Santana e Brittany si lasciano definitivamente.
Non è una fine, ma un nuovo inizio. Solo che Santana e Quinn non se ne sono ancora accorte.
[Se non avete letto gli spoiler su Quinn e Santana non leggete!]

Flashback
-Zack...- mi interrompi subito
-Tu...- è solo un sussurro ma è molto chiaro. Mi trascini al tuo petto e quasi stringendomi a te mi circondi il collo con il braccio, allargo gli occhi sorpresi -...devi vivere...- un altro sussurro ma, come il primo, molto chiaro. Solo tre parole ma con un loro significato.
Mi lasci andare.
Rimango lì a guardarti con aria stupita, con il tuo sangue scuro che sgorga lentamente dal tuo petto e mi accorgo che si è insinuato anche nell’oro dei miei capelli e ascolto, in silenzio straziato, i tuoi ultimi sospiri andarsene ad ogni tua parola...
-Tu... sarai il mio lascito vivente-
Non comprendo subito le tue parole -Lascito vivente?-
-Sì...- rispondi piano -i miei sogni... il mio onore... Adesso, sono tuoi...-
Mi passi la tua spada, continuando a porgermela finché non la prendo in mano
Vedo il tuo volto, ricoperto di sangue e martoriato dal dolore, rilassarsi poco dopo in un sorriso
-Cloud... abbraccia i tuoi sogni se vuoi diventare un eroe e...combatti per essi-

Flasfic ispirata al futuro di Trunks, l'ultima notte con il principe dei Sayian dal punto di vista di Mirai Bulma, tra i ricordi e la consapevolezza di quello che accadrà di li a poco.

Lightning si ritrovò a guardare il sorgere dell'alba su Oerba: era una visione spettacolare nonostante la rigogliosa città di un tempo,ora era ridotta ad un cumulo di macerie e Cie'th.
Non riusciva assolutamente a dormire,nonostante durante il giorno viaggiasse con gli altri fino a che le gambe non le cedevano: non riusciva a spiegarsi il perchè della sua insonnia. FangxLightning

Il moro non si scompose, spostando lo sguardo annoiato da Ino a lei.
-In verità, mi servirebbe che tu mi restituisca il favore-
-Io?- si indicò da sola incredula.
-Lei?- chiese la bionda con lo stesso tono.
-Cos'è parlo arabo?- fece retorico Sasuke, sbuffando innervosito -Ti ho aiutata stanotte, e vorrei che restituissi il favore- spiegò brevemente. […]
-Credimi, quella adatta è lei. Riguarda mio padre. Se non gli presento la suddetta “fidanzata che mi ha cambiata a tal punto da convincermi a stare solo con lei”, mi renderà il futuro un inferno.- Sasuke sembrò in qualche modo incolpare Ino della cosa, ma non chiese nulla, dato che l'interessata aveva preso a guardare da tutte le parti possibili, tranne che il ragazzo.
-Beh, può darsi che mi sia lasciata scappare una cosa del genere...- ammise alla fine, alzando le spalle rigide, non resistendo per più di qualche secondo, quando gli occhi di Sasuke la guardarono truce -Oh, dannazione! E va bene, ho convinto Karin che tu avessi una ragazza di cui sei follemente innamorato, e per questo sono riuscita ad allontanarla. Ma si può sapere cosa c'entra lei con tuo padre?-

- Tu sei pazzo…- rispose Frank scuotendo il capo e allontanandosi piano da lui – Tu sei decisamente pazzo…-
- Si, forse è vero. Ma so…so che anche tu lo vuoi. Non mentire Frank. Tu dici sempre la verità, non dimenticarlo. –
[Frerard *_*]

Perché ora, quel momento rubato al destino doveva essere soltanto loro, delle due facce, di quella moneta graffiata dal fato, logorata dal tempo.
Entrambi sapevano che avevano sbagliato, che stavano sbagliando, che quello che la notte aveva custodito in segreto, luna dopo luna, era un errore. Eppure, mentre si perdevano nello sguardo dell’altro, e le barriere crollavano, ruggendo forti le loro colpe, non potevano far altro che desiderare di stringersi per sempre, in quel peccato che li macchiava, indelebile.
“Sai, non sono costretto a sposarla. Potremo ancora-”
“Spogliami”
{ One-shot di 2.478 parole | Merthur }

Due amanti si vedono per l'ultima volta, prima di affrontare un triste destino ...

Un'amicizia che dura da anni, poi una notizia quasi stravolgente. Due corpi, due cuori, un ultima notte.

[RinGou - Writober]
"E Rin è ritornato a casa.
Non lo pensa subito, né quando arriva nel primo aeroporto pieno di indimenticabili kanji e ballate J-pop nelle sale d’attesa, né nell’attimo in cui sua madre lo stringe in un soffocante abbraccio appena sceso dal treno.
Si rende conto di essere realmente a casa quando vede lei, sua sorella, Gou.
Non è la stessa - è diversa - o forse sono entrambi ad essere cambiati; non è la bambina che si è lasciato alla spalle, ma guardandola, forse più di quanto gli sia concesso, non è ancora la donna che vuole così tanto sembrare.
La trova in una complicata via di mezzo: un tentativo di essere notata, ma, al contempo, anche un desiderio di nascondersi da un giudizio troppo sarcastico del fratello.
E Rin non bisbiglia parola, la lascia parlare di tutte quelle cose di cui non gli interessa nulla, ma mentre discute non può smettere di osservarla - come se si rendesse conto che sì, è davvero ritornato a casa.

Categoria: Anime e Manga.
Sezione: Inazuma Eleven.
Titolo: lo leggete sopra.
"«Ti devo parlare, Byron. Posso?» chiede lei esitante.
«Certo.» risponde lui, non lasciando trapelare nessuna emozione dal suo viso.
«Okay, allora.. Ehm, come dire?» chiede lei, più a se stessa che al ragazzo che ha di fronte."
Ciò che avete appena letto, fa parte della storia, che, quasi dimenticavo di dirvi, è una One-Shot.
Byron/Camelia.

A Swaffham c'è un pub, il One Last Sip.
Al suo interno, Huston offre compagnia e alcolici a tutti quelli che ne hanno bisogno, ma per Mabel, che è l'ultima cosa che lo lega al vecchio Bradford, l'uomo che lo ha accolto come un nipote quando per errore si è ritrovato in quel paesino dell'Inghilterra, è molto di più. Un dipendente, un'ancora, un amico e tutto ciò che non si sarebbe aspettata di trovare.

Aradia sapeva che prima o poi le sue azioni le sarebbero tornate indietro, conoscendo Vriska.
Ma non si aspettava qualcosa del genere.

Una raccolta di brevi racconti su personaggi o coppie di diversi fandom....

La testa gli sembrava molto pesante e la sua vista era appannata in quei pochi secondi in cui riusciva ad aprire gli occhi. Rotolò sotto le coperte, respirando affannosamente.
Erano giorni che aveva quella fastidiosa rara influenza estiva e non ne poteva più di dover restare in un letto a lamentarsi per il dolore. Avrebbe voluto passare l’estate con i suoi compagni di liceo, prima che si dicessero definitivamente addio, ma era bloccato sotto le lenzuola ed era una cosa assolutamente insopportabile. E le ore passavano in quel fastidioso stato di dormiveglia perenne senza che potesse avere la benché minima concezione di quante ore stessero effettivamente passando.
Prompt da P e r l a;