Era opinione diffusa che Umino Iruka fosse una persona pacata, gentile e affidabile. [...] Hatake Kakashi, però, ben di rado prestava orecchio alle opinioni correnti; in cuor suo si limitava a considerare quella bontà di Iruka fastidiosa, al limite stucchevole. In cuor suo, sentiva che tutta quella solidarietà melensa non avrebbe portato nulla di buono. E un giorno tiepido di primavera, in missione con lui, trovò che le sue ipotesi erano fondate. Pairing: Kakashi/Iruka, accenni di Sasuke/Naruto

Una piccola poesia dedicata a Frodo, per ricordare oggi, 22 settembre, il giorno del suo compleanno e quello di Bilbo.

Una flashfic per ricordare insieme la magia di una rana di carta nell’irresistibile scena finale dell’episodio 1x01.

- Joshua era il ritratto della madre, con la pelle diafana e lisci capelli corti e corvini. Come la madre, aveva dei piccoli nei sparsi per tutta la schiena e delle piccole pagliuzze dorate nell’iride degli occhi.
Solo che, al contrario di lei, non aveva gli occhi blu e carichi di colore.. i suoi erano chiari, freddi, glaciali. Ed il suo sorriso era tutt’altro che caloroso, era un sorriso paurosamente intimidatorio.
Perché non era un sorriso, era un ghigno. -
Josh e Charles.
Entrambi debellano l'amore, uno per sdegno, l'altro per semplice paura. Uno lo desidera comunque ardentemente, l'altro non sa di averne bisogno più di chiunque altro.
Due anime sconnesse, differenti ma non opposte.

Elsa guarda sua sorella Anna volteggiare entusiasta tra le braccia di Kristoff il giorno del suo matrimonio. Per un attimo, rimpiange che il suo cuore sia tanto freddo da non permetterle di conoscere davvero qualcuno.
Ma quella sera, quando decide di fare una passeggiata nei giardini del castello, qualcosa stravolge il cuore di Elsa.
*“Come mai siete qui tutta sola? Vostra sorella ha dato inizio alle danze, dovreste andare a cercarvi un cavaliere.”
Strinsi le labbra.
“E voi lo stesso.”
(...)
“Non sono interessato alle dame nel castello.”
“Perché, se posso chiedere?”
Il giovane mi lanciò un'occhiata.
“Ballo solo con la dama che amo.”*

È trascorso un anno dagli eventi narrati nel film. La regina Elsa, a causa di un sortilegio, viene relegata nel nostro mondo, in una piccola contea degli Stati Uniti. Lì dovrà vedersela con persone che pensano sia solo un personaggio delle favole, ma anche con chi ha fiducia in lei.

-E dai, ci divertiremo- disse Niall mentre se ne stava sul mio letto a mangiare patatine rubate dal mio scaffale
-E io non voglio divertirmi- ribattei guardandolo seduta sulla mia sedia girevole
-Dio mio, come sei associale, è l’ultimo dell’anno- sbuffò Harry
...
Mi sedetti ormai stanca morta di essere a quella fottuta festa, perché mi ero lasciata convincere da quei tre non lo sapevo neanche io..
...
Ero così felice di essere andata a quella fottuta festa
...

La mia voce trema. Io tremo.
Mi alzo e chiudo le tende, per poi accendere la luce e urlare.
“Sono qui, puttana.“
Lancio il telefono per terra, sentendo la sua risata dall'altra parte.
Harry arriva correndo, e quando legge la scritta mi abbraccia.
Balbetto indicando le parole sul muro segnate col pennarello rosso.
Rosso.
Sangue.

Come finire al letto con il proprio fratellastro.

-Oh Cristo Santo! Tu stai… Stai volando?! Ma che cazzo… Dev’essere un fottuto sogno e…-
Brian mi prende la mano con la sua terribilmente fredda, come se avesse tenuto le dita affondate in una vaschetta di gelato finora. -Non è un sogno, Gerard. Sono il fantasma del Natale Passato! Non conosci la storia?-
Spalanco le palpebre ai limiti dell’umano e sento il suo fiato gelido sfiorarmi il viso mentre parla a pochi centimetri da me.
Chi cazzo è questo?
Cos’è…?!
_Questa è una piccola Frerard di pochi capitoli... Una sorta di rivisitazione del Canto di Natale!__

così mi misi le cuffie e mi feci coraggio.

*LARRY* Se siete contro coppie gay o contro la coppia Louis ed Harry siete pregati di non entrare,grazie.

Non pensavo si potesse dipendere da qualcosa, o per meglio dire da qualcuno.
Ma poi è arrivata lei.
Un'ossessione.
La mia fottuta ossessione.

Lo guardavi, come non avevi mai guardato nessun'altro.
Gli sorridevi, come non avevi mai sorriso a nessun'altro.
Lo stringevi a te, come non avevi mai stretto nessun'altro.
E ti sembrava strano, perché dopo tutto, ti consideravi solo una cazzo di filofobica.
— JungKook x You.

Adorava fare tutto con lentezza, assecondando la natura di quel piatto così prelibato, che richiedeva una lunga fase preparatoria e una cottura lenta e prolungata per riuscire alla perfezione.