Il desiderio di Mornon
“Tenetelo su!”
Gridava il capo di quelli folli, di quella setta di stregoni che abitava da secoli in quel luogo sperduto ed inospitale di cui nessuno sapeva nulla.
I due altri stregoni dai capelli con sfumature bianco azzurre più o meno accentuate, issarono il mezzelfo incosciente su di una specie di impalcatura ricavata nel ghiaccio, una specie di croce, dove gli agganciarono le braccia tese.
“La donna è fuggita, ma non andrà molto lontano... le si geleranno i piedi prima che possa trovare rifugio, o qualcuno che voglia aiutarla” disse l’elfo, che doveva essere il capo, perché portava ornamenti preziosi, teneva una certa postura e i suoi capelli facevano apparire come sbiaditi quelli di tutti gli altri, erano di un intenso azzurro-blu, come il colore dei suoi occhi che rispecchiava quello del mare circostante.
“Bloccategli i polsi e risvegliatelo... ha già riposato abbastanza...”
I due elfi sottoposti obbedirono e legarono stretti i polsi di quel mezzelfo, così atipico per loro, soffermandosi più volte sul colore nero dei suoi capelli e sulla sua carnagione di neve.