Quando lo guardo ha gli occhi chiusi, la testa reclinata contro il tronco. La luce del sole si riflette sugli occhiali tondi, storti e ricoperti dallo scotch su un’asticella. Ha la bocca semiaperta e lucida, la pelle chiara al sole brilla quasi. Posso immaginarmi il suo tepore, il suo odore di latte e di pulito. Sospiro.
«Come stai?» Chiedo, più che altro per spezzare il silenzio gravoso che si è creato. Non risponde subito, mi guarda un attimo negli occhi – e dentro io ci vedo tutto il mondo – poi abbassa lo sguardo repentinamente.
«Non lo so» mi dice, alla fine. La voce è flebile, sul punto di spezzarsi. «Tu?»
È la domanda più complessa che possa farmi, in questo momento, l'esame più difficile che abbia mai sostenuto. Altro che G.U.F.O o M.A.G.O.

Da un prompt di Doralice: John si paga gli studi in medicina facendo il cameriere in un bar, Sherlock è uno studente universitario bohemien e del tutto superficiale col denaro. Si detestano a distanza, finché un giorno Sherlock non ha soldi per pagare il caffè e quindi deve baciarlo. BOOM. Amore, arcobaleni, unicorni e marshmallows. Da quel momento Sherlock diventa assiduo frequentatore del bar. Entrambi sono cotti come pere, ma nessuno dei due pensa di avere una possibilità. La cosa va avanti fino a sfiorare il ridicolo: tutti sanno che sono innamorati, tranne loro due. Bonus se il giorno che John si assenta dal lavoro per malattia Sherlock va a stalkerarlo a casa.

Elena è una dei quattordici giovani destinati a essere divorati dal Minotauro, e questi sono i suoi ultimi pensieri.

Storia degli abitanti di una piccola città. (159 parole)
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Ho scritto questa "storia" semplicemente per pura noia e per desiderio di scrivere qualcosa. Spero che possa comunque piacervi.

"Strinse protettivamente a sé Adam e fissò con aria di sfida il volto pallido della donna davanti a lui.
Mai, mai avrebbe mai pensato che sarebbe riuscito a reagire davanti a lei. In quella maniera poi. Ma era di Adam che si parlava."

I momenti che vale la pena vivere sono quelli che non possono essere racchiusi in un'unica parola.
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Storia partecipante al contest "The story of my life - La nostra storia" sul forum di EFP

Ana è una ragazza come tutte, porca senza saperlo, e dotata di straordinarie capacità a lei ignote.
Almeno fin quando non incontra un uomo misterioso che dichiara essere il signor Bluette.
E qui iniziano le sue avventure.

Quattordicianni,
troppe parole per descriverlo, poche per capirlo.

Un altro anno è trascorso.

morirò presto anche io
come sono nata
morirò presto
poiché non ho mai vissuto,

Una vasca piena di acqua. Tu, nudo ad occhi chiusi mentre i vapori del bagno turco si diffondono nell'aria.

Una ragazza fuma una sigaretta sul balcone fuori dalla sua stanza. Lo fa velocemente, ogni notte, alle quattro.
Qualcun altro osserva attentamente.
(Non so neanch'io cosa sia).

Adoro gli aforismi poiché essi denotano saggezza profonda oppure tendono a suscitare sorrisi.
Dato che gli aforismi li scrivo anch'io, ne presento quattro di vario genere.

Beatrice ha una doppia personalità che deve affrontare tutti i giorni.
Una madre che si preoccupa solo delle apparenze e non vuole che nessuno sappia del suo problema.
Una sorella che tende ad emarginarla e preferisce non avere niente a che fare con lei.
Beatrice non ama se stessa e di conseguenza non riesce ad amare gli altri.
Si considera un mostro che deve essere evitato e ogni volta che sente montare la rabbia fa esercizi di respirazione e lascia perdere ogni cosa.
A scuola appare silenziosa, calma ed è il bersaglio preferito dei bulli.
Ma ciò che nessuno sa, a parte lei stessa, sua madre e sua sorella, è che se lei si arrabbia troppo esce fuori una ragazza aggressiva, che ama fare a botte e insensibile a tutto.
Potrà Beatrice imparare ad amare se stessa e gli altri? E potranno gli altri accettarla?

L'amore arriva all'improvviso e le protagoniste lo troveranno