Recensioni per
Pur
di Capo Rouge

Questa storia ha ottenuto 869 recensioni.
Positive : 865
Neutre o critiche: 4 (guarda)


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Recensore Junior
22/11/23, ore 12:02

Mia carissima Capo Rouge,
in un crescendo senza fine i capitoli ormai gareggiano in bellezza tra loro così come André, in un crescendo infinito, diventa sempre più ‘grande’ e ‘vivo’.
André è un padre attento, già da subito si delinea l’educazione ferma e volta al giusto che imporrà ai suoi figli e mi piace anche che il rapporto tra la piccola Victoire e Argo stia diventando solido e stretto.
Con un colpo di scena incredibile, mi hai totalmente spiazzata, André quindi avrebbe sempre avuto consapevolezza di ciò che stava facendo, aver rifiutato la grazia del re aveva un fondamento ed adesso mi trovo a riflettere su quanto sia strabiliante e grande il potere di un personaggio, la sua aura, il suo retaggio, perché credo nessuno, me per prima, gli aveva creduto quando sosteneva la propria colpevolezza. Comunque ci scommetterei la testa che non ha ancora finito di raccontare e sono sicura che c’è dell’altro, sarei curiosa di apprendere le motivazioni, trattandosi di André non può essercene una banale. 
Intanto si è ricreata la coppia di strani amici nemici  Madame Roma - Girodel, i due non demordono, la prima temo che abbia qualcosa di poco chiaro in mente mentre  l’altro continua a credere di poter “addomesticare” Oscar, la quale non credo sia stata mai nemmeno “cambiata” da André per quanto lei si sforzi di eseguire quel che sembra il suo volere.
Per fortuna c’è Pur a far volare il cuore lì dove dovrebbe essere.
Ciao e buona giornata,
Lena

Nuovo recensore
22/11/23, ore 11:49

"Non vi è nell’amore né obbligo, né dovere.
Non vi è nell’amore se non il rispetto, anche verso chi non ama e non potrà mai amare."
Ciao Capo Rouge, appartengo alla categoria delle lettrici silenziose,ma oggi ho sentito la necessità di scrivere. Non amo farlo anche perché non sono brava con le parole. Mi son stupita di un così rapido aggiornamento, poi ho letto, riletto, come faccio di solito e mi son soffermata su un tuo sentire che è quanto mai attuale nei giorni tristi che attraversiamo. Non so se sia un caso o sia stata una scelta ma grazie. Con il tuo permesso, vorrei condividere ciò che hai scritto e che ho riportato incipit.

Recensore Master
20/11/23, ore 23:05

Hai capito André.. dunque le aveva davvero prese lui, quelle monete! E scopriamo che anche il generale ha degli scheletri nell'armadio! Sembra quasi che il falco sia una sorta di tramite tra André ed Oscar.

Recensore Veterano
18/11/23, ore 14:37

Allora, un mattino di luglio a Parigi, un mattino dì luglio che aveva il sapore della primavera.
Ché in un mattino che sembrava primavera una nuova vita aspettava Lui.
Lui, la pioggia aveva inumidito l’ultima immagine.
Visione dannata e angelica, svanita in un istante.
Come il lieve profumo di pioggia sulla pelle e di rose appena sbocciate.
Solo, nel tempo in cui il freddo sembrava non voler finire.
Solo, nell’istante i suoi occhi si erano persi in quelli di Lei.
Solo, negli anni lenti della quiete, nei sorrisi ingenui e criminali.
Solo, negli anni lenti del castigo, nelle vocali del suo nome, invocate, accarezzate, dannate.
Lui, demone che un angelo non poteva sfiorare.
Dannato Amore senza più radici, indegno di ogni luogo.
Lui, nel cuore una sola donna.
Amore puro, vivido nel più recondito luogo. Amore piantato nel cuore.
Un mattino di luglio che sapeva di primavera.
Che aveva l’odore del fango dopo la pioggia in quella Parigi dannata e bella.
Che aveva il profumo di biscotti, dolce, carezzevole, come la mano forte e grande che stringeva quella piccola e tenera.
Che aveva il profumo del Tempo ormai scorso.
Che aveva il profumo della primavera che sorgeva a nuova vita, in un mattino di luglio.
Lui, indietro nel Tempo.
Che Amore era già una prigione evanescente e solida.
Che dannazione era Amore.
Che Lei era fulcro di ogni pensiero, da proteggere. Sempre.
Ricordi di una vita ormai vissuta e persa.
Solo, nelle vocali del suo nome, dannatamente amate, ogni giorno d’amore da nascondere.
Ogni momento da maledire, senza speranza, senza più sogni.
Lui, l’assenza, il nulla, unica salvezza.
Ché Lei piantata nel cuore.
Un mattino di luglio che aveva i colori della primavera, dei sogni infantili e lievi.
Che aveva il colore del cielo e di un dente di leone.
Ché cielo, dalie, rose e mughetti avevano il sapore di Amore.
Lei, impossibile immagine.
Eco lontana, nel silenzio di un Tempo mai vissuto.
Indietro nel Tempo.
In un mattino d’autunno, scroscio sordo di pioggia, che Lui era impalpabile abbraccio fatto di nulla.
Lei, che Lui era pensiero costante, mancanza ad artigliare il cuore.
Ché Amore era assenza e dolore.
Che Lui era mezzo passo dietro, Lui era…
Lei, eco lontana, persa nel Tempo, invocata nelle vocali del suo nome.
Lui, rimbombava nel cuore improbabile pensiero, impossibile pensiero… Lei…
Un mattino di luglio a Parigi che sapeva di primavera.

Recensore Junior
17/11/23, ore 10:59

Mia carissima Capo Rouge,
avevo affermato che il precedente capitolo fosse il più bello, bene lo era perché non avevo ancora letto questo!
André continua ad essere un gigante, è un personaggio talmente complesso e ‘vivo’ da lasciare senza parole il lettore.
È semplicemente meraviglioso nel suo essere un nipote consapevole di aver ferito profondamente sua nonna e nel restare sempre un uomo innamorato che difende la sua donna anche dalla possibile critica di nanny, perché non ci si può pentire di amare anche quando coscienti che quell’amore per la società è inopportuno. Mi sono piaciuti anche molto i “modi” della sua confessione, non gridati ma pacati, dolci e rispettosi dell’una e dell’altra donna, degni dell’affetto e dell’amore che ha per loro.
Uomo vero, completo e complesso, André non fa sconti soprattutto a se stesso e su ciò che era stato il suo ‘dannato’ amore quando quell’amore era ancora grezzo e, forse, un po’ egoista e, un’altra cosa che mi sta piacendo molto di questa storia è il fatto che i personaggi (Andre e Oscar in questo caso) non partono mai in posizione di svantaggio rispetto all’altro con il quale interagiscono anzi  “arrivano” avendo “giocato” alla pari. Non ci sono “subordinati” e si evince anche da questa frase e considerazione contenuta in questo capitolo: “Aveva commesso un errore. Era stato egoista. Aveva tentato di dimenticarla.
L’aveva addomesticata e senza accorgersene, lei aveva addomesticato lui.” 
Brava perché anche così mostri di rispettare i  personaggi. 
E André è davvero un bel personaggio! Un uomo a cui non serve né un legame di sangue né un documento firmato da un qualsiasi ufficiale di stato civile di un re qualsiasi per renderlo un padre e per cambiare la vita di due bisognosi di cura e amore.
Sappiamo bene che per amare non serve nessuna autorizzazione.
Oscar nel corso degli ultimi due capitoli è presenza   in sottofondo, ma è evidente come questo legame sottile resiste a qualunque strappo. C’è anche quando non si vede e mi aspetto di vederla in azione molto presto.
Saluti e grazie
Maddalena 

Recensore Master
16/11/23, ore 21:39

Il senso del dovere, la fedeltà, il rispetto delle regole.
Aveva da sempre basato la sua vita su questi tre basilari principi, Madame Glacé.
Il senso del dovere che l’aveva portata a non fare domande, nemmeno quando suo nipote aveva deciso di partire improvvisamente, senza spiegazioni, senza una parola di addio per colei che lo aveva cresciuto.
Aveva taciuto con il generale Jarjayes e, soprattutto con Mademoiselle Oscar François de Jarjayes, non aveva fatto domande, Madame Glacé, restando in attesa delle lettere che arrivavano da lontano.
Aveva taciuto l’arrivo di quelle lettere, non per egoismo, ma per preservare quel senso del dovere che le imponeva di non compromettere in alcun modo il nome della famiglia Jarjayes.
La fedeltà era sempre stato il tratto più distintivo di Madame Glacé, nessuno più di lei era pronta a proteggere la famiglia Jarjayes, il suo buon nome e il suo onore. Soprattutto avrebbe sempre protetto la sua amata Mademoiselle Oscar François de Jarjayes.
Il rispetto delle regole, viveva in mondo dove le regole, determinate regole, erano fondamentali.
Quelle regole che determinavano la vita di un intero mondo, dove ogni persona aveva un preciso compito, dove solo alcune persone potevano scegliere chi essere e chi amare.
Il senso del dovere, la fedeltà, il rispetto delle regole, Madame Glacé era una nonna, che finalmente poteva riabbracciare il nipote tanto amato.
E, soprattutto, poteva porre domande, Madame Glacé.
Era ormai apparsa alla luce del sole la verità, non poteva più nascondersi dietro a delle parole affidate ad una lettera.
E quella verità si scontrava violentemente contro tutto ciò in cui aveva sempre creduto.
Nulla sarebbe più stato come prima, ora la realtà era di fronte a Madame Glacé, quella verità fatta di domande a cui solo André poteva rispondere.
Erano bastate poche spiegazioni e la vita era cambiata per Madame Glacé, anche se il suo mondo restava immutato, quel mondo che rispettava da sempre, ora la metteva alla prova.
Non aveva visto l’amore crescere nel cuore di un bambino che era sangue del suo sangue. Non aveva visto il bambino diventare uomo e quell’amore crescere con lui, Madame Glacé.
Si scontravano il desiderio di una anziana signora, di una nonna, con la realtà che avrebbe dovuto affrontare Madame Glacé.
Era una nonna, Madame Glacé, che aveva sofferto per la partenza di suo nipote, che lo aveva creduto perso per sempre.
Era una nonna, Madame Glacé, che aveva amato una bambina, figlia dei padroni, come fosse stata sangue del suo sangue, senza nessuna barriera di ceto, perché l’amore di una nonna non conosceva differenze.
Non poteva scegliere chi amare, Madame Glacé, non poteva chiedere che tutto tornasse come prima. L’amore per suo nipote André Grandier si scontrava contro quello per Mademoiselle Oscar François de Jarjayes, e Madame Glacé non poteva far nulla per tornare indietro.
Avrebbe fatto affidamento sul suo senso del dovere Madame Glacé per tentare di sopportare la vita che non sarebbe più stata la stessa.
Scegliere é la più grande libertà di un uomo, Madame Glacé non poteva scegliere chi amare.

La vita che aveva sempre vissuto era finita il giorno in cui aveva scelto, André Grandier.
Il bambino tanto amato da una nonna era cresciuto, era diventato un uomo che aveva vissuto lontano sapendo che la sua vita sarebbe stata sempre legata ad Oscar François de Jarjayes.
Era diventato un uomo diverso da quello che aveva lasciato tutto per proteggere un amore puro, ora sapeva che la sua vita era davvero cambiata, André Grandier.
Nulla sarebbe stato più come prima, André Grandier lo sapeva, anche se nulla sarebbe cambiato davvero.
La fiducia di due bambini, quei bambini che ora erano suoi, per André Grandier era la cosa più preziosa che aveva, in quella sua nuova e diversa vita.
La fiducia di una piccola mano innocente che cercava conforto e presenza contro una solitudine che aveva sempre accompagnato una breve vita.
Era padre André Grandier, perché amava e proteggeva, perché in un piccolo desiderio di un bambino c’era tutto ciò che poteva rendere un uomo padre.
Era figlia Victoire Jenevieux, non era più sola ad affrontare la vita, ora poteva conoscere quanto fosse importante la fiducia verso un altro essere umano, poteva conoscere la protezione che concedeva una famiglia.
Un buon padre di famiglia deve essere ovunque, l’ultimo sdraiato, il primo in piedi.
Sarebbe stato questo André Grandier, per la sua piccola, improbabile famiglia.
Anna

Recensore Junior
16/11/23, ore 21:12

Scopriamo un André convincente e protagonista in positivo di questa storia e non potrebbe essere diversamente vista la natura del personaggio. Si rivela uomo maturo e impegnato, dedito ad una vita dove i giusti ideali contano e, in un mondo dove all’amore non necessariamente si accompagna la felicità completa, in ogni gesto di quest’uomo si scorge chiaro e forte l’amore come motore che muove il personaggio, essenza vera e non mero derivato.
Una nota di gioia quasi onnipresente, forte da scalciare ogni tono melanconico, emerge in scorci e vedute, aleggia silenziosa e leggiadra, così contagiosa da infondere una speranza di futura felicità. 
Complimenti per il capitolo che innalza e solleva l’animo. 
Clotilde De A.

Recensore Veterano
16/11/23, ore 14:54

È domenica e sto scrivendo, il mattino ormai alto, in una giornata piena di luce soave, in cui, sui tetti della città interrotta, l’azzurro del cielo sempre inedito racchiude nell’oblio la misteriosa esistenza degli astri… È domenica anche dentro di me… Anche il mio cuore va in una chiesa che non sa dov’è, e ci va con un completo di velluto da bambino, con il viso che arrossisce alle prime impressioni mentre sorride senza occhi tristi da sopra il colletto troppo grande.
— Fernando Pessoa —

Sulla strada piena di una Parigi sedotta da coloro che la percorrono, scorre la bellezza che salverà il mondo. È nel mattino rimasto sprovvisto di nero a ridisegnare a colori la pagina ri-azzerata e senza numero dove passato e presente si incontrano un poco riconciliati, è nella stretta di mano che sposta i sensi e spacca la solitudine, è nello spostamento d’ombra negli occhi fanciulli volti impavidi al giardino del cielo e adesso nuvole di sole permanenti, non più soltanto passaggi cancellati tra terra e cielo. È nel romanzo scritto di chi non è più fantasma indefinito agli occhi di nessuno, è la favola che aspettava di essere raccontata con la stessa meraviglia negli occhi di un uomo da un uomo e letta nell’incanto di un grande cuore. 
Un abbraccio e a presto
Minaoscarandre 

Recensore Junior
12/11/23, ore 17:18

Carissima Capo Rouge,
hai scaldato il pomeriggio di questo inizio di inverno freddo e piovoso con un altro capitolo favoloso 😍.
Un capitolo dove André continua a parlare e a strabiliare, dove finalmente è arrivata la confessione, stavolta a tu per tu e con il cuore in mano, alla nonna, delicata e dolce nella ormai nota richiesta di accudire la donna amata.  
Povera nonna però! Io l’avrei abbracciata stretta stretta🥹, i suoi bambini le stanno dando un sacco di preoccupazioni e mi ha fatto tenerezza vederla presa dal dilemma e  preoccupata di rimanere imparziale.
Sicuramente le sarà crollato addosso tutto il suo mondo, ma quanto era tutto molto più semplice quando bastavano pochi biscotti caldi e fragranti per mettere fine ad un litigio tra i suoi bambini?
Ne servirebbero davvero tanti di biscotti questa volta, la nonnina se ne torna a casa con il cuore pesante ad affrontare il silenzio di Oscar, perché dubito che lei dirà una sola parola su ciò che è successo in America.
In questo capitolo, oltre a mettere un tetto sulle teste di una nuova famiglia, si è fatta chiarezza anche su lettere, visite e indirizzi quasi uguali, ho però strabuzzato gli occhi ammirata mentre leggevo la spiegazione di André sul nome dello strozzino Monsieur Soixante - Neuf.
Secondo me André non l’ha raccontata giusta 😉! E quel  nome ha una origine ben diversa visto che l’arzillo ometto non disdegna la frequentazione del bordello proprio ad un passo da casa sua 😅
La spiegazione sul conteggio delle monete è geniale, ma a me ha fatto venire in mente altro🙈 e mi piacerebbe tanto interrogare André sulla vera origine di quel soprannome.
Se l’è cavata egregiamente con la sua spiegazione ad una bambina, meglio di quanto avrebbe fatto un vero padre, il ruolo infatti gli si addice molto, sicuramente sarà un padre meraviglioso. 
Grazie e ancora grazie per questa storia fantastica.
Gattinapelosa 😻
(Recensione modificata il 12/11/2023 - 05:23 pm)

Recensore Junior
12/11/23, ore 16:51

Ciao Capo Rouge,
Victor in questo capitolo è solo una immagine, quel saluto a Vittorie dopo averla lasciata davanti ad una casa che casa in fondo non è.
Victor con un saluto e torna alla sua vita, ha fatto ciò che André gli aveva chiesto, meglio che Victoire sia figlia di un servo che figlia di un nobile.
Non credo che sia tutto così semplice, supposizioni non ne faccio, lascio che sia la storia a parlare.
Victoire da un punto di vista emotivo è più fortunata ad essere ufficialmente figlia di André, sicuramente riceverà affetto, cure e attenzioni, ciò di cui una bambina che è sempre stata sola ha bisogno.
Un fratello come Argo poi non è cosa da poco, avrà molto da insegnare alla piccola Victoire, cose importanti come la vera libertà.
Mi dispiace molto per la nonna, ma non era più possibile nascondere la verità, è una donna vecchio stampo saprà far fronte alla nuova situazione anche se è molto dolorosa per lei.
Un piccolo tassello torna dal passato, quelle monete che sembrava non avessero nessuna rilevanza, ne hanno in realtà molta.
Alain mi sembra che non provi più quell’astio che ha provato per André in America, ma forse non era astio quello che provava, almeno non verso André come persona.
Il finale di questo capitolo è aperto a molti scenari, tu riesci sempre a lasciare il lettore con il fiato sospeso, e c’è sempre lo zampino di Victor in un modo o nell’altro a creare scompiglio.
Resto in attesa di conoscere la sorte di Pur, e, soprattutto, di ritrovare Oscar.
Ipazia

Recensore Master
12/11/23, ore 15:19

Che altro bel capitolo ci hai regalato, cara Capo Rouge.
In una mattinata di primavera, a Parigi, sta per prendere vita quella improbabile famiglia che il Destino ha voluto formare e riunire. E in quella stessa mattinata una selva di pensieri passano nella mente di André e della nonna, la quale forse non riesce ancora a comprendere a pieno il comportamento del nipote: ma una cosa l’ha compresa benissimo e cioè che lui, con due marmocchi al seguito, sia impossibilitato a rimanere a Palazzo Jarjayes per via di Oscar. La sua Oscar è la donna per la quale André si è allontanato. Ora tutti e due sanno che nulla potrà essere come prima. Lui è sempre l’uomo gentile che è partito, ma il cui cuore è sempre rimasto accanto ad Oscar; al contempo è però un uomo diverso, forse proprio per le tante e dolorose esperienze che ha vissuto, e di cui la nonna non è stata resa partecipe. Lui capisce che deve continuare la sua vita lontano da Oscar per salvaguardarla dal suo amore che potrebbe distruggerla, ora che lei è tornata nel suo mondo. L’unica cosa che preme ad André è che sua nonna continui a prendersi cura di Oscar, anche se ovviamente il suo cuore sarà dilaniato tra il bene che vuole a suo nipote e quello che ha sempre nutrito per la sua bambina, come se fosse sangue del suo sangue. Nanny però promette che continuerà a restare accanto ad Oscar come ha sempre fatto, anche se ciò comporterà rimanere lontana da suo nipote e non più parte integrante della sua esistenza.
Molto coinvolgente il tuo racconto che ci mostra i primi passi di questo neo padre nel prendersi cura di quei due bambini così tanto differenti l’uno dall’altra. Lui poco ne sa di come si crescono i figli, ma è più che disponibile all’ascolto di quelli che sono i bisogni e i sogni segreti di quei due esseri che ora faranno parte della sua vita. Argo, avendo ritrovato André, sembra trovarsi molto a suo agio, mentre la piccola Victoire ha più difficoltà, in quanto ciò che le sta capitando è un qualcosa che mai si sarebbe aspettata, vista la vita grama che aveva vissuto da quando ne ha memoria. Ma le difficoltà non sono solo in un senso: la paura, il timore sono ad appannaggio anche di André, che vuole essere davvero la persona di riferimento e, nel contempo, far sapere che su di lui entrambi i ragazzini possono contare. Lo stringersi reciprocamente le mani è segno appunto di iniziare a condividere ciò che man mano si presenterà loro innanzi.
Adesso la priorità è trovare una casa consona dove poter crescere i due bambini, ognuno dei quali ha fatto delle richieste, e anche dove poter tenere il piccolo falco Pur, che, per il momento, si accontenta di seguire il suo padrone, ma che avrebbe bisogno di potersi librare nell’aria come la creatura libera che era e che è sempre stata anche quando era in America con André. La casa messa a disposizione da Girodelle, che con tanta accuratezza aveva approntato l’incontro con sua nonna, non può più essere disponibile, e pertanto tutti e tre devono allontanarsene. In André si fa strada la percezione che Girodelle abbia fatto tutto per lavarsi in parte la coscienza, ma contemporaneamente voglia cercare di cancellare la presenza di lui dalla vita di Oscar. Intanto, fra le molte riflessioni in quella mattinata primaverile, c’è anche quella riferita alla paternità della piccola Victoire, in quanto proprio dalle parti dove si stanno dirigendo, in Rue Vivienne, viveva e lavorava la giovane Amalie, la quale riceveva molti uomini presso il bordello e fra questi uomini André aveva scorto sia Fersen che Girodelle.
Incredibile in questo frangente l’incontro con il cambiavalute, o meglio strozzino, che ha un che di surreale.
Un incontro che André non si aspettava di fare è, invece, quello fortuito con Alain, il quale sarà proprio lui ad aiutarlo per trovare un luogo dove potersi stabilire con la sua nuova famiglia. Anche in questa occasione, la conversazione con la padrona di casa, da cui Alain li ha condotti, ha del surreale, fino a quando, dal lungo racconto a volte un po’ sconclusionato, non compare una luce, che pare ampliarsi e illuminare: Madame Faber, questo il nome della proprietaria, aveva incontrato un benefattore che aveva compreso la situazione in cui si dibatteva, con i figli partiti per la guerra americana e che forse non sarebbero tornati, e le ha dato la possibilità di rifarsi una vita. Il benefattore, che era una donna, aveva raccontato di aver perduto un fratello in America, e quel fratello era anche il suo migliore amico.... Oscar era sicuramente transitata di lì quando era alla ricerca dell’oro da destinare alla guerra, affinché potesse finire il prima possibile, dando modo ai padri e alle madri di poter riabbracciare i loro figli che sarebbero così tornati a casa.
Ma sul finire del capitolo ecco un nuovo colpo di scena: Pur, il falco, è scomparsa, poiché l’uomo di fiducia di Girodelle si è premurato, secondo gli ordini del suo padrone, di sgomberare quanto prima la casa, che era servita solo per l’incontro di Andrè con sua nonna, affinché nulla restasse. L’uomo ha chiuso tutto, posto fuori i pochi averi di André e, nel frattempo, ha liberato il falco. Argo è disperato perchè Pur è un animale selvatico, che è sempre rimasta accanto all’uomo che di lei si era preso cura, ma non saprebbe ambientarsi in un luogo così diverso da dove è sempre vissuta, con il rischio di perdersi per sempre per dare libero sfogo al desiderio, insito in lei, di volare.
Sono pertanto curiosa di vedere l’inizio, a Parigi, della nuova vita di questa famiglia improvvisata, la quale sembra attingere forza l’uno dall’altro, e in particolare ora, con la scomparsa del falchetto che ha gettato nelle ambasce sia Argo che André. Resto in attesa anche di sapere qualcosa di Oscar, la quale, pur non comparendo di persona in questo passaggio, è comunque stata presente tramite i pensieri che albergano da sempre nel cuore e nella mente di André.
Nuovamente grazie per questa tua narrazione così intensa. A presto e un caro saluto.

Recensore Junior
12/11/23, ore 13:49

Ed è ancora André Grandier a tirare le fila del gioco di questo capitolo bello e suggestivo. Protagonista assoluto e burattinaio, traghettatore e mezzo sul quale viaggiano sicuri due giovani con le loro vite nuove di zecca e già piene di sogni, in una città che restituisce un poco di quel che aveva tolto e che accoglie dove prima aveva respinto.
À bientôt 
GdM

Recensore Junior
11/11/23, ore 22:23

In una bellissima mattina di primavera una "famiglia improbabile" è divenuta probabile, una bambina e un ragazzetto non sono più né soli né orfani, hanno finalmente trovato un padre vero e il migliore che avrebbero mai potuto immaginare anche nel sogno più bello. In una vita che aveva mostrato a questi due ragazzi il suo lato più brutto e crudele è bello leggere di come ora gli mostri anche quello più dolce magnanimo.
Grazie e buonanotte
Claudia 

Recensore Junior
11/11/23, ore 17:46

Ogni volta che penso di aver letto quello che sarà il mio capitolo preferito ne pubblichi uno nuovo che contende il titolo al precedente.
Mi sono emozionata leggendo di Nanny mi ha fatto molta tenerezza, Nanny forse davvero non aveva capito il sentimento che provava André, anche solo intuirlo le deve aver fatto una grande paura.
Nanny ora sa che la donna per cui André è partito è Oscar e non è facile da accettare perché Nanny si trova ad affrontare un bel dilemma.
Oscar è la sua bambina, si è sempre presa cura di lei con una dedizione che va al di là del semplice rapporto tra padrona e governante, ma ora Oscar è anche la donna amata da André.
Ed è proprio perché è Oscar la donna che André ama, suo nipote non può più vivere a palazzo Jarjayes, davvero un dilemma emotivo molto pesante da affrontare.
Nanny ha fatto una promessa ad André, continuerà a prendersi cura di Oscar come sempre, ma immagino che sarà molto dura per lei.
André è assolutamente meraviglioso, per come si prende cura dei desideri della piccola Victoire e di Argo sono sicura che ora i due bambini possono vivere tranquilli e non saranno più soli.
Una casa questa improbabile, ma bellissima famiglia, sembra averla trovata, e con l’aiuto di Alain poi, speravo di ritrovare Alain e, chissà, anche gli altri soldati.
La mia preoccupazione riguardo al comportamento di Girodel resta, ha davvero organizzato tutto con molta cura, al punto da non lasciare neanche un giorno o una notte ad André e i bambini da trascorrere in quella casa che ha affittato per far incontrare Nanny e André.
La determinazione di Girodel nel cancellare ogni traccia di André mi preoccupa non poco.
Non vedo l’ora di sapere cosa succederà a Parigi, ad André e ai bambini, e spero che Pur riesca in qualche modo a tornare da Argo, ovviamente non vedo l’ora anche di sapere qualcosa di Oscar.m
Grazie per questo nuovo bellissimo capitolo.
Ortensia 🌸

Recensore Junior
10/11/23, ore 08:37

Neanche una singola goccia di bene andrà persa. Nella stragrande maggioranza dei casi non ne vedremo mai gli effetti, ma questa prima o poi lascerà il suo segno. In forme e modi semplicemente incredibili.

Perché incredibile è l’impatto sulle esistenze di chi si trova di fronte un ufficiale che vede l’uomo e non la colpa, che vede il dolore e non il reato; di chi ricevendo un gesto di pietas capace di restituire dignità e futuro, proverà riconoscenza e concederà fiducia.

Quella goccia ha attraversato il tempo e lo spazio e ha permesso ad Andre’ dì dare ad Argo e Victoire una casa, ma soprattutto la certezza che un padre non nutre solo il corpo, ma anche i sogni e i desideri dei suoi figli.

E chissà se Oscar immagina che quella goccia generata in un tempo in cui Amore ancora non aveva palesato il suo volto, ha avuto il potere di prendersi cura di colui che pur vicino, dovrà rimanere lontano da lei e dalla sua vita.
Chissà se nel suo cammino quella goccia riuscirà ancora ad infilarsi in pertugi così piccoli che neanche la speranza è in grado di scorgere, giungendo dove sembra impossibile a compiere nuove meraviglie.