Che altro bel capitolo ci hai regalato, cara Capo Rouge.
In una mattinata di primavera, a Parigi, sta per prendere vita quella improbabile famiglia che il Destino ha voluto formare e riunire. E in quella stessa mattinata una selva di pensieri passano nella mente di André e della nonna, la quale forse non riesce ancora a comprendere a pieno il comportamento del nipote: ma una cosa l’ha compresa benissimo e cioè che lui, con due marmocchi al seguito, sia impossibilitato a rimanere a Palazzo Jarjayes per via di Oscar. La sua Oscar è la donna per la quale André si è allontanato. Ora tutti e due sanno che nulla potrà essere come prima. Lui è sempre l’uomo gentile che è partito, ma il cui cuore è sempre rimasto accanto ad Oscar; al contempo è però un uomo diverso, forse proprio per le tante e dolorose esperienze che ha vissuto, e di cui la nonna non è stata resa partecipe. Lui capisce che deve continuare la sua vita lontano da Oscar per salvaguardarla dal suo amore che potrebbe distruggerla, ora che lei è tornata nel suo mondo. L’unica cosa che preme ad André è che sua nonna continui a prendersi cura di Oscar, anche se ovviamente il suo cuore sarà dilaniato tra il bene che vuole a suo nipote e quello che ha sempre nutrito per la sua bambina, come se fosse sangue del suo sangue. Nanny però promette che continuerà a restare accanto ad Oscar come ha sempre fatto, anche se ciò comporterà rimanere lontana da suo nipote e non più parte integrante della sua esistenza.
Molto coinvolgente il tuo racconto che ci mostra i primi passi di questo neo padre nel prendersi cura di quei due bambini così tanto differenti l’uno dall’altra. Lui poco ne sa di come si crescono i figli, ma è più che disponibile all’ascolto di quelli che sono i bisogni e i sogni segreti di quei due esseri che ora faranno parte della sua vita. Argo, avendo ritrovato André, sembra trovarsi molto a suo agio, mentre la piccola Victoire ha più difficoltà, in quanto ciò che le sta capitando è un qualcosa che mai si sarebbe aspettata, vista la vita grama che aveva vissuto da quando ne ha memoria. Ma le difficoltà non sono solo in un senso: la paura, il timore sono ad appannaggio anche di André, che vuole essere davvero la persona di riferimento e, nel contempo, far sapere che su di lui entrambi i ragazzini possono contare. Lo stringersi reciprocamente le mani è segno appunto di iniziare a condividere ciò che man mano si presenterà loro innanzi.
Adesso la priorità è trovare una casa consona dove poter crescere i due bambini, ognuno dei quali ha fatto delle richieste, e anche dove poter tenere il piccolo falco Pur, che, per il momento, si accontenta di seguire il suo padrone, ma che avrebbe bisogno di potersi librare nell’aria come la creatura libera che era e che è sempre stata anche quando era in America con André. La casa messa a disposizione da Girodelle, che con tanta accuratezza aveva approntato l’incontro con sua nonna, non può più essere disponibile, e pertanto tutti e tre devono allontanarsene. In André si fa strada la percezione che Girodelle abbia fatto tutto per lavarsi in parte la coscienza, ma contemporaneamente voglia cercare di cancellare la presenza di lui dalla vita di Oscar. Intanto, fra le molte riflessioni in quella mattinata primaverile, c’è anche quella riferita alla paternità della piccola Victoire, in quanto proprio dalle parti dove si stanno dirigendo, in Rue Vivienne, viveva e lavorava la giovane Amalie, la quale riceveva molti uomini presso il bordello e fra questi uomini André aveva scorto sia Fersen che Girodelle.
Incredibile in questo frangente l’incontro con il cambiavalute, o meglio strozzino, che ha un che di surreale.
Un incontro che André non si aspettava di fare è, invece, quello fortuito con Alain, il quale sarà proprio lui ad aiutarlo per trovare un luogo dove potersi stabilire con la sua nuova famiglia. Anche in questa occasione, la conversazione con la padrona di casa, da cui Alain li ha condotti, ha del surreale, fino a quando, dal lungo racconto a volte un po’ sconclusionato, non compare una luce, che pare ampliarsi e illuminare: Madame Faber, questo il nome della proprietaria, aveva incontrato un benefattore che aveva compreso la situazione in cui si dibatteva, con i figli partiti per la guerra americana e che forse non sarebbero tornati, e le ha dato la possibilità di rifarsi una vita. Il benefattore, che era una donna, aveva raccontato di aver perduto un fratello in America, e quel fratello era anche il suo migliore amico.... Oscar era sicuramente transitata di lì quando era alla ricerca dell’oro da destinare alla guerra, affinché potesse finire il prima possibile, dando modo ai padri e alle madri di poter riabbracciare i loro figli che sarebbero così tornati a casa.
Ma sul finire del capitolo ecco un nuovo colpo di scena: Pur, il falco, è scomparsa, poiché l’uomo di fiducia di Girodelle si è premurato, secondo gli ordini del suo padrone, di sgomberare quanto prima la casa, che era servita solo per l’incontro di Andrè con sua nonna, affinché nulla restasse. L’uomo ha chiuso tutto, posto fuori i pochi averi di André e, nel frattempo, ha liberato il falco. Argo è disperato perchè Pur è un animale selvatico, che è sempre rimasta accanto all’uomo che di lei si era preso cura, ma non saprebbe ambientarsi in un luogo così diverso da dove è sempre vissuta, con il rischio di perdersi per sempre per dare libero sfogo al desiderio, insito in lei, di volare.
Sono pertanto curiosa di vedere l’inizio, a Parigi, della nuova vita di questa famiglia improvvisata, la quale sembra attingere forza l’uno dall’altro, e in particolare ora, con la scomparsa del falchetto che ha gettato nelle ambasce sia Argo che André. Resto in attesa anche di sapere qualcosa di Oscar, la quale, pur non comparendo di persona in questo passaggio, è comunque stata presente tramite i pensieri che albergano da sempre nel cuore e nella mente di André.
Nuovamente grazie per questa tua narrazione così intensa. A presto e un caro saluto. |