Louise, mary, Francesco, Silvia, Luca ed Alex. Sei ragazzi che decidono di fare una nuova esperienza. Andare in un manicomio abbandonato, e visitarlo tutto, dalla prima all'ultima stanza... Cosa succederà?

Ecco, ora posso apertamente dedicarmi a parlare dei miei colori... come sapete sono interessato al calcio, ma in particolar modo a quelli della società giallorossa, e per chi non conosce il tifoso romanista, e a maggior ragione il calcio, ve lo spiego io con questa, a mio modo di vedere, meravigliosa citazione. Non vi lamentate amici di penna, siamo tutti malati!

"Sei stupendo Favi..."
"Grazie.."

#100parole/003 challenge
Tema del giorno: orgoglio.
[Dalla storia]
"Si coprivano le spalle a vicenda. Poi litigarono e..."

A volte dopo un periodo oscuro e nebuloso un giorno ci svegliamo da questo torpore e capiamo che la nostra sofferenza non serve a nulla e per ciò da allora inizia il processo della rinascita.

Due ragazzini intrappolati in un tranquillo paesino tedesco con gli occhi sempre rivolti ad un orizzonte lontano. Una ragazzina strappata dalle mille luci di Parigi che mostra la sua diversità con orgoglio e sfrontatezza. Tom, Bill e Laure vogliono le luci della ribalta, ma il cammino verso il successo sarà più duro di quanto immaginano. Insieme cercheranno la forza per seguire i propri sogni e rimanere se stessi, nonostante tutto.

"Cosa mai potrebbe capitare il perfetto venerdì sera?". Mai dirlo. Ci saranno sicuramente brutte sorprese. Ecco uno dei miei tanti venerdì sera, avvolti da un'aria comica. Insomma, una di quelle cose che ti capitano che ti fanno venir voglia di piangere, ma che riguardate con occhi diversi non possono far altro che far ridere.

{ Flashfic | Parodia | Personaggi esistenti }
***
La FanFiction che starai per leggere, è bastata su una storia accaduta realmente, ma modificata e messa sotto forma di parodia. I personaggi esistono realmente e sanno dell'esistenza della FanFiction.
Ci saranno un po' di frasi spinte ma se non avete paura di rovinarvi gli occhi entrate pure.
[Spero che basti per convincervi]
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Baci, Psiche
Con l'aiuto di TONNUZZO

I bus. Li odiamo noi studenti, non c'è niente da fare, è così punto e basta. Tutti noi poverelli desideriamo un mezzo nostro per andare in quel l'edificio chiamato prig...scuola, per poter passare di fianco al bus e mandarlo a fan....tasticare. Però poi sul bus incontriamo, almeno una volta ogni anno, Lui. Quello chiamato, almeno da me, il "Tipo del tram". Solitamente è un bel ragazzo, alto, con un'aria un po' scocciata (come se sul bus non ce l'avesse nessuno), ha un amico/fratello con cui è quasi sempre. Ah! L'ho già detto che è fottutamente bello? No? Beh è così.

Ogni componente dell'Host Club ha un suo comportamento distintivo: Tamaki, i gemelli e Honey ne ostentano uno particolarmente apprezzato; Mori si adatta alla tecnica di suo cugino, di modo che anch'egli possa assumerne i caratteri simili e completare le sue carenze.
Il fascino di Kyouya invece è più difficile da interpretare.
[ KyouTama; revisionata ]

[Palletshipping - Ash/Gary]
Il tipo ideale di Gary Oak non era mai stato Ash – il perdente – Ketchum.
In effetti, il tipo ideale di Gary Oak non esisteva davvero: era più un’idea sfumata, un disegno appena accennato, una bozza ipotetica o semplicemente un pensiero confuso idealizzato troppo a lungo.
Aveva un bel fisico, era intelligente, sveglio e amava i Pokémon. Tutte cose, tranne l’ultima, che Ash non era.

Inserire accenno alla trama della storia (breve riassunto o anticipazione) e/o citazione dal testo. No linguaggio SMS, No tutto maiuscolo, No Spoiler! NON C'E' BISOGNO DELL'HTML PER ANDARE A CAPO IN QUESTA INTRODUZIONE.

.....sento una voce flautata rimbombarmi nelle orecchie "debole…" “io non sono debole..” parlo con il fiato proveniente dalla disperazione, con voce tremante che oscilla per il terrore della morte “no?” il mio disgusto nuovamente cresce al sentire di quella voce “Allora come mai sei li a terra, a prostrati verso un padrone invisibile, lì come un servo…” lo interrompo sentendo il mio odio farsi gigantesco, superando la soglia sopportabile per un essere umano “io non sono debole, io non sono un servo…” questa volta la mia voce è più decisa, più forte “A chi lo stai dicendo?” continua quella voce che sento rimbombarmi nelle orecchie e nella mente “A me…” la sua voce diventa poco più che un sussurro, ma prende forma di un pugnale affilato “… o a te stesso?”...

«Attenta, il mare è un tiranno», mi diceva mio nonno; ricordo ancora questa frase, mi è rimasta dentro da quando ero bambina, da quando si è capito che l’acqua era il mio elemento.
Storia scritta per l'iniziativa "Autori per il Giappone".