Recensioni per
Pur
di Capo Rouge

Questa storia ha ottenuto 869 recensioni.
Positive : 865
Neutre o critiche: 4 (guarda)


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Recensore Master
03/11/22, ore 14:15

Che cosa è meglio? Sperare che André sia ancora vivo, ribellandosi all'idea che sia morto in quella esplosione, oppure avere la conferma che sia sopravvissuto, ma trovarlo così mutato, così cambiato, così freddo, così distaccato, quasi che sia alius André? Un bel quesito per Oscar, che, per usare il titolo di un capitolo di un libro a me caro, si rende conto sulla sua pelle di quanto sia varius, multiplex, multiformis l'animo umano, e come tre anni di assenza, e innumerevoli sofferenze, le abbiano restituito un André dei cui sentimenti ella ha iniziato, sta diventando, è consapevole; ma non è lo stesso André che è partito. Sì perché il tempo, le offese del tempo, la sofferenza, e i traumi (come l'assalto subito a Punta Delgada) lo hanno mutato, e chi non sarebbe mutato, del resto?! Leggevo, non ricordo più dove, che proprio nel Settecento fra i romanzieri e gli intellettuali, e soprattutto con Rousseau e le sue "Confessions", comincia a porsi, per quanto concerne il romanzo e l'autobiografia, il quesito relativo all'unità della coscienza . Ovvero: ma il me stesso che racconta la sua vita, ora, da uomo maturo, è la stessa persona cui mi riferisco quando racconto la mia infanzia, quando ad agire sulla scena del mondo era un bambino senza esperienze e senza la conoscenza degli uomini e delle cose che ho ora?
Quesito affascinante, che mi piace riferire anche ai personaggi della tua storia: è la stessa Oscar che André ha lasciato in Francia, dopo quel coreografico e spettacolare bacio al porto di Brest, quella che l'ha raggiunto? E' lo stesso André quello che Oscar ritrova, dopo tre anni?
Adesso, aspetto già il prossimo aggiornamento: e ovviamente, prima di chiudere, non posso che apprezzare la scelta del nome per il falco, e aspettare che rientri in scena Girodel in veste di stratega, quale si è compiaciuto di essere e di presentarsi nel dipanarsi del racconto.
A presto, dunque!
D

Nuovo recensore
02/11/22, ore 23:58

Finalmente Andrè è tornato! Oscar, dopo aver patito tanto dolore per averlo creduto morto, ritenendosi anche responsabile della sua fine, lo ritrova. Andrè è vivo, ma l'incontro é straniante: lui é talmente freddo che lei pensa di aver sognato l'incontro. Anche dopo l'atteggiamento non cambia, lui è sulla difensiva: non ha potuto fare a meno di correre in soccorso della donna che ama, l'ha salvata, ma nello stesso tempo non vuole consentirle di avvicinarsi, non vuole la sua pietà. È sicuramente un uomo ferito, profondamente ferito, che ha vissuto esperienze terribili; Oscar, ora molto più consapevole dei propri sentimenti e del proprio essere donna, con i suoi gesti e con il suo modo di parlare involontariamente(?) seducenti, dovrà abbattere queste difese e convincerlo della sincerità dei propri sentimenti. Complimenti per questo bel 'coup de theatre' che ho letteralmente 'divorato' e per il bellissimo disegno. A presto.

Recensore Master
02/11/22, ore 17:59

Un colpo di scena da paura! All'inizio credevo che Oscar stesse avendo un'allucinazione, poi ho capito che era davvero André, anche se molto cambiato da come lo ricordiamo. Ma perché si è finto morto?

Recensore Veterano
20/10/22, ore 14:43

La luce notturna e senza cielo riporta il simulacro non spurio, immagine sovrapposta al niente e al tutto che è rimasto di lui. Richiamo di strofe sospese che quasi non si afferra più, è consistente e pieno nella carne solo lì dove il sonno la raggiunge, fremito di sogno e grido nero, delta dello stesso fiume che scorre ancora.
Esiste come filo reciso e intermittente, è arto amputato che batte nel bacio che di sole labbra e stizza non vive più. 
Succede allora che ascoltare e sentire diventano lo scarto lieve e incolmabile, netto e nascosto, di consapevolezza e innocenza, il cammino di un raggio di cerchio per Oscar e la linea curva conclusa per l’amica, ricongiunta dalla desinenza di una lettera e dal bacio riflesso dell’amato.
È solo Dicembre ma si procede a tentoni, a riparo dalla stella calda e tremolante di vero, timorosi che la canicola uccida i girasoli che pure la cercano, tanto è grande la paura.

Ciao e a presto, 
Minaoscarandre 

Nuovo recensore
18/10/22, ore 14:37

Ciao, ho visto in questo capitolo la battaglia di forze in cui l’uomo per natura è sempre invischiato e combattuto. Desiderare qualcosa tanto intensamente per poi essere spaventato al solo pensiero che la cosa possa materializzarsi perché, se il desiderio si avverasse,  André potrebbe anche perdere tutto quello che ha, lo status quo, lo stato delle cose che ormai però non va più bene e che forse non vuole più. 
Cosa è più giusto? Augurasi che Oscar ami e che decida di amare come una donna oppure augurarsi che rimanga “amico” per sempre spingendola a dichiararsi tale pubblicamente così da non poter successivamente tornare indietro? Il desiderio combatte con la paura di perdere tutto.
Per esperienza personale posso dire che spesso è più facile rifugiarsi in ciò che è sempre stato, nella propria copertina di Linus, in tutto quello che conosciamo bene, riponendo via il sogno, il desiderio segreto che consuma, però non è così in questo caso, non in questa storia invece, perché qua sembra che André abbia già scelto la via più difficile, le sue parole, sin da ora, sono quelle di un uomo che volge al cambiamento e credo che in tutta probabilità partirà anche lui, si allontanerà dall’amata proprio come sta facendo il conte di Fersen.
Se così fosse sarebbe una scelta molto dura ma anche molto coraggiosa.
Ciao 
Yoko

Nuovo recensore
14/10/22, ore 03:38

Sono molto contenta che tu abbia deciso di continuare. Scrivi davvero benissimo, sarebbe stato un vero peccato se ti fossi arresa. Premetto che ho sempre pensato che la decisione di Oscar di indossare un abito femminile sia stata la causa scatenante dei nefasti eventi futuri con conseguente tragico epilogo. Confido nella tua fervida fantasia per una più lieta conclusione. La tua Oscar è sempre Oscar, nonostante alcuni momenti di smarrimento, la sua voglia di sapere, di scoprire la verità è encomiabile. Mi fa tanta tenerezza la sua confusione tra ciò che è e ciò che sembra. Alla fine di questo capitolo sembra ci sia una resa da parte sua ma lei è una guerriera, non sarà un baratro o un po’ di neve a fermarla. I due Conti si ritrovano a fare i conti con la propria coscienza, talmente intenti a salvaguardare la purezza e l’onore del bel Colonnello dall’attentatore plebeo (vivo o morto che sia), che se la lasciano sfuggire da sotto il naso. Il loro fine ultimo è impalmare la nostra Madamigella. Stesso scopo, tattica diversa. Fersen va dritto al sodo e quasi ci riesce (sembra quasi le faccia un favore permettendole di concedersi a lui. Che altruismo!). La strategia di Girodelle è sempre la stessa: attendere. Attendere per raccogliere i cocci. Il tenente Girodelle diventa “l’attendente” Girodelle. L’atteggiamento di Madame Roma non mi ha mai convinto. All’inizio ho pensato si fosse innamorata di Oscar, poi quell’insinuarsi nella sua vita privata, spingendola tra le braccia di Girodelle prima e di Fersen poi, mi ha fatto dubitare della bontà delle sue azioni e che mirasse a qualcosa ma mai avrei immaginato c’entrasse il Generale. Allora ce lo porti il Generale in America?
Le lettere di André sono sempre protagoniste e destabilizzanti. Potrebbe essere stato lui a scoprire il furto dell’oro? Quando contava le monete, André ha notato qualcosa di strano sull’effige di Luigi XVI. Forse il misfatto è avvenuto in Francia, le monete potrebbero essere state limate, raschiate. Mah! Lo scopriremo prima o poi. Se André è vivo ci deve essere una ragione più che plausibile per farsi credere morto. Forse è stato costretto. Anche questo lo scopriremo a tempo debito.
A me i capitoli lunghi piacciono molto e tu sei bravissima a mischiare le carte. Ci vuole talento per far credere a noi lettori di aver capito tutto per poi accorgerci di non aver capito niente. Io li leggo più di una volta ma non ne ho indovinata una! Sei davvero sorprendente.

Recensore Junior
12/10/22, ore 15:23

Come scrivevo in una mia recensione di un po’ di tempo fa, tutto in questa storia ha un posto e una motivazione, si comprendono adesso un po’ meglio le mosse compiute dai personaggi, i fili intessuti nella trama capitoli addietro, tutte mosse che ne inducono, a loro volta, altre ancora. Il gioco è ad incastro, logico eppure complesso, così una rivelazione che svela vecchi misteri subito dopo si ripiega su se stessa a  nasconderne altri.
Trama e scrittura procedono di pari passo, pungenti e incisive come le battute, serratissime, dei dialoghi che, una volta ancora, sono il vero punto di forza di questo capitolo. Dialoghi dove tutto
è in perfetto equilibrio, il testo, con sue le pause e i suoi silenzi, e la tensione sempre altissima. Un equilibrio che rende il testo efficace, credibile e soprattutto avvincente. 
Sarebbe troppo facile e banale commentare che l’introspezione profonda che fa questa storia è riservata unicamente alle parti riflessive del racconto, invece l’introspezione più bella dei personaggi è proprio quella implicita e nascosta fra le battute di quegli stessi dialoghi, dolce e velata, incalzante nella ferocia del ritmo degli “affondi” e nella gravità delle parole che non vengono mai risparmiate.

Brava e grazie
Clotilde_De A.

Recensore Junior
08/10/22, ore 22:50

Ben trovata, Comandante Rouge,

inizio come Magritte: Ceci n’est pas une pipe (sotto a quella che, inequivocabilmente, è una pipa) – questa non è una recensione. Non può esserlo perché sono indietro con la storia e mi mancano pezzi. Posso però dire qualcosa su questo capitolo, se vuoi, preso come pezzo a sé stante. Inizio:

1) Quando si parla di scacchi io leggo. È una deformazione: dalle biografie di Capablanca e Fisher, passando per ‘La variante di Lunenburg’, attraverso ‘La novella degli scacchi’ e qualche manuale con la descrizione delle partite che, mirabilmente, tengo in bagno, io leggo. Ogni volta che si rammentano gli scacchi son contento. L’incipit mi è piaciuto. L’explicit pure. E le strutture circolari son sempre piene di fascino.
2) Il buon vecchio Edgar temo abbia ragione, e temo di essere d’accordo con lui; ma son anche contento di essere d’accordo con lui. La vita sognata può avere più valore di quella vissuta.
3) Forse son pazzo, ma in Oscar che non vuol morire sotto un cielo così bello ho rivisto il principe Andrej di un Tolstoj in gran forma; ma era così lieve il passo che forse son pazzo.
4) Devo dire ancora una volta che nell’analisi introspettiva la scrittura di una donna ha una marcia in più.
5) Col nominalismo vai sempre forte. Argo è un cane, ma è anche una nave. La prima nave a fendere il mare. Non è male ricordarlo.
6) La reiterazione con te è attenzione.

Ecco, ho detto tutto. Bentornata, madamigella. E bentornata la storia, bentornata PUR. Sei un avverbio, ma sei anche la PUREZZA, e sei il fuoco greco che distrugge, non quello che scalda. Sei tante cose, piccola grande storia. Meriti di essere letta. Perché una storia, anche la più bella, non ha senso di essere se nessuno la legge. Qui hai trovato tante lettrici che ti coccolano e ti guardano crescere. E un lettore che ti veglia un po’ da lontano, e qualche volta passa a darti un buffetto sulla guancia.

Posso dire una cosa in cui nomino una persona, un recensore in particolare? Lo faccio. Mina, splendido commento. Elegante, limpido. Quando scrivi – o forse meglio: quando ci fai leggere? – qualcosa di tuo? Una poesia, azzarderei. Ti vedo molto da poesia.

A proposito, lo sai qual è il colmo per un poeta? Prendere la vita dal VERSO sbagliato.

Omaggi devotissimi,

Sacrogral, cavaliere
(Recensione modificata il 08/10/2022 - 11:41 pm)

Recensore Junior
08/10/22, ore 20:22

Carissima Capo Rouge, do anche io il benvenuto a questo nuovo capitolo che mi ha completamente conquistata. Chiedo scusa per il ritardo nel commentare ma la vita (sempre una corsa!) non ci consente di rallentare ed eventualmente fermarci anche quando si vorrebbe, cosa che perciò riesco a fare solo oggi.
La battaglia verbale che vede impegnati per gran parte del capitolo  Girodel e Fersen è epica! Scritta così bene che anche di per sé giustificherebbe il prezzo di un fantomatico biglietto. Spettacolo di alta qualità che, messo in scena così, mi ha portata a tifare per Victor e di contro a inveire contro Hans, tanto è stato coinvolgente, pressoché sconvolgente. 
Questi due personaggi, troppo spesso relegati a ruoli probabilmente poco dinamici, prendono invece in mano questa storia fino a farla volare sulle ali della fantasia, della curiosità di coloro che si ritrovano qui a leggere. 
Molte verità (una scomodissima) iniziano ad emergere, di alcune si afferra il senso, o così sembrerebbe, di primo acchito, ma in realtà poi, ragionandoci sopra, ci si rende conto che le verità non sono “tutte” ma solo sfaccettature di qualcosa di più complesso  e a sua volta completo. La mente quindi inizia a scandagliare tutte le possibilità e a volte si perde anche in una fantasticheria di troppo.
Mi è capitato di farlo, cioè mi è successo, su parecchie situazioni e personaggi, non ultimi Madame Roma, con la sua vendetta e i suoi segreti, e Argo con il suo ruolo all’interno della storia ma anche (forse) come “cane sciolto” della sua originaria tribù.
Sto immaginando di tutto e di più e non vedo l’ora di leggere il resto. 
Ti auguro un buon weekend, a presto.
PrincessLena 

Recensore Veterano
08/10/22, ore 13:54

Allora, l’altro, mani conserte, abbandonate nel ricordo della pelle sfiorata, chiuse a stringere il vuoto, ché lei è scivolata via, come granelli di sabbia che scivolano lenti tra le dita.
L’altro, mani chiuse a stringere il vuoto, nella mente la visione della mano di lei trattenuta, blu marino a illuminare la pelle chiara. Visione incancellabile e sensuale, a portare alla mente l’incedere di lei.
Lei, sguardo che allontana, che sfugge, che non attrae ché è calamita.
L’altro, che ora sa che lei ha seguito altri passi, che ha seguito semplicemente lui.
Ché le parole, lontane, silenziose, erano per lei, silente legame mai infranto.
Lui, vaga ombra che aveva sempre oscurato lei.
Un bacio d’affetto…
Un bacio d’amore…
Onore e rispetto…
Vita e morte…
Tutto e niente…
Lei, le dita strette a pugno, il dolore a scavare il corpo e la mente, ché un solo pensiero a tenerla inchiodata al tempo, alla vita.
La mano, calda, ferma, a tenerla lì, a chiudere i suoi sensi, a curare le sue ferite.
Tocco leggero, carezza gentile, una mano…
Era lentamente scivolata giù, lei, in fondo al baratro dell’oscura assenza.
Lei, semplicemente Oscar, la donna che lui amava. Lei che anelava un momento, per chiedere perdono, per non aver capito, lei, semplicemente donna.
Ché l’amore chiede solo un momento, per ritrovarsi, per sempre racchiuso in un istante, solo un istante che racchiuda tutto il tempo del mondo.
Il tempo scorso lento, come granelli di sabbia scivolati tra le dita, a racchiudere il dolore, l’assenza, la disperazione di sapere la verità.
Il tempo era scorso lento… una solitudine che inghiottiva l’animo, ormai sola compagna.
Il tempo scorreva lento. Le parole trasportate dal tempo a dettare un’altra verità.
L’assenza e i dubbi, chi era lei? Tutto o niente?
L’orgoglio a sferzare la volontà, passo dopo passo, l’istinto a cercare la vita, a cercare quell’istante lontano.
Lei, la resa impossibile, l’istinto a cercare la libertà.
Un passo dopo l’altro, il gelo a bloccare i sensi e le forze.
Un passo dopo l’altro a seguire l’istinto, per non arrendersi. Lacrime calde a offuscare la vista, un passo dopo l’altro, il vuoto ad inghiottire il corpo.
Il gelo ad accogliere lei, ad intorpidire i sensi, il baratro ad accogliere il corpo ferito.
Lei, le dita strette tra gelida neve rossa, il tempo scorso come sogno in un sogno.

Recensore Veterano
07/10/22, ore 20:39

Buonasera Capo Rouge,
un altro capitolo magistrale: intrigante e macchinoso come la migliore partita a scacchi.
Il confronto tra il Maggiore Girodelle e il Conte di Fersen ha rimescolato nuovamente le carte in tavola.
Per ora il cavallo e l'alfiere sono spariti dalla scacchiera e restano solo la Regina (in questo caso pedina inconsapevole) e il Re (?) che ha ordito l'intera trama. E questo Andre' Grandier, che nelle lettere postume riporta vicende attualissime (la vittoria di Yorktown e la nascita del principe Joseph), ha proprio le caratteristiche di un Demone: "perché solo un demone avrebbe osato insinuarsi nella testa e nel cuore di una donna come Oscar". E Oscar è una guerriera che non si arrende mai e il cui amore supera ogni confine.
Riesci ad accrescere la suspense al massimo con il lettore che anela alle risposte come a un'oasi nel deserto. Io spero ardentemente che Andre' sia vivo e non vedo l'ora che lui e la sua Oscar si ritrovino (anche se forse immagino il motivo che lo spinge a mantenere le distanze).
Che altro aggiungere?! Il finale ci lascia sapientemente con il fiato sospeso.
Spero a prestissimo!
Senpre ammirata, Galla
(Recensione modificata il 07/10/2022 - 08:41 pm)

Recensore Junior
06/10/22, ore 20:09

Buonasera Capo Rouge, 
questo capitolo me lo sono proprio goduto e, se non dispiace, prendo in prestito per questa mia recensione lo stesso gioco usato nel capitolo perché questa storia è come una scacchiera affollatissima di situazioni, sviluppi, segreti e soprattutto è piena di possibilità di movimento e alta strategia.
Non è mai vuota e più che arrivare all’impasse del gioco, chi legge farebbe meglio a prepararsi a qualche “en passant” e anche a qualche “arrocco” a scongiurare lo scacco matto di questo Re che sembra prevedere tutte le “mosse”.
Io dico che anche la Regina è salva o che si salverà comunque nonostante le mosse dell’alfiere siano state veramente troppo azzardate. Spero che il cavallo nel frattempo non si innervosisca  accanto alla dama-pedone che potrebbe diventare una pedina importante nel proseguimento del racconto. 

Gran bella storia e avvincente davvero!
Grazie e a presto,
DdM

Nuovo recensore
06/10/22, ore 17:02

Si sì sì , felicissima che tu abbia proseguito la tua storia .magnifico questo capitolo che comunque ti lascia con molti interrogativi ,come faceva André a sapere della vittoria e della nascita del delfino? Ma Girodelle è sempre presente non vorrei che trovasse Oscar e se la riportasse in Francia , perché qua di André ancora non si é vista l’ombra e a noi non ci resta che aspettare con impazienza il prossimo capitolo che speriamo sia a breve , un saluto affettuoso

Recensore Veterano
06/10/22, ore 10:51

E dunque la vita è in quella corsa a perdi fiato, filo teso d’un ricciolo allungato e tornato al suo posto, scalzi verso il baratro di una via che pareva battuta e già percorsa.
Una mano lì a fermare il sangue inquieto, rappreso di colpa e consapevolezza, le palpebre murate e la prima coltre fredda a sciogliere lieve la nebbia di solitudine.
Corrono così le gambe paralizzate dal sapere, accecate dalla pienezza della luce, ché non v’è menzogna sillabica più confusa e diffusa della morte degli amanti, corrono allora accecate verso quello sperone buio della coscienza all’appuntamento sulla soglia che separa il sogno dall’oblio, il reale dal mitico, il giorno dalla notte.
Quello “sbalzo” allora si coglie appeso nel vuoto di sotto o forse nel pieno abbraccio già teso, aperto, che lo aspetta. L’anima che si palesa non vista quando il tempo lavora scrupoloso e ignaro, consapevole che un solo palpito può essere sempre, quando curiosi di tutto e sicuri di niente fissiamo il baratro, fermi immobili, il fiato trattenuto a intermittenza, non quel passo oltre che  c’ammazzerebbe le farfalle.

Un abbraccio,
Minaoscarandre 
(Recensione modificata il 11/10/2022 - 12:59 pm)

Recensore Junior
05/10/22, ore 21:55

La lettura di questo nuovo capitolo mi fa sorgere altre domande, sempre le stesse ma diverse, perché viste da una diversa prospettiva alla luce di ciò che è stato rivelato, di ciò che ormai pensavo fossero certezze più o meno svelate.
Girodel ha affrontato il conte di Fersen, come speravo che avrebbe fatto, e come lo ha affrontato!
Il conte di Fersen una bella scrollata se la meritava per ciò che ha fatto, più per come lo ha fatto, ha messo in pericolo la vita di Oscar per seguire un suo preciso proposito, che, ai miei occhi, ha dei lati poco chiari.
Le motivazioni che ha dato a Girodel seguono un certo filo logico, sembrano logiche ma hanno dei punti che danno da pensare.
Mi fido poco di Fersen, è un personaggio a cui hai dato un carattere dalle mille sfaccettature, diventa impossibile non apprezzarlo, nonostante la sua ambiguità, le motivazioni che lo muovono che, ogni volta che mi sembra di aver capito, nuovamente sfuggono a ciò che do per certo.
Anche Girodel muta ad ogni capitolo, ho apprezzato davvero il suo modo diretto con cui ha parlato al conte di Fersen, gli ha detto una verità che non avevo mai letto prima, una verità scomoda che rende i motivi della sua partenza un po’ meno nobili, così come il raccogliere la vittoria militare a battaglia vinta da altri.
Direi che Girodel ha ridimensionato l’ego del conte di Fersen, e mi è piaciuto davvero.
Il conte di Fersen, nelle sue spiegazioni un po’ nebulose, ha insinuato nuovi dubbi, anche su André, che sicuramente non cadranno nel vuoto.
Madame Roma mi piace sempre di più, è difficile capire quali siano i suoi veri scopi, ad ogni capitolo il suo personaggio assume nuovo spessore, rendendolo sempre meno secondario e sempre carico di fascino e mistero.
Oscar viva, ferita, prigioniera di indiani di cui non si conoscono ancora né le intenzioni, né l’identità, mostra sempre un coraggio e una forza che niente riesce ad abbattere. Per un attimo pare voglia arrendersi, troppo stanca nello spirito e nel corpo, ma non lo fa, non può tradire ciò che è.
Le informazioni ottenute da Argo sono davvero destabilizzanti, se aveva creduto di avere certezze ora sono tutte rimesse in discussione.
Come succede sempre in ogni capitolo, soffro con Oscar, e non mi resta che seguire i suoi passi ovunque vorrai portarla.
Ortensia🌸