Recensioni per
Pur
di Capo Rouge

Questa storia ha ottenuto 869 recensioni.
Positive : 865
Neutre o critiche: 4 (guarda)


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Recensore Junior
15/03/23, ore 15:14

È in quella piccola capanna che lentamente Oscar ritrova se stessa. Trova o ritrova il senso di ciò che è stata, di ciò che ha provato per il conte di Fersen, di ciò che è stata lei.
Oscar ha il tempo di pensare nella solitudine che le impone André, non per castigo, ma per sopravvivenza, ci sono ancora tutte quelle domande sul tempo passato lontani che la tormentano.
Un’altra magnifica figura di donna, Shani, capo di quella piccola tribù che ha salvato André. Shani è una donna saggia, comprende il sentimento di André per Oscar, sa che non potrà mai tradire la donna che ama, nonostante la gratitudine che deve agli indiani.
Shani è dalla parte di André, non altrettanto lo sono Isi, Yellowstone Jacket e Lua.
André ha lasciato la Francia per non costringere Oscar ad un amore impossibile da vivere nella loro vita, le avrebbe imposto un sacrificio che lui ritiene inaccettabile.
Gli anni passati lontano non hanno cancellato l’amore di André, anzi lo hanno reso più forte, nonostante sappia che prima o poi Oscar dovrà tornare alla sua vita, ai suoi doveri, al suo mondo, André la vuole con sé.
Oscar è ancora debole, fatica a riprendersi, ma nessun pensiero di fuga l’ha sfiorata, era accaduto quando si era svegliata tra gli indiani dopo essere stata ferita da Lua.
Voleva fuggire, era il suo solo pensiero, e se ora è accanto ad André lo deve proprio alla sua fuga sconsiderata.
Oscar non pensa a fuggire perché, per ora, vuole solo restare accanto ad André.
Non è amore, ma mi fa ben sperare.
Ortensia 🌸

Recensore Master
14/03/23, ore 12:41

Ben ritrovata, cara Capo Rouge, dopo un’attesa piuttosto lunga che ha però permesso di far sedimentare i pensieri.
Ritroviamo i Nostri catapultati in una dimensione tutta particolare, una strana realtà che è venuta ad irrompere nei ritmi di una vita che si stava cercando di fare sempre più propria.
In quella capanna, dove la vita scorre ma lascia il tempo alla mente per pensare, Oscar comprende che André, quello strano e quasi misterioso e sconosciuto André, si sia costruito, di fatto, una nuova vita al di fuori di lei. Vorrebbe poter sapere di più, ma il coraggio di una chiacchierata a viso scoperto, che avrebbe messo davvero a nudo forse i sentimenti provati, ancora è lontano. In quel luogo, che non è un luogo improvvisato, poiché ci sono cose che fanno capire che il posto sia utilizzato, vissuto, Oscar e André si fronteggiano anche con i silenzi. Spesso lei si ritrova da sola e ha tempo per riflettere, ma è anche presa dalla paura di rimanere sola. “Sola” è una parola che inizia ad intimorirla tanto quanto il non comprendere in pienezza i pensieri dell’altro, di colui che ha le fattezze di André e che, come André, si è preso cura di lei in quel frangente. Ogni volta che lui si allontana, il suo cuore sprofonda in un abisso di incertezza, perché nonostante lui sia così diverso dall’uomo che conosceva, sente di averne bisogno, vuole averlo accanto.
E quando è presente, quando lui è vicino, e la stringe in un abbraccio il cuore si colma e si calma.
Ma André si allontana a ragion veduta: per procurare il cibo per sé e per lei e per il falchetto, amico che da tempo lo accompagna, e che Oscar prova ad avvicinare con quelle tre noci che lui ha lasciato accanto al guanto che utilizza per chiamarlo a sé. E il falchetto arriva a posarsi sul braccio di quella sconosciuta, che pare non avere cattive intenzioni, che vuole solo stabilire un contatto, per avere forse la sensazione di avere più vicino André, il quale con l’animale ha stretto un legame.
André si è recato al villaggio dove ci sono gli indiani che si sono presi cura di lui, quando era rimasto coinvolto dall’esplosione, e lo hanno accolto. A tutti loro deve profonda riconoscenza anche per averlo accettato fra di loro, ma ora, l’aver sottratto Oscar a coloro che la stanno cercando, mette in pericolo l’intero villaggio, composto di donne e bambini oltre che da guerrieri. Infatti, coloro che sono diventati amici di André gli fanno notare che l’aver sottratto Oscar, farà pensare ai francesi che la tengano prigioniera con possibili ritorsioni su di loro: converrebbe utilizzarla come pedina di scambio per i compagni che sono stati catturati. Improponibile situazione per André che, neanche per riconoscenza, commetterebbe un atto del genere nei confronti di Oscar, così come mai tradirebbe la mano che gli è venuta in soccorso. Ci vuole poco a capire ad ognuno di loro che l’atteggiamento di André sia quello di un uomo che vuole tenere per sé la preda catturata, perché ne è innamorato, senza però avere la certezza che lei possa un domani ricambiarlo. Se la lasciasse andare la perderebbe nuovamente, anche se è conscio di non poterla trattenere contro la sua volontà, e verrebbe meno la speranza del cuore che possa davvero essere ricambiato nel suo sentimento.
In quel consesso ecco che riappare Lua Pietra Incandescente, che parla di alcuni avvenimenti che hanno visto protagonista Oscar, dai quali si evince quanto la giovane indiana la odi, tanto da averla pugnalata alla spalla, perché ritiene sia lei la causa del suo dolore, in quanto Victor, l’uomo di cui è follemente innamorata in una maniera totale e sconvolgente per certi versi, ha solo in mente Oscar e spera che, presto o tardi, possa capitolare e cadere fra le sue braccia, relegando al nulla la giovane Lua che per lui sarebbe disposta a fare qualsiasi cosa.
Un nuovo e ulteriore rovello per la mente e il cuore, già abbondantemente provati, di André quello del sapere che anche Girodelle sia attratto da Oscar. E Fersen quindi non è solo l’unico uomo contro cui, ipoteticamente, dovrebbe combattere per avere l’amore di Oscar, anche se continua ad essere convinto che lei abbia fatto tutto quel viaggio solo per seguire il conte. Ricompare anche la figura forte di Madame Roma tra le parole di Lua, raccontando chi sia e come durante il viaggio che ha fatto accanto ad Oscar le avesse insegnato un nuovo tipo di combattimento con i bastoni, con il quale la metteva alla prova e si metteva alla prova, affrontando un avversario del tutto particolare come la donna in uniforme che stava imparando a conoscere. André sa benissimo che Oscar mai si sarebbe tirata indietro di fronte ad una nuova sfida. Ed è con questa idea che, nel fare ritorno alla capanna, vedendo Oscar combattere in solitaria, forse tentando di cancellare nemici non troppo immaginari, la sfida ad un duello con rudimentali bastoni, simili agli shinai, ma fatti con quanto la natura del luogo metteva a disposizione: e qui mi è parso davvero di vederli danzare mentre duellavano, in una ambientazione magica e quasi irreale con tutto quel bianco che li avvolgeva, e il freddo che intorpidiva le membra rallentando i movimenti e rendendoli più difficoltosi, mentre i pensieri proseguivano la loro corsa cercando una via d’uscita che alleggerisse l’animo. Mentre combattono si studiano, si osservano e, finalmente in quegli attimi, Oscar scopre una verità che deflagra dentro di lei: è sempre stata solo e unicamente lei la donna amata da André e per la quale è partito dalla Francia. Verità che crede di aver sempre saputo nel suo io più profondo, sin da quando aveva intrapreso quel viaggio dai mille risvolti, che era votato a ritrovare lui, convinta che, qualora lo avesse ritrovato, avrebbe anche conosciuto e scoperto la vera se stessa di cui era alla ricerca.
Passaggio carico di sensazioni ed emozioni, oltre che di parole e fatti che vedremo come si svilupperanno.
Un caro saluto e a risentirci prossimamente.

Recensore Master
13/03/23, ore 17:08

Oscar si rende conto che per la prima volta André ha una vita sua, senza di lei, e la cosa la sciocca! La nuova famiglia di André è fatta dai nativi, con i quali si scambiano verità e correggono opinioni sulla vita. La ragione se la rimpallano.. Ma che sarà di Oscar? Sarà scambiata?

Nuovo recensore
08/02/23, ore 09:49

Cara Pur,
mi ha sempre catturato lo stile raffinato, oserei definire unico, e la creatività delle tue storie. Mi spiace non leggerti più qui i tuoi aggiornamenti, spero che vorrai tornare.
Sei bravissima a rendere gli scenari e le sensazioni come se fossero tangibili, tutte, anche quelle più profonde e dolorose.
A presto!

Recensore Junior
20/12/22, ore 19:22

Mia cara Capo Rouge, ciao e  grazie per questo nuovo capitolo, anche stavolta esclusivamente di Oscar e André e anche se quel diavolo 👿 di un Fersen ci mette sempre la coda e prova a “rovinare” tutto.
Stavolta sono stata attenta e cauta per non rovinarmi da sola la sorpresa, non so perché ma avevo pregustato (sbagliando!) l’arrivo di un altro disegno e sono stata attenta a non scorrere in basso, giù, alla fine del capitolo. La sorpresa che ho trovato sotto l’albero innevato è, ancora e sempre, la bellezza della tua scrittura, la credibilità dei personaggi, le descrizioni funzionali e mai banali e l’originalità delle situazioni nelle quali sono calati Oscar e André, insomma ho ritrovato tutti gli ingredienti che fanno di questa fiction ciò che è: una storia eccezionale!🤩
Comunque brr! Mi hai fatto venire i brividi, solo tu sai descrivere il freddo che penetra nelle ossa e il lento cadere di un fiocco di neve. La stagione è quella giusta per rabbrividire, ma sarebbe successo anche in piena estate, catapultata come mi sono ritrovata in un mondo bianco, silenzioso e anche luminoso nonostante tutto, e travolta anch’io dalla slavina. Intorno a loro infatti c’è ancora tanto buio, tanta incertezza e tanti dubbi da dissipare, io però non dispero per loro anche perché domani è già solstizio d’inverno e il freddo dovrà finire prima o poi!
Comunque questo André è insolente e mi piace! A lui perdono qualunque cosa, anche aver definito Oscar capricciosa.
Un ceffone lo ha evitato per un pelo stavolta e l’espressione stampata sul volto di Oscar è stata verace e impagabile.
Il conte di Fersen invece è sempre tra i piedi anche quando non c’è! Spero non si faccia rivedere per molto, sta benissimo là  dove sta a raccogliere gloria e spero che ci resti! Anche se, e devo darne atto ad Oscar, mi sembra che tormenti molto di più André che lei. Oscar non sta pensando a lui, o meglio non pensa più a lui come faceva una vita fa, e vorrei vedere con André davanti! 😆
Sarà che la presenza scalda e fa sangue, in quel piccolo rifugio la temperatura è salita e il calore ha riscaldato anche me. Sarà che questo capitolo trasuda così tante emozioni ma il cuore mi si è sciolto davanti ad André perso nell’incubo e, non me ne voglia Oscar,  ma lo avrei abbracciato anch’io.
Fantastico, meraviglioso e molto di più! 
Buon Natale a tutti noi e auguri doppi a Oscar nel suo giorno.
Tu sei, come al solito, bravissima!
Gattinapelosa 😻

Recensore Veterano
20/12/22, ore 18:52

Allora, come cristalli di neve i giorni.
I giorni trascorsi insieme, nella illusoria convinzione che nulla sarebbe mai cambiato.
I giorni trascorsi nell’assenza, imposta, subita, rassegnata, rifiutata.
I giorni che turbinano come cristalli di neve. Senza controllo, lievi e pesanti a posarsi su di loro.
Cristalli di neve, gelidi e puri, come i ricordi.
Cristalli di neve, in cui era scritto il loro destino.
Cristalli di neve, che muoiono lievi sulla pelle, calda e pura, liberamente…
Lui, le mani, calde, sicure, agili, guardate nel tempo, mai osservate.
Lui, puro e perfetto come cristallo di neve.
Lui, uomo libero e imperfetto come il volo di un cristallo di neve.
Lui, semplicemente vivo. Semplicemente uomo.
Le mani, afferrate, fredde sulla pelle, impresse nei ricordi.
Le dita sulle labbra, come quell’unico bacio, liberamente offerto a marchiare le labbra e i sensi.
Le mani, strette, a impedire all’Inferno di trascinarlo via, ché solo lei poteva salvarlo.
Ché l’Inferno lo aveva sentito anche lei, eco lontana di lui.
Ché l’Inferno era stata la solitudine, l’assenza. Il silenzio.
Cristalli di neve a seppellire il tempo, a vorticare impazziti come i giorni trascorsi e i ricordi.
Lei, a trattenere lui in un abbraccio disperato, ché era stato sempre lui a proteggere lei.
Lei, a proteggere lui. Cristalli di neve a inghiottire l’abbraccio.
Lui, nella notte in cui era morto… a cercare lei nel cielo dove aveva scritto mille volte il suo nome.
Lui, nella notte in cui era morto… a ricordare una richiesta lontana. Semplice e pura.
Il giorno dopo…
Semplicemente esserci. Sempre. Esserci.
Lui, semplicemente riflesso dentro di lei. Esserci.
Lui, inutile assenza, lento turbinare dei giorni come cristalli di neve.
Lei, sotto la pelle, nella carne, impressa per sempre.
Ché l’amore non si cancella. Ché l’amore è Inferno e Paradiso.
Nella notte in cui era morto, lui era risorto vivendo nelle parole che descrivevano lei.
Lei, che ora lo vede, lo sente, vive.
Cristalli di neve a riportare indietro una richiesta… il giorno dopo.
Essere lì… semplicemente.
E comprendere che lui era semplicemente parte di lei. Semplicemente…
Le mani a toccare la pelle, a lenire ferite del corpo, a torturare quelle dell’animo.
Le mani a trattenere le mani, a desiderare che restino lì, a desiderare di sfuggire al loro calore.
Nel buio lui moriva, nel buio lui viveva nel tocco di lei.
Nel buio lui viveva, nel buio lei che lo aveva sempre saputo vivo.

Recensore Veterano
20/12/22, ore 09:34

Questa, dunque, è la mia storia. L’ho riletta. C’è rimasto attaccato qualche brandello di midollo, e sangue, e mosche bellissime d’un verde brillante. A questa o quella delle sue svolte sento che il mio essere vischioso mi sfugge, scivola in acque troppo profonde e troppo oscure perché io possa sondarle. 
— Lolita — 
Vladimir Nabokov 

Nella stretta sciolta di ghiaccio e legaccio che tutto stringe, la Morte langue impotente su quell’alito di voglia di esserci ancora, ma ora si fa la conta con la carne rimasta attaccata addosso come una mosca del verde più brillante.
È richiamo di solo sangue ferruginoso, scorso e perso, ma cortocircuito di vita che prende senso, sempre lì che morde la grande giugulare, intermittente vena del minuto battito delle ali, farfalle non più ammazzate e prigioniere di terra e grumosi cristalli, deboli a smuovere e filtrare ma che accordano la giusta sostanza alla materia.
E allora guardano fuori dal pertugio e alle pure stelle per spiccare il primo volo di sogno, che l’estate è ormai lontana e le lucciole si sono estinte della lucina fatua e nel gelo, consapevoli forse che non c’è manto odoroso ad accogliere quella follia sopita che tiene svegli e vivi in sgarbo alla morte di dentro, ammutolita parola che nella carne grida.
Soli dunque, comunicano i sensi, sola desinenza sfuggita al silenzio pudico e doloroso, supplizio taciuto, strozzati gesti trattenuti e poi forzati, ma a stento.
Sentiero piccolo e raccolto in attesa di incontrare la vasta prateria.

Alla prossima, 
Minaoscarandre 

Recensore Master
19/12/22, ore 21:40

Un nuovo capitolo intenso, cara Capo Rouge, quello che ci hai voluto omaggiare per questo Natale, per mezzo del quale siamo stati catapultati nelle sensazioni che hanno provato i nostri due giovani, nel disperato tentativo di ritrovarsi, o meglio ritrovare quella parte che si ricordava, che era tornata alla memoria, che era particolarmente cara, e che la distanza e la lontananza avevano acuito a dismisura. Stanno ancora prendendo le misure in quel loro incontro, in quanto nessuno dei due è disposto a cedere di fronte all’altro, pensando che nulla fosse mutato, ma invece il tempo era scorso lento e inesorabile e aveva apportato dei cambiamenti profondi in entrambi. In particolare Oscar ora è consapevole della presenza, vicina, di André, anche se comprende che quell’uomo, dalle fattezze di André, non sia colui che ha lasciato la Francia, non è più l’André che ricordava e che le sembrava di conoscere. E’ stato accudente nel prendersi cura di lei ferita ma, in un certo qual modo, ha iniziato ad erigere muri, muri di contenimento, muri di difesa, per non cadere in un nuovo incubo peggiore di quello che la vita gli fa vivere ogni giorno. Un incubo che lo riporta indietro nel tempo e alla violenza subita: il corpo, grazie al tempo, è guarito ma le ferite dell’anima sono ancora sanguinanti. Lei non può capire e lui non vuole che, avvicinandosi di nuovo troppo a lui, possa comprendere ciò che lui non vuole che lei scopra. Oscar, in questi anni, anche lei è profondamente cambiata, ma continua ad essere ostinata, vuole sapere ed è disposta ad attendere il momento propizio affinché lui possa aprirsi con lei. E’ così strano vedere ora il comportamento di André che non resta più mezzo passo indietro a lei ma addirittura le dà ordini ai quali lei non vorrebbe obbedire poiché non ne comprende le ragioni. In mezzo a tutta quella neve che li circonda sta sperimentando un nuovo tipo di gelo, l’essere tenuta a distanza da André, che è lì davanti a lei, bello e perfetto in tutta la sua imperfezione. Il suo desiderio più grande è riavere André nella sua vita, lo rivuole, così come lo ha voluto fin dal primo giorno che, bambino, aveva messo piede a Palazzo Jarjayes. Voleva esserci e voleva che lui ci fosse ma insieme a lei.
In quella capanna prima, e poi nell’antro, dove hanno trovato fortunosamente rifugio, dopo che la valanga staccandosi dalla montagna ha rischiato di ucciderli, a frotte sono tornati i ricordi: per Oscar, di quando vivevano in Francia, della solitudine provata senza che lui fosse accanto a lei, del suo peregrinare fino a giungere in America per ritrovarlo; ma nel mentre André è assalito dai suoi ricordi, i quali la notte lo cingono d’assalto e gli fanno rivivere quello che ha subito. Ma in contemporanea siamo anche venuti a conoscenza di ciò che è successo mentre veniva portato il carico di polvere da sparo e del conseguente attacco, del suo ritrovarsi pressoché morto, sepolto vivo ad annaspare nella terra in cerca di un alito di respiro, fino a quando qualcuno lo ha trovato, lo ha curato, salvandogli di fatto la vita. Oscar sarebbe curiosa di sapere come abbia fatto a vivere tutto quel tempo, da chi sia stato aiutato e soprattutto perché non sia tornato nel corpo militare. Troppo difficile poterle parlare di quella parte della sua vita, troppo gravoso sarebbe stato il carico di dolore da rovesciarle addosso. Ma ora sono nuovamente lì che si fronteggiano ed Oscar sta tentando caparbiamente di farsi accettare da lui, affinché capisca quanto forte fosse la speranza di rivederlo e che l’ha sorretta fino a giungere dove si trova ora, con lui davanti a lei, in quanto mai ha creduto che fosse morto davvero. Ora lei è lì con lui e per lui; solo Oscar, solo una donna, forse la donna che lui ha amato.
Un coinvolgente passaggio dall’inizio alla fine, che riesce a farci percepire lo straniamento e il dolore che, a diverso titolo, stanno provando i due protagonisti, i quali si trovano uno al cospetto dell’altra, tentando di riaprire un dialogo che si è solo interrotto, perché in fondo a loro stessi ambedue sanno di poter tacitare il cuore semplicemente essendoci l’uno per l’altra. Sono solo all’inizio di un percorso magari accidentato, ma comunque sulla buona strada per tornare ad essere loro.
Sempre ringraziandoti per la storia che ci stai proponendo, dal tratto fortemente intimista, così avvolgente e carica di pathos, piena di tanti magnifici passaggi che non fanno altro che catapultare il lettore in una atmosfera altra, in quel mondo alternativo che hai sapientemente creato per loro, colgo l’occasione per porgere a te e ai lettori tutti un caloroso augurio per le prossime festività che si stanno approssimando, sperando che il nuovo anno sia foriero di tanta positività sotto ogni punto di vista.
Un affettuoso saluto.

Recensore Master
19/12/22, ore 21:15

Mi è sembrato di assistere ad un duello, ma ora Oscar e André non sono più bambini e non si sfidano più per gioco o per determinare chi dei due è più abile con la spada. Tante volte si erano sfidati, con le spade, con i pugni, con le parole e André era sempre stato comprensivo quasi la lasciasse vincere di proposito, come se avesse intuito che sarebbe bastato lasciare tempo alla pacatezza della riflessione perché Oscar smaltisse la rabbia e comprendesse quale fosse la retta via da intraprendere.
Questa volta è un duello senza spade, un duello tra due volontà determinate a non cedere nulla all’avversario. Oscar e André, l’una di fronte all’altro, con delle scelte che li hanno visti separati per ben tre anni, con tanto dolore da sopportare e dubbi da sciogliere.
In quel tempo trascorso senza la presenza, non sapevano che i dubbi sarebbero cresciuti, anche se in modo diverso, nei loro intelletti, l’unica certezza nel loro sapersi vivi è il timore di essersi ritrovati e di non trovarsi ora che i dubbi potrebbero rivelarsi certezze.
L’implacabilità di Oscar nei suoi fendenti e affondi, le sue domande pressanti, parlano dell’urgenza di sapere cosa era successo a Ponta Delgada, domande senza tregua a tirar fuori ciò che l’ha tenuta sveglia per tanti mesi, raccontano della necessità di affrancarsene per trovare un senso al tutto.
È soprattutto il nome di Victoire a mostrare la breccia in quella armatura che Oscar ha sempre mostrato, una domanda innocua all’apparenza, ma che mostra il volto di una donna che ha fatto supposizioni e vuole risposte concrete.
André le se oppone a schivare ogni colpo, ad ogni domanda un nuovo silenzio, poche parole su quel poco di sé che vuole raccontare, o solo scarno resoconto su ciò che era successo dopo l’assalto avvenuto nei pressi di Northampton, solo un piccolo racconto su come era entrata Pur nella sua vita.
Tutte le domande di Oscar restano ancora senza risposta, entrambi troppi testardi e feriti dal tempo passato lontani, un’unica certezza è che nel tempo trascorso André non aveva smesso di amare Oscar, così come lei aveva solo la certezza di volerlo accanto a sé.
Nella sua domanda se Versailles fosse ancora così splendida, ho letto la risposta alla domanda di Oscar sul perché non fosse tornato in Francia.
André in qualche modo è a conoscenza di ciò che succede in Francia, dei primi sussulti di sdegno suscitati dalla pubblicazione del Compte rendu quando, novità assoluta, il Popolo aveva avuto sentore del costo del mondo scintillante che si muoveva dietro i cancelli dorati di Versailles, ignorando però, il popolo, che quel Compte rendu nascondesse i trucchi usati da Monsieur Necker.
André sta prendendo coscienza di come quel mondo effimero e ormai logoro non abbia molte possibilità di sopravvivere a se stesso.
Il duello tra Oscar e André è appena iniziato, e sono sicura che sarà travolgente.
Anna

Recensore Junior
19/12/22, ore 20:09

Carissima Capo Rouge,
grazie per questo regalo di Natale che mi auguro sia felice per tutti.
Respiriamo aria fresca e pulita, e non lo scrivo per via della neve che è scesa copiosa a coprire ciò che è stato ma perché André non è morto e in lui c’è già il seme del “nuovo uomo”.
Nel nuovo mondo, anche da morto avrà respirato la brezza di una vita diversa da quella che aveva vissuto in terra natale, ha vissuto in altra maniera in un mondo differente da quello conosciuto e dal passato, una esperienza che deve avergli insegnato cose nuove e che, da uomo “profondo” quale egli è, avrà accolto e accettato. D’altro canto l’esperienza di violenza che ha vissuto è stata spaventosa, crudele, aberrante e ha lasciato anche essa il suo terribile segno. André però, sopravvivendo, è andato avanti, non oltre perché non credo sia possibile rimuovere, ignorare e far finta che non sia successo niente quando invece il grande dolore non abbandona mai, e c’è ancora con tutto il bagaglio di allora e di adesso.
Oscar se lo ritrova davanti e giustamente domanda a se stessa se lui sia cambiato ma soprattutto se e perché “mai chiedergli di tornare ad essere quello d’un tempo, schiavo d’un amore nero.” Si accorge quindi di quanto abbia sofferto per via di questo amore che proprio nella sofferenza, quella che si sente sotto pelle e come un tatuaggio, assume contorni veri e reali. Nulla di astratto o platonico ma tangibile e che si sente addosso, André da una vita è abituato a viverci, con questa presenza costante che non lo ha abbandonato neanche quando lui è partito, Oscar forse non ne ha avuto che un piccolo assaggio e adesso è probabile che ne venga travolta.
Ti faccio i miei più sentiti complimenti,  capitolo è una meraviglia, una di quelle che solo tu sai creare. 
Brava e auguri di nuovo,
Lena

Recensore Junior
18/12/22, ore 20:23

Questo capitolo mi ha emozionato tantissimo, l’inverno gelido che tu ci mostri, entro il quale si muovono Oscar e André, svanisce davanti alle emozioni che riesci a trasmettere.
Per una volta la testardaggine di Oscar è servita a qualcosa, ha salvato loro la vita, sarebbero potuti essere travolti in pieno dalla valanga e non avrebbero avuto molte possibilità di salvarsi.
André ha ragione, Oscar è rimasta quasi la stessa, testarda, determinata a capire ogni piccolo dettaglio, a non lasciare nulla al caso. Oscar ha sempre avuto il suo modo di affrontare le situazioni, le ha sempre guardate negli occhi, in questo non è cambiata.
È rimasta quasi la stessa, quel quasi é la chiave di volta, ciò che André ancora non sa. Oscar sta lentamente prendendo coscienza di ciò che è stato André per lei, una presenza costante, ma anche una parte di ciò che è lei stessa.
Oscar vuole a tutti i costi ritrovare André, per ora ci sono le domande senza risposta tra loro e gli incubi che ha vissuto André e che saranno difficili da cancellare.
Quell’abbraccio, la muta preghiera di Oscar mi hanno commossa.
Ti ringrazio per questo bellissimo capitolo e ricambio di cuore gli auguri per le prossime feste.
Ortensia🌸

Recensore Master
18/12/22, ore 12:37

Carissima Caporouge,
questo capitolo è semplicemente strepitoso. Dopo tanto tempo, ricerche affannose, e tanto, tanto dolore, e una lontananza straziantemente infinita, finalmente eccoli al redde rationem, finalmente Oscar e André sono l'uno di fronte all'altra, a parlare, liberamente, anche se in modo così sofferto, come libero, e forse anche sofferto, era stato il bacio a Brest. Troviamo una Oscar che riprende le forze e il consueto cipiglio ("S’alzò l’altra, lo raggiunse, le gambe malferme composero pochi passi, la neve ingoiò le residue forze: “Stai diventando insolente!”), e un André apparentemente diverso, che parla, interloquisce, le vorrebbe gettare addosso il peso dell'Inferno in cui è sprofondato (cfr. "E tu non sei abituata a vedermi così, vero!?” – un respiro, gli occhi al cielo striato di gonfie nuvole bianche, cristalli più piccoli esalavano l’istantaneo anelito di vita sfiorando le labbra bollenti – “Insolente!”
“Ciò che vorresti fare non ha senso! E’ questo che non riesco a spiegarmi. Il mio non è un capriccio, ma non è mia abitudine scegliere una via in cui non trovo senso o necessità!”.
“Ovvio! E’ da una vita che ti conosco! Devi sempre comprendere tutto, nulla può sfuggirti e se accade che altro ti disorienti…e di me non ti fidi più giusto?! Ebbene sono desolato per te ma adesso si fa come dico io!”: magistrale questo scambio di battute in cui troviamo tutta la forza dei personaggi espressa attraverso le loro parole). Eppure, questo André in apparenza tanto indurito, è sempre l'uomo che è partito, benché provato, ferito, dopo tanto tempo e tante peripezie, un uomo animato dalla convinzione che l'amore dichiarato è anche una richiesta di sacrificio all'altro. Ora però i pezzi tornano tutti al loro posto (almeno, noi lettori lo speriamo), e quella medicazione reciproca, quel guardarsi le ferite, e curarle, l'uno all'altra, è non certo, credo di avere inteso, non soltanto fisica, ma anche psicologica, e, posso dirlo?, interiore ed esistenziale. Questo tuo aggiornamento mi ha molto profondamente toccato, grazie davvero per questa storia.
Un saluto ammirato,
D.
(Recensione modificata il 18/12/2022 - 12:39 pm)

Recensore Junior
18/12/22, ore 11:52

Buongiorno Capo Rouge e innanzitutto buone feste anche a te.
Sono tante le cose che mi hanno colpita di questo capitolo ma in generale direi che questa storia riporta sempre a galla le grandi tematiche della vita e dell’uomo e lo fa, per così dire, di nascosto o di sotterfugio, nascondendole dietro a frasi apparentemente innocenti e inoffensive ma che in realtà ti disarmano a mani nude. 
Questa qui ne è un classico esempio: “Quel bacio era rimasto lì, per tutto il tempo, impresso come fuoco impresso alla terra, come fulmine a squarciare la volta celeste, nell’istante ove acceca lo sguardo stupito. Un bacio rubato… Una dannazione per entrambi.” 

Un bacio che però è una dannazione a tre e che riporta a galla la sempre valida tematica dell’uomo che si spinge dove, per alcuni almeno ma non per me, non dovrebbe andare, ad osare e a sfidare gli dei, perché qui è l’uomo André che ha sfidato il Dio Fersen, ne subisce la sua ira astiosa e gelosa e ne soffre forza e conseguenze.
Storia che racconta quindi dei limiti che l’uomo impone all’uomo, di superiorità presunte, di limitatezza imposta, ma non accertata e accettata, di ribellione al senso di impotenza ma anche che racconta della battaglia contro quei limiti, siano essi imposti o autoimposti e del loro superamento eventuale.
Per il resto siamo ancora nella loro Storia anche se Oscar e André  si devono ancora ritrovare in essa, basta studiarla bene e accorgersi che sono sempre loro che la abitano, sono loro che da vivi e da morti, insieme alla bravura dell’autrice, fanno la Storia .
Buon Natale 
GdM

Recensore Junior
17/12/22, ore 23:12

Hanno sperimentato la solitudine Oscar e Andre’. Una solitudine bambina, fatta di dubbi, paure, futuro incerto. Un freddo senza nome da tenere chiuso in fondo allo stomaco. Un freddo che non può essere scacciato perché non esiste una fiamma che possa sciogliere il gelo che viene da dentro.
E una solitudine adulta, ugualmente dura e più consapevole, generata da una scelta, voluta e subita, che è stata come l’amputazione di un arto. Perché l’unico calore che aveva sciolto il ghiaccio era stata la reciproca presenza. Esserci nella vita dell’altro ogni singolo domani, così da dare finalmente un senso al tempo che scorre.

Sono gli stessi eppure sono cambiati Oscar e Andre’.
Perché nella reciproca assenza il tempo dell’anima si era fermato, che i respiri erano continuati ma la coscienza tornava a vivere solo nel ricordo dell’altro.
Perché l’essenza è sempre quella, forgiata dall’indole e dall’educazione, ma la coscienza è mutata piegata dal dolore.

È sempre lo stesso Andre’ che lei era con lui come un tatuaggio sulla pelle, così come la subdola certezza che sia giunta lì per il conte. Eppure non è più lo stesso perché fugge il contatto affinché lei non capisca e non sia travolta dal peso dell’orrore subito.
Ma non può tacere la coscienza che ogni notte rivive l’orrore di una doppia morte, spirituale e fisica, abbracciata ineluttabilmente per proteggerla dalla colpa di un bacio rubato.

E non è cambiata lei che caparbia non rinuncia a capire e non accetta di piegarsi passivamente ad ordini e imposizioni. Ma è una Oscar nuova che ha intuito l’orrore e che si impone pazienza per rispettare i suoi silenzi e accettare la sua freddezza e il suo sarcasmo.
È diversa Oscar che ora cerca il contatto fisico e rivela la sua unica certezza. Lei è lì con lui perché ha sempre saputo che lui era vivo. Lei è lì. Esclusivamente per lui.

Cara Capo Rouge ti ringrazio e ti abbraccio augurandoti che queste feste siano un tempo ricco e fecondo di tutto quello che desidera il tuo cuore.
Con affetto.
Antirise
(Recensione modificata il 17/12/2022 - 11:20 pm)

Recensore Veterano
17/12/22, ore 13:23

Buon pomeriggio Capo Rouge,
Ora che i nostri si sono ritrovati dopo tante peripezie Oscar si è assunta il compito di curare le ferite dell’anima del redivivo Andrè, fortemente provato dai soprusi e dalle sventure degli ultimi anni: un compito arduo, ma del resto Oscar è famosa per la sua tenacia e la sua testardaggine, no? 
Ho apprezzato particolarmente questa descrizione di Andrè, quale essere unico ed inimitabile come un cristallo di neve, perfetto nella sua imperfezione: 

“Essere puro, speziato, libero, un poco goffo eppure intensamente bello…
Era lì, puro come quella neve, imperfetto come i mille vortici di vento beffardo e scherzoso eppure perfetto come ciascun singolo cristallo”.

André ormai non è più mezzo passo dietro a Oscar, ma davanti a lei, perché gli equilibri e gli scenari, così come i personaggi, sono mutati ed evoluti in tre anni trascorsi sperati. 
Adesso spetta a Oscar, resa più femminile, matura e consapevole di sè dalla dolorosa ed angosciante mancanza, abbattere tutti i vecchi e nuovi muri che li tengono separati, mattone per mattone:

“il muro che li aveva separati da sempre, invisibile, fatto di convenzioni, rango, carriera, onore, orgoglio, sesso, amore, odio”.

In ogni caso, nonostante tutte le resistenze che li vorrebbero sperati, Oscar e Andrè sono conficcati l’uno nella carne e nello spirito dell’altra irrimediabilmente e inesorabilmente, e a ciò non c’è rimedio: la più spietata e, insieme, la più sublime delle condanne.
Come quando erano bambini Oscar farà rinascere Andrè un’altra volta, a una nuova vita insieme in un’altra Storia. Almeno questo è ciò che spero io per loro. Ma so già che sarà una strada lunga ed impervia.

“Lui conobbe lei e se stesso, perché in verità non s’era mai saputo. E lei conobbe lui e se stessa, perché pur essendosi saputa sempre, mai s’era potuta riconoscere così“

Confido quindi di rileggerti presto.
Nel frattempo ti auguro buone feste e un felice anno nuovo,
G.