Cara Capo Rouge, ti attendiamo sempre con curiosità, per poterci immergere nelle atmosfere che il tuo racconto ci sta regalando. E mentre il tempo corre noi siamo rimasti in attesa.
Corre il tempo in maniera differente per ognuno dei personaggi, ma per noi lettori è giunto il tempo della deflagrazione finale, con la sconvolgente verità spiattellata ad una Oscar sofferente, già provata dal lungo viaggio, da quello che le era capitato, dopo aver deciso di recarsi nel nord per portare il suo carico di armi e denaro, dai continui pensieri che in questo tempo non l’hanno mai abbandonata e che le si riproponevano nei momenti più impensati, a farle compagnia, a rammentarle qualcuno che c’era sempre stato, che era sempre stato a mezzo passo da lei, dietro alle sue spalle, ma sempre presente. Ora quell’affermazione le ha gelato il sangue, e non può, e non vuole credere, che sia la realtà delle cose, non dopo tutto il tempo passato a cercarlo, dapprima in se stessa, accorgendosi che era sempre stato in lei, e poi per luoghi fisici, aspettando solo di poterli raggiungere, poiché raggiungendoli avrebbe raggiunto lui, André.
Le parole del Conte di Fersen sembrano far calare un definitivo sipario su qualcosa a cui lei non aveva, con forza, voluto assoggettarsi. E, anche in questo caso, il tempo è scorso, poiché quella morte è accaduta mesi prima, forse proprio quando anche lei aveva, fortunosamente, saputo la notizia dagli elenchi giunti in Patria, che l’avevano fatta impazzire, tanto da voler affrontare un viaggio, come quello affrontato, per sincerarsi che gli elenchi mentivano o riportavano un errore. E ora come poter andare avanti, proseguire, oltre che il viaggio, la sua missione, soprattutto la sua vita, alla luce di quella devastante verità?
Ma prima di essere giunti a questa ferale notizia, abbiamo affrontato il viaggio di tre donne e una piccola scorta per i territori americani, assaporandone la bellezza, che tramite le tue descrizioni di ambientazione, con i suoni, la natura, gli animali, è parso anche al lettore di trovarsi in quei luoghi. Talmente coinvolgente l’ambientazione che mi ha riportato alla memoria alcuni fotogrammi tratti dal film “L’ultimo dei Mohicani”.
E, in questo tratto di viaggio, assistiamo al ferimento di Oscar che, caparbiamente, deve e vuole raggiungere la sua meta, per ricongiungersi al Conte di Fersen, portare le armi e il denaro e sperare di porre fine alla sua ricerca. E infatti al campo vi giungono, stanchi e provati, venendo accolti dallo stesso drappello di soldati incontrati a Brest. Oscar li ricorda molto bene e anche loro riconoscono il damerino biondo che era stato il compagno di una notte di colui che non c’è più. Sconcerto masticato da tutti durante quell’incontro. Ma sconcerto anche quando Fersen apprende che il Colonnello delle Guardie Reali francesi sia in attesa fuori dalla sua tenda. Di sicuro non pensava di ritrovarsela davanti dopo il saluto al porto di Brest. Un po’ impacciato il loro ritrovarsi, con Oscar che è stravolta per svariati motivi, mentre il conte vive quel momento che sembra riportarlo al mondo, accanto ad una persona che stima, a cui vuole bene e a cui è legato. Finalmente non si trova più confinato ai margini di un’esistenza che sembra essersi arenata in quell’avamposto del nord, dimenticato dalla guerra che si sta svolgendo a sud, precludendogli, per quanto accadutogli, di poter essere e diventare un eroe. Le prime parole, dopo i saluti, sono per la regina, per sapere di lei, anche se la donna tanto amata un tempo, pare essere diventata un piacevole e caro ricordo, poiché non ne parla come se provasse ancora la bruciante passione di un tempo, ragionando che, forse, la lontananza ha portato chiarezza di pensiero e di sentimenti e che questi ultimi, forse, potrebbero essere destinati ad un’altra donna che magari li ricambierebbe. Ma sulla punta delle labbra di Oscar c’è solo un nome che preme per uscire, quello di André, per tacitare la mente in subbuglio e poter finalmente quietare l’animo ramingo che si era posto alla sua ricerca.
Ma l’arrivo del damerino biondo ha provocato un terremoto anche fra i soldati, i quali tornano indietro a quella sera e cominciano, insieme ad Alain, a ragionare su tutto quanto era accaduto e su tutte le parole pronunciate prima, durante e dopo, l’incontro con quella che ora sanno essere una donna, una bellissima donna, domandandosi il perché una donna fosse un soldato e, soprattutto, perché una donna soldato si fosse sobbarcata tutto quel viaggio, dai risvolti imprevedibili in quanto zona di guerra, se non per uno scopo ben preciso e che poteva anche esulare dalla missione vera e propria. Uno di loro resta però perplesso dal comportamento tenuto dai due nella tenda del conte e da alcune parole che è riuscito a catturare ascoltandoli e osservandoli.
Tornano alla mente dei soldati, ma in particolare di Alain, alcune frasi di discorsi fatti insieme ad André, circa la notte trascorsa a Brest, per poi concludersi con il bacio al porto che tutti loro hanno potuto vedere.
Ora resta da comprendere la motivazione, non solo della “presunta” morte di André, anche perché ancora non ci credo proprio come gli altri lettori, ma del perché André si sia allontanato da Fersen, il quale ne aveva fatto il suo segretario personale, dopo quanto gli era accaduto con quel pestaggio selvaggio che aveva fatto temere tutti per la sua vita. Vita che Fersen doveva preservare per una promessa fatta a qualcuno.
Continuiamo ad affidarci alla tua fantasia per il prosieguo, che spiegherà sicuramente i risvolti rimasti per il momento ammantati da un velo di nebbia, dopo aver creato, con questo passaggio, un autentico tuffo al cuore.
Sempre complimenti e un caro saluto. |