"Sanji, quel giorno, sembrava non avere alcuna cosa da fare: Nami e Robin erano occupate a parlare fra loro in cucina e non volevano essere disturbate; Frankie, Usopp e Chopper erano intenti a costruire stramberie di cui, solo Dio, avrebbe capito il loro utilizzo; Rubber, invece, stava dormendo profondamente nella propria camera; Zoro, infine, era impegnato a fare flessioni sulla prua della nave.
Il cuoco sbuffò: era veramente l’unico a non essere occupato.
Non era ancora giunta l’ora di andare a preparare la cena: erano solo le tre di pomeriggio.
Ultimamente, il biondo, faceva le cose tutte velocemente perché voleva lasciarsi sempre ai propri pensieri: era da un po’ che, quando incontrava il scontroso Zoro, arrossiva o cominciava a tremare, non riuscendo a sopportare il suo sguardo.
E di tutto ciò, non sapeva spiegare il significato nemmeno a se stesso.
La fonte di queste meditazioni era un sogno.
Ogni volta che si addormentava, sognava sempre la medesima cosa: ogni sogno iniziava con lui nel proprio letto, dormiente, quando, all’improvviso, sentiva qualcuno bussare alla porta, interrompendo il proprio sonno."