Recensioni per
Pur
di Capo Rouge

Questa storia ha ottenuto 869 recensioni.
Positive : 865
Neutre o critiche: 4 (guarda)


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Recensore Master
13/06/23, ore 14:30

Quante facce ha l’amore? Qual è il significato di libertà?
Sono due uomini molto diversi, André Grandier e Victor Clement de Girodel.
Uomo del popolo, cresciuto in una famiglia nobile, condividendo quasi, quasi, la stessa vita dei nobili che ha servito, André Grandier sa che quel mezzo passo dietro a Oscar François de Jarjeyes ha la misura di una distanza irraggiungibile.
Uomo nobile, nato in una famiglia che tutto gli ha offerto. Senza sforzo, ha ottenuto il posto che gli era dovuto, Victor Clement de Girodel sa che può camminare accanto a Oscar François de Jarjayes, nessuna distanza di rango o ceto separa i loro passi.
Amano entrambi, ma chi amano e come amano é una realtà che rende André Grandier e Victor Clement de Girodel due uomini che nulla accomuna.
Ama Oscar François de Jarjayes, Victor Clement de Girodel, Colonnello delle Guardie Reali, l’orgoglio della divisa, il prestigio del casato, l’onore di servire il Re. Ama una immagine pura e immacolata, inconcepibile che Oscar François de Jarjayes abbia potuto scegliere di essere semplicemente donna che ama.
Non accettare che la scelta possa essere libera, che Oscar François de Jarjayes sia altro che titolo, rango, divisa, onore, giuramento di fedeltà, volere che tutto resti come è sempre stato è egoismo? Osserva Oscar, Victor Clement de Girodel, ma riesce davvero a vederla?
Ama Oscar François de Jarjayes, André Grandier, donna libera di scegliere, pura perché libera.
Amore è davvero egoista quando decide di allontanarsi per rendere libero amore?
Ha lasciato Oscar François de Jarjayes, André Grandier, perché fosse libera, perché potesse essere chi voleva essere, perché l’amore non fosse una catena o una condanna.
Ha sacrificato tutto André Grandier, ora essere libero vuol dire lasciarla ancora.
Quando l’amore anela al bene dell’altro, egoismo non ha posto.
Quando l’amore decide qual è il bene dell’altro, egoismo prende il posto dell’amore.
Chi è il vero egoista? André Grandier? Victor Clement de Girodel?
Essere libero vuol dire poter scegliere, in ogni campo della vita.
È libero, André Grandier, ma non di amare, perché amare Oscar François de Jarjayes significa mettere la libertà di scegliere davanti a lei, quasi fosse una costrizione scegliere di amare un semplice uomo.
È libera Oscar François de Jarjayes, ma agli occhi di Victor Clement de Girodel quella libertà è estorta, è diserzione.
È libera Oscar François de Jarjayes di scegliere, una vita costruita da altri, è libera di essere ciò che vuole, Oscar François de Jarjayes, ma non di amare chi vuole.
È libera Lua Pietra Incandescente, libera di vivere dove vuole, di scegliere chi vuole, ma non di essere amata da chi profondamente ama. In bilico tra due mondi, sarà sempre respinta dal mondo a cui non è mai appartenuta, Lua Pietra Incandescente, sceglie di essere davvero libera e, soprattutto, di offrire la libertà. Sceglie di sacrificare la sua vita affinché il piccolo Yas possa conoscere la libertà e possa vivere secondo le tradizioni della sua gente.
Qual è il significato di libertà?
Libera è Pur, simbolo di un mondo selvaggio che ha conosciuto André, nel quale è vissuto libero di essere solo un uomo con il suo fardello di dolore. Sarà ancora libera Pur?
Piccolo sopravvissuto, Argo, ultimo testimone di vite spezzate, di un mondo libero che lentamente svanisce sotto il giogo di uomini che impongono regole che annullano la libertà.
Quante facce ha l’amore?
L’amore tenace e senza speranza di Lua Pietra incandescente si trasforma in dolce vendetta, con le sue ultime parole lega in una condanna senza appello Victor Clement de Girodel, mettendolo di fronte ad una verità, forse, insopportabile.
Una verità che racconta la Loro Storia, di un amore che, Victor Clement de Girodel non può comprendere fino in fondo.
La Loro Storia è molto più di una semplice storia, e tu la stai raccontando magnificamente.
Anna

Recensore Master
13/06/23, ore 10:36

Ciao Capo Rouge, anche con questo passaggio siamo rimasti preda degli eventi al pari dei singoli protagonisti.
Ho seguito con interesse l’atteggiamento di Girodelle nel frangente del ritrovamento di Oscar e della conseguente cattura di André, ascritto a disertore e ladro. Sa benissimo come porsi per insinuarsi nella coscienza di André affinché lasci libera Oscar, poiché ha compreso che molto sia accaduto fra di loro, anche se ancora non sa fino a che punto i due siano ora uniti, o meglio, quale possa essere il collante per un legame indissolubile come pare essere il loro. L’unico modo che ha a disposizione è cercare di fare in modo che Oscar possa odiare André, in maniera da distaccarsi dalla visione che di lui si è costruita. E’ arrogante Girodelle poiché è convinto che solo con lui, riportando Oscar nel suo paese e rimettendola all’interno del mondo che conosce e le appartiene, lei possa essere libera e tornare ad essere pienamente Oscar Francois de Jarjayes. Non gli passa neanche per la mente che sia stata Oscar stessa a scegliere di non tornare, di restare accanto ad André, poiché non concepisce che in quel lasso di tempo possa aver goduto di una libertà che forse lei non aveva mai assaporato. Solo con André al fianco è stata in grado di afferrarla e di goderne, pur se nelle anguste mura di una catapecchia o di una grotta, senza avere niente altro che ciò che serviva a sopravvivere e lui accanto. E Andrè sta al suo gioco, poiché più di qualsiasi cosa l’ importante è sempre e solo Oscar. Quasi non gli importa della sua fine purché lei possa salvarsi, anche se volesse dire non rivederla più. Amore che per il bene supremo dell’altro rifugge il suo stesso sentimento. Non ammette che Oscar, per amare lui, debba sacrificare la sua vita e tutto ciò che è stata. I due uomini operano delle scelte senza chiedere alla diretta interessata quale sia il suo pensiero e lei, in questo frangente, non può che ritrovarsi confusa e amareggiata, visto il comportamento scostante messo in atto da Andrè che la vuole lontana da lui, perché solo così può crederla salva e non rinchiusa nella prigione creata dall’amore. Ma ormai avrebbero dovuto capirsi all’istante e comprendere che l’atteggiamento sia dovuto alla situazione contingente e non al reale sentire. E come se non bastasse vengono tirate in ballo anche Amalie Jenevieux e la piccola Victoire, a pungolare ancora di più l’animo di André. Girodelle è furbo, sta giocando d’astuzia affinché nulla di quella amara vicenda possa tornare fra i pensieri di Oscar che sicuramente ne soffrirebbe nel sapere verità che è meglio restino nel limbo dove sono sempre state.
Oscar però non accetta supinamente questo nuovo corso delle cose, perché in fondo a se stessa sa che non vuole tornare ad essere solo O.F.J., il soldato chiuso nella sua divisa, poiché ora ha provato ad essere una donna qualunque che ha amato e che ama, convintamente, con forza, con ogni fibra del suo essere. Ma lei è anche una donna che sente la responsabilità di quanto è accaduto al villaggio indiano e della strage conseguente. Il bimbo che le è stato affidato, e di cui si sente responsabile affinché possa vivere, la smuove a reagire e, pertanto, quando lei e André si rivedono, poiché quest’ultimo è stato lasciato libero di muoversi all’interno del campo da Girodelle, concertano di liberare Yellow Jacket, rinchiuso in prigione, e fuggire versi altri territori indiani insieme a Lua che accampa dei diritti su quel bambino indiano al quale solo qualcuno della sua etnia potrà raccontare chi sia la sua gente e quali siano le sue radici, a differenza di Oscar che nulla conosce della loro storia e tradizioni. Lua si fa forte del fatto che insieme a Yellow possano dare la parvenza di una famiglia a quel piccolo e garantirgli un futuro. Yellow ama profondamente, non ricambiato, Lua, la quale sembra però non avere più una vita propria dopo che Victor l’ha voluta scambiare con gli ostaggi: in quella occasione tutto ciò che sentiva di essere stata, di essersi conquistata, quel piccolo spazio nella vita di Victor, sono stati spazzati via. Il tentativo di fuga però non è esente da pericoli e i Nostri si trovano nuovamente nei guai inseguiti sia dai francesi quando si sono accorti della fuga che dalle milizie americane. Tragico il finale di Lua che viene crivellata dai colpi e si lascia morire, non prima di aver chiesto a Victor un ultimo bacio, anche se sa che non l’abbia mai amata neanche per un momento, troppo preso ad inseguire un sogno, il sogno di una donna per lui inarrivabile, pur se nobile e di rango come lui, ma da lui distante anni luce, e che mai potrà provare lo stesso sentimento che lui dice di avere nei suoi confronti. Anche nel momento del trapasso le ultime parole di Lua sono per Victor, l’uomo di cui si era follemente innamorata e che non ha fatto pressoché nulla per salvarla, che gli chiede però perdono per lasciarlo in balia di un sentimento che gli porterà forse solo dolore, poiché tra le sue braccia sta stringendo l’unica donna che l’abbia mai veramente amato, e lo avrebbe fatto per sempre, mentre colei che insegue e che sarà il suo imperituro amore mai potrà ricambiarlo, rimanendo un miraggio, ed essendo quindi destinato a struggersi e a soffrire per sempre. Forse, in quelle ultime accorate parole sussurrate da Lua, Girodelle vede un barlume di verità che ha tentato di allontanare ma che lo trafigge e lo sconvolge.
Il titolo del capitolo è quindi quanto mai appropriato: ladri della libertà altrui, chi per troppo amore, chi per calcolo, ma che hanno come risultato una sofferenza interiore profonda. André, che si colpevolizza per avere voluto tenere accanto a sé Oscar privandola, in un certo qual senso della libertà, anche se lei in quella prigionia si era scoperta libera come mai forse si era sentita, pur avendo ottenuto delle libertà che a una donna della sua epoca erano precluse, rinuncia alla sua stessa libertà ma nuovamente rubava quella di Oscar, e in questo suo comportamento stupisce ancora che lui sia più che convinto che per Oscar sia meglio poter tornare alla vita lasciata in Francia, nonostante tutte le esperienze e le emozioni vissute in questo viaggio che sicuramente l’hanno trasformata nella splendida donna che ha potuto amare; Girodelle invece aveva sottratto la libertà a Lua che gli si era volontariamente consegnata in nome di un amore totale nei confronti del quale non era stato minimamente all’altezza.
Grazie per questa storia diversa che non finisce mai di stupire, di lasciare interrogativi e far riflettere.
Un caro saluto.

Recensore Junior
12/06/23, ore 21:52

Strano è Amore, vigliacco e coraggioso, crudele e altruista. Può nutrirsi di puro egoismo o essere alimentato da totale sprezzo di sé per il bene dell’altro; può mentire per salvare l’onore e il futuro della persona amata o rivelare la cruda verità in un soffio di morte. Ma in entrambi i casi è in grado di generare dolore.
Contraddittorio è Amore che può invocare la libertà dell’amato o reclamarlo come oggetto che appartiene al re e al proprio casato, ma di fatto le impone una scelta non sua.

Il tempo è ripreso a scorrere, la storia è tornata a incidere e squassare vite e popoli, ma essere ricacciati dentro quel solco brucia e blocca il respiro. La ragione tenta di tornare ad abbracciare una vita da sempre tracciata, ma l’istinto e il cuore hanno seguito nella separazione prima e nell’unione poi, sentieri imperscrutabili, impossibili da percorrere a ritroso.

Ora la loro storia richiede che lui torni ad essere servo e nell’accezione più abietta, perché disertore e ladro. Chiede che lei rinunci ad essere donna qualunque innamorata, per tornare ad essere donna nobile e ufficiale di sua maestà il re di Francia.

Ma Oscar non è una donna qualunque e non è un soldato qualunque.

Poco c’entra la sua storia e la sua educazione. Perché né educazione, né rango, né onore, né ruolo possono impedirle di provare sulla propria pelle le ingiustizie, i soprusi, la mancanza di rispetto per il valore universale della vita.
E allora poco importa che quelle da difendere siano solo tre miserabili vite e che si tratti di due giovani indiani e un neonato innocente. Allarga le braccia contro chi dispiega i fucili, a costo di calpestare sensatezza e tutta la propria vita passata.

Come se si stesse difendendo un popolo intero in rivolta.
Come se si stesse dando inizio ad una rivoluzione.

Perché la dignità e il valore di una singola vita umana valgono quanto quella di un popolo intero.
Perché si può fare una rivoluzione solo dopo averla sentita divampare prima nel proprio cuore.
E non c’è spinta più prorompente e devastante della voglia di libertà.

Lei che in Francia era stata libera quasi come un uomo.
Lei che aveva capito che nella storia, quella che per pochi mesi aveva abbandonato, non era libero nessuno, neanche il re in persona.
Lei che prigioniera in un rifugio sperduto in mezzo alla neve aveva vissuto senza più nome, ruolo e rango assaggiando la vera libertà.

E ora liberamente aveva scelto. A costo della sua stessa vita.

A noi invece l’attesa per capire che futuro dispiegherà la sua scelta.

Recensore Veterano
12/06/23, ore 12:52

I want our son to have real dreams,” Not dreams of feathers falling from the sky.”

Ponca Justin Labelle alla moglie Delores
~ Wakonda’s Dream ~ 

17891879 solo numeri lontani di un futuro remoto, racchiuso nel presente di braccia larghe 
e di altre spalancate, raccolti nel sangue che scorre di identico colore, ferroso e scuro, irridente e irriguardoso di iridi differenti, i sogni ancora fatti delle piume dei padri.
Con la libertà rubata, prigioniera di ladri veri o presunti, brucia d’ardimento e d’eternità l’ultima parola di seta, pallida radice dell’alce trafitta a morte, fuoco ancora in cerca della sua fenice. 
All’ombra di malva e camomilla, ferita di menta pungente e fresca, la rosa è la costante di Fidia, l’unica variante, perfezione aurea a dettare successione e nuovo senso alla babele dei numeri ordinati in fila, immobili, conosciuti solo per quel sono sempre stati. Scompagina le file di burattini tutti uguali l’irrazionale 1.618033, spirale di semi e di girasoli, colto di squarcio e ante litteram solo dall’umile poeta, proporzione divina di un Partenone nuovo e frazione di storia infinita.

Grazie e a presto,

Minaoscarandre 
   

Recensore Junior
11/06/23, ore 09:39

Allora a immersione totale avvenuta, confermo quanto espresso in privato nel mio messaggio appendice della recensione di ieri. La tua penna allusiva ha le capacità di saper dirige e far arrivare il lettore esattamente nel punto dove è aspettato.  
Girodelle ha una strategia di conquista, appone un calcolo improbabile a qualcosa che non è non misurabile, specialmente con mezzucci quali sono le bugie, e per natura spontaneo e imprevedibile. Azzarda troppo quando non si limita a voler controllare il suo, di amore, e per operazione matematica applica lo stesso teorema di tornaconto agli altri, a come amano gli altri, si illude, secondo me, di potervi prendere le misure centimetro per centimetro. Giudica André e neanche prova a prendere in considerazione Oscar e la scelta fatta da lei. Il suo modo di amare Oscar si può chiamare amore? Si può chiamare amore quello di un uomo che pensa che la donna che lui ama, quello che lei è, il suo rango, la sua bellezza, possano essere infangate da “terre dimenticate da tutti”? Basta così poco a svalutare ai suoi occhi l’immagine della donna che pensa di amare?
Domande retoriche a parte, e che vorrei tanto potergli porgere, Victor è  un gran bel personaggio.
Un saluto
GdM

Nuovo recensore
11/06/23, ore 08:03

Ciao Capo Rouge, quanti interrogativi pone questo capitolo!
Il primo e forse il più importante: perché l'Amore non è biunivoco? È vero che tante volte ciò che si chiama amore in realtà è una semplice infatuazione, un innamoramento o cmq un sentimento che non è volto al Bene dell'altro, ma a soddisfare un proprio desiderio, una propria mancanza. Ci si incapponisce dietro una certa persona, non perché si ritiene che con quella persona si condividano valori su cui fondare una vita felice assieme, ma solo per puntiglio di avere ad es. una donna/uomo belli o di classe o in carriera o ricchi o spiritosi o chissà che.
In questa tua storia penso ad es
a Girodel, che nonostante tutto l'amore che dice di provare per O, non corre da lei che è ferita, ma da Lua che invece dice di non amare.
Credo però che ci siano anche dei (pochi) casi in cui una persona ne Ama davvero un'altra senza esserne ricambiata... e lì diventa difficile capire ed accettare questo, che al pari della Vita e della Morte, è davvero un Mistero.
Un interrogativo (di sicuro meno fondamentale) che mi pone quest'ultimo capitolo è il seguente: ma Oscar F. D.J. è Oscar F. D. J. perché ha fatto la vita che conosciamo e alla fine è finita sotto le torri della Bastiglia oppure potrà essere sempre la stessa anche altrove e vivendo in altro modo?
Mi stupisce un po' che André ancora una volta, e nonostante quel Ti amo che lei gli ha sussurrato, possa ancora pensare che per Lei la cosa migliore sia tornare alla sua vecchia vita in Francia.
Non capisco, infine, perché Alain abbia sparato a Pur: è la seconda volta che lo fa, ma mi sembra davvero inutilmente crudele e insensato... non me lo aspettavo da Alain...
Come sempre grazie infinite per questa Storia Altra che ci stai regalando... il timore ormai è quello che ci si avvicini alla fine e che non ci sia più questo piacere ad allietare le giornate...
Un caro saluto

Recensore Junior
10/06/23, ore 21:35

Girodel l’ho definito mellifluo, a dir poco, dico io, fa tutto ciò che gli conviene, ha capito più di quanto avrebbe voluto, forse, perché è preferibile credere ad una Oscar che era prigioniera che ad una Oscar che era libera di tornare indietro e non lo ha fatto.
Girodel sa esattamente cosa dire per mettere André davanti ad una realtà che sa essere difficile da affrontare, perché dalla vita a cui Oscar è sempre stata destinata è difficile sfuggire; il prezzo da pagare per Oscar sarebbe troppo alto se voltasse le spalle al suo mondo, André non chiederebbe mai un tale sacrificio ad Oscar.
Girodel è davvero cinico nel suo esporre i fatti, ora è lui che vuole manovrare la situazione per allontanare André da Oscar.
Come pensavo, Girodel ha tirato fuori l’accusa di furto facendo i suoi calcoli, mi fa sempre più preoccupare il suo modo di agire.
André ancora una volta mette il suo amore per Oscar davanti a tutto, a se stesso, alla sua vita, tutto per proteggere Oscar, e, visto ciò che ha detto Girodel, vede se stesso e il suo amore come il più grande pericolo per Oscar.
Il piccolo Yas avrà un destino migliore con Yellow, potrà vivere libero e ci sarà chi potrà raccontargli dei suoi genitori e di Shani.
Lua ha scelto di essere libera in un modo che non mi sarei mai aspettata, se è stata egoista lo è stata perché cercava la sua felicità, l’ha cercata con l’uomo sbagliato e ne ha pagato il conto.
Le ultime parole di Lua sono una vera condanna per Girodel, spero che non le dimenticherà.
Sui soldati francesi ripongo la mia fiducia, perché Girodel ora riterrà André colpevole non solo dell’accusa di diserzione e furto, ma anche di aver trascinato Oscar ancora una volta nel pericolo.
Sembra proprio che Girodel non voglia capire che Oscar ha una volontà propria, che difficilmente si fa manipolare da chiunque.
Questo capitolo è davvero travolgente, aspetto con ansia il prossimo.
Ortensia 🌸

Recensore Junior
10/06/23, ore 16:52

Capo Rouge mi sorprende sempre! Avevo immaginato male, non mi aspettavo che per Lua finisse così. Non avevo previsto che Oscar e André si sarebbero messi di nuovo “nei guai” in quel modo quando invece avrei dovuto capire che per loro la “missione” non si era conclusa. Quando ci si mette nella testa e nel cuore di salvare una vita si deve provare a salvarla del tutto e fino in fondo perché il solo rimanere in vita, privo di coordinate, non basta, perché la vita salvata, nella sua e propria vita, deve ritrovarsi.
Non mi aspettavo il confronto tra André e Girodel e nemmeno quello, anche se diverso, tra Oscar e Girodel, non mi aspettavo il duplice gesto di Lua, le sue due scelte, di vita e di morte, non mi aspettavo neanche che Argo fosse sopravvissuto e che Pur, ignara di essere seguita da occhi e forze opposte, potesse essere guida della salvezza e inavvertitamente arrecare con sé la morte.  
Non mi aspettavo il mini confronto sul fine ultimo dell’egoismo, confronto offerto dalle differenti visioni e interpretazioni che differenti personaggi propongono. La visione di Girodel nell’accusa mossa ad André, secondo cui l’egoismo farebbe del bene solo a chi lo esercita, quindi fine a se stesso, e quello di Lua, nell’ammissione rivolta a se stessa, secondo la quale, dall’egoismo potrebbe anche scaturire il bene. Visione quest’ultima che paradossalmente conferma la validità del ragionamento che le persone come Oscar fanno nell’ostinarsi a credere alla naturale inclinazione e predisposizione dell’uomo verso il Bene e che Lua le oppone come difettoso.  
È complesso ma è bello così, questa storia è bella e unica anche per questo, pungola, invita a riflettere, anche ad arrischiarsi in risposte sbagliate a volte, certa, io, di non sapere dove sta la ragione.

Magnifica come sempre, anzi di più.
Maddalena

Recensore Junior
10/06/23, ore 14:21

Capo Rouge, mia carissima, tu mi vuoi morta!😱 Tu mi vuoi incenerita! Come si commenta un capitolo del genere? Ho appena finito di leggere e non ho parole. Sconvolgente, è sconvolgente la densità di quanto raccontato. 
Avverto che questa è una recensione sballata più del solito 
perché non ho avuto il tempo di rileggere e non ho avuto modo di riflettere sui ragionamenti di tutti i personaggi, ma volevo scrivere a caldo la mia reazione alla lettura, che poi magari ci ripenso facendo soccombere l’immediatezza a favore di altri ragionamenti.
Mamma mia! Ma Girodel!?.!  Mia croce e delizia di questa storia! Bel personaggio ma che qualcuno gli dica che è solo un tenente! 
Cosa vuol dire “si dice che”?! È velenoso e tagliente quando si insinua nella coscienza di André e lo fa vacillare, mai visto un Girodelle così deciso (ma mi sovvengo che questo lo avevo già detto).
Va bene che in guerra e in amore è tutto ammesso ma allora è ammesso pure un pugno in faccia! Quello che prima o poi uno tra  André o Oscar dovrà tiraglielo, altrimenti mi offro volontaria io!
Qualcuno gli dica che è, anche lui, solo (vabbè si far per dire!) un uomo, che poi inaspettata arriva quella scena finale a mettergli la Morte tra le braccia a ricordarglielo! A proposito quell’ultima scena è da maestra 😻
Adesso però intanto Oscar è di nuovo ferita e lei e André sono rimasti soli, senza alleati e aiuto credo non si potranno sottrarre alla volontà dell’onnipresente e onnipotente Girodelle.
Uomo e personaggio che appare sempre più convinto di poter osare, di potersi muovere a suo piacimento.   
Insomma si è capito quanto sono preoccupata?😨 sono destinata a stare sempre in ambasce per questi due! Vabbè amen!
A presto, sempre fantastica questa storia!
Gattinapelosa 😻

Recensore Master
09/06/23, ore 21:20

La vendetta può portare il dolore, il dolore può chiamare altra vendetta.
Diventa ancora più spietata e cieca la vendetta quando si tramuta in altro, quando trasforma se stessa in giustizia.
Accusa, giudice e carnefice, la vendetta diventa semplice e crudele occhio per occhio.
Non importa se il giudizio senza appello si abbatte su anime innocenti, donne e bambini che non hanno le mani macchiate di altro sangue innocente.
Una vita per una vita, un figlio per un figlio, una madre per una madre, sangue per sangue.
Conosce questa legge il Tenente Williams, occhio per occhio, nessuna domanda, nessuna esitazione o ripensamento. Ai miliziani bastano delle macchie di sangue su un vestito, solo questo serve per decidere il destino di uomini, donne e bambini indifesi e senza colpa.
È una pagina dura, non servono dettagli, descrizioni, ciò che accade in quelle tende non ha bisogno di altro per essere un colpo al cuore.
Isi e Nova non vedranno crescere il loro bambino, Argo è stato una fugace presenza nella vita di Oscar, è stato Hermes per André, anche lui vittima di una atroce vendetta.
Inconsapevole e ignaro legame tra Oscar e André, Argo ha pagato con la vita la colpa di essere lì, in quel villaggio. Non saranno dimenticati Isi, Nova, Argo, Shani.
Ha creduto nell’onore della parola data, Shani, ha creduto che l’uomo bianco, potesse rispettare quell’onore. Shani era una donna che sapeva cosa fosse l’onore, i miliziani erano di ben altra pasta, nulla ha fermato il loro intento.
Crudele? Meschino? Disumano? O semplicemente pragmatico, Victor Clement de Girodel sa esattamente qual è il compito dei soldati francesi, qual è il suo incarico, ciò che accade tra Americani e Indiani non deve interessare a lui come ufficiale francese.
È, in definitiva, un uomo che ama e che non può accettare di mettere la donna amata in pericolo, e fa leva sul senso del dovere di Oscar verso il Re, il suo rango e il suo titolo militare.
Non saranno le immagini, l’orrenda visione di ciò che accade in quelle misere baracche a tormentare Oscar, sarà la consapevolezza di non aver potuto fare nulla per impedire il massacro.
Ogni suono sinistro e mortale, incide una nuova ferita nell’animo di André, anche lui non ha potuto nulla contro la decisione terribile del Tenente Williamson e dei miliziani, completamente impotenti Oscar e André, sono sicura che ciò che è accaduto peserà come un macigno sulla loro anima.
Crudele? Meschino? Disumano? Il rimorso sarà davvero condanna che accompagnerà Victor Clement de Girodel?
Vuole che tutto sia come prima ma diverso da prima, Victor Clement de Girodel, tornare in Francia con Oscar, tornare a Versailles, alla vita ordinata e rassicurante degli ufficiali della Guardia Reale di Sua Maestà, solo questo sembra interessargli e ha fretta, Victor Clement de Girodel.
Tutto come sempre, come se gli anni non fossero trascorsi, come se la partenza di André, il suo ruolo nel consegnare le lettere, il viaggio oltre Oceano, fossero stati solo un brutto sogno da cui ci si è risvegliati. Ma Victor Clement de Girodel vuole anche che tutto cambi, si immagina accanto a Oscar François de Jarjayes, in una veste nuova, cancellare tutto ciò che è stato, anche la vita che Oscar François de Jarjayes ha vissuto camminando sempre davanti al suo attendente.
Victor Clement de Girodel vuole Oscar com’era sempre stata, ma la vuole anche diversa. Vuole la donna che ama, immagine creata per se stesso, degna di lui, coraggiosa e indomita. Ma sua, donna da conquistare e che si faccia conquistare, vuole Oscar François de Jarjayes, ignaro della nuova consapevolezza che Oscar ha di sé.
Ama, Oscar, senza più corazze, senza più etichette, ama un uomo che non è più servo, attendente o soldato, ama un uomo che si chiama André Grandier.
Donna che ama, ora è consapevole che gli anni che l’hanno portata fino ad attraversare l’Oceano, hanno cambiato il suo cuore, ma non la sua indole, Oscar che sa che non può scappare da ciò che è, donna che ama, torna ad essere, nonostante tutto, Oscar François de Jarjayes ufficiale della Guardia Reale di Sua Maestà Luigi XVI.
La Storia e la Loro storia si sono unite in un crescendo difficile da dimenticare.
Anna

Recensore Junior
09/06/23, ore 13:36

Arrivo di corsa per commentare questo “Father e Son” e subito mi trovo il nuovo aggiornamento bello pronto a strizzarmi ammiccante l’occhiolino nonché a stuzzicare la mia curiosità. E  allora che sia immersione totale in questa storia!
Mentre la Storia, crudele e assassina, ha fatto razzia di vite, la storia ha compiuto la razzia di personaggi. Mentre immaginavo che la prima fosse quasi inevitabile, non avevo però fatto i calcoli, cioè non avevo pensato che, così facendo, la storia si sarebbe fisicamente svuotata anche delle “anime” che l’avevano per lungo tratto accompagnata. È triste che non ci siano più anche se ne rimarrà il ricordo. 
Ringrazio per il suggerimento musicale, uno strumentale che si addice molto ai toni, agli umori e al contenuto del capitolo ma anche a quello dei precedenti.
Prima di andare lascio solo un pensiero sul tenente Girodel, ho come l’impressione che con Oscar stia usando la strategia sbagliata, ammesso che sia corretto parlare di strategia in connessione all’amore.

GdM

Recensore Junior
09/06/23, ore 11:22

Carissima Capo Rouge,
“Quanto tempo occupa mezzo passo?
Chissà per quanto tempo quello spazio sarebbe rimasto tale, forse per sempre.” non ci è dato saperlo, io non so se il “per sempre” esista davvero, se l’infinito esista per noi che siamo in questa vita  “finiti” dalla morte ma, in questo spazio, anzi sprazzo, di vita di Oscar, il tempo che occupa il famoso “mezzo passo” è in bilico tra rimanere misura approssimativa (e approssimata) tra spazio e tempo e l’essere colmata del tutto per eccesso oppure annullata per difetto e in un’altra direzione. E poi quanto è lungo il mezzo passo da compiere per non rimanere misura approssimata?  
Il dilemma è grosso ed è ingigantito da forze che costringono e tirano a destra e a manca e secondo il loro volere e non quello dei nostri amati protagonisti. Mi auguro quindi che le volontà di André e Oscar siano più forti e che riescano a resistere agli attacchi di un destino che sembra accanirsi nel separarli, un destino che per molti personaggi di questa storia si è già tristemente compiuto e che, per coloro che sono rimasti, è sempre in agguato e a stretto giro di pagina. È finita nel peggiore dei modi per alcuni, purtroppo restano solo tre superstiti, di cui un neonato, e non so proprio cosa tu abbia deciso per il futuro di Yellow e Lua che ora sono sospesi in una sorta di limbo, se sarà Girodel a decidere del loro futuro immagino che resterà sulla sua decisione iniziale, ovvero far tornare Lua tra la sua gente insieme a Yellow, ma vedremo, per ora ti saluto e procedo con la lettura del capitolo appena arrivato. Al più presto,
Lena.

Recensore Master
08/06/23, ore 21:40

Sembra proprio che in questo capitolo tutti siano stati feriti dall'amore: Lua, che è stata addirittura uccisa, André, che pur di salvare Oscar per amore la ferisce di nuovo - e ferisce così anche sé stesso - , e la stessa Oscar, che non accetta il gesto di lui, restandone ferita. Dunque il padre della figlia di Amalie è probabilmente Fersen..

Recensore Veterano
05/06/23, ore 21:22

Nel grado di rarefazione più alto sotto pressione massima, in quello spazio di vuoto assoluto dove si sono spostate pianure e  raccolte montagne, cangiante si staglia chiara e fulgida in tutti i colori del bianco la bambola che ha viaggiato, il panno adesso ruvido, la mostrina nuda di oro e bottoni, gli stessi fili di paglia e di sé contati dai brandelli di tempesta, uno ad uno e attraverso la cruna d’ago, coi mille spilli puntati, cuciti nella carne di allora ma a intesserne altra uguale e differente. Somma più grande di sé, seppur zero delle operazioni di calcolo e che rimanere immutata a ogni volgare pressione, a ogni dito che divide e sottrae, aggiunge e moltiplica, è forse cifra che segue la virgola, il Pi Greco guardato a vista da anima e cuore, costante temibile e variabile bellissima
 
“Degno di meraviglia è il numero Pi greco
tre virgola uno quattro uno.
Il più lungo serpente terrestre dopo una dozzina di metri s’interrompe.
Così pure, anche se un po’ più tardi, fanno i serpenti delle favole.
La fila delle cifre che compongono il numero Pi
non si ferma al margine del foglio,
riesce a proseguire sul tavolo, nell’aria,
su per il muro, il ramo, il nido, le nuvole, diritto nel cielo,
per tutto il cielo atmosferico e stratosferico.
Oh come è corta, quasi quanto quella di un topo, la coda della cometa!
Quanto è debole il raggio di una stella, che s’incurva nello spazio!
Ed ecco invece due tre quindici trecento diciannove
il mio numero di telefono il tuo numero di camicia
l’anno mille novecento settanta tre sesto piano
numero di abitanti sessanta cinque centesimi
giro dei fianchi due dita una sciarada e una cifra,
in cui vola vola e canta, mio usignolo
e si prega di mantenere la calma,
e così il cielo e la terra passeranno,
ma il Pi greco no, quello no,
lui sempre col suo bravo ancora cinque,
un non qualsiasi otto,
un non ultimo sette,
stimolando, oh sì, stimolando la pigra eternità
a durare....”  
~ Pi greco di Wisława Szymborska ~

in questa vita e in questa storia.
Una abbraccio 
Minaoscarandre 

Recensore Junior
04/06/23, ore 14:40

Questo è un capitolo meraviglioso, ogni volta penso di aver letto il mio capitolo preferito, ma il successivo lo supera.
Le emozioni che ho provato sono state travolgenti, commozione, rabbia, impotenza, una vera altalena che non potrò dimenticare.
La paura che avevo provato si è concretizzata, quasi speravo che i miliziani provassero un po’ di pietà per degli essere umani praticamente indifesi, non ne hanno avuta per nessuno, nemmeno per Shani, anzi, hanno preparato con cura quello che sembra un vero agguato.
I miliziani hanno scelto davvero bene il luogo dello scambio, anche se non avessero avuto quel piccolo dubbio, dubito che le cose sarebbero andate diversamente.
Alain ha compreso che il legame che unisce Oscar e André è molto forte, ha compreso ciò che è successo ad André durante il viaggio in nave, non so se questo servirà a fargli cambiare idea su André.
Anche per Dante e Marcel André è un traditore, per loro André ha tradito il loro legame di commilitoni facendo credere a tutti che fosse morto, temo che sarà difficile per loro fidarsi ancora di André.
Ripongo più speranze in Gustav che è sicuramente il più disposto, almeno verso Oscar, di tutti gli altri, perché, visto l’evolversi della situazione, Oscar e André hanno bisogno di amici.
Girodel ne ha di smacchi da ingoiare, ora un po’ la situazione si complica per lui, visto che non si è liberato di Lua, e che Oscar ha delle precise idee sui tempi del ritorno in Francia.
Girodel resta mellifluo perché tiene per sé le velate accuse che Fersen ha lanciato contro André, le tirerà fuori dal cilindro quando gli farà più comodo, ne sono sicura.
Io pensavo di essermi liberata di Fersen, anche quando non c’è fa danni, voglio sperare che Oscar non cambi i suoi progetti per il piccolo Yas a causa di Fersen.
Madame Roma mi innervosisce non poco, ora non sembra avere più nessuna simpatia per Oscar, visto qual è il suo proposito fin dal principio, non sono per niente tranquilla.
Ti ringrazio molto per le incredibili emozioni che mi fai provare.
Ortensia 🌸