Recensioni per
Pur
di Capo Rouge
Allora, meraviglioso André, potrei dire. |
Ciao Capo Rouge sei tornata con un capitolo che ha descritto in maniera egregia la potenza del distacco. Lungo tutto il corso del capitolo la figura di Andrè aleggia e fa sentire prepotentemente la sua presenza pur non essendoci. Ci rimandi a lui solo all’inizio quando ripensa a ciò che è accaduto ultimamente e a tutto quello che gli ultimi avvenimenti hanno creato nel suo cuore e nella sua mente, tanto da volerseli togliere da davanti, in mondo che forse non vedendoli avrebbero potuto forse fare un poco meno male. La decisione di andarsene, abbandonare tutto ma soprattutto lei, il suo tutto, al quale però non poteva esternare ciò che stava racchiuso nel suo cuore. Forse Nanny depositaria delle sue striminzite confidenze può aver capito molto di più di quanto anche il suo stesso nipote potesse pensare. Forse nel confidarle le sue pene d’amore Nanny può aver compreso di chi si trattasse visto il rapporto particolare, esclusivo e stretto che i due giovani fin dall’infanzia avevano stretto fra loro, non permettendo quasi ad altri di penetrare nel loro piccolo mondo privato. Dalla sera del ballo non si sono più visti, le ore sono passate e la mancanza della presenza costante di Andrè è divenuta per Oscar insopportabile al limite del dolore fisico. Persino il colloquio avuto con il padre, che nuovamente aveva deciso per lei senza peraltro rivelare i suoi veri progetti attinenti all’allontanamento di Andrè per una questione importante e privata, ha scatenato in Oscar una ridda di pensieri ai quali però non riesce a trovare soluzione. Comincia a percepire quella mancanza come qualcosa che manca a se stessa e non è in grado di quantificare ella stessa per quanto tempo possa rimanere senza la presenza fisica di Andrè. Quanto può essere per sempre? Quanto tempo è per sempre? E soprattutto lei è disposta a subire quel lasso di tempo che la separa da una parte di se stessa? Ora più che mai comprende quanto il fatto di avere André sempre al suo fianco non sia mai stato qualcosa di scontato bensì di fortemente necessario, qualcosa che sempre riusciva a stabilire un equilibrio, che in questi momenti sente quanto mai traballante, mancandole ciò che era il perno attorno al quale giravano le loro giornate svolte sempre insieme e nemmeno il povero, gentile Tenente Girodelle potrebbe mai prendere il posto di Andrè nella sua vita. Un passaggio questo dove l’angoscia si è manifestata anche con le descrizioni dell’ambiente intorno ai personaggi, con questa estate e con il suo frinire di cicale che paiono zittirsi immediatamente alla partenza di André , lasciando quei luoghi silenziosi,orfani e bui proprio come deve sentirsi l’animo di Oscar. Anche i rimandi al suo sentimento per Fersen con quanto accaduto sia al ballo che subito dopo, quando le ha confessato di volersi allontanare per non far soffrire l’unico amore della sua vita, sembrano contare in questi attimi molto meno di quanto contassero prima. Andrè, con la sua assenza, ha rubato completamente la scena al bel conte svedese. Molto coinvolgente. Un augurio di buona domenica e buona settimana. |
Tipico di André: la sua presenza discreta diventa ingombrante e si fa sentire quando lui non c'è; Oscar se ne accorge solo ora, che forse ha un altro sentimento nascosto dentro al cuore oltre a quello per Fersen. Però non ho capito bene se André se ne è andato perché teme di non controllarsi con Oscar, o se è successo dell'altro. |
Quanto è stato sconvolgente per Oscar ritrovarsi senza Andrè? |
Dunque questo capitolo ci dà conferma che questo è un André molto volitivo, determinato e che è probabilmente giunto ad una decisione drastica e dolorosa perché sono convinta che andrà via anche lui, non è vero? |
Tu sei unica, non ero sicura fossi tu, ma poi la Storia da sfondo e il tuo stile inconfondibile mi hanno fatto sorridere di piacere. Sei tornata, e ne sono felice. Atmosfere cupe e gravide di eventi, introspezione profonda, scrittura magistrale, ci conduci esattamente dove vuoi, capitoli corposi, un romanzo. Brava, un plauso alla tua bravura. |
Mi accodo anche io a quanto detto da tutti i bravissimi recensori che hanno lasciato il loro commento prima di me. |
Ciao Capo Rouge, è sempre emozionante leggerti. Per ora stai seguendo la storia originale ma ho la sensazione che niente sia come sembra. Sono arrivata alla fine del capitolo con una sensazione di angoscia di fondo, accentuata dalle ultime righe: |
Immaginavo che non avrei trovato risposte in questo capitolo, non ancora. |
Cara autrice, in ritardo ma arrivo a commentare anche questo terzo capitolo dal titolo “sicuro”, un titolo perentorio e che non ammette obiezioni. |
Ciao Capo Rouge, un altro passaggio che ci regala i pensieri e i tormenti entro i quali si dibattono i nostri protagonisti. Stai seguendo la trama originale, ma donandoci tutti quei momenti di vuoto narrativo, nel quale possono trovare spazio i pensieri dell’uno e dell’altra che hanno dato poi adito alle azioni che sono state compiute e ai comportamenti che tu hai deciso di far fare loro. André ha instillato nel precedente capitolo il pensiero in Oscar di dover proteggere la Regina da un evetuale e ulteriore scandalo, se davvero lei al ballo si fosse concessa la possibiltà di danzare con il conte di Fersen, palesando a tutta la corte, che non avrebbe atteso altro per sparlare, il suo eccessivo interessamento verso il bel conte svedese. Andrè, con questo tentativo, vuole che anche Oscar provi il suo stesso dolore per un amore che mai potrà venire corrisposto, proprio come accade a lui nei confronti di Oscar. Mi sono piaciute molto tutte le sensazioni che André ha provato pur non essendo presente, nel vedere Oscar raggiungere la sala dove si sarebbe svolto il ballo. La conosce talmente bene da riuscire a sapere quali sarebbero state le mosse e i comportamenti da lei tenuti. E Oscar non si è tirata indietro, con delicatezza ha fatto compendere alla regina, la motivazione del suo ritrovarsi di fronte a lei a chiederle di ballare e di essere per quella serata il suo unico cavaliere ottenendo la gratitudine della sovrana stessa che ha compreso l’intento che si cela dietro a quelle azioni. Anche Girodelle è della partita: anche lui è a guardia di quel ballo, ma un imprevisto ravviva la sua serata che, avendo visto Oscar entrare in scena, può abbandonare, sicuro che nulla potrebbe accadere, ora che quella donna così altera e decisa ha preso quasi intero possesso della scena, facendo tacere i mormorii che dai vari cortigiani intervenuti avrebbero potuto sollevarsi. La scena che vede protagonisti Victor e la piccola nativa americana è talmente ben descritta che pare di vederla, soprattutto quando la piccola Lua mette le dita fra i capelli di Girodelle e pone una carezza sul suo viso pronunciando con inusistata dolcezza il nome di lui, quasi fosse una musica da dover accompagnare con i gesti. L’intermezzo trova le sue spiegazioni allorquando Girodelle incontra l’ambasciatore americano che gli spiega chi sia la misteriosa donna che si nasconde sotto gli abiti di colui che ha inseguito pensando che potesse recare danno alla serata. Intanto il ballo sta proseguendo e Fersen, ringraziando mentalmente Oscar, decide di andarsene per non avere sotto gli occhi il suo tormento che non può stringere fra le sue braccia. Quando anche Oscar si congeda dal ballo, i due si incontrano, sotto lo sguardo sempre vigile di André che non toglie gli occhi da Oscar e da qualsiasi espressione che le passa sul volto, e Fersen comunica che per amore della donna che ama, ma che non può e non vuole far soffrire, deve allontanarsi da lei il più possibile. Un amore impossibile, probabilmente se vissuto molto lontano, potrà essere meno doloroso, e pertanto comunica ad Oscar la sua decisione di partire. Andrè, che ha ascoltato, pensa che sia il nobile quanto il plebeo, quando si tratta di sentimenti, soffrono alla stessa maniera, e se la lontananza fosse stata la soluzione più fattibile, forse anche lui avrebbe messo distanza fra se stesso e Oscar. Per un attimo Oscar ha pensato che il volersi allontanare da Sua maestà fosse per Fersen la condizione per darsi un’altra possibilità di vivere un sentimento nel quale lei avrebbe potuto entrare in punta di piedi. Ma la decisione l’ha completamente destabilizzata mentre osserva la sua carrozza allontanarsi. Altre decisioni prese che svilupperanno altri comportamenti. Attendo curiosa il seguito per immergermi nuovamente nelle tue magiche atmosfere. Un saluto e un buon inzio settimana. |
La coscienza è il caos delle chimere, delle cupidigie e dei tentativi, la fornace dei sogni, l'antro delle idee di cui si ha vergogna; è il pandemonio dei sofismi, è il campo di battaglia delle passioni. Penetrate, in certe ore, attraverso la faccia livida d'un uomo che sta riflettendo, guardate in quell'anima, in quell'oscurità; sotto il silenzio esteriore, vi sono combattimenti di giganti come in Omero, mischie di dragoni ed idre e nugoli di fantasmi, come in Milton, visioni ultraterrene come in Dante. Oh, qual abisso è mai quest'infinito che ogni uomo porta in sé e col quale confronta disperatamente la volontà del cervello e gli atti della vita! |
Allora, tutto sembra scorrere esattamente come nell'originale. |
Ciao Capo Rouge, grazie anche per questo nuovo capitolo che ci racconta episodi noti con maestria e fantasia. Il capitolo mi lascia due domande. La prima: davvero Andrè, che conosce Oscar così bene, è davvero convinto che lei non potrà mai ricambiarlo? La seconda: chi è l'uomo che ha l'incontro "a pagamento" con la dama? Subito avevo pensato a Girodel, ma non mi sembra così disperato, nè che abbia compreso che Oscar è depositaria dell'amore della Regina e Fersen. Ho dubitato di Andrè... ma fino a quando non me lo scrivi nero su bianco io continuo a credere alla purezza del suo amore per Oscar. Resta Fersen, che però pensa ad Oscar durante l'incontro... Mi hai lasciato tanta curiosità.... davvero brava come sempre!! |
Non posso far altro che farti i miei complimenti. Scrivi in modo coinvolgente , riuscendo a far tua una trama ben conosciuta, ma che sai trasformare in una atmosfera completamente nuova . È veramente in piacere leggerti . |