro e manteneva il tono giocoso che avevano avuto mentre si sfidavano. André è felice, perché lei è sempre radiosa quando indossa un sorriso, e sorpreso nel contempo del fatto che lei abbia indossato per il duello un paio di vecchi pantaloni che appartenevano a lui... |
"Non ho niente da aggiungere, Oscar. Ma non capisco perché indossi i miei pantaloni": cara épices, sei la signora dei finali a effetto. |
Le cose tra André ed Oscar si stanno facendo difficili: lei vuole camminare su un terreno insidioso, che la spaventa pure; e André la segue. |
Carissima Epices, |
Grazie Epices! Me lo sentivo, non dai false speranze :-) |
Non so bene da dove cominciare. |