Approfittando anche un poco della tua pausa estiva, alla fine sono riuscita a legere la tua FanFiction. Per mesi ho visto i capitoli farsi sempre di più, ripromettendomi di recuperarli, prima o poi. E alla fine eccomi qui!
Quarantacinque capitoli. Quarantacinque capitoli pieni di emozioni. Quarantacinque capitoli che a tratti mi hanno fatto venire la pelle d'oca, le lacrime agli occhi, il respiro mozzato o un sorriso da ebete sul volto.
La trama e il tuo magnifico modo di scrivere hanno lasciato il segno. Complimenti, davvero.
Beh, innanzitutto mi sento in dovere di parlare di Castle... il modo in cui lo hai fatto avvelenare da Dunn è crudele e allo sesso tempo geniale. All'inizio è rimasto il solito, solo un po' più acciaccato, e si è tenuto il più possibile occupato affinché il pensiero della morte non lo raggiungesse. Alla fine, però, si è arreso al dolore e ora ha parecchio tempo per tirare le somme... sta riscoprendo l'affetto della madre e della figlia, ripensa a quel padre che non ha mai conosciuto e a tutto ciò che la vita gli a dato e a quello che gli ha tolto. E intanto pensa sempre a Kate, con un pizzico di rimpianto, ma soprattutto con completa fiducia in lei. E poi ha anche il tempo di fare il "saggio" con Ben.
Direi che Claire e Ben, assieme a quei pochi momenti di dolcezza che compaiono di tanto in tanto, sono una delle poche cose che riescono a farmi sorridere e addolcire in tutta questa storia. La loro storia mi fa tornare sempre indietro nel tempo, a quando i Caskett si comportavano esattamene come loro. Mi sono venuti gli occhi lucidi al lungo monologo apparentemente senza capo nè coda del dottore e al loro bacio, ma, soprattutto, alla loro decisione di "inventarsi un altro momento giusto".
Inoltre, il percorso che il dottor Travis sta facendo con Castle fa quasi spezzare il cuore: da semplice medico distaccato si sta facendo coinvolgere troppo dalla vicenda. Il passaggio dal "Lei" al "tu" e il suo momento di disperazione mi hanno decisamente mozzato il fiato.
Come mi mozza sempre il fiato leggere dei momenti di debolezza di Kate. Kate... lei sta vivendo proprio una tempesta interiore: sta affrontando i suoi sensi di colpa, è crollata, poi, grazie a Esposito, si è rialzata. E ora ha capito come deve fare per sconfiggere Scott: giocare, non starà più un passo indietro. La determinazione della Beckett rinsavita lascia decisamente ben sperare.
Interessante il tema ricorrente della DIPENDENZA. Castle e Beckett hanno capito che ormai non possono fare più a meno l'uno dell'altra, che dipendono l'uno dall'altra. Hanno un assoluto bisogno di stare assieme, sono felici assieme, Beckett non fa altro che sorridere con Rick al suo fianco. E hanno bisogno della loro boccata di ossigeno. Mmmh... sicura che Gibbs non si arrabbierà se verrà a sapere che Castle gli ha rubato l'idea dell'ascensore?!
Mi sento in dovere, a questo punto, di nominare l'orologio rotto, quella rottura che ha costituito un presagio. Geniale il nuovo valore che gli hai dato nella storia della famiglia Beckett. Attraverso questo orologio, inoltre, abbiamo scoperto qualcosa di nuovo su Castle bambino, ricordo decisamente apprezzato.
Geniale anche il parallelismo con "A due passi dal cielo" e il valore che stai dando al posto magico di Rick. Ho colto subito il riferimento, ed è stato piacevole andare a rileggere la storia, visto che è passato un po' di tempo dall'ultima volta ;)
Anche la Gates sta acquisendo importanza, in questa FanFiction: la sua presenza come mentore per Castle, ma, soprattutto, per Beckett è fondamentale. Azzeccatissimo l'aver scelto lei per questo ruolo.
Anche Martha, però, aiuta il figlio e la sua fidanzata a riflettere. Ricordiamo, però, che è pur sempre una madre preoccupata, che non riesce neppure a comportasi con il suo solito fare teatrale. La sua preoccupazione la porta al confronto con Jim, poiché, lo ha detto lei stessa, solo un genitore può capire l'amore di un genitore per il figlio.
Alexis compare poco, ma è fondamentale anche la sua presenza. La famiglia è indispensabile per Castle. Apprezzatissimo il suo confronto con Beckett di qualche capitolo fa: decisamente ci voleva.
Passiamo quindi al Professore, scelto da Dunn, da lui protetto in passato, ma con un secondo fine: il veleno. Poteva scegliere, ma alla fine, codardo, ha scelto di ubbidire a Scott, con la vana speranza di salvare lui e Abraham. Ha affrontato la morte senza paura, in un disperato tentativo di espiazione delle sue colpe. Perché lo sapeva, anche se lo negava: è colpevole quanto Dunn.
Abraham, quell'omino storpio dal cuore grande, è morto con dignità e senza timore. Purtropo si è piegato al dolore, rivelando il nascondiglio della formula, la cassaforte, andata distrutta. È davvero così?
Hai trateggiato il carattere di Dunn in maniera impeccabile. I suoi pensieri da psicopatico sono sempre azzecati e in linea con il personagio.
Questo sproloquio è finito, non ti preoccupare, direi che ho parlato abbastanza. Ci sarebbe tanto altro da aggiungere, anche per quanto riguarda Lanie, Esposito e Ryan, e sulle vittime scelte da Scott, ma mi fermo qui.
Anzi, volevo anche ringraziarti perché, con il fatto che Dunn ha ucciso per il colore degli occhi delle vittime, mi hai dato un buon motivo per portare gli occhiali da sole fuori casa ;)
Ok, dopo questa assurdità senza capo nè coda direi che è ora di andarmene sul serio.
A presto!
Gio (Recensione modificata il 31/08/2014 - 10:51 pm) |