Recensioni per
Pur
di Capo Rouge

Questa storia ha ottenuto 869 recensioni.
Positive : 865
Neutre o critiche: 4 (guarda)


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Recensore Junior
17/02/24, ore 11:06

“Ti amo. No! Non ho potuto fare a meno di amarti. Più profondamente di chiunque altro. Sei la mia libertà”

Una frase così è disarmante perché cade ogni discorso e possibilità di replica. È questo il senso di Andrè Grandier, ineguagliabile. Cosa potrebbe mai fare Oscar per non limitare la sua libertà essendo lei quella libertà?

Buon weekend
Claudia

Recensore Junior
16/02/24, ore 13:51

Ho letto il capitolo tutto d’un fiato perché era davvero preoccupante l’invito di Madame Roma.
Le mie peggiori preoccupazioni si sono avverate, purtroppo, Madame Roma sta mostrando davvero il suo vero volto fatto di odio nei confronti del padre di Oscar.
Madame Roma usa Oscar per colpire il generale, come temevo Argo e Victoire sono serviti solo per attirare André al ballo.
Meraviglioso ciò che accade tra Oscar e André, e molto doloroso, per entrambi e per me che ho letto.
Ogni dialogo tra Madame Roma e Girodel mi fa venire i brividi, di paura, perché insieme sono veramente molto pericolosi.
Avevo attribuito a Girodel un pizzico di cinismo e molta determinazione, aveva fatto i calcoli in difetto.
Girodel mostra un cinismo smisurato nei confronti di Victoire, capisco che se non si sente padre c’è poco da fare, ma un minimo di delicatezza per una ragazzina proprio non ce l’ha.
In compenso mostra una determinazione assoluta nel voler a tutti i costi essere l’unico uomo nella vita di Oscar.
E ora? È questa la domanda che mi toglierà la tranquillità fino al prossimo capitolo.
Grazie per questo bellissimo e struggente capitolo.
Ortensia 🌸

Recensore Junior
16/02/24, ore 09:12

Mia Capo Rouge, carissima, se avessi in mano il batacchio di Carnevale lo darei in testa a Girodelle! 😼.
È semplicemente un avvoltoio, si avventa su Oscar senza pensarci due volte, è opportunista e subdolo, approfitta della situazione, di questo momento di immenso dolore di Oscar, per avventarsi su una preda pressoché moribonda! Anzi già morta perché Oscar in questo momento è morta dentro, ha perso tutto e lui non fa altro che mascherare il suo opportunismo sotto spoglie consolatorie e ingannevoli, perché, diciamo la veritá, al nobile Girodelle non importa veramente niente del dolore di Oscar, al suo “io” interessa solo essere colui che la salverà da se stessa e il guadagno secondo me è tutto e solo personale. 
Pare che Oscar e André intanto abbiano deciso di proseguire su sentieri separati, dubito perfino paralleli purtroppo (a rigurado sarei felicissima di sbaglarmi 🙏🙏🙏) ma non posso che lodare la maniera con cui la questine della rosa bianca o rossa e del lillà è stata rivisitata. 
Su Fersen mi astengo, mi servirebbe un batacchione più grande e al momento non ce l'ho ma, se non scappa, prima o poi lo prendo 😉
Capitolo bellisimo ma che mi fa, come tutte le volte,  preoccupare e tremare per Oscar e André.
A prestissimo.
Gattinapelosa😻

Recensore Master
15/02/24, ore 21:31

In una Parigi che è davvero madre accogliente, che non giudica i suoi figli, che non pone loro domande, due mondi convivono.
Il mondo dai ricchi Palazzi, tra le cui mura nobili signori trascorrono la vita tra giochi di potere, piccole rivalità, grandi invidie.
Tutto pur di mantenere e ottenere altri privilegi. Come fiori che volgono le loro corolle colorate e profumate al sole, i nobili signori si muovono con naturalezza tra le belle strade di Parigi dove scorre lieta e frivola la vita.
Ma, affinché possano a vivere e fiorire, hanno bisogno della luce e dello splendore del sole che brilla un po’ lontano da Parigi, hanno bisogno del sole di Versailles.
L’altro mondo lì a Parigi, è quello dei poveri palazzi, affollati, sporchi, cadenti, bui e freddi, tra le cui mura uomini e donne fanno di tutto per sopravvivere.
Tutto pur di poter sfamare una piccola creatura nata da quella miseria profonda, che non chiedeva altro che vivere, che non è un errore da allontanare dalla mente come pensiero molesto.
Mani gentili ad offrire un po’ di calore fatto di scampoli di lana avanzata in un ricco Palazzo, come unica ricchezza.
Le mani infantili che seminano fiori che volgono le loro corolle colorate e profumate al sole di Parigi che non chiede nulla per brillare.
In un ricco Palazzo, questi due mondi si sfiorano, diventando sempre più consapevoli di non poter convivere perché due soli diversi li illuminano e li scaldano.
È tornato indietro nel tempo, André Grandier, in quel tempo in cui è sempre stato un passo indietro, ombra invisibile agli occhi di chi non ne coglieva nemmeno la presenza.
Ha compiuto una scelta André, con la sua scelta ha reso se stesso libero di uscire da quell’ombra.
È libero André, ma ogni libertà, ogni scelta ha un prezzo.
Scegliere è la più grande libertà di un uomo, ma resta un salto nel buio.
Nella scelta non ci sono certezze, si può scegliere la strada sbagliata da percorrere, o quella più pericolosa e piena di ostacoli.
Nella sua scelta, per André Grandier è impossibile tornare indietro, in quel mondo dorato, sicuro e falso dove tutto ha un prezzo.
Nella sua scelta, per André Grandier è impossibile chiedere ad Oscar François de Jarjayes di lasciare quel mondo dorato e sicuro in cui può essere al sicuro da ciò che l’altro mondo potrebbe avere in serbo per lei.
Nella sua scelta, André Grandier non ha altro da offrire che se stesso.
Accettare la scelta di Oscar François de Jarjayes è la prova più difficile da affrontare, André Grandier è libero di essere solo colui che amerà per sempre Oscar.
Ha scelto Oscar, ha scelto di restare nella sua gabbia, è libera di decidere, qualunque sarà la sua scelta finale.
Che ci sia seta o ruvida stoffa della divisa sulla pelle, Oscar François de Jarjayes resta una donna che ha in mano il suo destino.
Destino che solo Oscar può decidere quale sia più giusto per lei.
È rimasto ciò che era il Conte Hans Axel di Fersen, un uomo che ama senza futuro, che si è piegato al suo destino senza combattere, accettandolo semplicemente.
E ha il sapore del pregiudizio più grande la determinazione con la quale ha cercato in tutti i modi di lasciare Oscar François de Jarjayes chiusa entro il destino scelto per lei da altri.
Racchiuso nel suo mondo fatto di cinismo, rango, onore, rispetto delle regole, il Tenente Victor Clèment de Girodel assume il ruolo a cui ha sempre aspirato, essere presenza costante e rassicurante che rispetta e ammira. Ma che in fondo non ama Victor Clèment de Girodel, rinchiuso nel suo mondo di pregiudizi, che non accetta che possa vivere un amore che offre solo se stesso, senza rango, titolo o ricchezze.
Sarà Oscar a scegliere se l’amore è una colpa da soffocare, da dimenticare.
Sarà Oscar François de Jarjayes a scegliere se la gabbia dorata è davvero un nido sicuro in cui vivere, se vale la pena essere sporcata dal fango.
Seta o ruvida stoffa sulla pelle, sarà Oscar a scegliere.
Anna

Recensore Junior
15/02/24, ore 14:48

Allora cara Capo Rouge, lo avevo detto che non c’era da fidarsi della reazione di Oscar.
Oscar non segue le regole di nessuno come potremmo aspettarci, segue un percorso che solo lei conosce e che noi possiamo solo osservare.
Non smentisce ciò che è, ovvero una donna che compie le sue scelte in autonomia e in tutta coscienza.
Se poi la sua scelta ricadrà su Girodel sarà un bel rospo da mandare giù, ma ci saranno delle ragioni valide, ne sono certa.
A Madame Roma non interessa Argo, ma lo avevo previsto, a lei interessa solo se stessa e il desiderio malsano di farla pagare al generale, una vedetta di donna ferita da un rifiuto, una donna che evidentemente si ritiene al di sopra di tutto, anche dell’amore di cui però avrebbe voluto essere oggetto. 
Per attuare la sua vendetta ha usato André senza il minimo scrupolo e sta usando adesso Girodel in modo simile. 
Se fossi in lui smetterei di pendere dalle labbra intrise di veleno di Madame Roma, perché prima o poi tutti i nodi verranno al pettine e, a quel punto, non credo proprio che Oscar avrà ancora rispetto per lui. Solo un malvagio poteva riservare alla propria figlia parole così, il suo comportamento, oltre che cattivo, è di una crudeltà inaudita. 
L’addio che, invece, hai orchestrato per Oscar e André mi ha strappato più di un sospiro, spero anzi che si tratti di un semplice arrivederci perché non so se la loro scelta sia stata di vita separata oppure di morte ugualmente separata, l’unica certezza al momento è che soffrono insieme ed uniti.
Grazie per lo splendido capitolo, buona giornata e soprattutto buon proseguimento.
Ciao, Lena

Recensore Veterano
15/02/24, ore 11:01

A certi uomini arriva un giorno
in cui devono dire il grande Sì 
o il grande No. Si riconosce subito colui
che in cuor suo ha pronto il Sì, e pronunciandolo
fa un passo in là nella sua stima e nella convinzione.

Ma chi ha fatto il rifiuto non si pente. Se tornassero a chiederglielo,
No direbbe ancora. Eppure ne viene stremato
da quel No - così giusto - per tutta la sua vita.

~ Che fece ... il gran rifiuto ~ 

Constantino Kavafis 

Il ragionamento torna così bene da condurre alla follia, doppio, triplo, quadruplo, infinito come di ripetuta immagine allo specchio davanti allo specchio, dell’altro, e alle sue finite e rotonde ragioni. Brillante e quadrato, senza un fondo dove (an)negare o a andare a vivere, col punto di fuga sempre piu piccolo, lontano, inghiottito.
Ed è lento il suono della porta che si chiude sull’Amore accolto fino in fondo, in un accordo che fredda anima e cuore nella stretta che ha i denti serrati in bocca. E allora è gabbia d’acciaio, e pure ferruginosa, quella a lambirne il collo, lo smalto a grumi e di acide lacrime a laccarne l’amara libertà.
Non un sol passo avanti e nessuno indietro, quello del vecchio destino da essere salvato o, altrimenti, scongiurato in ginocchio.

Grazie e un abbraccio

Sabrina 
 

Recensore Veterano
13/02/24, ore 13:53

Allora, cos’era l’Amore se non un viaggio.
Un pellegrinaggio che poteva condurre attraverso il fuoco o l’inferno stesso.
Che poteva essere insidiato dal dubbio e dal timore di ciò che sarebbe avvenuto.
Un viaggio che poteva persino essere frainteso.
Ma se si riusciva a resistere e mantenere la fermezza
Il viaggio avrebbe condotto ad una destinazione gloriosa.
Fremeva l’attesa, il Tempo immobile a trattenere il respiro.
Incatenava la volontà l’attesa, che il dubbio incideva il cuore e la mente.
Che Amore era protezione. Era accettare l’impaziente attesa.
Il Tempo dilatato nel ritmo del cuore che batteva piano, eco lontana dell’altro battito.
Fremeva l’attesa nel silenzio, che il cuore batteva lento.
Fremeva il desiderio, Amore che bruciava il sangue.
Che era tutto e niente. Che era Vita.
Bruciava la smania, il sangue, le labbra. Bruciava Lei.
Bruciava il calore dei corpi, sottile manto a fermare il Tempo.
E la notte. E il respiro.
Bruciava la verità, gelida mano ad allontanare il calore.
Ché scivolava lenta a ripercorrere il Tempo. E l’assenza.
Che Amore era colpa. Castigo. Dannazione.
Bruciava lo smacco di non aver compreso.
Lui, colpevolmente innocente.
Ché Amore proteggeva e custodiva.
Svaniva la notte, il calore, l’illusione di un sogno.
La libertà a incatenare la Vita, le scelte.
Ché la Loro storia era castigo e dannazione.
Bruciava l’orgoglio ferito.
Il gelo a cingere il cuore.
Imporre la scelta, l’assenza, la distanza.
Che Amore imponeva un sacrificio.
Che Amore non chiedeva, non pretendeva.
Bruciava la nostalgia…
Amore aspettava…

Recensore Veterano
12/02/24, ore 20:21

Ci sono al mondo due categorie di individui: coloro che credono nell’incredibile, come gli altri, e coloro che fanno l’improbabile, come me.”  
~ Oscar Wilde ~  Una donna senza importanza 

Assurda provocazione, ovvia eppure folle, quella del bene, all’occorrenza puro avverbio invariabile e che, pure, come fosse un forse e un domani, spalanca la porta al possibile, infinto. 
Intanto però è probabile che l’inafferabile sia nello sfondo del quadro, che sia lì, racchiuso, solo quel che conta, nella grande follia da tener nascosta e con l’agonia differita di quel bene puro e ‘letterato’, che sa leggere e scrivere, che si ostina a distinguere il sé dell’una dall’altro, in primo piano. Che in realtà, nella verità filtrata da mille maschere cangianti, il bene sacrificato per sé all’altare dell’uno non è che l’esponente nullo d’accrescimento per l’altro, il fallito zero che annulla la somma di vita, prodotto di felicità.  
Il futuro forse inciderà un’altra linea su questa storia, una firma gloriosa apposta sul bruto fatalismo di Storia e storia, chissà allora se una maschera calata tagliarerà via la faccia per sempre, se l’incredibile non coincida in fondo e sempre con l’improbabile che accade e diventa storia, se regna possibile e possente solo quel che è accaduto.
Ti ringrazio e ti lascio con parole non mie ma che dicono la loro.
Un abbraccio, 

Sabrina

Se Pirro non fosse caduto ad Argo per mano di una strega, o Giulio Cesare non fosse morto accoltellato. Cose che non vanno accantonate, segnate dal tempo col suo marchio, che in catene dimorano nel luogo delle infinite possibilità che esse hanno spodestato. Avrebbero potuto essere possibili visto che non furono mai? O fu possibile solo ciò che avvenne?  ~ Stephen Dedalus ~ 

Joyce ~ Ulysses

Recensore Master
10/02/24, ore 23:00

Il volersi sposare di Oscar sembra più un dispetto ad André e alla condizione in cui lei si trova.. purtroppo discutere con lui ha solo peggiorato le cose.

Recensore Junior
09/02/24, ore 21:18

Ciao Capo Rouge,
a conti fatti nessuno cercava prove contro André, tutto ciò che è successo ha il sapore di una meschina vendetta.
Oscar e André devono stare lontani l’uno dall’altra, questo è ciò che vuole qualcuno.
C’è sempre ciò che è accaduto a Brest ad incombere tra loro, perché quegli avvenimenti, apparentemente di poca importanza, hanno scatenato una serie di reazioni di cui André ha pagato il conto a caro prezzo.
André ha avuto il tempo, durante il suo soggiorno in America, per riflettere su cosa potesse aver scatenato per davvero la furia di Tiberius Mallerbe e Guglielmo Pointers, le sue conclusioni hanno un senso, più di uno secondo me.
Per Oscar è molto più difficile credere ad una simile verità, perché dovrebbe accettare molte cose che non riguardano solo André e che sono davvero realtà amare.
Oscar ha parecchi tasselli in mano, ora deve solo metterli nel giusto ordine, per farlo ha bisogno di Fersen e qui mi chiedo se davvero il conte parlerebbe con onestà, rischia di perdere ogni considerazione agli occhi di Oscar, cosa ancora peggiore sarebbe far passare André per una vittima.
Oscar, in tutto questo turbinio di rivelazioni, mi sembra delusa un po’ da tutti, anche da André.
Sono certa che saprà vedere la situazione con la giusta lucidità, capire chi davvero ha mentito e con quale vera intenzione.
Madame Roma resta una incognita, una sorta di bomba pronta ad esplodere e a fare danni, che nel suo caso, saranno enormi.
Non mi resta che aspettare il prossimo capitolo e sperare che il ricevimento di Madame Roma non porti brutte sorprese.
Ipazia

Recensore Junior
06/02/24, ore 21:04

Ho sentito davvero tutta l’ansia di Oscar mentre aspettava che la perquisizione in casa di André avesse fine, è facile immedesimarsi nei pensieri di Oscar durante quelle lunghe ore di attesa.
Non appena hanno potuto stare insieme, soli e lontano da occhi indiscreti, la magia si è ripetuta, ma per André è arrivato il momento di mettere davvero tutto allo scoperto.
La reazione di Oscar è molto comprensibile, davanti alla realtà descritta da André, tutto viene messo in discussione per lei.
Penso che davvero solo Fersen potrà dare le risposte che ora tormentano Oscar.
Mi sfugge il motivo dell’invito, a prima vista molto cortese, di Madame Roma, perché ciò che prova non sono proprio sentimenti altruistici.
Per questo motivo la mia preoccupazione nei riguardi di Madame Roma aumenta, invitare Argo vuol dire invitare André.
Madame Roma ha sicuramente qualcosa in mente visto che al ricevimento ci saranno anche Fersen e Girodel, non mi rassicura per niente questo invito.
Anche Oscar ha di sicuro qualcosa in mente ma, per ora, se vuole proteggere André deve stargli lontana.
La mia speranza è che sia una decisione momentanea e che Oscar e André possano, in qualche modo, ritrovarsi.
Ho rivisto tutti i soldati che mi hanno conquistato dal primo momento, anche loro si trovano davanti ad una Oscar che sembra essere diventata un’altra persona.
I soldati avevano visto Oscar rischiare la vita per dei poveri indiani indifesi, ora la ritrovano a comandare dei soldati del re che si comportano con alterigia e disprezzo.
É comprensibile che abbiano dubbi su Oscar.
Ti aspetto con impazienza al prossimo capitolo.
Ortensia 🌸

Recensore Junior
05/02/24, ore 14:55

Carissima Capo Rouge,
con questi finali prima mi cuoci a fuoco lento (con una lentezza sadica direi) e poi mi uccidi🥺. Di buono c’è che mi ero sbagliata, quella non era una retata volta ad arrestare André (chissa con quali accuse e prove poi!!! 🤨) ma si era trattato “solo” di un modo di incutere paura, una specie di vile avvertimento. Di buono c’è che André c’è ed è libero, non vorrei però puntare, specialmente senza prove, il dito contro poveri innocenti ma secondo me Girodelle ha molto poco dell’innocente.
Va bene che di sua figlia non gli interessa niente, ma spaventare così dei ragazzini non è propriamente un gesto da “nobile”.
Gli concedo il beneficio del dubbio e, per ora, non vado oltre 🤬 e eventualmente farò ammenda in futuro se necesaario, anche perché ora bisognerà mettere sotto torchio l’altro bellimbusto, il bel Conte svedese che, pure lui, ne avrebbe da raccontare e rendere conto se solo volesse.
Appunto perché Oscar è testarda so che non lascerà correre e farà di tutto per capire la verità, la vedo molto risoluta anche se non mi è tanto chiaro quello che ha in mente di fare. Oscar che accetta di andare di buon grado ad un ricevimento mi sembra strano anche se nella vera storia lo fa, per scopi diversi tra loro, un paio di volte, forse tre.
Però intanto vorrei dirle che la separazione non può essere l’unica via d’uscita per lei e André, anche perché separazione fa rima con dannazione e disperazione. 🙀
Per ora è tutto, ci si “risente” al prossimo giro.
Grazie 
Gattinapelosa😻

Recensore Master
04/02/24, ore 15:07

Nel cuore di Parigi si cerca la verità. Nascosta, imbavagliata, sotto mentite spoglie, la verità la cerca un popolo, la cerca il potere di un Re, la cerca una donna.
È nuda la verità, e ferisce e confonde, perché mette tutto in discussione.
Ciò che è stata una intera vita, ciò che si credeva di conoscere, chi si credeva di conoscere.
È nuda Oscar François de Jarjayes, davanti ad una verità che non ha mai immaginato possibile.
Senza difese, senza più mezze verità a confondere la mente e il cuore.
Rispettare le regole, restare un’ombra spettatrice, per non mettere André Grandier in pericolo, questa è la prima amara verità che comprende Oscar François de Jarjayes.
Perché i loro mondi sono divisi, sono lontani e rispettano regole diverse.
È nuda davanti alla verità Oscar François de Jarjayes, la verità che ha il sapore della colpa e della responsabilità che quella colpa trascina con sé.
È nuda davanti alla verità Oscar, la verità che ha il sapore acre della realtà, quella realtà in cui non ha visto ciò che accadeva intorno a sé, non ha capito che tutti agivano per proteggere lei.
Proteggere Oscar François de Jarjayes dal fango, dall’amore fuori dalle regole, proibito, perché amare André Grandier sarebbe stata una colpa che avrebbe ucciso Oscar François de Jarjayes trascinandola fuori dalla sua gabbia dorata, dal suo mondo.
Tutto ciò che è accaduto, il dolore, le scelte, le sofferenze subite da André, tutto è accaduto per lei, ed è una verità che può distruggere.
È rimasta nascosta dietro il velo del ricordo di un amore verso il conte Hans Axel di Fersen, aveva sfiorato quel velo il dubbio, ora la verità lo ha squarciato e ciò che vede Oscar François de Jarjayes la mette davanti a se stessa.
Ha rivelato la verità André, mettendo a nudo il suo disperato modo di amare Oscar.
Dentro l’uniforme Oscar François de Jarjayes è al sicuro, amico, amica, figlia, erede, ogni ruolo una sbarra della gabbia dorata in cui vive. Ogni bottone chiuso dell’uniforme ogni mattina ad ammansire e soffocare qualsiasi desiderio di fuga.
Rigide regole e senso dell’onore a soffocare chiunque Oscar voglia essere o diventare.
Diventa figura rassicurante il tenente Victor Clèment de Girodel che nulla chiede o pretende, solida terra che non fa tremare il sangue, che tenace aspetta.
Resta un’ombra, la possibilità che il conte Hans Axel de Fersen possa rivelare le ultime verità, quelle più oscure e dolorose.
Cerca la verità il popolo di Parigi, un popolo che vuole vivere e non più sopravvive. Che vuole conoscere ciò che accade in quel mondo che può solo guardare da lontano.
Cerca la verità il popolo, vuole capire come annullare quel baratro di disuguaglianze, di povertà in cui è sprofondato.
Cerca un modo che permetta alla verità di venire alla luce un Re per salvare il nome e l’onore della sua Regina.
Tutti dimenticano che bisogna saperla ascoltare la verità, che bisogna essere pronti ad accettarla la verità.
In quel miasma di verità, mezze verità, calunnie e parole pronunciate con leggerezza, i diamanti di una collana divennero pietre da lanciare contro la Monarchia, alla fine rimase il fango da cui non poté più uscire una Regina.
Se il loro personale inferno sarà il loro destino, solo Oscar e André possono saperlo, c’è sempre un modo per uscire dall’inferno, dovranno solo trovarlo.
Anna

Recensore Junior
02/02/24, ore 22:08

Sono tanti i temi centrali e periferici di Pur, mentre la storia procede se ne registrano di insistenti e la ‘fiducia’ è certamente un 'ricorrente’ degli ultimi capitoli.
Ai posteri l’ardua sentenza, è troppa o non è abbastanza? È opinabile o la sua natura ne fa come default un assoluto? 
GdM

Recensore Junior
02/02/24, ore 11:13

Buongiorno carissima Capo Rouge, l’inferno che immaginavo dovesse passare per il purgatorio, sta spalancando un portone davanti ai nostri.
Oscar, messa davanti al racconto di André, non smentisce se stessa e il suo senso di responsabilità. Certa che le “accuse” su Fersen siano state incamerate non vedo l’ora di appurare la reazione di Oscar. È stata di poche parole con André e mi chiedo che cosa stia elaborando. Si può dire che non mi fido al cento per cento di Oscar?
Se i dubbi, la ricostruzione dei fatti dichiarata da André trovassero conferma, Oscar si troverebbe a dover affrontare una visione completamente diversa da quella che le ha raccontato Fersen.
Se ammettessimo che Fersen ha raccontato tutto ciò che sa e che le congetture di André sono vere, allora, va da sè che l’immagine linda del Conte ne uscirebbe macchiata.
Oscar reagisce nel solo modo possibile, secondo me, cerca di proteggere in tutti i modi André anche se forse non lo vede più come un uomo infallibile, e forse é meglio cosí.
Madame Roma che si interessa ad Argo invece mi giunge nuova e inaspettata perché, con la sua voglia di vendetta, non promette niente di buono né per André né per Argo.
Cara Capo Rouge, stai tenedo strette le carte da gioco, chi si cela dietro la perquisizione e distruzione della casa di André non lo hai rivelato, perciò senza prove tengo per me i miei sospetti, giuro che se è lui…
Aspettando di leggere il prossimo, ti saluto e faccio i miei complimenti.
Lena