Saalve, eccomi qui, sono tornata!
Come andiamo?
Io? Bah, lo sai, sono arrabbiata e ogni tanto scappo per non appestare gli altri.
Me ne accorgo da sola quando anche basta, ma se non riesco a smettere meglio che mi levi di torno e difatti… che diavolo ti ho fatto?
Addirittura?
Blatera blatera ho finito per farti chiedere perché stai scrivendo di questo film?
Scusa! Non volevo certo metterti dei dubbi in testa, è solo che siccome sei cresciuto con gli anime come me mi sembrava strano che scrivessi di un film della Disney, tutto qua.
Mica scrivono le cose che scrivi tu.
Ma tu sei più di larghe vedute, sono io che sono monotematica.
Se è servito a chiarirti le idee, bene, altrimenti lascia stare, mica devi spiegazioni a qualcuno.
Mi piace che alla fine di ogni capitolo racconti di te, io credo che sia un buon modo di confezionare un proprio prodotto, ai lettori interessa, specie quando spari queste bombe qua.
E passiamo finalmente al capitolo, che ho letto un po' di tempo fa, ma avevo la testa persa in neri pensieri e non ero capace di articolare alcunché.
Approfittiamone prima che ricominci a sclerare.
E' bello, bellissimo, impegnativo, però.
Impegnativo anche da commentare.
Si apre in maniera mozzafiato e continua diventando sempre più profondo e coinvolgente, coinvolgente in maniera dolorosa.
Tutta la parte di Maggie che piange è forte, parecchio forte e ti travolge in maniera totale.
Mi sembrava veramente di vivere su di me le sue emozioni e non ci sono salvagenti che ti impediscano di annegare in tutte le sue lacrime.
E' un qualcosa di arcaico e intimo: piange perché è felice di essere ancora viva.
Naturale, dici tu, certo, ma vallo a descrivere così, non avevo mai visto una cosa del genere.
Prima di fare battute sulle donne che piangono sempre e che lo usano come arma...
Nah, ci sarà qualche cretina che lo fa, ma noi donne piangiamo tanto perché la natura, simpatica com'è, ci ha rimpinzate di sostanze che ci hanno ridotte in questo stato.
Gli uomini se possono non piangono – se ne vergognano, anche se certi lo fanno e fanno bene -, ma per noi donne è diverso, è la natura che ci ha predisposte così.
Trattasi di reazioni chimiche, non di debolezza.
Comunque ho afferrato il concetto, ho capito che intendevi.
E' tutta colpa del padre, ' che voleva un maschietto ' e questo ha finito inevitabilmente per influire sulla psiche di Maggie.
E' solo una FEMMINA INUTILE, mica un MASCHIO, chiaro.
E ora che il suo corpo la tradisce, che le mostra cos'è in realtà, è disperata, ma non sa che farci.
E' bello, bellissimo, perché è tutta rintanata in sé.
Si culla, si consola e in quel momento Nick è QUELLO, non lo considera proprio.
E' impegnata ad abbracciare se stessa.
Questo passaggio è davvero delicato e un po', direi, imbarazzante.
Ma così stupendamente umano che è impossibile non apprezzare.
Solo quando ritrova la sua luce, il ricordo del padre e poi se stessa, è pronta per ' tornare '.
E quello che vede è terribile, ma non può fare nulla, è sola, lì, completamente, perché neanche Nick è presente, lui, chissà dov'è.
Infine appare la madre, che Dio, è peggio di una pugnalata per lei.
Chissà cos'è accaduto tra le due?
Ma è l'ultima persona che Maggie vuole vedere, è evidente.
E di nuovo Nick è QUELLO, sta rischiando la vita, beh, lei lo lascerebbe lì, piuttosto che farsi aiutare dalla madre.
E interviene il tappo, che è tornato più o meno normale.
Parla di nuovo in modo strano ed è all'apparenza distaccato e disinteressato.
E' molto costruito, Finnick.
Sa come vanno le cose nel mondo e sa che non a tutto c'è spiegazione o soluzione.
E prima le cose che vengono prima, come dicono gli americani.
Tutto il resto può aspettare, crisi, scoppi di pianto, chiacchiere, prima bisogna salvare Nick.
No, guarda, prima c'è il suo tentativo di abbordare la mammina, invece...
A-ehm.
Insomma, è un capitolo bello pesante, mi ci è voluto un po' per connettere.
Non è facile esprimere a parole le proprie sensazioni, ma siamo qui per fare questo e quindi questo lavoro va fatto anche in recensione.
Finito.
Nope, io scrivo fic perché mi piacciono i cartoni giapponesi.
L'importante è che ne sia felice io, gli altri possono abbaiare quanto vogliono.
Alla prossima, carissimo.
Scusa il ritardo, poi ti scriverò.
Ciao! (Recensione modificata il 23/10/2019 - 11:24 pm) |