Recensioni per
Pur
di Capo Rouge

Questa storia ha ottenuto 869 recensioni.
Positive : 865
Neutre o critiche: 4 (guarda)


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Recensore Junior
04/05/21, ore 18:36
Cap. 14:

Buonasera Capo Rouge, l'attesa è stata lunga ma un capitolo così lo si può aspettare anche una vita intera, tanto è valso  aspettarlo. È ricco di immagini, visioni, rimandi che ci avvicinano al “soffrire” di André.
La figura del conte di Fersen non riesco ancora bene ad inquadrarla, sono dibattuta tra la formulazione di pensieri positivi nei suoi confronti e altri non proprio gentili. Indubbiamente si sta comportando da uomo onesto, da ufficiale coscienzioso e zelante, conosce l'integrità di André per questo non può credere ad un suo allontanamento volontario. Di contro parla dell'onore della famiglia nobile per la quale lavorava, gli riconosce una certa dignità ed integrità salvo poi declassarle di livello riconducendole quasi ad una sorta di “derivato”, prodotto da chi è a lui superiore, come appunto potrebbe essere un “padrone”, la famiglia che lo ha accolto in casa.
È ovvio immaginare che, chissà se sarà solo per ora, il conte e André non hanno nulla in comune se non la conoscenza di Oscar, cosa che il conte dichiara apertamente, in ogni caso però anche lui si mette alla sua ricerca. Non era tenuto a farlo eppure lo ha fatto, poco male, gesto lodevole e credo anche sincero.
I tre soldati mi piacciono molto, così giovani con già un passato di sofferenza alle spalle che li rende poco propensi a credere alla buonafede del conte, perché sono consapevoli che un abisso colmo di ingiustizie separa i loro mondi. 
Alain è giovanissimo, differente dal solito, da quello che conosciamo, meno impulsivo, più riflessivo, più propenso a cercare ciò che si nasconde dietro a tutto ciò che è accaduto a Brest, eppure è sempre lui nell’indole, nel carattere.
Ci sono ombre che gli impediscono di fidarsi completamente di André e questo ci riconduce all’originale e rende tutti i suoi atteggiamenti credibili e calzanti al personaggio che tutti conosciamo. Grazie al racconto degli altri due soldati alcune sue congetture sono esatte, altre un po' meno, ma i dubbi vengono accantonati dopo aver ritrovato André. 
È toccante e delicata la scena del suo ritrovamento, tanto vivide le immagini da ferire chi legge, un uomo spezzato, senza più forza e volontà, le urla mentre l'acqua scivola sul suo corpo hanno riecheggiato nelle mie orecchie mentre leggevo, tutto troppo vero e reale, lui che si ribella al tocco dei compagni  che vogliono aiutarlo è un altro, poi, un colpo al cuore, come se davvero non gli sarebbe importato affatto di salvarsi o morire. Il nome di Oscar è l’unico appiglio per non lasciarsi andare e lottare ancora.
Da quell'incubo orrendo in cui è precipitato riemerge un uomo diverso, l'alter ego di se stesso, un uomo ferito nell'animo molto più dello spirito, non riesce più neanche a pensare ad Oscar immagine di purezza, di un amore che ora non ha più speranza e fa davvero male a noi, eternamente innamorate di lui, vederlo in questo stato.
Il conte di Fersen gli offre una opportunità, un modo per potersi riprendere tranquillamente, quell'offerta è accettata come un modo per ricambiare il “favore” e per il legame che unisce il conte ad Oscar... vediamo però dove si spingerà la riconoscenza.
Gli equivoci si vanno le lentamente chiarendo, il conte, grazie ai racconti dei tre soldati, ha potuto dare un certo senso al bacio che ha visto tra Oscar e André al porto di Brest ed ora nella mente del conte Oscar fa capolino come immagine di donna, non più soldato, solo donna da desiderare e conquistare, pensiero finale e che lascia un senso latente di preoccupazione. 
Spero in un aggiornamento repentino.
Ti seguo sempre.
PrincessLena 

Recensore Master
02/05/21, ore 12:22
Cap. 14:

Ben ritrovata Capo Rouge con un capitolo che è un vero gioiello per tutte le sensazioni che tramite le tue parole sei stata in grado di rimandare al lettore, poiché magicamente sempre le parole utilizzate hanno la capacità di trasformarsi in immagini che ci rimandano la potenza di quanto stia avvenendo. Ho dovuto leggere questo passaggio facendo alcune tappe, poiché in alcun punti sono stata colta da un groppo che saliva in gola per le molteplici sensazioni che mi giungevano. Ho apprezzato l’ampio sguardo dato a Fersen e ai suoi comportamenti così come a quello concesso ad Alain e ai suoi compagni che cercano di scavare a fondo di quell’uomo che parla in bella maniera e che ha un occhio di riguardo per Andrè, il quale è come loro una recluta, un plebeo, un figlio del popolo. Soprattutto Alain cerca di entrare nei meandri della mente del conte per carpire ciò che potrebbe esserci di segreto fra di loro e che evidentemente sancisce un qualche tipo di rapporto, del quale André con loro non ha voluto parlare, anzi ha tentato di allontanare da lui qualsiasi possibilità che davvero esistesse. Però in quegli uomini del popolo il dubbio di essere stati raggirati da quel giovane dallo sguardo triste e che se ne stava sempre in disparte quasi non facesse parte del loro gruppo persiste. Interessanti gli scambi con il conte volti a scoprire quelle verità che sono e, forse per il momento, devono rimanere nascoste. Poi ecco che dopo tante congetture e tanto cercare André viene ritrovato più morto che vivo. I compagni e tutti coloro che assistono al ritrovamento restano muti a guardare quel corpo così martoriato da non farlo sembrare più nemmeno un uomo. André non è vigile, forse si credeva già morto con solo un nome che fuoriesce da quelle labbra tagliate e incrostate di sangue. Il nome di Oscar vola come un soffio, un soffio di vita che lo tiene ancorato a questa esistenza, perché lei, anche in questi momenti è il suo tutto, senza di lei lui non esiste, non respira, non vive. Anche nell’inferno dove sa di essere precipitato l’unica sua luce, il suo punto fermo resta Oscar e la sua purezza che non deve essere contaminata da quello che gli è accaduto. Tutti, Fersen compreso, si stanno prodigando affinché possa riprendersi e tornare alla vita. I suoi compagni vedono finalmente l’uomo André e Alain raccoglie i suoi sospiri e quel nome che continua, come una litania, a ripetere, e che lasciano nel giovane soldato delle perplessità a cui vorrà dare spiegazioni. Il conte lo ha fatto portare nella sua cabina ed è deciso a prendersi buona cura di lui, per fare un piacere a lei, per lei lo deve salvaguardare poiché sa che tra loro esiste un legame speciale, anche se ancora non ne ha compreso la portanza, lo deve fare per lei che sicuramente ne morirebbe nel saperlo lasciato a se stesso. Per André dura sarà la risalita dalla voragine nella quale è caduto, facendo di tutto per salvaguardare lei e il suo amore per lei. Il corpo con il tempo e le cure tornerà più o meno a stare bene ma le ferite profonde inferte all’animo chissà quali risvolti avranno su di lui e su come lui si vede rispetto a lei. Ora che lui è stato violato e non si sente più degno neanche di pensare all’amore per lei, come potrà affrontare il futuro che gli si prospetta davanti? Sicuramente ha trovato il conte che farà del suo meglio per tenerlo al sicuro e indirettamente sembra aver trovato degli amici nei suoi commilitoni, i quali sono rimasti muti di fronte a quell’uomo e al cumulo di dolore che ha sopportato. Un leggero sconcerto nel comportamento del conte e ai suoi pensieri poco consoni su Oscar, mettendo un attimo da parte la regina, la quale mai si sarebbe potuta liberare dal legame con il re di Francia, mentre Oscar, scoperta donna, avrebbe potuto essere più appetibile e forse anche una scoperta del tutto nuova, una donna reale e ammantata di quella solitudine che probabilmente un uomo come lui avrebbe saputo colmare. Ma un dubbio si insinua nella sua mente circa la purezza distintiva di Oscar, dovuto a quanto visto al porto e a quanto gli pare di aver percepito.
Evito di fare congetture sull’evoluzione della trama e attendo che ancora una volta tu mi prenda per mano raccontandomi di tutti loro. Complimenti e a risentirci presto!

Nuovo recensore
01/05/21, ore 19:41
Cap. 14:

Ciao Capo Rouge, non posso che condividere le parole di stima e di ammirazione di chi mi ha preceduto nelle recensioni! Bravissima!!
Impressionanti e toccanti le immagini (che letteralmente dipingi) del lavaggio di André al pozzo e di quella in cui, in cabina, Alain lo riporta alla calma semplicemente pronunciando il nome "Oscar".
Per quanto André voglia allontanare Oscar da sé e da quello che ha subito, inconsciamente accetta di salvarsi per poterla rivedere. È lei che lo tiene in vita, prima ancora di Alain e Fersen.
Voglio avere fiducia nella salvezza dell'anima di André: è un grande personaggio e lo dimostra la dignità con cui, nonostante la vergogna ed il senso di colpa per quello che ha subito, ci tiene a dire a Fersen che la libertà di un uomo non è concessione di un altro e la rivendica per sé. André ha accettato di fare da attendente ad O. e ora a Fersen, non perché si senta inferiore o obbligato dal rango a farlo, ma perché ama O.. La sua libertà è plasmata dall'amore, non piegata dal potere di altri. Questo Fersen non riesce a capirlo; vede in André un servo, che esiste solo come appendice di un padrone, e lo aiuta solo per compiacere O. su cui ha mire poco galanti.
Ammirevoli appaiono invece Alain ed i soldati che, nonostante le menzogne e i silenzi di André, lo aiutano dimostrando pietà e compassione per il suo dolore di cui pure non conoscono la fonte; lo fanno perché si sentono accomunati dalla stessa sorte sfortunata alla quale tentano di porre rimedio proteggendosi a vicenda.
Scopriamo finalmente anche la reazione di Oscar al bacio d'addio di André: lei quel bacio lo anelava, ed era come se fosse stata baciata da lui chissà quante volte...
Grazie davvero!! A presto!!

Recensore Junior
01/05/21, ore 16:27
Cap. 14:

Ti aspettavo con ansia e trepidazione e il nuovo capitolo ha superato in lungo e in largo la mia aspettativa! La tua scrittura è sempre coerente e fedele a se stessa (pure nei risvolti di trame differenti) al marchio di pregiata qualità che da sempre la contraddistingue, non tradisce mai le aspettative di chi la segue e l’aspetta.
Avevo immaginato mille scenari diversi e nessuno molto confortante 😧lo confesso.
Pensavo davvero che la nave sarebbe ripartita senza André, che sarebbe stato lasciato a morire come un povero cane in qualche angolo sperduto di quella maledetta isola e pure denunciato come un disertore ma, per buona volontà tua e fortuna sua e nostra, lo hai salvato.
Mi sono anche ricreduta sul conte di Fersen, beh quasi, io ho un rapporto di amore e odio per questo personaggio e sinceramente non credo che gli importi davvero di André, non riesco a fidarmi, gli importa perché sa che Oscar è legata a lui e non per altro. Di certo non posso pretendere che Fersen provi dell'amicizia per un figlio del popolo, per una semplice recluta ma in ogni caso ho apprezzato il suo darsi da fare di persona, ha mostrato il lato più umano di sé, anche se, per i miei gusti  parla un po' troppo e getta nuovi dubbi in Alain, insomma dovrebbe essere più accorto! Rido perché me lo sono sempre immaginata avvezzo ai salotti pettegoli e in un certo senso mi risulta naturale che si faccia sfuggire informazioni importanti ed essenziali. 
Alain, Marcel e Dante mi piacciono molto, soprattutto Marcel così irruente nelle sue invettive contro i nobili, la loro spontaneità e schiettezza fa a loro onore.
Il ritrovamento di André è stato un vero colpo al cuore, ho sofferto con lui, per lui ho avuto paura che non riuscisse a cavarsela, le ferite erano molto gravi e quella ferita all'occhio sinistro mi ha fatto rabbrividire. Ci risiamo, ho pensato, ora perde l'occhio e il sollievo è stato grosso, infierire sul malcapitato sarebbe stato crudele.

Mi chiedo però se André non voglia  più pensare a Oscar, capisco che ha attraversato l'inferno nelle mani di quei farabutti, ma è impossibile che dimentichi Lei, non ci voglio nemmeno pensare.
Ma torniamo al conte di Fersen che aveva la mia simpatia perché qui si occupa di André, gli offre una nuova mansione che lo terrà lontano da suddetti farabutti, insomma tutto perfetto, tranne poi mettersi a fantasticare su Oscar e a ripromettersi cose a cui non dovrebbe pensare, almeno non con lei. È meglio per lui che pensi a Maria. Mi domando e dico ma è possibile che un uomo si debba accorgere di una donna solo quando un altro si accorge di lei quasi a rivendicare il territorio? Non vorrei giungere a conclusioni affrettate, aver fatto la frittata prima di rompere le uova, ma ecco che riaffiora in me la vecchia avversione per l’uomo Fersen. 
Spero di essere in errore.
Bravissima come sempre, di sicuro questo è uno dei capitoli secondo me più belli e riusciti della fiction.
Grazie
Gattinapelosa 😻

Recensore Veterano
30/04/21, ore 22:44
Cap. 14:

Allora, tutto… il suo nome sussurrato per aggrapparsi alla vita, il suo nome non più pronunciato per conservarne la purezza.
Tutto.. lei che è tutto, che è ciò che lo rende vivo. Perché lui esiste perché c'è lei, perché lui esiste perché ama lei.
Il corpo martoriato è stato salvato, lenta la risalita inizia; lo spirito, l'animo, lento scende all'inferno. In un baratro di rabbia, dolore e impotenza per quanto accaduto.
Il suo profumo, il sentore della sua pelle, il bacio quasi rubato, tutto ricacciato in un oblio da cui non dovranno più emergere, per non sentire più lei, per non sentire più il peso di momenti rubati. Per tutto ciò che è stata lei, per ciò che lei è, deve restare pura, non infangata dall'orrore che ha colpito lui.
Tutto, lei, il suo nome, persi in un abisso oscuro da cui sarà forse impossibile riemergere.
L'altro che si fa alleato e protettore, che per lei avrà cura di lui, con i dubbi che scavano nella mente, con un intento che si fa strada nella sua mente.
Lui che dovrà lottare da solo contro l'inferno, che ora la sua anima è spezzata, cambiata, ferita, dovrà ritrovare se stesso e, forse, quel Tutto che crede perduto.

Recensore Junior
30/04/21, ore 22:14
Cap. 14:

Comandante Rouge,

bentrovata, e i miei più sentiti rispetti.

Stavolta la voglio prendere larga e mi chiedo: qual è la mamma di tutte le fanfiction? Certo l’ENEIDE rispetto all’ILIADE – e il fatto che sia una letteratura derivata non la rende meno interessante, meno sconvolgente: Virgilio anzi, da “fan” ante litteram di Omero, prende un suo personaggio e lo rende protagonista di un viaggio nuovo, per un nuovo ideale, ma senza mutarne le caratteristiche fondamentali. E poi, qual è la seconda più famosa fanfiction? È l’ULYSSES di Joyce, che riscrive l’ODISSEA in maniera, come si suol dire, OOC, e crea un capolavoro. E quindi, qual è il punto, la connessione, con questo capitolo di PUR, che mi accingo a commentare?
Per come la vedo io, questa è una riscrittura, ma una riscrittura vera e audace, dell’episodio di St. Antoine; due volte apprezzabile per me, che detesto i riassunti di manga e anime, visto che per quelli già basta e pure avanza l’originale, e sento di parlare pure a nome di madame Ikeda (qui ci vuole una piccola icona ;-))
Una riscrittura, dicevo, joyceana. Giunge Fersen opportuno, e salva André. In modo diverso e con altri intenti, con differente sentire, ma questo accade. E lo fa per lei. Precisazione doverosa, delicata e toccante.
E l’inevitabile vincolo della gratitudine serrerà André e forse Oscar, adesso, in seguito, quando madamigella dovrà fare i conti col fatto che il suo incubo aleatorio non era, e dovrà rivederlo, André, e Fersen pure (o ‘pur’). E quanto varrà la sua sprezzante solitudine?

Il marcio dell’essere umano emerge nella tua narrazione, ma anche il buono, là dove la solidarietà e quella sorta di ruvida empatia fra umili mostra che non siamo stati creati per esser bestie, mostra l’attenzione a quello che di positivo c’è nell’animo a prescindere dalla cultura, dall’educazione e dalla ricchezza.

E allora io, inchinandomi, ti regalo Joyce, di nuovo, e spero in versione esatta, completa precisa, giacché, per personale deformazione, riscrivo "a mano" e senza copia/incolla direttamente dalla mia agenda:

“Che sguardo penetrante le hai dato. Polso attraverso il gelsomino intrecciato al parasole. Vive a Leeson Park, con un dolore e manicaretti, una donna di lettere. Vallo a raccontare a qualcun altro, Stevie: un bicchierino. Scommetto che indossa quegli stramaledetti busti con giarrettiere e calze gialle, rammendate con lana bitorzoluta. Parlale dei fagottini di mela, piuttosto. Dov’è finito il tuo ingegno?
Toccami. Occhi dolci. Dolce dolce dolce mano. Sono solo qui. Qual è quella parola nota a ogni uomo? Sto tranquillo qui da solo. Anche triste. Tocca, toccami.
Si distese indietro completamente sulle rocce taglienti, infilando l’appunto scribacchiato e la matita in tasca, col cappello sistemato sugli occhi…”

E ti chiedo ancora: qual è la parola nota a ogni uomo?

Omaggi doverosi, grazie e che le grazie valgan mille, e buona scrittura, madamigella

Sacrogral, servo vostro

Recensore Junior
30/04/21, ore 21:50
Cap. 14:

Ho aspettato con trepidazione il nuovo capitolo stavolta ammetto di aver provato a formulare delle ipotesi ma ho fallito.
Ho temuto per André, vedere la sfrontatezza di quei due energumeni che lo hanno massacrato è stato terribile, mi sono chiesta se davvero lo avrebbero ritrovato.
André, Alain e gli altri soldati sono figli del popolo, è ovvio che non riescano a fidarsi del conte di Fersen, un nobile che non ha motivo di preoccuparsi di un semplice soldato, di una recluta.
I ragionamenti di Alain, le sue supposizioni hanno una logica, è molto vicino alla verità sul rapporto tra André e il conte di Fersen, i dettagli dell'ultima serata passata a Brest fornisce altri piccoli pezzi del mosaico. Aumentano i dubbi e i sospetti dei tre soldati sul rapporto che lega André al conte e sul ruolo che ha avuto il damerino quella sera.
È stato un colpo al cuore il ritrovamento di André, massacrato e in fin di vita, distrutto nello spirito, anche se tutti sospettano di tutti, almeno hanno aiutato André.
Sembra aver preso una decisione drastica, lo choc è ancora evidente, qualunque sia il suo destino dubito che possa davvero soffocare il suo amore per Oscar.
Non cercherò di immaginare le possibili alternative che si prospettano, mi lascerò guidare dalla tua storia.
Ortensia🌹

Nuovo recensore
30/04/21, ore 13:58
Cap. 14:

Come sempre ti faccio i miei complimenti. Hai questa straordinaria capacità di scrivere per immagini e di riuscire a far immaginare al lettore la scena e i protagonisti di fronte a se. Siccome non so quali siano le altre piazzette scrause, per cortesia non dimenticare di caricare anche qui gli aggiornamenti. Complimenti ancora. 

Recensore Master
29/04/21, ore 16:06
Cap. 14:

La brutta avventura di André ha però avuto il pregio di guadagnargli degli amici, e un posto al sicuro dai combattimenti. Purché il Conte non diventi geloso...

Nuovo recensore
28/04/21, ore 18:59
Cap. 14:

Ho aspettato con trepidazione questo aggiornamento. Scrivi davvero bene e sembri dirigere la storia, così come i dialoghi, senza alcuna forzatura. Grazie per questo nuovo capitolo.
Annalisa

Recensore Junior
24/04/21, ore 23:26

Sarà la noia o l'ansia di dover ad ogni costo stupire il lettore. In generale lo stile prosaico e prolisso non è tra i mie prediletti, ma a costo di abbandonare del tutto una passione antica ormai divenuta consuetudine, ancora mi ostino ad appigliarmi a quanto ancora illude di avere un qualche legame con un passato di racconti che ormai non esiste più. E ancora una volta si avvera quanto già accaduto con altri autori (talentuosi nello scrivere, ma irrispettosi del contesto). A che fine tutto ciò?

Recensore Junior
06/04/21, ore 22:42

Il tuo stile che tanto avevo apprezzato in Vingt-cinq décembre mi ha portato a curiosare in questa storia che mi ha colpito molto per svariate ragioni.​

Il destino ha voluto che lasciassi la mia prima recensione riassuntiva alla storia a questo tredicesimo capitolo che per me è il più bello, un vero punto cruciale della storia, nonostante l’avvenimento shock che sconvolge.

Procedo con ordine, innanzitutto trovare Oscar e André così giovani è di certo qualcosa di inusuale, nonostante la giovane età sono entrambi maturi, per niente stravolti nel loro modo di essere, definitivamente loro anche da giovani.

Nel 1778 tutto non è ancora avvenuto, le vite di Oscar e André sono ancora una tabula rasa tutta da scrivere, sono intrappolati in quella routine di corte che sembra aver tracciato la strada che loro dovranno percorrere senza mai prendere deviazioni.

Lo squarcio della vita a corte mi ha catapultato in un’atmosfera che è stato possibile vedere nell'anime e anche nel manga.

André è maturo, nonostante l'età, conosce perfettamente il proprio cuore, è consapevole di quanto l'amore per Oscar sia forte e come potrebbe essere distruttivo per entrambi. È altresì consapevole che Oscar è innamorata del conte di Fersen, verità assoluta mostrataci nella storia originale.

Lo ha capito prima di lei, sa che potrebbe essere un amore non corrisposto per Oscar ma restare e guardarla che si chiude sempre di più nel suo dolore e struggimento, che respinge la sua amicizia è troppo anche per un uomo come lui.​

La decisione che mai avremmo immaginato che potesse prendere, mi ha colto di sorpresa ma mi ha anche incuriosita.

Hai saputo mantenere alta l'attenzione del lettore senza essere mai banale, perché restare in bilico per diversi capitoli senza svelare quale potesse essere il destino di André non è stato semplice, tu ci sei riuscita egregiamente.

Mi domando anche se i personaggi che abbiamo incontrato nei primi capitoli avranno un ruolo nel proseguimento della storia, se verranno sviluppati e, perché no, sfruttati a dovere, anche quello del Conte di Girodel che in quelle prime pagine mi era sembrato molto più volitivo e deciso del suo solito.

Nel momento in cui Oscar ha iniziato il suo viaggio verso​ Brest, è stato possibile conoscere Girodel, un personaggio che, sinceramente non mi aspettavo di poter apprezzare perché personalmente l’ho sempre considerato scialbo.

A Brest tutto ha iniziato ad avere un senso, lentamente i tasselli di questo mosaico sono andati al loro posto. O, almeno, per noi è così perché Oscar ancora brancola nel buio, le spiegazioni di André sono ancora oscure. Sa che André lascia lei, la sua vita, la Francia per una donna che lui ama profondamente, di un amore puro, eppure non ha capito di essere lei quella donna che lui vuole proteggere anche da sé stesso.​

Gli ultimi capitoli sono molto intensi con Oscar e Fersen che si confrontano e che azzardano a mettere a nudo le proprie debolezze e in questo senso mi ha molto colpito vedere Oscar che ammette la sua solitudine, il suo non essere mai stata felice in senso assoluto. Quasi tentenna davanti all'esitazione di Fersen ma il desiderio oscuro di sapere da André il motivo della sua scelta è troppo forte anche per una come lei che non sa leggersi dentro.

Il loro incontro alla locanda e specchio di ciò che sono sempre stati l’uno per l’altra, immagine del loro sfidarsi e della profonda conoscenza e fiducia che intercorre tra i due.​

André non offre spiegazioni, non cerca giustificazioni, dice ad Oscar ciò che lo spinge ad andarsene. È una grande prova di forza da parte sua anche perché noi adesso sappiamo che invece qualche titubanza ce l’ha pure lui.

Sono impaziente di leggere il seguito, complimenti​

Ipazia​

Recensore Junior
06/04/21, ore 15:24

Cara Capo Rouge, confesso senza un minimo di pudore di star balbettando!
E no, non me lo aspettavo proprio ciò che è successo, perché un conto è aver il vago presentimento nel cuore di un evento nefasto ma un altro è trovarsi sbattuta in faccia la realtà dura del fatto accaduto! 
Decisamente una lettura scomoda dove mi sono ritrovata sballottata tra la soavità della penna dell’autrice che mi risparmia (insieme ad André) la durezza del dettaglio di troppo e dall’altra la durezza del vuoto lasciato dalla descrizione scarna e gentile che spalanca perciò la porta all’immaginazione, che vi si infila e gioca crudelmente con i silenzi e il buio di certe immagini creandosene a sua volta di più inquietanti.
Sai mettere all’angolo il lettore giocando con la sua mente e le sue paure, crei visione e sentimento e lo lasci sfinito e mai indifferente, qualità straordinaria la tua, accidenti se sei brava!
Ora però bisognerà riprendersi, e non parlo solo ed esclusivamente di André, saranno tempi duri ma penso che nulla nella vita sia “irreparabile”, intanto mi reggo forte continuo.
Sul Conte di Fersen invece astengo il mio giudizio, per ora, sono più curiosa di sapere di Oscar quasi assente negli ultimi due capitoli, l’immaginazione è corsa anche a lei e l’aspetto con impazienza e attenzione.
Grazie e ciao, Clotilde.

Recensore Junior
04/04/21, ore 19:54

Buonasera Capo Rouge aspettavo con impazienza un nuovo capitolo ma questo qua dire che mi ha emozionato, sbalordito e commosso è poco. È scritto magistralmente, ho imparato nel tempo a conoscere la tua penna spavalda, sicura come poche e che è capace di qualsiasi cosa perché semplicemente e  consapevole di farcela.
Il finale di capitolo e un calcio al ventre eppure è scritto con parole scelte, che accarezzano e che invitano chi legge a farsi sotto e a leggere ancora, sai come rifuggire la banalità ma senza intento perché il tuo modo di scrivere è sincero.
È un André meraviglioso così diviso tra il suo amore per Oscar, il pentimento per la scelta compiuta che lo porta a desiderare di tornare indietro anche a nuoto perché ora è davvero solo senza di lei, senza la nostra Oscar, e la certezza che in fondo ha preso la decisione giusta.
André continua a obbedire involontariamente agli ordini di Oscar, a prendere in considerazione i suoi rimproveri come se lei fosse lì pronta a giudicarlo, a rimproverarne le mancanze anche come la padrona che in effetti non è mai stata. Perché Oscar è impressa nella sua carne ancora più a fondo dopo quell'abbraccio, dopo aver sentito le sue dita sulla pelle. E lui è davvero uno sciocco se spera di dimenticarla, o forse spera che sia lei finalmente a capire.
È un tocco “romantico” quella lettera alla nonna!! Mi ha commosso e mi hai commossa, dirle che le parlerà della donna che ama, dirle che potrà capire quanto lei meriti il suo amore, tutto senza farne il nome.
La nave più di una volta mi aveva messo una certa inquietudine addosso, avevo percepito il pericolo per André, lo avevo quasi immaginato che qualcosa di grave sarebbe successo ma poi, come in un brutto sogno confuso, il fattaccio succede a terra.
Niente però mi aveva preparato a ciò che accade, neanche l’incubo più brutto! È un momento descritto con tale intensità da far venire la pelle d'oca. Mi ha provocato un senso di vero dolore, non posso immaginare un atto di violenza così brutale, non hai ecceduto in descrizioni inutili, hai descritto solo il fatto in sé.
L’impotenza e il dolore di André rendendo tutto ancora più potente e duro. Provare a pensare a ciò che accadrà è impossibile, non posso fare altro che restare in attesa e sperare.
Ci tenevo a lasciare il mio commento e sono contenta di non aver mancato al l’appuntamento fisso specialmente in un giorno  festivo e di rinascita come questo. 
Buona Pasqua.
PrincessLena 

Recensore Veterano
26/03/21, ore 09:53

Ma sognare è un fiume profondo, che precipita a una lontana sorgiva, ripùllula nel mattino di verità. ~ Carlo Emilio Gadda, libro La cognizione del dolore ~

E il muro alla fine si sbreccia e crolla davvero sotto il peso di una realtà fra le più aberranti. Inutile nascondersi dietro il fitto velo del buio e con ricordi taglienti ad ammantare tutto: la pena più dolce, il dolore più acuto e l’insulto più affilato che lacera carne e coscienza.
Quando la violenza succede è meglio esporla ai raggi di un sole oscuro e senza ombra, luciferino portatore di luce sul vuoto stretto a pugno intorno ad una ragione che non c’è, ché a volerne darsene una, a voler verbalizzare un segno, sarebbe come ammettere l’esistenza di una giustificazione impossibile ed impensabile nella realtà al di qua della pagina scritta che racchiude l’altra, quella di parole e d’inchiostro.
Nessuna motivazione valida, nessun perché, non si trae la violenza fuori dal fango per lavarla con una rassomiglianza di utilità. Essa rimane, in senso assoluto, fine a se stessa. Il suo racconto è invece tramite per ciò che verrà, forse un ponte tra il prima e il dopo, evento che potrebbe cambiare lo status quo del personaggio o semplicemente messaggio di denuncia. Polaroid nitida della realtà.
Conta poco che fatti non siamo a vivere come bruti perché la violenza si palesa lì sul cammino dell’uomo qualunque, sempre in agguato a sorprenderlo, quanto più inaspettata e con il pretesto troppo facilmente aggranfiato. È pure lì, giustamente presente come scelta di chi si assume il non facile compito di rappresentarne la cruda realtà, la sua esistenza, anche nella finzione di un testo narrativo dove il pugno d’acciaio dell’autrice osa, non si nasconde e affida al primo attore il ruolo più scomodo, quello più doloroso anche per il destinatario del testo che di esso fruisce. Scelta che indubbiamente non accarezza il lettore, anzi lo strapazza, a cui fa da contraltare una scrittura spietata e accattivante che sa richiamare a sé la forza e la leggerezza di parole di cielo, capaci docilmente di ammansire l’urlo, di  richiamare la vita e trattenerla stretta.
Urlo che Oscar, eludendo il tempo, raggiunge nel sogno dove lei non c’è, nello spazio dove il proprio io si perde in ascolto di lui, nel fantasma di un momento che lascia attoniti ed esausti, consapevoli dell’efferatezza e dell’insensatezza dell’accaduto, immobili come il vecchio Kuebico, spaventapasseri che tutto sa e vede ma che purtroppo non può nulla.
E leggerti è come essere in un labirinto di cui vagamente se ne conosce l’uscita, si è certi che una ve ne sia una, ma si indugia sul percorso chiuso preferendo quasi rimanervi intrappolati dentro.
Coinvolgente e intensamente sconvolgente.

A presto,
Minaoscarandre