Recensioni per
Pur
di Capo Rouge

Questa storia ha ottenuto 869 recensioni.
Positive : 865
Neutre o critiche: 4 (guarda)


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Recensore Junior
20/12/23, ore 10:54

Speravo che, prima o poi, Oscar e André si sarebbero incontrati, non immaginavo che sarebbe successo così presto, di certo non mi lamento che si siano incontrati così presto.
Ogni tuo personaggio ha un suo carattere ben definito, che sia da te creato o che venga dalla storia originale.
Alain è un personaggio che conosciamo molto bene, eppure tu lo presenti in modo ancora più bello. Alain è scanzonato, ma ha un progetto da realizzare, forse avrebbe voluto fare altro nella vita, resta consapevole che un lavoro è un lavoro.
Ciò che mi ha colpito molto è che Alain ha già compreso molto del rapporto tra Oscar e André, ha anche capito che Oscar non è una donna come le altre.
Alain si sta dimostrando un buon amico, chissà cosa farà ora che è stato arruolato nei soldati della guardia, se potrà essere utile in qualche modo ad André, o forse ad Oscar.
Girodel resta un’ombra un po’ ingombrante, temo che le parole della nonna possano essere profetiche.
Oscar è immensa e meravigliosa, quelle spiegazioni “pretese” le erano dovute, André non ha potuto sottrarsi questa volta.
Ci voleva proprio una piccola spintarella da parte di madame Faber e di Rosalie che hanno, in qualche modo, permesso questo incontro tra Oscar e André.
Grazie per il bellissimo disegno.
Aspetto con trepidazione il seguito e ti auguro dei giorni sereni di festa.
Ortensia 🌸

Recensore Junior
18/12/23, ore 10:06

Per la prima volta in questa storia vedo una luce brillante lontana e alta nel cielo ma non è la cometa di Natale bensì una stella chiamata Oscar.
Finora, anche se estremamente bella, era come offuscata nella nebbiolina invernale, penso che Capo Rouge volesse rappresentarla proprio così ma penso anche che Oscar c’era e c’è stata per cinquanta capitoli anche se avvolta come in un panno morbido mentre adesso si mostra così com’è. 
Avendo letto tutte le storie di Capo Rouge avevo fiducia in quello che l’autrice avrebbe scritto, sapevo che avrei  dovuto imparare a pazientare ma non avrei saputo descriverlo in una recensione anzi tempo, adesso scrivo solo “ benvenuta Oscar”, è un piacere rivederti, è un piacere appurare che ci sei e “non ci stai” a certe "condizioni" dell'amore.
Bellissima e sempre unica Oscar.
Buone feste 
Claudia  

Recensore Veterano
17/12/23, ore 05:39

Spero che questo si l' inizio di un riavvicinamento e mandare tutti al diavolo, e formare una famiglia con i due bambini

Recensore Master
16/12/23, ore 17:52

Era ora che tra loro ci fossero le spiegazioni! Anche se hanno dovuto attraversare prima il labirinto del nascosto e dell'inganno, da parte di Oscar.

Recensore Master
13/12/23, ore 01:25

Non mi sarei persa per nulla al mondo questi due tuoi nuovi aggiornamenti, carissima Autrice. E così, anche se con enorme ritardo, arrivo lunga e non posso non lasciarti le mie impressioni di lettura.
La storia è giunta a un punto magmatico, di svolta, di redde rationem, credo, ma un redde rationem esplosivo - forse - solo per il cuore.
Che bello questo squarcio della vita familiare di André, padre putativo (ma in fondo la nostra più Sacra Famiglia non è proprio sorretta da un tenerissimo padre putativo, figura oblativa e rassicurante quant'altre mai?) di infinita tenerezza e attenzioni nei confronti di Argo e Victoire. Fa davvero tenerezza come riesci a delineare il quieto tripudio della bambina, che, pur nella povertà della dimora, assai modesta - ma tutte le case delle favole, dove si vive felici, lo sono, in fondo - trova il gaudio di potersi finalmente lavare con acqua pulita.
E fa stringere il cuore ancora di più questo André che, dopo aver percorso il mondo con la sua ribellione, "alla fine aveva ammesso che ogni Rivoluzione è destinata a fallire, anche se è solo in essa, entro il caotico turbine dei sentimenti che non seguono logica o raziocinio, che l'uomo sente di esistere e d'essere vivo e avere finalmente capacità di scegliere il proprio destino". Magistrale, davvero magistrale: mai avrei saputo esprimere meglio questo pensiero.
E Oscar, in questo capitolo, la nostra Oscar mi ricorda per certi versi la volte del Petit Prince: "ammaestrata" anche lei, dalle dita, dal respiro, dall'amore di André; e ora, potrà tornare in gabbia, quella stessa gabbia da cui era fuggita?
In questo, mi rendo conto che Pur, messaggero d'amore sui generis, metafora di tante cose e che si carica di tanti significati, libero, aereo, leggero, spavaldo, puro nel suo solcare le altezze del cielo (ma attenzione: vedere un rapace mangiare dalle mani avvolte nel guanto del falconiere non è una esperienza delicata), è un po' come un altro falcone, messaggero e veicolo d'amore in una delle novelle più belle di Boccaccio.
E no, Oscar, credo, non è donna, come si interroga André rigirandosi insonne sul suo giaciglio, lieve e sensuale, tale da godere di un fuggevole incontro e via.
Intanto, tessendo la tua tela sottilissima, l'hai fatta incontrare ad Alain, che, guarda un po', sta cominciando a valutare che uno stipendio fisso, quand'anche modesto, come quello dei Soldati della Guardia Metropolitana, non sarebbe male... non so, ma prevedo che i nostri beniamini si troveranno presto in una certa caserma di Rue de la Chaussée d'Antin... inutile dire quanto già trepidi al pensiero del prossimo capitolo: perché, carissima, sei tu che hai "ammaestrato" noi lettori, che ti seguiamo e aspettiamo, e, come le Renard del Piccolo Principe, non vediamo l'ora di prepararci il cuore per il prossimo incontro con la tua prosa e la tua fantasia, e le tue tournure di frase inimitabili.
Ciao, e grazie ancora per questo aggiornamento e questa storia.
Con l'ammirazione di sempre,
d

Recensore Junior
06/12/23, ore 21:14

Ciao Capo Rouge,
alcuni capitoli fa avevo scritto che André non è un pazzo e che un senso al suo accettare la condanna doveva esserci.
Quel senso c’è ed è stata decisamente una grande sorpresa che mi ha colto alla sprovvista.
Il senso di ciò che ha fatto André non so se verrà rivelato, se aveva delle motivazioni ben precise, visto che era un vero azzardo affidare il ‘naso’ del re a delle lettere che avrebbero potuto andare perse in qualsiasi momento.
Un altro piccolo tassello che va al suo posto, almeno per il momento.
Ho ritrovato Oscar ed è stato molto bello, sembra che la strada da percorrere per ritrovare se stessa e il suo cuore sia molto lunga, un primo grande passo lo ha fatto seguendo Pur.
Fersen in Francia non mi preoccupa più molto, almeno per ora è così, ha salvato Oscar dalla vergogna di un amore con un servo, può tornare ad amare la regina in tranquillità.
Victor invece resta sempre un personaggio molto complesso e difficile da interpretare, non demorde, vuole sempre conquistare Oscar, ma sfugge ciò che davvero prova per Oscar.
Madame Roma è sempre più cinica nel suo modo di vedere sia Fersen che Victor, forse non è completamente fuori strada.
È stato bello ritrovare Marcel, Gustav, Dante, tre giovani uomini che cercano il loro posto nel mondo.
Ho la sensazione che sia ancora solo l’inizio per questa incredibile storia.
Ipazia

Recensore Veterano
04/12/23, ore 22:59

E se … 
«— Se, nel momento culminante, proprio quando la marionetta che rappresenta Oreste è per vendicare la morte del padre sopra Egisto e la madre, si facesse uno strappo nel cielo di carta del teatrino, che avverrebbe? Dica lei. —
– Non saprei, – risposi, stringendomi ne le spalle.
–Ma è facilissimo, signor Meis! Oreste rimarrebbe terribilmente sconcertato da quel buco nel cielo.
– E perché?
– Mi lasci dire…  gli occhi, sul punto,  gli andrebbero lì, a quello strappo, donde ora ogni sorta di mali influssi penetrerebbero nella scena, e si sentirebbe cader le braccia.
Oreste, insomma, diventerebbe Amleto.
Tutta la differenza, signor Meis, fra la tragedia antica e la moderna consiste in ciò, creda pure: in un buco nel cielo di carta.»

~ Il fu Mattia Pascal ~


Sa di pulito il bucato dell’anima lavata dalla sofferenza, si espande sotto il cielo bagnato di una strada stretta stretta fin su al sud del cuore dove la toccano mille pungenti, giù al caldo nord si raccoglie nella pupilla scura a riveder le stelle adesso vicine.  
La notte di una felicità a tempo è lì concentrata contro il crepuscolo del giorno al confine dell’ovest, si ferma all’est dell’alba importuna e gelosa, mentre finalmente la lacrima di beatitudine si attarda a cancellare il nulla che fa male. 
All’ombra del piangente dorato — l’ho riconosciuto era lui il vecchio amico che dall’alto, piegato, vegliava la lettura di antichi eroi —  si prega adesso che il vento scompigli carta e carte, che inciampi l’eroe sull’antieroe, anzi no, che cada quest’ultimo a calar la tenda e la scelta in questa notte di 'prima'.
Un grazie di cuore e stavolta anche speciale

Minaoscarandre 

Recensore Master
04/12/23, ore 21:45

La verità ha molte facce, non sempre è comoda, bella colorata, non sempre accarezza chi la ascolta o chi la racconta.
La verità può essere scomoda, dura, oscura, e può fare male.
Ha detto la verità, André Grandier, una verità a cui nessuno aveva voluto credere davvero.
Ha detto una verità André Grandier, che era sembrata una enorme bugia.
Nessuno ha davvero creduto alla verità, André Grandier aveva confessato, ma la verità continuava a sembrare una grande bugia.
Ora brilla quella verità, ma non rende André peggiore, non è un uomo infallibile, un eroe senza macchie, era e resta solo un uomo, che ha deciso che una ricchezza avrebbe potuto essere più di aiuto in mano ad una giovane madre sola e disperata.
Non ha cambiato André, la verità non ha per fondamenta l’avidità.
La ricchezza non avrebbe annullato il mezzo passo che separa André Grandier da Oscar François de Jarjayes, la ricchezza non avrebbe portato uguaglianza.
L’uguaglianza tra Oscar François de Jarjayes e André Grandier è racchiusa tutta nella libertà di poter camminare l’uno accanto all’altra.
L’uguaglianza è poter vivere l’uno accanto all’altra.
Sempre splendida Versailles, ricca, dorata, ad accogliere un mondo che non vede oltre i cancelli dorati che ormai iniziano a sembrare quasi le sbarre di una prigione per Oscar François de Jarjayes.
È stata quasi una partita a scacchi quella giocata dal Conte Hans Axel di Fersen e il Tenente Victor Clement de Girodel, una partita in cui la posta in gioco è l’onore di Oscar François de Jarjayes.
L’onore, come sempre, serviva da paravento all’orgoglio dei grandi.
Quell’orgoglio dettato dal rango è così radicato nel Conte Hans Axel di Fersen da considerare Oscar François de Jarjayes una donna il cui onore e purezza devono essere preservate a qualunque costo.
Perché per il Conte Hans Axel di Fersen, il pensiero che Oscar François de Jarjayes possa amare André Grandier, semplice uomo del popolo, sarebbe uccidere l’aura, l’essenza stessa di una donna come Oscar François de Jarjayes.
Alleati, quasi complici inconsapevoli, il Conte Hans Axel di Fersen e il Tenente Victor Clement di Girodel, hanno ottenuto il loro scopo.
Il viaggio di Oscar era iniziato tanto tempo prima, il viaggio di Oscar non era ancora terminato.
Bella, sporca, maledetta, violenta, Parigi accoglie di nuovo Oscar, tra quelle strade dove la miseria, il malcontento, la violenza, iniziano a prendere il sopravvento su un popolo ormai stanco di ingiustizie.
Tra quelle strade, con gli occhi puntati al cielo, Oscar cerca, forse, la strada per ritrovare se stessa, per ritrovare ciò che era stata tra le montagne ghiacciate di un mondo che è molto lontano.
È forte, Oscar, non si è lasciata piegare neanche da un amore che non poteva vivere tra i cancelli dorati dì Versailles, inizia ad essere consapevole che quel mondo chiuso, opulento, falso, non riconosce l’uguaglianza del sangue versato per un intento comune.
Tra quelle strade sporche, povere, pericolose, Oscar François de Jarjayes insegue l’eco di un mondo che, per poco tempo, l’aveva accolta.
È ancora lungo il viaggio di Oscar François de Jarjayes, è libera, Oscar.
Libera di ritrovare se stessa, di ritrovare Oscar, chiunque voglia essere.
Come piccoli semi, i dettagli di ciò che sconvolgerà la Storia, sono stati gettati in una Parigi ed in una Versailles ancora ignare di quanto accadrà.
Anna

Recensore Junior
03/12/23, ore 19:02

Allora cara Capo Rouge, il cuore e l’indole di Pur non si possono ammaestrare eppure l’istinto di essere libera l’ha ricondotta sotto un preciso “vezzo di cielo”. L’istinto mi detta che sia proprio quello stesso preciso istinto di libertà a condurre i passi di Oscar in quella stanza verso la sola libertà senza padroni che Oscar ha conosciuto nella vita, cioè quella di amare. Bello pensare che possa essere così. 
GdM 
(Recensione modificata il 03/12/2023 - 07:03 pm)

Recensore Veterano
02/12/23, ore 13:55

Allora, sussurrava piano il Tempo tra le foglie dorate.
Sussurrava piano il Tempo mentre scorreva lento.
Mille foglie dorate, a proteggere piccoli segreti destinati a nuova vita.
Mille foglie dorate, scintillanti di lacrime di pioggia, in un piccolo angolo di una Parigi bella e dannata.
Un vezzo di cielo ove era Lei, irraggiungibile.
Immagine a trafiggere la mente, sempre, incancellabile.
Sussurrava piano il Tempo, sussurrava il nome. Ancestrale condanna.
Le mani a rammentare il tocco, il calore, il sapore…
Le mani a rammentare Lei, amante e amata, Lei era lì.
Impressa nell’anima. Ancestrale castigo.
Sussurrava piano il Tempo, sussurrava il nome, invocato, amato.
Aveva aperto le mani, nel cuore e nella mente Lei.
Amare senza condizioni, senza regole, nonostante tutto.
Amare e null’altro.
La colpa ad incidere i sogni, a percorrere i passi nell’incubo.
La colpa ancestrale condanna.
La mancanza incisa sulla pelle. Ancestrale colpa.
Pallida luna a tormentare le notti, ché Lei lo amava…
Lei, forte come acciaio, delicata come farfalla, Lei Amata e Amante.
Che vivere era Amare Lei, la distanza ancestrale condanna.
I ricordi incisi nella mente, nella carne, dolci, a strappare il respiro.
Stridio richiamo a riportare indietro nel Tempo. Che il cuore tornava a battere.
Lacrime di pioggia a lenire l’orgoglio ferito, pochi passi a separare il desiderio di vedere Lui. Ancora.
Voleva Lui. Semplicemente. Totalmente.
Ché vi era un luogo e un Tempo ove Lei viveva.
VI era un luogo e un Tempo sussurrato in un nome.

Recensore Junior
27/11/23, ore 22:46

A volte l’amore è forte come i rami del salice che si piegano fino quasi a toccare terra ma senza mai spezzarsi. Questo è un pochino quello che sta succedendo ad Oscar che ci prova ad assecondare il volere di André e a “piegarsi” ma che in realtà si ritrova a volere lui ancora di più e con più forza di un vento di tempesta che prova a spezzare il legame senza riuscirci.
È forte Oscar anche nell’abbandono del pianto, proprio come il salice del titolo. Bello è dir poco!  
Ti auguro la buonanotte e ti ringrazio.
Claudia 
 

Recensore Junior
27/11/23, ore 21:50

Ciò che accade a Parigi, la vita di André e dei due bambini, è stata una carezza per il mio cuore.
André è ciò che mi aspettavo, un padre attento e anche un po’ severo.
Ciò che non mi aspettavo affatto era la rivelazione sui ‘nasi del re’ ma non è una sorpresa spiacevole perché mi chiedo se davvero le cose sono andate come le ha raccontate André.
Lo sapevo che i soldati che avevamo imparato a conoscere durante il viaggio in nave e in America non sono così cattivi e ‘nemici’ di André.
Sono giovani uomini che sanno cosa significa vivere in una città come Parigi e che cercano di aiutare un compagno che si trova ad affrontare una vita decisamente diversa e più difficile.
Madame Roma a Versailles non promette niente di buono, soprattutto perché sembra ancora in preda ad una voglia di vendetta nei confronti del generale Jarjayes.
Mi preoccupava prima e mi preoccupa ora, visto che sembra anche divertirsi nel seguire ciò che accade tra Oscar e Girodel.
Come dicevo alcuni capitoli fa, mi spaventa la determinazione di Girodel che non retrocede di un un millimetro nel suo proposito di conquista di Oscar.
Ho ritrovato Oscar, ancora delusa e piena di rabbia per le scelte di André, ci vorrà tempo perché la ferita possa essere meno dolorosa, ma sono certa che non può dimenticare davvero André.
Quelle lacrime dietro la finestra mi fanno sperare che prima o poi André e Oscar si incontreranno di nuovo.
Ortensia 🌸

Recensore Junior
27/11/23, ore 12:39

Carissima Capo Rouge,
lasciami dire prima di tutto che questa Oscar è superlativa e che ho pianto con lei in quel finale di capitolo strepitoso dove ho sperato di poter oltrepassare con lei quella maledetta porta. Non è successo ma le emozioni sono corse ugualmente intense nel cuore e nell’animo.😻
Il capitolo mi ha gettata nuovamente e letteralmente ai piedi di André, che se prima si era lasciato andare ad una confessione dolcissima con la nonna, ora fa una confessione forte e incredibile ad Argo.
La natura della confessione potrebbe essere destabilizzante per quel bunker impenetrabile che è sempre stato il personaggio di André, per la  perfezione incarnata in un uomo che adesso potrebbe essere scalfita proprio dai fatti raccontati nella confessione, l’ammissione è grande ma non sminuisce minimamente André ai miei occhi, anzi, di certo non lo condanno per aver chiesto a Isi e Yellow di difendere Oscar da quei due avanzi di galera, per non dire di peggio. Se non fosse stato così possiamo immaginare che cosa sarebbe potuto succedere ad Oscar 😨
Nel frattempo il tempo passa e il paziente e rispettoso Girodel non demorde, si insinua rassicurante nella coscienza di Oscar, sa che al suo cuore non può mirare, forse non osa perché sa che non è alla sua portata, ma non si arrende anche perché pare proprio che Oscar stessa sia determinata ad ignorarlo, o almeno sembra ritrovarlo solo nel buio di quella stanza a due passi da André, veramente da brividi! 
Brividi diversi invece me li ha fatti venire Madame Roma, e sono sicura che non è accaduto solo a me perché mi è sembrato che l’imperturbabile Generale Jarjayes stesse per perdere la flemma difronte a questa donna svernante. I due fanno scintille già solo con gli occhi!!!🤩 e mi aspetto ogni volta che da un momento all’altro facciano fuochi d’artificio.
L’ultima menzione della recensione va ad Alain, bello e scanzonato come sempre anche quando si fa prendere nel sacco dal nostro Colonnello che non comanda ancora il suo cuore, almeno per ora!!!!!!
Buona settimana, grazie e spero a presto.
Gattinapelosa😻
 

Recensore Master
26/11/23, ore 11:05

Splendido, cara Capo Rouge, anche questo capitolo, per il quale ho voluto trovare un momento adatto e tranquillo per dedicargli l’attenzione dovuta e catturare i tanti dettagli che è stato in grado di rivelare.
Ecco che, in quella fatiscente casetta, trovata per mezzo di chi non ci si sarebbe mai immaginati di incontrare nuovamente, Alain, uno dei compagni soldati partiti per la guerra americana, André e i due ragazzini cominciano la loro nuova vita come improvvisata famiglia, riunita sotto lo stesso tetto dalla mano del Destino. Una casa dove potersi sentire liberi e se stessi, e André comincia davvero a prendere le misure delle mosse che dovrebbe fare un buon padre di famiglia: si prende cura di loro, del loro benessere fisico, con le esigenze di ognuno, ma ascolta anche quelli che potrebbero essere i loro desideri. Quella casupola è un rifugio e ognuno sta trovando il proprio spazio nonché l’opportunità di esprimersi serenamente: Argo ha arato il piccolo fazzoletto di terra antistante il caseggiato, mentre Victoire è riuscita a trovare alcuni semi per piantare delle piantine che vedranno la luce con la primavera quando sarà, allora, un tripudio di colori che regalerà leggerezza al cuore e allo sguardo. Per lei è qualcosa di eccezionale, poiché, forse per la prima volta, può fare qualcosa per se stessa, per sentirsi viva e libera. Libera come sembra essere Pur, il falchetto scomparso, per il quale Argo non si dà pace, in quanto André lo aveva affidato a lui, che però non è stato capace di averne cura. Lo cerca in ogni dove, chiedendo a chiunque incontri sul suo cammino, spingendosi ogni giorno sempre più lontano, con lo sguardo rivolto verso l’alto sperando di rivederla e portarla nel luogo che è anche stato approntato per ospitare un essere come Pur, che è, per lui, l’emblema della libertà nella sua accezione più ampia.
In quella stamberga, però, viene rivelato qualcosa che mai avrei creduto possibile: André veramente ha rubato l’oro francese e ora, tornato in Francia, aver ottenuto il condono della pena, avendo a disposizione le lettere spedite ad Amalie, con tanta pazienza e ingegno, aiutato da un sorpreso Argo, recupera dall’inchiostro delle lettere, il suddetto oro che si trasforma sotto i loro occhi in mille foglie dorate. Certamente potrebbero andarsene da quel posto fatiscente, trovare un luogo consono e, magari, cambiare vita, ma ciò significherebbe andare via, lontano da Parigi e, soprattutto, lontano da lei. Lei che è in ogni fibra del corpo che ne anela il contatto; lei che è sempre presente in ogni pensiero della giornata; lei che non potrà più essere avvicinata, perché averla vicina significherebbe disonorarla e incatenarla al suo amore. E’ un pensiero costante che, talvolta, sembra farlo impazzire, ma non può fare a meno di persistere nell’ amarla, pur senza futuro e senza condizioni, affinché lei possa continuare ad essere libera e a vivere la sua vita, anche se, ora più che mai, è ben conscio che il sentimento sia fortemente ricambiato, ma non abbia comunque vie d’uscita. In una delle tante sere, durante le quali il pensiero di Oscar pare farlo uscire di senno, ha incontrato Alain e i ragazzi della brigata partita per l’America, ma solo Alain cerca di farlo ragionare o, quantomeno, prova a comprendere come possano due esseri che si amano stare così lontano per ragioni che, secondo il suo metro, sono fuori da ogni logica. Anche se, a ben guardare, persino lui si era trovato, più di una volta, ammutolito da quello sguardo di ghiaccio, che pareva trapassarlo da parte a parte e che aveva cercato di fronteggiare. Alain e Oscar si incontreranno nuovamente proprio in occasione della ricerca di Pur. Il falchetto è qualcosa che unisce le anime di Oscar e di André in maniera quasi indissolubile. Fa da tramite fra loro, perché viene avvistata sorvolare qualche area da lei conosciuta in mezzo a quella marea di tetti tutti uguali. E infatti, sul finale del capitolo, Oscar trova il falchetto e vorrebbe portarlo ad Argo, così da avere la possibilità di poter vedere anche André, ma senza farsene accorgere. Molto bella la scena finale con Oscar che scruta dal caseggiato di fronte, da una delle stanze prese in affitto per quella serata particolare, le tre persone che abitano la decadente casetta: vede i due ragazzini festanti per il ritrovamento del falchetto e i suoi occhi avidamente si sono riempiti della gioia, quasi contagiosa, che ne è derivata. Ma il suo sguardo si ferma, ad un certo punto, su un altro profilo, quello di André, che vorrebbe poter sfiorare, toccare, accarezzare poiché tutto di lui le manca come l’aria per respirare. Si rende conto che sta rubando le immagini della vita dell’altro, per conservarle e, magari, riviverle quando sarà di nuovo sola. Finalmente può lasciare andare le lacrime che ha trattenuto per troppo tempo, poiché in quella stanzetta Oscar si è ritrovata, come se si fosse risvegliata da un lungo sonno.
Ma in questo passaggio avviene anche l’incontro tra Madame Roma e il Generale Jarjayes: i due si squadrano da principio mantenendo una conversazione apparentemente informale. E’ il generale a chiedere conto di cosa lei voglia da lui dopo tutti gli anni trascorsi. Roma, penso voglia vendicarsi della sofferenza che il rifiuto di lui le ha arrecato, anche se ancora non è chiaro il disegno che ha in mente.
C’è un altro incontro curiosamente interessante, sempre con Madame Roma presente che osserva sia Girodelle sia il conte di Fersen. Entrambi hanno ottenuto che l’attendente di Oscar sparisse dalla circolazione, poiché ambedue ambiscono al bene di Oscar. Il conte non potrà mai amarla in quanto innamorato della regina, non vuole però che Oscar possa venir disonorata da un amore plebeo come quello di André. Girodelle, invece, pazienta, sta accanto ad Oscar, la rispetta come rispetterà i suoi tempi, a piccoli passi pensa e spera che un giorno lei possa capitolare e comprendere il suo sentimento, poiché in amore non vi è né obbligo né dovere ma solo rispetto anche nei confronti di chi non ama e non potrà mai amare. Oscar sta ottemperando alla richiesta di André cercando di vivere, lontano da lui, la sua vita, tentando di imparare ad amare qualcuno che non è lui. Passaggio, come al solito, molto intenso e pieno di sfumature, capace di mettere in luce l’animo dei vari personaggi.
Sempre complimenti e un caro saluto.

Nuovo recensore
22/11/23, ore 16:25

Che magnifico padre che si è rivelato André , anche se non c’erano dubbi ma vuoi mettere farlo con bambini non suoi ma comportarsi come se lo fossero effettivamente. Chissà Pur dove andrà , forse in una casa che é stata amica? Inutile dirti che il capitolo é stato di una dolcezza infinita e il bene che ê stato fatto da Oscar ora viene in aiuto di André. Magnifica come sempre