No, no, no... questa volta non mi freghi! Sappi che il mio neurone si è calato in uno stato Zen e non intende farsi scalfire né dalla commozione né dalla rabbia, perché se la morte (presunta... molto presunta!) di Abraham l'aveva scosso oltremodo, in quanto si è trattato di atto di cattiveria gratuita, la morte (presunta... molto presunta!) di Rick è stato un atto necessario... sì, hai letto bene: necessario!
Segui il ragionamento del mio neurone: le funzioni vitali di Rick cominciavano ad essere seriamente compromesse e se il veleno avesse iniziato ad intaccare pesantemente gli organi vitali, per quanto fino all'ultimo minuto ci sarebbe stata comunque la possibilità di venire in possesso del veleno o dell'antidoto o della formula, magari sarebbe stato troppo tardi a prescindere, gli organi potevano arrivare ad essere compromessi in maniera irreversibile e, quindi, qualsiasi sforzo sarebbe stato comunque vano. E allora che fare? Un'unica cosa: far precipitare gli eventi! Ecco, quindi, che Ben ha indotto la morte di Rick, facendolo credere a tutti, Dunn in primis, ormai definitivamente spacciato, quando invece le sue funzioni vitali sono state solo rallentate, in attesa dell'antidoto che lo riporti pienamente in vita.
Che ne dici? Secondo me, è un ragionamento che non fa una piega! :D
L'unico dubbio del mio neurone è su chi possa aver avuto questa idea: istintivamente sarei portata a dire che è stata un'idea di Rick, visto che è piuttosto pericolosa e folle proprio come piace a lui, però c'è una cosa che mi fa vacillare un po', cioè la gestione del tempo: quella che lo gestisce in questa storia è assolutamente Kate, quindi l'idea di affrettare i tempi dello scontro con Dunn potrebbe essere sua.
Il tempo, dicevamo: ammetto che il mio neurone ha avuto due sussulti in questo capitolo, che hanno seriamente rischiato di compromettere il suo stato Zen, ed il secondo è stato proprio ritrovarsi a leggere "Sabato 2 marzo, ore 00,12"... ci hai ridato il tempo! Non l'hai ridato solo a Kate, l'hai ridato anche a noi lettori! Ti assicuro che è stato strano leggerlo, ci avevi privati del tempo dopo il primo capitolo, quindi, ritrovarselo ora, può significare solo che siamo giunti davvero al momento cruciale della storia ed ora Kate è davvero pronta a gestire gli eventi.
Con questa premessa, capirai che non posso soffermarmi più di tanto a commentare la PRESUNTA morte di Rick, posso solo dire che, come tuo solito, hai curato ogni aspetto e continui ad avere un modo davvero speciale di mettere su carta le emozioni dei protagonisti: hai reso davvero tutto realistico, soprattutto lo smarrimento sensoriale di Kate e la rabbia istintiva e bestiale, ma comprensibile e naturale di Alexis.
Ecco, a mio avviso, la potenza descrittiva di tutta la sequenza ospedaliera sta proprio nel fatto che il "saluto" Caskett è stato reale e sentito, nel senso che, per far precipitare gli eventi, sono stati entrambi costretti ad allontanarsi prima del previsto: Rick si è affidato nuovamente e totalmente a Kate, confidando in lei e nelle sue capacità per "tornare in vita" e lei ha avuto il coraggio di "lasciarlo andare" (momentaneamente), di non aggrapparsi più neanche alla sua flebile voce ed alle sue sgangherate battute, pur di avvicinarsi finalmente a Dunn e sconfiggerlo al suo stesso gioco.
Teoricamente questo momento potrebbe essere stato davvero l'ultimo che i Caskett hanno passato insieme, perché, inutile negarlo, se le cose non andranno come previsto, Rick non si sveglierà più dal suo "sonno profondo" e di Kate rimarrà ben poco sia fisicamente che emotivamente, per cui l'intensità del loro saluto è stata reale ed è arrivata tutta, ma io confido che il loro sia stato solo un arrivederci :)
Stesso discorso vale per la reazione di Alexis, ma anche di Martha, Jim, Ryan, Espo, Ben e la Gates: a parte il fatto che non credo che, tranne Ben, che deve essere per forza complice dei Caskett, tutti gli altri siano pienamente a conoscenza della "strategia di guerra", perché, in situazioni come questa, meno persone sanno e più possibilità di successo ci sono, anche per loro potrebbe essere stata davvero l'ultima volta che hanno visto Rick, per cui il dolore di tutti è reale, soprattutto quello di Alexis, perché è quello di una figlia a cui è stato strappato prematuramente il padre per un semplice gioco perverso ed è naturale che il suo istinto primordiale sia stato quello di fare fuoco e fiamme contro il primo obiettivo utile, in questo caso Kate.
Ad avvalorare la tesi che la morte di Rick sia tutta una farsa ci sono anche altri due fattori:
- la tempistica totalmente sballata di azione del veleno: per quanto il Professore avesse indicato che potevano insorgere delle complicanze che potevano anticipare o posticipare l'azione letale della tossina, non credo proprio che potesse sbagliarsi di così tante ore, c'è una bella differenza tra le 72 ore preventivate e le 40 entro le quali Rick sarebbe morto e lo scrittore non è certo così "molliccio" come pensa Dunn, quindi i conti non tornano, in tutti i sensi!
- la presenza di Trenton Bell al piano super blindato dove si trova lo scrittore: ma ti pare che, se fosse morto davvero, avrebbero permesso a qualcuno, a Bell specialmente, di avvicinarsi al suo corpo esanime e spiattellare la notizia al mondo in così poco tempo? No, no, fa tutto parte della "strategia di guerra", perché, per far precipitare gli eventi, era necessario che Dunn venisse subito a conoscenza della morte dello scrittore attraverso la stampa.
E, a proposito della stampa, permettimi di sottolineare la splendida distinzione che hai fatto tra tutte le persone presenti fuori l'ospedale: gli "avvoltoi" a caccia dello scoop dell'anno ed i fan dello scrittore, realmente affranti per la sua condizione... io sono fra questi!
Non ho dimenticato di aver scritto che il mio neurone ha avuto due sussulti in questo capitolo e sai il primo qual è stato? Il titolo!
Non hai la minima idea di quanto mi sia piaciuto appena l'ho letto! E' una di quelle grandi domande che ti lasciano totalmente spiazzato, ma che racchiudono in sé una bellezza che non ti so neanche spiegare a parole.
E' tipo "Perché la Luna si sente così sola?" (cit. Wolverine! :D )
Troppo bello davvero e splendida l'immagine di questa Luna beffarda che, nella mente perversa del "caro" Scotty, si prende gioco di lui, tanto da scatenare una sua immotivata, rabbiosa, reazione.
Scotty caro, se vuoi fare un tentativo per uccidere la Luna, io ti avevo dato un'idea già in tempi non sospetti, cioè questa estate: puoi sempre prendere uno shuttle, direzione Luna, in compagnia della simpatica Anne, amica di Monica e Deb, che, sono certa, ti preparerà pure una deliziosa orata con le patate! :D Potreste rimanere lassù un po' di tempo, magari tutto il tempo necessario per trovare il modo di ucciderla! :D
Vabbe', ora la smetto e rimango in attesa degli sviluppi, perché il gioco si è fatto duro e quindi i duri iniziano a giocare!
Il mio neurone è pronto e non si pone proprio il problema che Kate sia stata cloroformizzata e che sia pure senza cellulare, quindi sia diventata apparentemente irrintracciabile; c'è solo un posto, secondo me, dove Dunn la può portare ed è lì dove tutto è iniziato: l'edificio dove Nikki lo ha arrestato.
Prima dei saluti, non posso esimermi da un nuovo tormentone, perché te lo sei cercata: RICK VIVE! :D
Anzi ti creo proprio una banalissima operazione matematica: ABRAHAM VIVE + RICK VIVE = REB VIVE! :D
Al prossimo! |