Storia numero 48.
Scusami, ma prima di iniziare a recensire questa storia , devo dare un poco di matto: mancano due storie alla fine di questa raccolta.
Avevi detto che le ultime storie sarebbero state le più belle, e non si può dire che tu stia tradendo le attese.
Tutt'altro.
E questa cosa mi fa incavolare.
Perchè insomma, le tue storie, sono come una droga per me.
E non penso ci sia cura.
Quindi le cose sono due : o tu continui a scrivere e aggiorni ogni tanto, oppure... non lo so.
So solo che non sono pronta alla fine della tua raccolta.
Detto questo, passiamo a questa meraviglia.
Io non ho mai giocato a poker.
Mi piacerebbe imparare, ma attualmente ho così poco tempo che non so quando potrò farlo.
Ma non credo che tutti i maestri sarebbero come Calliope Iphigenia Torres.
Ma ammettiamolo.. non tutte le alunne sono come Arizona Robbins.
Quindi non ho speranze... ma va bene lo stesso.
Ho adorato questa storia.. dicevo, e sono stata contenta soprattutto di una cosa : mentre leggevo e Arizona faceva quel discorso sul due di picche, io avevo immaginato un finale : Callie che vince la partita usando quel due di picche.
Non so se si può vincere con un due di picche.. quindi diciamo che l'importante era usarlo.
Cosa che effettivamente si è avverata.
Questo non vuol dire che tu sia stata banale... assolutamente.
Vuol dire solo che per l'ennesima volta hai scritto con il cuore.
Con la consapevolezza che questo mondo è strano e le persone ancora di più.
Che nella vita bisogna avere il coraggio di rischiare, e che le rivincite non sono poi così brutte.
Per l'ennesima volta hai messo te stessa dentro questa storia, e se io ho capito, o meglio intuito il finale,vuol dire solo che ti stai facendo conoscere, e dopo 48 storie, posso dire di aver compreso parti di te.
E questa non è una cosa da tutti.
Ti stai facendo conoscere, ti stai mettendo in gioco, e ci stai facendo sognare ogni volta di più con le tue storie.
Offri consigli, storie a lieto fine, ma anche storie che all'happy ending non si avvicinano neppure.
Per questa serie di motivi io non so se riuscirò a mettermi il cuore in pace alla fine di questa raccolta.
Passiamo davvero alla storia : l'ho amata, dall'inizio alla fine, parola per parola.
Ho amato l'insicurezza di Arizona, e l'amore disarmante di Calliope, che ha superato i suoi problemi per stare assieme alla donna che ama.
Ho amato il modo in cui le due si sono incontrate, la forza di volontà di Arizona di resistere alle provocazioni di Callie, e il modo in cui quest'ultima le spiega i "trucchi del mestiere". Ho amato l'amicizia dei fantastici cinque.
Ho disprezzato ancora una colta Eika Hann e anche Preston BUrke.
NOn commento il comportamento del signor Torres...meglio di no.
Ma la parte che in assoluto ho preferito, dove secondo me ti sei superata, è stata questa :
"“Non ero io che dovevo chiedere, perché non sono io quella delle due che non ha relazioni fisse.”
“Quindi adesso è colpa mia?” chiese incredula. “Beh, perfetto. Spiegami cosa ho fatto per farti pensare che la nostra non fosse una relazione fissa, allora.”
“Beh, tu hai...” iniziai con decisione, ma dopo le prime tre parole mi resi conto che non avevo idea di cosa venisse dopo.
“Sono stata a letto con altre persone?”
“Beh, suppongo di no. Siamo bene o male sempre insieme o comunque so cosa stai facendo, di solito.”
“Allora” ci rifletté “forse ci ho provato con qualcun'altra?”
“No, non che io ricordi.”
“Allora ti ho detto che volevo solo sesso? Che non volevo una relazione seria?”
Scossi la testa, iniziando a rendermi conto che non aveva mai fatto neanche lontanamente una delle cose che stava elencando.
“Ma tu hai...” mormorai sommessamente. “Tu-”
“Ho cercato di accontentare ogni tua richiesta? Ogni tuo capriccio, anche quelli che secondo me erano assurdi e immotivati? Ho accettato senza mettermi a litigare le regole che mi hai dato praticamente decidendo da sola che avevamo bisogno di regole perché altrimenti, non che avessi torto, tutto si sarebbe rovinato? Sì, hai ragione, l'ho fatto. Colpa mia.”
Scossi la testa, abbassando lo sguardo. Stava vincendo una discussione che non si supponeva dovesse vincere lei, dannazione.
“Ho detto una settimana fa, ad Addison, quando eravamo alla reception per il check-in, che avevamo una relazione. Ho detto alla tizia di stasera che io e te avevamo una relazione.”
Ero senza parole. Aveva ragione. Lei era stata perfetta.
“Ti ho detto, con queste esatte parole, dimmi quello che vuoi e ti darò qualsiasi cosa chiederai. Pensi che me ne vada in giro a dire cose del genere a tutti?”
“No, certo che no, ma-”
“Ma cosa?” domandò incredula. “Non c'è nessun 'ma', Arizona.”
“Ma magari lo hai detto a lei! Ecco, l'ho detto” mormorai l'ultima parte.
Lei mi rivolse uno sguardo duro. Ferito.
“Oh mio Dio non posso credere di averlo appena detto davvero” mi coprii gli occhi con una mano.
“Che cosa vuoi da me?” domandò duramente.
Feci spallucce, sospirando e allargando appena le braccia.
Lei rise amaramente. “La cosa più profonda che le ho mai detto è stata che quando la vedevo avevo le farfalle allo stomaco.”
“Ma lei ti aveva detto di amarti, no?” corrugai la fronte. Me lo aveva raccontato lei.
“Già” sospirò. “Ed io il giorno dopo mi ero chiusa dentro l'appartamento di Addison e avevo dato di matto perché una donna che conoscevo da meno di tre mesi diceva di amarmi. La settimana dopo ci sono state le World Series. Non è che abbia avuto molto tempo per elaborare.”
“Calliope, a volte vado nel panico quando tengo troppo a qualcuno e-”
“Che vuoi che ti dica, Arizona? Perché dirò qualsiasi cosa serva per farti rimanere, ok?” ammise, scrollando le spalle come se stesse ammettendo la sua più grande debolezza. E forse lo stava facendo davvero. “Vuoi che ti dica che penso che tu sia un miracolo? O che sei la donna più bella che io abbia mai visto? Che quando mi baci mi esplode il cuore? Perché posso dirti un milione di cose tipo queste senza dover mentire. Poi tu te ne andrai e qualcun altro dopo di te mi urlerà contro perché ho detto queste cose alla mia ex.”
“Io non me ne vado” le dissi con decisione. “Mi batterò perché non ci sia niente del genere, niente che si avvicini nemmeno ad un 'qualcun altro dopo di me'” virgolettai con le mani le ultime cinque parole.
“Che cosa vuoi da me?” chiese ancora una volta, soffermandosi su ogni parola.
“Tutto. Tutto quanto. Tutto quello che posso avere. Voglio che tu sia la mia migliore amica, la mia confidente, la mia amante, la mia fidanzata.”
Lei mi guardò senza dire niente, con lo stesso sguardo severo di un attimo prima.
“E so, lo so, che stiamo insieme solo da qualche mese” sei, ma chi stava contando? “e so anche se in passato sei stata ferita. Ma io non lo farò. Puoi fidarti di me.”
“Sì, certo, giusto” mormorò, distogliendo lo sguardo. “Sai, stavo facendo quello. Mi stavo fidando di te, che per me non è facile, ma comunque” mi guardò, scrollando le spalle “ci stavo provando.”
Io mi avvicinai di qualche passo. Lei si appoggiò al lavandino alle sue spalle, mossa che la portò un paio di centimetri più in basso di me. Mi misi davanti a lei, posandole le mani sulle spalle e facendole scorrere per afferrare il colletto della camicia che stava indossando, guardandola con un piccolo broncio sulle labbra. Vidi l'ombra di un sorriso formarsi sul suo viso mentre le sue mani scattavano verso i miei fianchi.
“E non ci stai più provando?”
Mettendo una gamba tra le sue e lasciando che una delle sue finisse tra le mie mi avvicinai ancora di più.
“Devi provarci anche tu” mi avvertì, cercando di non sorridere.
“Io mi fido di te. Questo non riguardava la barbie che ci stava provando con te.”
“Non si tratta di sesso, o di tradimento. Devi fidarti di quello che dico e di quello che provo.”
Avvicinai le labbra alle sue. “Ok. Ci proverò.”
“Ci proverai?” sussurrò, mentre la baciavo a stampo sulle labbra.
“Ci proveremo insieme” le assicurai, baciandola di nuovo.
Lei ricambiò il bacio, stringendo la presa sui miei fianchi.
“Vieni” mi disse. “Andiamo via da qui.”
Senza bisogno che dicesse altro, la seguii."
La litigata più bella a cui abbia mai assistito (devi sapere che io mentre leggo mi immagino tuuuuuuuutte le scene.. quindi queste storie sono dei mini episodi per me ahhaha )
Le parole che usa Callie...sono qualcosa di meraviglioso.
Non posso commentarle, perchè tu ti commenti da sola.
Io trovo solo un modo per non rendere noiose le recensioni che ti lascio.
Anche la parte finale è molto bella, ci voleva un pò di gioia e amore :
"“Calliope, hai vinto le World Series per la terza volta. Yay!”
Lei rise, passandomi le braccia intorno alla vita.
“Non sei arrabbiata?”
“Perché dovrei?”
“Non avrei dovuto avere in mano il due.”
“Ma avevi quattro quinti di scala reale, amore. Quale pazzo non avrebbe chiamato?”
“Lo so, ma...”
“Nessun 'ma'. Sei stata fantastica.”
Sospirando, mi sorrise, allontanandosi per versarsi da bere dell'acqua. “Sai perché l'ho fatto? Perché ho chiamato anche se avevo il due di picche?”
“Ha importanza?” chiesi, sorridendo.
“Tu sei il mio due di picche.”
Si voltò verso di me, l'aria mortalmente seria.
“Per tutta la vita, ogni volta che ho avuto un due di picche in mano o in tavola e ho giocato, ho perso tutto quello che avevo da perdere, ogni volta il due di picche mi ha distrutto. Tutte le volte che nella mia vita ho corso un rischio, ne sono uscita con un'altra ferita. Ogni singola volta che ho pensato di amare, è stata una cicatrice.”
Il mio sorriso si volatilizzò.
“E poi, un giorno, incontro te” i suoi occhi stavano brillando. “E gioco” fece un cenno della mano verso la porta, rilasciando una risata euforica e sorridendo debolmente “gioco una mano con il due di picche ed è la mano migliore della mia vita, che mi dà tutto quello che ho sempre voluto e che per tutto questo tempo ho cercato. Incontro te e corro un rischio assurdo nella speranza che la cicatrice che mi lascerai non sarà troppo grande e mi ritrovo con la cosa più bella e preziosa che ho mai anche solo potuto immaginare. Incontro te e mi innamoro e all'improvviso l'idea di giocare con il due di picche in mano non sembra più così assurda e insensata. Incontro te e tutte le altre cicatrici guariscono e svaniscono. Incontro te e ritrovo...” si strinse nelle spalle “...me.”
“Calliope...”
“No, Arizona, dico sul serio. Per tutta la mia vita, nonostante abbia vinto dei tornei mondiali di poker-”
“Tre, per essere precisi” le ricordai con un sorriso entusiasta.
“-non ho mai davvero corso un rischio” distolse lo sguardo, scuotendo la testa. “Non con le cose che contano, almeno. Sai, ci sono solo due motivi per cui siamo disposti a rischiare tutto ciò che siamo in grado di mettere in gioco. Se non abbiamo niente da perdere, niente che valga la pena continuare a tenere, perché rischiare qualcosa senza valore non è un rischio, non fa paura. Oppure, siamo disposti a rischiare tutto, se l'unica cosa al mondo di cui ci importa davvero è l'unica che non potremo mai perdere. Siamo disposti a rischiare quando siamo assolutamente certi che, qualsiasi cosa accada, avremo sempre al nostro fianco quella persona che ci spinge a continuare a rischiare. E allora scommettiamo. Nonostante le probabilità non siano a nostro favore, nonostante tutto, scommettiamo.”
Riprese fiato per un secondo, tornando a guardarmi negli occhi.
“Tu mi fai sentire come se potessi correre qualsiasi rischio, perché l'unica cosa al mondo che non voglio perdere sei tu” confessò.
Io sorrisi dolcemente del suo nervosismo.
“Beh, finalmente stai parlando. Puoi riprendere fiato però, non c'è bisogno che dici tutto in una sola volta” scherzai, sorridendo. “Per qualcuno che ieri non voleva saperne di parlare, all'improvviso sei molto loquace.”
“Sai cosa? Compriamoci quella casa.”
Annuii, avvicinandomi a lei. “Perché no.” “Ma sì. Compriamoci una casa e poi sposiamoci e facciamo dei figli.”
“Woah. Forse adesso stai bruciando un po' troppe tappe” scherzai di nuovo, appoggiando le mani sulle sue spalle.
“Davvero, Arizona. Qualsiasi cosa vuoi, è tua” giurò. “Dimmi cosa vuoi e ti darò qualsiasi cosa chiederai” promise per la terza volta.
“Te lo dirò di nuovo. Io voglio te, Calliope” la baciai, passandole le braccia attorno al collo e rimanendo ad un soffio dalle sue labbra. “Non una casa” altro bacio “non una piscina” bacio “anche se la piscina sarebbe un bonus piuttosto soddisfacente.”
La guardai negli occhi a lungo e notai qualcosa di nuovo, oltre l'affetto e l'amore che ogni volta vi leggevo.
Era sicurezza.
Era sicura, finalmente.
E lo ero anche io. Ero assolutamente certa riguardo noi.
“Quindi corriamo il rischio?” domandai.
“Corriamo il rischio” confermò. “Possiamo correre qualsiasi tipo di rischio, finché che lo facciamo insieme.”
“E ogni volta, comunque vada, sarà già come aver vinto” continuai al posto suo. “Perché saprò per certo che tu sarai sempre lì con me.”
La baciai per l'ennesima volta quella sera, pensando a quello strano anno che avevamo passato insieme e al futuro che avevamo davanti a noi.
C'era un'intera vita ad aspettarci.
E, nonostante le probabilità di certo non sarebbero potute essere sempre a nostro favore, nonostante tutto, avremmo continuato a scommettere. A correre il rischio. E ad andare all in.
“Arizona?”
“Sì?”
“Ti ricordi la prima volta che abbiamo giocato insieme?”
“Certo.”
“Avevi ragione. Avevo in mano l'asso.”"
Io lo so che non dovrei inserire i pezzi che mi piacciono, perchè sono troppo lunghi e mi devo contenere.. però io lo faccio per te: per farti avere più consapevolezza della tua bravura.
Perchè quando una è così brava.. merita di sentirselo dire fino allo sfinimento.
Scusami per la recensione a tratti banale, ma ho i minuti contati...
alla prossima fantastica Herm .
Ciao ciao :)
Irene :P |